la distribuzione di 0,6 t ha-1 di un fertilizzante minerale ternario (11:22:16), per un apporto complessivo di 66 kg ha-1 di N, 132 kg ha-1 di P2O5 e 96 kg ha-1 di K2O. La semina è stata
eseguita manualmente e al fine di avere la certezza della densità desiderata sono stati posti cinque semi per postarella, le piante nate in eccesso sono state poi eliminate lasciando una sola pianta per postarella.
Per il controllo delle infestanti è stato effettuato il diserbo chimico in pre-emergenza con Stomp 330 E (Pendimetalin) nel giorno successivo alla semina. Per la prima e la seconda epoca di semina si è dovuto intervenire anche in post-emergenza delle infestanti in data 4/10/2011 utilizzando un diserbo chimico selettivo per il carciofo ad effetto graminicida (Fusilade). Nei mesi successivi sono state eseguite ulteriori scerbature manuali per il controllo delle infestanti.
Il fabbisogno idrico è stato soddisfatto attraverso un impianto localizzato a goccia e gli interventi idrici sono stati effettuati in funzione del fabbisogno colturale.
Per entrambe le prove, indipendentemente dalla tipologia di produzione, le piante interessate dai rilievi sono state individuate all’interno dell’area di saggio costituita dalle quattro piante centrali.
La raccolta dei capolini destinati al mercato del fresco è iniziata il 29/03/2012 ed è terminata il 12 giugno, mentre quella dei capolini maturi destinati alla produzione di acheni, è stata effettuata in un’unica soluzione il 18/08/2012 recidendo le piante al livello del terreno (simulando in questo modo la raccolta meccanica). Per ogni singola pianta sono stati rilevati: altezza pianta, peso secco foglie, peso secco steli, numero di capolini per singolo ordine. Sui capolini delle piante prelevate dall’area di saggio sono stati rilevati: il peso, il peso dei semi, il peso medio dei semi ed il numero dei semi.
Sui capolini destinati al mercato del fresco sono stati rilevati (ad eccezione della carciofina): l’epoca di raccolta, il peso (compreso 10 cm di gambo), la larghezza massima, l’altezza massima, il diametro del gambo, il peso del gambo (lungo 10 cm). Per la carciofina sono stati rilevati: l’epoca di raccolta, il numero dei carciofini, il peso totale della carci ofina raccolta.
I dati sperimentali sono stati sottoposti all’analisi della varianza utilizzando la procedura ANOVA.. Il livello di significatività della differenza tra le medie è stato calcolato applicando il test di Duncan per P=0,05.
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Effetto del termo-fotoperiodismo sull’epoca di raccolta dei capolini di cinque ibridi F1 comme rciali
Inizialmente (marzo 2011) la prova prevedeva il confronto di due cultivar commerciali (Istar Hy e Romolo Hy) seminate direttamente in pieno campo con cadenza mensile.
Successivamente, a partire dal mese di luglio dello stesso anno, sono state affiancate alle stesse altre tre cultivar commerciali: Olympus Hy, Symphony Hy e Madrigal Hy. Al fine di completare la semina per l’intero anno solare, per tutte le cultivar in prova, e stato quindi necessario protrarre l’epoca di semina sino a giugno 2012.
Le parcelle prevedevano tre file distanti tra loro 1,20 metri e cinque piante per fila ad un metro l’una dall’altra.
Sulle piante all’interno dell’area di saggio sono stati rilevati: l’epoca di raccolta, il numero dei capolini di ogni singolo ordine, il peso (compreso 10 cm di gambo), il diametro massimo e l’altezza massima di tutti i capolini, fatta eccezione per la carciofina di cui è stata rilevata solo l’epoca di raccolta ed il numero di capolini. I dati sperimentali sono stati sottoposti ad analisi della varianza utilizzando la procedura ANOVA.. Il livello di significatività della differenza tra le medie è stato calcolato applicando il test di Duncan per P=0,05.
Riguardo l’itinerario tecnico della coltura la lavorazione principale del terreno è stata eseguita tramite aratura a 30 cm di profondità anticipata di almeno un mese rispetto alla prevista data di semina.
Sul terreno sono state eseguite mediamente due erpicature prima della semina. Per la concimazione sono stati utilizzate 0,6 t ha-1 di un fertilizzante minerale ternario (11:22:16), per un apporto complessivo di 66 kg ha-1 di N, 132 kg ha-1 di P2O5 e 96 kg ha-1 di K2O.
