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Scuola dell'infanzia "Villa Genero"

Parco di Villa Genero

Strada Comunale Santa Margherita, 77, Torino, Italia

Scuola statale

Area: Scuola inserita in un parco pubblico

Numero di bambini: 150 bambini circa divisi in 6 classi Numero di insegnanti: 13

Età dei bambini: 3 -5 anni

La scuola di Villa Genero, parte del complesso scolastico Roberto D’Azeglio, è un istituto a gestione statale immerso nel parco di Villa Genero. Tale parco presenta una parte recintata ad uso esclusivo della scuola e in cui i bambini passano gran parte delle loro giornate, immersi nel verde e nella natura, a contatto con il panorama torinese che si estende ai piedi della collina su cui è collocata la scuola.

Oltre alle attività di scoperta del parco circostante, i bambini sono coinvolti anche in esperienze di outdoor education: per esempio, le insegnanti organizzano delle intere giornate (anche per diversi giorni consecutivi) in montagna o notti trascorse nel bosco, per promuovere la filosofia dell’esperienza outdoor nella sua accezione più ampia e concreta.

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Che genere di attività svolgete durante le vostre sessioni di outdoor education?

Durante le sessioni di outdoor education decidiamo, insieme al team di docenti, o di attivare un tema, dato come input ai bambini, oppure di andare all’esterno con i bambini e raccogliere loro domande; impostiamo, quindi, la programmazione della settimana partendo da queste curiosità che utilizziamo come input cui agganciare il tema di apprendimento.

Lo sviluppo di un tema di apprendimento in questo contesto, impone l’adozione di strategie che colleghino il tema alle richieste e curiosità dei bambini e che sappiano immaginarne l’evoluzione. Per questo occorre avere in mente una progettualità e, al contempo, la capacità di rimodularla sul gruppo classe.

Inoltre, il contesto specifico della nostra scuola è un contesto che favorisce molto l’outdoor

education legata alla green education, dato che

siamo posizionati in un parco. Rispetto ad altri ambienti, il nostro offre un ventaglio di possibilità maggiore in cui esplorare e crescere.

Avete bisogno di particolari strutture per le attività che svolgete?

Se si parla dei componenti esterni alla scuola, non c’è necessità di strutture così specifiche; sicuramente, però, il materiale naturale che i bambini trovano all’esterno può diventare stimolo per l’apprendimento. È chiaro, però, che se si vuole, per esempio, costruire uno specifico

ecosistema nel giardino (come quello dello stagno) si ha bisogno di materiali specifici che il parco non fornisce (teli impermeabili, sostegni, ecc.) ma ci sono giochi e strutture che la natura può facilmente offrire.

Quello che vediamo spesso quando i bambini vengono lasciati liberi di esplorare è l’arrampicarsi sugli alberi e il richiamare noi insegnanti su cosa hanno visto dall’alto degli alberi: è interessante quindi vedere come i bambini vengono colpiti da un nuovo orizzonte che si apre davanti ai loro occhi. Un altro invito che facciamo ai bambini è quello di utilizzare il materiale che trovano per costruire i loro giochi.

Se ci sono delle giornate particolarmente piovose, avere all’esterno una struttura dove ci si possa cambiare gli abiti bagnati è sicuramente d’aiuto: non si può pensare di lasciare i bambini tutta la giornata sotto la pioggia senza avere un minimo di ristoro.

Dal suo punto di vista, quali sono le principali difficoltà nell’outdoor education?

Dal punto di vista delle insegnanti, la principale difficoltà è data dal fatto che in outdoor education non tutto è così programmato e programmabile e che i tempi si modificano: se si desiderava attendere la domanda o la curiosità di un bambino, a volte, questo tempo può essere percepito dall’insegnante come troppo lungo rispetto a una sua idea di programmazione dell’attività didattica. È molto difficile accettare Alessia Cusenza

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questo sistema e trovare il punto di equilibrio dato che, chiaramente, non si può lasciare che i bambini facciano quello che vogliono in quanto così facendo non ci sarebbe attività didattica: bisogna trovare l’equilibrio tra l’idea dell’insegnante e la curiosità e gli stimoli del bambino.

Un’altra difficoltà è che non tutti gli insegnanti hanno avuto una formazione adeguata in merito o non hanno una predisposizione personale di sensibilità a questa tipologia di argomento. Le maestre spesso si spaventano perché pensano che i bambini si stanchino troppo all’aperto ed è assolutamente normale che si stanchino dopo qualche ora di giochi e corse ma la natura offre anche lo spazio per riposarsi e prendere fiato e tutto fa parte dell’esperienza outdoor.

Qual è l’atteggiamento dei genitori nei confronti dell’outdoor education?

In genere, i genitori che si avvicinano a questo tipo di scuola sono molto entusiasti quando presentiamo l’attività di outdoor education ma è chiaro che il vero entusiasmo si vede durante il corso dell’anno scolastico, specialmente nei mesi invernali quando piove o nevica e andiamo comunque fuori anche con le basse temperature. La paura che il bambino si ammali è il primo campanello d’allarme che l’entusiasmo sta scemando e, in questi casi, è molto importante confrontarsi con i genitori; bisogna, per esempio, chiarire che, da un punto di vista della salute, non ci sono pericoli nell’outdoor education e che, anzi, lo stato di salute migliora all’aperto: il bambino si ammala molto di più quando viene tenuto troppo a lungo al chiuso con temperature troppo elevate e sono le escursioni termiche tra interno ed esterno che peggiorano la sua salute.

Un’altra titubanza dei genitori è legata alla possibilità che il bambino possa cadere o farsi male. Bisogna, in questi casi, chiarire con i genitori che il divieto dell’utilizzo di ciò che trovano

all’esterno contrasta con il bisogno di conoscenza e di scoperta che ha il bambino, al di là che si parli di outdoor education o meno: bisogna solo mostrare loro quale sia l’utilizzo più consono dello strumento o dell’oggetto trovato.

Bisogna, infine, capire che crescere e formare vuol dire anche accollarsi il rischio: c’è una parte di rischio, nel momento in cui si è responsabili di un altro, che è insita nei processi educativi e formativi, sia per i genitori che per gli insegnanti; è un rischio che deve essere consapevole e cosciente ma da cui non si può prescindere. Vi è un rischio anche nel programmare una attività didattica con dei libri di testo che potrebbero, per esempio, non portare al risultato voluto perché probabilmente non era la giusta via da intraprendere. Vi è rischio all’interno della classe così come vi sono all’esterno nel parco: non vi sono evidenze statistiche che parlano di pericolosità dell’outdoor education.

Questo approccio e queste difficoltà che si riscontrano da parte dei genitori, però, si possono anche ritrovare negli insegnanti che non condividono la scelta educativa; l’outdoor

education decentra molto il ruolo dell’insegnante,

non è lui che detiene sempre la gestione del sapere (a lui comunque spetta la gestione del gruppo classe e di ciò che avviene): non è detto che sia lui a dare input ma la risposta può arrivare da ciò che il bambino scopre e sperimenta.

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Bibliografia, sitografia