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La rivoluzione di febbraio e d’ottobre: i bolscevichi al potere

Come la rivoluzione ha cambiato la societa’

3.1. La condizione storico-politica dell’unione sovietica all’inizio del Novecento

3.1.1. La rivoluzione di febbraio e d’ottobre: i bolscevichi al potere

Dopo un lungo inverno e ben due anni di guerra mondiale la Russia si trovò a dover fronteggiare un altro problema: la rivoluzione di Febbraio. Così chiamata per la sua collocazione temporale, la rivoluzione di Febbraio passò alla storia perché segnò la fine della dinastia Romanov. Tra il 23 ed il 27 febbraio la città di Pietrogrado fu devastata da una lotta ferrea a favore della disintegrazione del simbolismo statale e monarchico125. Nuovi simboli, modalità comunicative e di linguaggio presero piede nell’ex Impero zarista. Proprio come in una rivoluzione che si rispetti, anche in Russia lo scontro con la polizia, gli assalti alle prigioni e i saccheggi furono predominanti il 27 febbraio 1917. Il Governo provvisorio si costituì il 2 marzo, il giorno successivo lo zar Michele, fratello di Nicola II, abdicò. Con l’ausilio del Comitato esecutivo, il Governo provvisorio decise di liberare tutti i

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prigionieri politici e concedere loro nuovamente i diritti civili e sociali. Decise inoltre di sostituire le forze di polizia con delle milizie popolari. Tentò infine di preparare il terreno per le future elezioni dell’Assemblea Costituente126. La Russia fu investita da un’ondata di politicizzazione. Nacquero nuovi partiti e organizzazioni che ebbero la capacità di influenzare ampie parti della società. Tutto ciò accadde nelle città, ma nelle campagne, rimaste isolate a causa dell’assenza di mezzi di comunicazione su vasta scala, la rivoluzione iniziò con qualche mese di ritardo. Nelle terre di confine il Governo provvisorio non seppe agire con fermezza, mettendo in luce la sua limitata capacità politica127. Questo avvenne soprattutto per la presenza in questi territori di movimenti nazionali. La decisione fu rimandata alla futura Assemblea Costituente. Alla fine della Rivoluzione di Febbraio tornarono in Russia gran parte dei leader dei partiti rivoluzionari in esilio all’estero. Tra essi v’erano Trockij, Cernov, Martov e lo stesso Lenin128. Lenin, che si trovava a Zurigo, riuscì a tornare a Pietrogrado solamente alla fine di marzo. La sua posizione era di netta ostilità nei confronti del Governo provvisorio. Non accettò che il suo paese restasse in guerra: era piuttosto favorevole ad un’uscita dal conflitto mondiale. Non solo. Non accettò che il potere fosse nelle mani dei Soviet, non accettò che la fase rivoluzionaria durasse così a lungo, non accettò la linea politica menscevica. Pubblicò le sue posizione nelle Tesi di aprile, non accettate dai Soviet ed inizialmente guardate con sospetto dagli stessi esponenti bolscevichi. Iniziò così una lunga crisi politica che interessò la Russia per molti mesi. Ciononostante il governo decise di rispettare gli impegni bellici e lanciò un’offensiva lungo il fronte occidentale129. La speranza del Governo provvisorio fu di risvegliare quel sentimento nazional-patriottico russo, ma ciò che ottenne fu solamente un aumento delle diserzioni. Forse la guerra non la voleva più nessuno, forse non

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Cigliano G. , La Russia contemporanea, p.91. 127

