La crisi socioeconomica e le restrizioni straordinarie che sono derivate dalla necessità di contenere il virus hanno fatto sì che questo tipo di narrazione si ampliasse. Anche in questo caso a interpretare il ruolo di
“loro” vi sono soprattutto rifugiati e migranti.
Se prima erano dipinti come coloro al cui sostentamento erano destinate cifre sottratte agli italiani, oggi i presunti benefici a loro riservati si
moltiplicano: diventano, infatti, anche coloro per cui le limitazioni non varrebbero, liberi di scorrazzare, di girare senza mascherina, non sottoposti a controlli.
“Mi raccomando controllate bene se sono Italiani, se sono clandestini e, possibilmente infetti, voltatevi dall’altra parte e fateli scappare”
“Qui a Vicenza continuano ad arrivare badanti/lavoratori dalla Serbia.
Viaggiano indisturbati ed evitano i controlli. ??????”
“Non solo quelli del Bangladesh sono infetti ,che sono a zonzo..e gli africani arrivati in tutti questi mesi sono infetti pure loro ,e sono a vagabondare evinfettare noi ? Eh ? Quelli non li fermate no ? Quelli servono alle coop rosse ,scafisti,centri di accoglienza , la chiesa ecc,, Soldi, solo bissness. 😈Credo che tra non molto chiuderanno noi nuovamente questi fancazisti altroché !”
“La multa di mille € chi paga? Gli immigrati? Che non portano mai la mascherina e scappano dai centri di accoglienza?”
Prima parte
RISuLTATI
E RAccOMAnDAZIOnI
“è davvero sconcertante che le nostre forze dell’ordine siano costrette a subire violenze o a rischiare la propria salute fronteggiando i
clandestini mentre agli immigrati tutto è permesso con un enorme esborso di soldi degli italiani!”
Ma sono anche coloro a cui sarebbero destinate ora ancora più risorse, privandone noi. Sono coloro a cui la politica pensa e dà risposte, come con la sanatoria finalizzata alla regolarizzazione di assistenti domestici e lavoratori agricoli (colf, per esempio, rientra tra le prime 150 parole nei contenuti problematici sui diritti economici, sociali e culturali); quella stessa politica che invece ci ignora.
“miraccomando eh i soldi dell’ inchiappettata del recovery found usateli tutti per questa marmaglia anziche usarli quantomeno per noi e indebitatevi. Idioti”.
“COSTO OPERAZIONE CIRCA 4500 EURO MESE PER
MIGRANTE.!!!QUANDO UNA NAVE PER I SENZATETTO ITALIANI
???????TUTTO è AMMESSO PER I MIGRANTI, NULLA PER GLI ITALIANI POVERI.!!!!!!!!”
“Tutti contro gli ITALIANI mai contro quelle merde che ci entrano in casa”
“Non contenti della sanatoria voluta dalla Bellanova, i clandestini tornano all’attacco con nuove pretese di regolarizzazioni di massa e ius soli. Ma ci prendono per fessi?”
“Tra sanatorie e garanzie di impunità, e di essere mantenuti come nababbi, questi parassiti fanno di tutto per venire nel nostro paese!”
Con la perdita di molti posti di lavoro, inoltre, si rafforza l’immaginario che li vede come scansafatiche, parassiti. Un discorso che è applicato anche ad altre fasce della popolazione, come i destinatari del reddito di cittadinanza.
“peccato che il r.d.c.lo prendano solo al sud e i mafiosi scarcerati,i rom.quando azioni il tuo di cervello, ammesso che tu ne abbia uno...”
“DICO SOLO HA TUTTE LE CATEGORIE DI PAGLIACCI CHE
SOSTENIAMO CON IL NOSTRO CULO LAVORANDO COME BESTIE SOTTOPAGATI E SFUTTATI SE VI RIESCE PARLATE E SCIVETE IN ITALIANO. NULLAFACENTI DI STO CA’”
Fuori dai coglioni!! PARASSITI!!!!
Clandestini infetti, fancazzisti, analfabeti, terroristi, inetti, tornate nel vostro schifo di paese!