La semina è stata eseguita manualmente ponendo cinque semi per postarella, a causa della scarsa germinabilità manifestata da alcune cultivar in prove preliminari di germinazione; le piante nate in eccesso sono state poi diradate lasciando una sola pianta per postazione di semina.
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2.3.4 - Attività di migliorame nto genetico
2.3.4.1 – Itinerario tecnico
Il lavoro è stato realizzato nel triennio 2010-2012 presso i campi sperimentali del Centro Dimostrativo ARSIAL di Cerveteri. L’impianto della carciofaia, effettuato nel mese di agosto del 2010 tramite trapianto di piantine a radice protetta, è stato preceduto da una lavorazione principale del terreno effettuata mediante un’aratura profonda, circa 30 cm, seguita da due passaggi di erpice per l’affinamento e livellamento del terreno. Al momento dell’impianto è stata effettuata una concimazione di base che ha previsto la distribuzione di 0,6 t ha-1 di un fertilizzante minerale (titolo 11:22:16), per un apporto complessivo di 66 kg ha-1 di N, 132 kg ha-1 di P2O5 e 96 kg ha-1 di K2O. Le infestanti sono state contenute con
sarchiatura meccaniche e scerbature manuali. Le esigenze idriche della coltura sono state soddisfatte attraverso un sistema di irrigazione localizzato a goccia, che prevedeva la dislocazione di un ala gocciolante su ogni fila. Durante tutto il ciclo colturale sono stati effettuati 2 trattamenti per il controllo di insetti e funghi utilizzando rispettivamente i seguenti principi attivi: deltametrina (afidi e casside), tebuconazolo (oidio) e metalaxil+rame (peronospora). Dopo circa due mesi dalla fine della fioritura sono stati raccolti i semi dai capolini ormai completamente secchi.
2.3.4.2 - Selezione di maschio-sterili e linee
Al fine di ottenere nuovi maschio-sterili per la costituzione di ibridi F1 adatti sia al mercato
fresco che all'industria, nel 2010 sono stati selezionati 2 ibridi: 10 F1 (Ms 78 x MF 50) e 48
F1 (Ms 80 x MF 55), provenienti da precedenti programmi di ricerca svolti presso il
Dipartimento DAFNE dell’Università degli Studi della Tuscia. I singoli capolini di entrambi gli ibridi sono stati isolati per mezzo di reti anti-afide e autofecondati mediante l’utilizzo di pennelli. I semi ottenuti sono stati utilizzati per la costituzione di 3 parcelle da 50 piante ciascuna. La vitalità pollinica, delle progenie ottenuta è stata analizzata al microscopio ottico utilizzando come colorante il carminio acetico. Il polline è stato prelevato direttamente in campo sui capolini in piena fioritura con l’ausilio di un pennello e le piante che presentavano il polline costituito da tutti i granuli pollinici non colorati sono state identificate come maschio-sterili.
Al fine di verificare la stabilità dei maschiosterili selezionati, gli stessi sono stati incrociati con 4 linee (due di carciofo e due di cardo) selezionati presso il Dipartimento DAFNE: IS sel.1 e GR sel. 3, ottenuti due linee di carciofo precedentemente selezionati r ispettivamente
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da una cultivar americana Imperial star e da una cultivar italiana di tipologia romanesco Grato 1; una di cardo coltivato (CR 5 - tipologia bianco avorio); una di cardo selvatico (CSS 8) originario della zona di Sasso (Cerveteri).
2.3.4.3. - Studio dell’attitudine combinatoria dei maschiosterili e delle linee selezionate
Per ottenere informazioni sulla uniformità e stabilità sia delle linee selezionate IS sel.1 e GR sel. 3, CR 5 e CSS 8 sia dei due maschiosterili individuati (3C e 2D) direttamente in campo si è proceduto come di seguito descritto. I capolini dei genotipi selezionati sono stati isolati con una rete anti-afide prima della fioritura, dopodiché è stato prelevato il polline dai maschio-fertili e mantenuto per alcuni giorni alla temperatura di 4 °C, al fine di impollinare i fiori del capolino del maschio-sterile tramite lo sfregamento di un pennello sullo stigma con il polline precedentemente prelevato. A causa della fioritura centripeta il polline sullo stesso capolino è stato raccolto per diversi giorni dall’inizio della comparsa sui fiori più esterni. L’impollinazione è stata effettuata una volta al giorno fino al termine della recettività dello stigma.
Dopo circa due mesi dalla fioritura sono stati raccolti i semi ormai completamente maturi e con un basso contenuto di umidità.
