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samenta, quasi tutti estesi per un campo: considerevole anche in con­ fronto ad analoghe strutture difensive di altre località dell’Italia setten­

trionale247. Un gran numero di questi

casamenta — almeno 35 — figu­

rano ’ sine domo ’, ovvero ’ cum domo derapata ’ (tre o quattro casi); sintomo anche questo, con ogni verosimiglianza, della crisi demografica in atto. Ampi spazi di coltivato (viti, soprattutto; ma si menzionano an­ che alberi come i noci, e non mancano gli arativi) erano disseminati dunque nella

bastita nova di Nogarole, facendola coincidere così più con

un borgo più o meno sommariamente fortificato che non con una strut­ tura difensiva di utilizzazione eccezionale, secondo una tipologia non assente anche altrove 248. La funzione di ricetto provvisorio era svolta invece dalla

bastita nei riguardi degli abitanti delle numerose località

vicine aventi diritto al ricovero in caso di guerra24i>. Restava infatti li­

primo Quattrocento: a proposito della bastita di Pontepossero si dice ad es. nel 1408 che occorre ’ quod palanchatus ( . . . ) circumcircha refirmetur, et colompne re- fichentur quia minantur ruynam; tamen adsides pro maiori parte sunt bone e così via (ASV, Comune, b. 235, proc. 2745, c. 13 r). Queste provisiones potrebbero co­ stituire una base di partenza assai utile per una indagine più approfondita su questi manufatti: possediamo infatti sia le relazioni dell’ispezione compiuta da Fregnano da Sesso nel 1408 (per l’esito di tale sopralluogo cfr. ASV, Comune, Atti Consiglio, reg. 56, c. 110 v) in tutti i castelli e bastite della Gardesana e del lungo Tione eccetto che a Nogarole, comprese le bastite di Pontepossero, Fagnano, Erbé, Treven- zuolo (ASV, Comune, b. 235, proc. 1745, cc. 2 r -16 r), sia le relazioni della succes­ siva ispezione del 1426, compiuta dall’ingegnere Giovanni Matolino e da Nicolò Bo- naveri, nelle stesse località (ASV, Comune, b. 243, proc. 2866, cc. 4 r - 12 r; è errata la collocazione archivistica data da G. Sa n d r i, ’ Castra ’ e ’ bastite cit., p. 60, n. 4).

247 Cfr. A.A. Se t t i a, Fortificazioni collettive nei villaggi medievali cit., pp. 598-99.

248 A.A. Se t t i a, Fortificazioni collettive nei villaggi medievali cit., pp. 550-51. 249 In alcune occasioni le funzioni di bastita e castrum si invertirono, come nel 1451 quando i contadini si rifugiarono almeno in parte nel castello e la bastita servì da accampamento per cospicui contingenti militari (cfr. J.E . Law, The Commune of

Verona under Venetian Rule from 1405 to 1455, tesi di dottorato, Univ. di Oxford, copia presso l ’Ist. di storia medioevale delTUniv. di Padova; a p. 278, ove si cita documentazione veneziana). Le bastite continuano naturalmente a comparire nella documentazione relativa a Nogarole della seconda metà del Quattrocento e del primo Cinquecento (ASV, UR 198, cc. 565 v - 566 v; Allegri, proc. 165). Ancora ai tempi della guerra veneto-imperiale, ’ gli uomini d’i communi circostanti ’ che non potevano usufruirne erano costretti a rifugiarsi nel bosco di Varana ’ per non essere pigliati et per salvarvi della robba che vi haveano dentro ’: ASV,‘Comune di Villafranca, reg. 239, c. 90 v).

bero un presumibilmente vasto spiazzo centrale, definito

platea bastite

nove, occupato in parte dalla ara magna della Domus magna Curie 25°, il

complesso degli edifici dominicali che venne spartito nel 1414 tra gli acquirenti delle singole possessioni; questa aia viene talvolta detta an­ che

ara garantie, identificando la garantia con la Domus magna e utiliz­

zando un termine ’ tecnico

garantia appunto, su cui è opportuno sof­

fermarsi brevemente.

