• Non ci sono risultati.

Le Scuole di Venezia: una possibile candidatura alla Lista del patrimonio

Alla luce di quanto considerato, sarebbe quindi auspicabile per le Scuole Grandi/Arciconfraternite di Venezia perseguire la strada di una candidatura alla Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Intangibile prevista dalla Convenzione del 2003?

A questo riguardo va ricordato come nel 2011 il Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Intangibile abbia stabilito per ogni Stato contraente la possibilità di presentare una sola candidatura all’anno459. La Lista provvisoria Italiana (Tentative List) per il Patrimonio Immateriale a dicembre 2014 annoverava all’incirca quindici candidature, situazione considerata dal 459

La decisione è stata adottata nel corso della VI sessione del Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Intangibile svoltasi a Bali nel 2011, vedere ZAGATO, L.,

Il registro delle Best Practices. Una ‘terza’ via percorribile per il patrimonio culturale intangibile veneziano?, p. 196

165

Presidente della Commissione Nazionale Italiana prof. Giovanni Puglisi “tra l’imbarazzante e l’ingovernabile” in quanto diluisce estremamente nel tempo la possibilità giungere all’iscrizione nella Lista Rappresentativa UNESCO460.

Un ulteriore rallentamento potrebbe, inoltre, sopraggiungere nel caso la nomina di un elemento candidato venisse per qualsiasi ragione rinviata alla sessione successiva, come è accaduto nell’ultima sessione del Comitato Intergovernativo, tenutasi in Namibia dal 30 novembre al 4 dicembre 2015, relativamente alla candidatura italiana della Perdonanza Celestiniana461.

Pur non essendo emerso il proposito di perseguire la strada per una candidatura specifica delle Scuole alla Lista rappresentativa, il Coordinamento delle Scuole Grandi/Arciconfraternite di Venezia ha tuttavia avviato un’azione di profonda riflessione sulle tematiche della salvaguardia del patrimonio immateriale, organizzando sin dal 2012 una serie di iniziative che sono andate gradualmente ad intersecarsi con programmi ed attività portati avanti da altre comunità e istituzioni sensibili alla sopravvivenza dei saperi legati alle tradizioni e alle attività artigianali veneziane. Il confronto tra le differenti realtà ha contribuito ad estendere le considerazioni in atto sulle possibili strade da percorrere per garantire la vitalità del patrimonio immateriale, rendendo evidente come, qualsiasi sia l’obiettivo finale, il modo più conveniente per raggiungerlo sia intraprendere un cammino condiviso tra i vari settori e le varie entità coinvolte. Se Venezia e la sua

460

Nel corso della conferenza ANTICHE MANIFESTAZIONI DEL PATRIMONIO CULTURALE

INTANGIBILE E ATTIVITA’ TURISTICHE: IL CASO DI VENEZIA, svoltosi al Venezia Terminal

Passeggeri il 22 e 23 novembre 2013, il Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO, prof. Giovanni Puglisi, oltre a sottolineare la problematicità della tempistica delle candidature, metteva in risalto come si assiste ad un eccessivo fiorire di proposte di candidatura di ogni genere e come queste vengano sostenute e sponsorizzate spesso per fini politici ed elettorali. In occasione dell’Assemblea della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO svoltasi presso il MiBACT il 9 dicembre 2014 il prof. Puglisi ha ufficialmente proposto la trasformazione delle Liste provvisorie in una Lista dei Patrimoni italiani per l’UNESCO – articolata in due sotto liste - sotto la vigilanza dei Ministeri competenti: “Siffatta decisione alleggerirà la pressione sulla

procedura di candidature italiane all’UNESCO, darà valore alla Lista italiana e valorizzerà le decine e decine di siti, che, inseriti nelle Liste provvisorie, corrono il rischio di perdere interesse e mordente, anzi si riuscirà così a dare impulso alla valorizzazione delle nostre ricchezze e bellezze e a dare maggiori soddisfazioni alle comunità territoriali che le sostengono”.