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2.3.4.4 - Caratterizzazione morfo-fisiologica degli ibridi
Tutti gli ibridi ottenuti, sono stati valutati utilizzando alcuni descrittori morfologici CPVO (fig. 9).
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2.3.4.5. - Selezioni di cloni
Durante l'attività di miglioramento genetico, oltre ad individuare maschiosterili e maschiofertili da impiegare per l'ottenimento di ibridi, sono stati selezionati e car atterizzati alcuni genotipi di carciofo ritenuti interessanti per il mercato fresco e per una loro eventuale moltiplicazione per via gamica sia in vitro che in vivo. I cloni più interessanti sono stati moltiplicati vegetativamente e mantenuti in collezione con altri cloni commerciali (test) per un loro successivo confronto.
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2.4 - Risultati e discussione
2.4.1 - Studio dell’epoca di impianto sulla produzione di capolini per il me rcato del fresco
2.4.1.1 – Prova epoca di impianto (Tarquinia 2009/2010)
Dall’analisi della tabella 14, dove sono riportati due parametri biometrici relativi all’accrescimento delle piante, si osserva che l’anticipo dell’impianto della carciofaia (15 luglio) di circa un mese rispetto all’epoca usuale (prima-seconda decade di agosto) adottata nella Maremma Laziale, permette un maggior sviluppo delle piante.
Tabella 14 - Effetto dell’epoca di impianto sull’accrescimento delle piante (Tarquinia 2009/2010) Data di trapianto Pianta (cm) larghezza altezza 15 luglio 158,13 a 53,48 a 25 luglio 144,63 b 43,96 b 17 agosto 144,81 b 44,96 b Significatività * *
Valori con lettera diversa nelle colonne indicano differenze significative per P=0,05 (test di Duncan). * = significativo per P= 0,05; n.s. = non significativo
In particolare, le piante di maggiori dimensioni, sia in larghezza che in altezza, sono state osservate nella prima epoca di impianto (15 luglio). Differenze statisticamente significative non sono state notate tra la seconda e terza epoca di trapianto.
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L’epoca di trapianto ha influito non solo l’accrescimento della pianta ma anche le dimensioni e il peso dei capolini (Tab. 15).
Tabella 15 – Effetto dell’epoca di impianto sul peso e le dimensioni dei capolini (Tarquinia 2009/2010)
Data di trapianto
Capolini (numero) Capolini peso medio (g)
pianta
Ettaro Cimarolo I ordine II ordine Carciofini
Mercato fresco Carciofini
15 luglio 7,3 a 2,9 a 56.536 a 186,1 a 141,6 a 69,0 a 54,1 a
25 luglio 4,5 b 1,4 b 34.460 b 137,0 b 107,4 b 63,0 b 42,0 b
17 agosto 4,2 b 0,0 c 32.460 c 130,6 b 109,3 b 60,4 b -
Significatività ** ** *** ** * * ***
Valori con lettera diversa nelle colonne indicano differenze significative per P=0,05 (test di Duncan). ***; ** e * = significativo per P=0,001; 0,01 e 0,05; n.s. = non significativo
La prima epoca di trapianto ha evidenziato i valori più elevati per tutti i parametri analizzati nei confronti delle epoche d i trapianto successive. La seconda epoca di trapianto, rispetto a quella usuale della zona ha mostrato valori superiori per quanto riguarda il numero di capolini per pianta in funzione del maggior numero di capolini di categoria “carciofina”, mentre il numero di capolini da destinare al mercato del fresco (cimarolo + capolini di I e di II categoria) si è attestato sugli stessi livelli di quelli raggiunti con la data usuale di trapianto. Tra la seconda e la terza data di trapianto non sono state osservate differenze statisticamente significative per tutti gli altri parametri analizzati.
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2.4.1.2 - Prova epoca di impianto (Tarquinia anno 2010/2011).
Anche nel 2010 (Tab. 16), è stato osservato che l’epoca di impianto ha influenzato positivamente entrambi i parametri biometrici considerati (larghezza e altezza della pianta).
Tabella 16 - Effetto dell'epoca di trapianto sulla crescita delle piante dell’ibrido F1
Romolo
Data di trapianto Larghezza (cm) Altezza (cm)
15 luglio 136,2 a 82,8 a
30 luglio 120,2 b 75,7 ab
16 agosto 117,7 b 72,2 b
Significatività ** *
Valori con lettera diversa nelle colonne indicano differenze significative per P=0,05 (test di Duncan). ** e * = significativo per P=0,01 e 0,05; n.s. = non significativo.