Garantia, in volgare

garanza, è infatti non solo

a Nogarole ma in generale nelle campagne veronesi del Tre e Quattro- cento 251 la fattoria alla quale fanno capo i coloni dipendenti da un unico proprietario, o comunque l’edificio dominicale presso il quale risiedono il fattore e/o i dipendenti del

dominus. Nei granai o

canipe della ga­

rantia si raccolgono i prodotti, sulla sua aia avviene la battitura, presso

di essa si esigono i fitti ed è la sede alla quale fanno capo gli eventuali diritti di dazio, decima o vicariato esercitati dal proprietario-dominus 252:

250 Di opinione diversa è G. Sa n d r i, ' C astra’ e ’ b astite’ cit., p. 66, per il quale anche la Domus ab ara si sarebbe trovata assieme alla Domus a mileo dentro la bastita vetus. Ma si cfr. ad es. l’inventario della possessione di Grezzano, ove sono citati ’ duo caxamenta domus ab ara positis (sic) in bastita extra de Nogarolis cum ara sibi spedante ’, e al contrario ’ una pars domus a mileo posita in bastita intus de Nogarolis longitudinis pedum viginti ’ ( Ar c h. Ca n o s s a, proc. 204 c. 14 v; e ana­ logamente c. 34 r). Del resto, è logico pensare che uno spazio certamente ampio come l’aia alla quale faceva capo un vastissimo possesso fondiario non si trovasse all’interno della bastita intus, compressa in spazi abbastanza ristretti e con le case a stretto contatto una dell’altra; ivi risulta naturale invece l’esistenza di un magazzino- granaio quale doveva essere la domus a mileo·. ricorderemo in proposito che nelle vicine località del mantovano la prassi di ricoverare i raccolti in magazzini siti nelle immediate prossimità o più spesso entro i castelli era del tutto usuale (G. Ro d e l l a,

Form e e funzioni dei castelli di confine cit., Appendice di documenti, passim). 251 Nel 1379 a Villimpenta si cita, a proposito di una possessione scaligera, ’ la vestra garancia de Vilempenta ’ e la ’ ara garantie dominorum ’ (ASV, Maggio, perg. 76 e 79); nel 1392 si menziona la ’ garancia ’ dei Serego alla Cucca (ASV,

Pompei-Serego, proc. 289.3, n. 6, c. 93 r). Il termine restò in uso a lungo: lo usa il Sommariva nella sua Relazione del 1478 (e il Cipolla glossa ’ più duna volta garanza usasi promiscuamente per cassina’: C . Ci p o l l a, La relazione di Giorgio Sommariva

cit., pp. 191-92), e lo si incontra frequentemente nelle fonti del tardo Quattrocento (ASV, S. Giacomo e Lazzaro alla Tomba, reg. 1046, cc. 3 r e 6 9 v: 'garanza de la Tomba ’, ’ garanza de la C h à del Bosco ’, 1491-92; e inoltre reg. 231 e 232) e del Cinquecento (1540 circa: vent’anni prima, al tempo della guerra veneto-imperiale, ’ i soldati alozavano al Grezan, a le Mocecane, nelle garance circonvicine ’, ASV, Co­

mune di Villafranca, reg 239, c. 16 v).

252 Nell’inventario del 1407 della possessione di Roncanova, già appartenuta alla fattoria, si dice ’ domus que appellatur garantia cum suis casamentis et omnibus

f

il termine ’ garantia ’ copre dunque uno spazio semantico affine a quello di

grancia, granza 2=3 del quale e certamente una variante

; ma a dif­ ferenza di questo, che ha lasciato ampie tracce nella toponomastica per esempio nel vicino contado padovano 255, non è sopravvissuto se non in pochissime località del distretto veronese 256.

Non lontano dagli edifici della

garantia sorgevano, sempre all’in­