Cigliano G. , La Russia contemporanea, pp.94,95. 128

Cigliano G. , La Russia contemporanea, pp.99,100. 129

l’aveva mai voluta nessuno. I Soviet fecero propaganda, o quantomeno tentarono di fare propaganda ma le uniche risposte positive le ottennero dai ceti medi. L’intera popolazione fu a fianco dei bolscevichi, che tentavano di limitare quella guerra e di arrivare finalmente alla pace. L’unico obiettivo fu resistere. Nuovamente, a fine estate 1917, il Governo provvisorio e tutto l’apparato politico mostrò la sua impotenza. Il consenso al partito menscevico era crollato a causa del contrasto con i ceti urbani e dei lavoratori130. Ma ciò non impediva al governo di crearsi un’immagine di sé non veritiera; sicurezza del proprio successo e del fallimento del nemico caratterizzavano il pensiero menscevico. Lenin si fece sostenitore dell’insurrezione armata. Anche la sua idea fu in quel momento inattuabile: una parte dei suoi sostenitori non era ancora pronto. L’occasione si presentò ben presto a Lenin; l’apertura del Congresso dei Soviet era vicina e il leader bolscevico era deciso a prendere il potere prima131.

La sera del 25 ottobre il Congresso aprì i lavori, ma la situazione che si trovò a dover fronteggiare fu più grave: un’ingente parte degli esponenti menscevichi abbandonò i lavori. I bolscevichi furono favoriti, la presa del potere era vicina. Con un decreto, il Congresso stabilì la nascita di un nuovo governo denominato il Consiglio dei commissari del popolo 132. Lenin presiedette non solo il Comitato Centrale bolscevico, ma anche questo nuovo governo. I bolscevichi ebbero il potere e ciò permise loro di ricostruire interamente l’apparato statale. A livello sociale cercarono di allargare i consensi, a livello politico-istituzionale invece eliminarono ogni oppositore. Il governo di Lenin mostrò fin da subito il suo

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Cigliano G. , La Russia contemporanea, p.105. 131

Cigliano G. , La Russia contemporanea, p.106. 132

carattere autoritario: arrivò addirittura a considerare necessario il terrore di massa a difesa della rivoluzione.

Il 3 marzo 1918 la Russia stipulò la pace di Brest-Litovsk, uscendo definitivamente dalla Prima Guerra Mondiale. Le perdite russe furono ingenti ma necessarie: Finlandia, Lettonia, Estonia, Polonia, Ucraina, Lituania in cambio della conservazione del regime comunista. È in questo contesto che la Russia si trovò costretta a spostare la capitale da Pietrogrado a Mosca133.

E le donne?

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Cigliano G. , La Russia contemporanea, p.111. 134

3.2. La <<questione femminile>> e la rivoluzione

La concezione sovietica della donna ed anche della famiglia è indubbiamente l’opera di Engels L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1884). L’autore sostiene infatti che lo sviluppo economico ha degli effetti più e meno positivi sulla società perché se da un lato permette alla società di trasformarsi in un modello superiore, dall’altro anche la famiglia si trasforma. Nella tradizione russa è necessario distinguere due tipologie di matrimonio: quello basato sulla monogamia storica e quello basato sulla monogamia in senso stretto135. Nel primo caso la famiglia si fonda sul concetto di matrimonio storico di convenienza. Ma ciò non fa altro che favorire l’adulterio di entrambi i coniugi. Inoltre le donne dipendono totalmente dal marito. Negli ideali di Engels la causa è da ricercare nelle condizioni economiche imposte alla società come l’introduzione della moneta e della proprietà privata. È logico dunque dedurre che l’unico modo per conservare patrimonio e proprietà privata diventa il matrimonio. Nel secondo caso il matrimonio viene definito proletario, la monogamia diventa elemento fondante del matrimonio stesso. Ma la donna rimane esclusa dalla produzione. Si può dunque affermare l’esistenza della schiavitù domestica della donna136. Per conferire alla donna pari dignità rispetto all’uomo è dunque necessario, secondo Engels, abbandonare la monogamia storica scegliendo piuttosto di rispettare il principio della monogamia per come esso è. Inoltre è preferibile non considerare la proprietà privata, ma la proprietà sociale. Solo così le donne potranno divenire autonome ed essere finalmente libere137. Ma nell’opera presa in esame non ci sono che teorie e deduzioni logiche, forse i tempi non erano ancora maturi per un cambiamento tale.

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Engels, L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Newton & Compton, Roma, 1975. 136

Engels, L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato. 137