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1. INTRODUZIONE

2.6 RNA–SEQUENCING

Di recente, lo sviluppo di nuove metodologie di sequenziamento del DNA ha fornito un nuovo strumento per la mappatura e la quantificazione del trascrittoma. Un innovativo metodo, denominato RNA-Sequencing (RNA-Seq) mostra chiari vantaggi rispetto agli approcci esistenti, ed è previsto che rivoluzioni in breve tempo la metodologia di analisi dei trascrittomi degli eucarioti. Questa innovativa metodologia ha la capacità di fornire una “fotografia  istantanea”  della  presenza  e  della quantità di RNA di una cellula in un determinato istante (Chu & Corey, 2012).

La metodologia RNA-Sequencing (RNA-Seq) utilizza le piattaforme di sequenziamento Next Generation Sequencing (NGS) per quantificare l’abbondanza   delle   molecole   di   RNA   (trascritti) e quindi per ottenere una misura del livello di espressione dei geni corrispondenti, in un campione biologico. Idealmente, la pipeline di un esperimento RNA-Seq dovrebbe

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prevedere  la  sola  estrazione  dell’RNA  dalla  cellula  di  interesse  e  il  suo  diretto sequenziamento, senza manipolazioni che possano introdurre artefatti. In realtà, gli esperimenti di RNA-sequencing basati sui sequenziatori di seconda generazione prevedono un protocollo che include diverse fasi di manipolazione.   Per   prima   cosa,   l’RNA estratto dalla cellula viene frammentato in sequenze di dimensione inferiore, compresa tra i 200 e i 500 bp, per ottenere frammenti di dimensione compatibile con i sequenziatori in uso. Il processo di frammentazione è realizzato tramite idrolisi o nebulizzazione. Ottenuti i frammenti di RNA, questi vengono retrotrascritti in DNA. La retrotrascrizione (o trascrizione inversa) è il processo di sintesi di un filamento di DNA complementare a partire da un RNA. Nel processo di retrotrascrizione,  dopo  l’annealing  di  un  primer  al  filamento  di  RNA,  l’enzima   trascrittasi   inversa   sintetizza   un   filamento   di   DNA   complementare   all’RNA   stampo. Terminata la sintesi, si ottiene una molecola ibrida (un filamento di DNA e uno di RNA) di cui viene degradato parzialmente il filamento di RNA. I frammenti rimanenti di RNA servono allora da primer per sintetizzare il secondo filamento, producendo una molecola di DNA a doppio filamento, detta   DNA   complementare   (cDNA).   La   retrotrascrizione   dell’RNA   in   cDNA   è   resa necessaria dal fatto che i sequenziatori oggi disponibili sono in grado di sequenziale DNA e non direttamente RNA. Nei protocolli di RNA-seq oggi in uso, la retrotrascrizione viene effettuata dopo la frammentazione e non viceversa   poiché   in   questo   modo   il   bias   (l’errore)   introdotto è minore e il coverage (recupero) del trascritto risulta più uniforme. Le molecole di cDNA vengono quindi amplificate, aumentando il numero di copie di ciascun frammento, e fornite in input ai sequenziatori. Il sequenziatore ad oggi più utilizzato per   applicazioni   RNA-­‐seq   è   il   Genome   Analizer   di   Illumina.   Il   sequenziatore   "legge"   i   frammenti   in   input,   identificando   l’ordine   in   cui   le  

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basi nucleotidiche si susseguono. Le sequenze lette dai sequenziatori sono dette  “read”.  Le  read  NGS  sono  molto  corte e presenti in numero elevato (si parla di milioni di read per singola run dello strumento). In un esperimento RNA-Seq,  le  read  rappresentano  i  dati  grezzi  dai  quali  ricavare  l’informazione   sul livello di espressione dei geni del campione. Più numerose sono le copie di un trascritto in un campione, più probabilità avrà quel trascritto di essere sequenziato e di generare read. Per quantificare il numero di read riferite a ciascun gene, le read di ogni campione sono mappate su un genoma o un trascrittoma di riferimento. La fase di allineamento delle read sul riferimento presenta  un  aspetto  critico:  idealmente  si  vorrebbe  trovare  l’unica  posizione   del genoma in cui il riferimento sia identico alla read. In realtà il riferimento non sarà mai una rappresentazione perfettamente identica del campione biologico, a causa di errori di sequenziamento e/o di imperfetta similarità tra le   sequenze   del   campione   d’interesse   e   quelle   del   riferimento.   Lo   scopo   dell’allineamento  diventa  quindi  l’identificazione  della  posizione  del genoma in cui ogni read ottiene il miglior match con il riferimento. Una volta determinate le posizioni delle read sul riferimento, è possibile contare il numero di read allineata su un gene (o trascritto o esone). Il totale delle read allineate su un gene  è  detto  appunto  “count”e  può  essere  inteso  come  una   misura del livello di espressione del gene stesso (Fig. 18). I count sono i dati finali di un esperimento di RNA-seq per la quantificazione del trascrittoma e sono memorizzati in matrici in cui le righe rappresentano i diversi geni e le colonne i diversi campioni sequenziali.

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Fig. 18 Rappresentazione grafica di un count. Le read (indicate con le barrette arancioni) vengono allineate

sul gene di riferimeno. Il numero di read mappate è detto count. Nella rappresentazione grafica, il count del gene A è 27, cioè il numero di barrette arancioni associate al gene A.

Per la loro stessa definizione, dal punto di vista statistico i count rappresentano una somma di eventi aleatori indipendenti. Possono quindi essere descritti da una variabile aleatoria che segue una determinata distribuzione statistica.

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CAPITOLO 3

MATERIALI E METODI

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