461

E’ quanto accaduto recentemente con la candidatura italiana presentata per l’anno 2015, la Celebrazione della Perdonanza Celestiniana, durante l’ultima sessione tenutasi a Widnhoek in Namibia (30 novembre - 4 dicembre 2015), dove si è ritenuto che la documentazione presentata non era adeguata. Vedi: Intergovernmental Committee for The Safeguarding of the Intangible

Cultural Heritage, Tenth session, Windhoek, Namibia. 30 November to 4 December 2015, pag.

41, http://www.unesco.org/culture/ich/doc/src/ITH-15-10.COM-Decisions-EN.doc 166

laguna costituisce un unico insieme trasversale culturale e naturale di “eccezionale valore universale”, allo stesso tempo rappresenta una ricchissima trama di tradizioni, eventi rituali, saperi artigianali che possono essere considerati nel loro complesso.

Restando nell’ambito della Convenzione del 2003, una seconda alternativa consisterebbe nell’optare per la possibilità prevista dall’art. 18 che riguarda la selezione e promozione periodica di “Programmi, progetti e attività nazionali,

subregionali e regionali per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale che (…) meglio riflettono i principi e gli obiettivi della (…) Convenzione”. A

questo scopo è indispensabile l’elaborazione di una proposta programmatica che coinvolga la totalità delle espressioni culturali caratterizzanti l’essenza di Venezia, la cosiddetta “venezianità”, che si è già proposto di denominare “Venezia e i suoi saperi” 462: un progetto ben configurato che, se convintamente supportato dalle istituzioni comunali, regionali e statali, potrebbe condurre all’inserimento nel

Register of Best Safeguarding Practices, che attualmente annovera

complessivamente dodici elementi463. Per aspirare a tale traguardo è necessario che siano individuate delle chiare e accurate strategie al fine di garantire la continuità e lo sviluppo sostenibile delle pratiche e dei saperi tradizionali veneziani, favorendo la difesa dell’identità culturale e la coesione sociale; si deve garantire la trasmissione di questo patrimonio alle future generazioni con iniziative didattiche e impegnarsi alla sua rivitalizzazione, promuovendo il rispetto della tradizione e la ricerca di modalità adeguate per assicurare la salvaguardia nella società contemporanea464.

Accanto alle attività legate alla Convenzione sul patrimonio immateriale, il contesto culturale veneziano, di cui le Scuole Grandi sono parte, si è dimostrato

462

ZAGATO, Il registro delle Best Practices., pag. 201. 463

http://www.unesco.org/culture/ich/en/lists?display=default&text=&inscription=0&country=0& multinational=3&type=00005&domain=0&display1=inscriptionID

464

Sono queste le ragioni indicate nella scheda di approvazione degli altri elementi, come ad esempio qulla relativa a Safeguarding the carillon culture: preservation, transmission, exchange

and awareness-raising inserito nella lista delle Best Safeguarding Practices nel 2014 http://www.unesco.org/culture/ich/en/BSP/safeguarding-the-carillon-culture-preservation- transmission-exchange-and-awareness-raising-01017

167

molto attivo nel sostenere alcune proposte culturali legate alla Convenzione

quadro sul valore del patrimonio culturale per la società.

A Venezia negli ultimi anni si è gradualmente esteso un movimento, portato avanti da alcuni gruppi e comunità culturali locali, che si è dedicato all’organizzazione di una serie di incontri di studio, convegni, iniziative per coinvolgere la popolazione nella riscoperta dei luoghi di produzione artigianale e manifatturiera (passeggiate patrimoniali). Un laboratorio di idee che ha dato vita al cosiddetto “Processo di Venezia” 465, finalizzato alla promozione di pratiche e attività culturali partecipative mediante un processo bottom-up, incoraggiando il coinvolgimento delle comunità locali sul territorio.

Documenti correlati