Prima parte
RISuLTATI
E RAccOMAnDAZIOnI
NuovI beRSAgLI
Come accennato poco sopra, tra i capri espiatori troviamo figure con quelle dei lavoratori essenziali, dagli operatori sanitari ai runner nel ruolo di untori, ma anche assistenti domestici e braccianti per via della sanatoria di cui sono stati beneficiari.
Vi sono poi i detenuti. La loro colpa è quella di occupare spazio nell’agenda politica sottraendo tempo e risorse a “noi”.
“Bruciare le carceri con i detenuti allinterno portando fuori gli agenti penitenziari e voilà...questo sarebbe lo
svuotamento della carcere. Cosi almeno non dobbiamo più nemmeno mantenerli”
PANdemIA, NARRAzIoNe e dISCRImINAzIoNe Del Coordinamento Diritti economici, sociali e culturali di Amnesty International Italia
L’odio è un atteggiamento politico. “Atteggiamento” nel senso che orienta i comportamenti nei confronti di altre persone;
“politico”, perché quei comportamenti avranno verosimilmente un impatto sulle loro vite.
L’esistenza di una correlazione fra aumento dell’insicurezza e delle vulnerabilità sociali, il venir meno dei punti di riferimento a livello politico e istituzionale e la proliferazione di narrazioni disumanizzanti, che identificano capri espiatori per le
problematiche sociali più complesse attribuendone le cause a pochi soggetti o categorie facilmente riconoscibili e già
parzialmente ai margini del corpo sociale, non è sempre facile da individuare ma si riscontra molto di frequente.
Se gli ultimi anni avevano già visto emergere, a livello sia mediatico che istituzionale, un ordine del discorso in cui la povertà, le disuguaglianze e la marginalizzazione vengono trattate come questioni di ordine pubblico, riconducendole entro una perversa logica securitaria e punitiva costruita attorno alla dicotomia “degrado-decoro”, il modo in cui è stata raccontata la pandemia da Covid-19 non ha fatto altro che rafforzare questa narrazione.
Nei primi mesi del 2020, dall’Europa agli Stati Uniti il coronavirus è stato definito “virus cinese” e a quest’identificazione della malattia con un preciso gruppo etno-linguistico è seguita
un’ondata di crimini d’odio (soprattutto aggressioni fisiche in spazi pubblici) contro persone identificate o percepite come “asiatiche”.
Con l’arrivo delle prime misure di contenimento (soprattutto il lockdown), l’opinione pubblica si è orientata sulla ricerca di
“nuovi” soggetti cui attribuire la responsabilità della diffusione del virus. I nuovi nemici o “untori” sono stati identificati a volte con “i
Prima parte
RISuLTATI
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runner” o “i giovani” e il personale sanitario che opera nei reparti Covid-19 degli ospedali. E infine, con le categorie sociali
tradizionalmente additate come capri espiatori di tutte le difficoltà economiche e di sicurezza della società italiana: richiedenti asilo o rifugiate/i, senza dimora, rom.
Che il profondo disagio vissuto da queste persone – e causato dalla povertà e dell’esclusione sociale cui l’indifferenza delle istituzioni le confina –sia facile da utilizzare come catalizzatore per la rabbia delle cittadine e dei cittadini è riscontrabile esaminando l’agenda politica degli esponenti di partiti anche notevolmente diversi fra loro. In ultima analisi, certo è che l’odio non è mai un sentimento neutro, in quanto le sue conseguenze sono sempre profondamente politiche e drammaticamente reali.
Il Coordinamento per i Diritti economici, sociali e culturali (Coordinamento Desc) è un gruppo di attivisti della sezione italiana di Amnesty International che opera su scala nazionale, occupandosi di approfondire tematiche quali: il diritto a un ambiente sano, le violazioni dei diritti umani da parte di società multinazionali, il diritto a un alloggio dignitoso e a non subire sgomberi forzati; la violazione dei diritti umani da parte delle politiche di austerity e dei cambiamenti climatici.
Supporta la sezione italiana di Amnesty International e le relative articolazioni territoriali nella predisposizione di materiali informativi e di sensibilizzazione nonché nella realizzazione di eventi che siano incentrati sui temi di propria pertinenza.