In particolare, la larghezza della chioma delle piante trapiantate nella prima epoca è risultata statisticamente maggiore rispetto alle altre; l’altezza delle piante è risultata massima, a pari merito, nelle prime due epoche di trapianto.
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Tabella 17 - Influenza della data di trapianto sulla qualità dei capolini dell'Ibrido F1
Romolo Tipologia di
capolino Parametri analizzati
Cimarolo Larghezza (cm) Altezza (cm) Diametro gambo (cm) Peso medio (grammi) 15 luglio 7,48 7,69 2,05 a 203,71 a 30 luglio 6,89 7,02 1,81 b 161,39 ab 16 agosto 6,74 6,77 1,76 b 146,73 b Significatività n.s. n.s. ** * I ordine 15 luglio 6,78 6,89 1,44 147,5 30 luglio 6,45 6,74 1,55 142,81 16 agosto 6,12 6,36 1,51 124,30 Significatività n.s. n.s. n.s. n.s. II ordine 15 luglio 5,40 5,60 1,06 90,03 30 luglio 5,82 5,94 1,15 109,86 16 agosto 3,78 3,83 0,76 62,83 Significatività n.s. n.s. n.s. n.s. Carciofina 15 luglio 36,97 b 30 luglio 42,18 a 16 agosto 42,01 a Significatività *
Valori con lettera diversa nelle colonne indicano differenze significative per P=0,05 (test di Duncan). ** e * = significativo per P=0,01 e 0,05; n.s. = non significativo.
Relativamente ai parametri produttivi, riportati in tabella 17, si osservano differenze statisticamente significative per i parametri: diametro del gambo, peso medio dei capolini appartenenti alle tipologie cimarolo e carciofina.
Nello specifico, le piante della prima epoca hanno evidenziato una maggior diametro del gambo (2,05 cm) sia nei confronti della seconda (1,81 cm) che della terza epoca (1,76 cm). In termini di peso medio del cimarolo la prima epoca ha determinato un maggior peso dello
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stesso (203,71 g) rispetto alla terza epoca (146,73 g), mentre per la seconda epoca si è osservato un peso medio del capolino ( 161, 39 g) intermedio alle altre due epoche.
Per la carciofina, invece, è stato registrato un maggior peso medio nella seconda (42,18 g) e terza epoca (42,01 g) rispetto alla prima epoca (36,97 g)
Dalla figura 10, dove è riportato il numero di capolini per pianta per le varie categorie merceologiche, emerge che la prima e la seconda epoca di impianto sono risultate, a pari merito, più produttive nei confronti della terza epoca
Figura 10 - Effetto della data di impianto sul numero di capolini/pianta
Lettere diversa tra le colonne indicano differenze significative per P=0,05 (test di Duncan), n.s. = non significativo.
In particolare si osserva per entrambe il maggior numero di capolini prodotti per pianta per tutte le categorie, fatta eccezione per il numero di cimaroli in quanto tutte le piante, indipendentemente dall’epoca di trapianto, hanno prodotto regolarmente il capolino principale. 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4
15 luglio 30 luglio 16 agosto
n.s. n.s. n.s. a a b a a b a a b N u m e ro Data di trapianto
100
Dall’analisi statistica dei dati sperimentali riferiti alla produzione precoce (Tab.18) non sono emerse differenze significative per quanto riguarda la precocità di raccolta dei capolini in funzione dell’epoca di impianto.
Tabella 18 - Effetto dell'epoca di trapianto sulla precocità di raccolta dei capolini.
Data di trapianto Cimarolo I ordine II ordine
15 luglio 0,183 0,24 0,51
30 luglio 0,235 0,30 0,59
16 agosto 0,177 0,09 0,00
Significatività n.s. n.s. n.s.
Decade Cimarolo I ordine II ordine
1 (11-20/3) 0,05 e 0 0 2 (21-31/3) 0,12 c 0,16 0 3 (1-10/4) 0,33 b 0,11 0 4 (11-20/4) 0,38 a 0,28 0,73 5 (21-30/4) 0,11 d 0,51 0,11 Significatività) * n.s. n.s.
Valori con lettera diversa nelle colonne indicano differenze significative per P=0,05 (test di Duncan). * = significativo per P= 0,05; n.s. = non significativo.
Differenze significative sono state, invece, riscontrate per quanto riguarda l’andamento produttivo delle singole tipologie di capolini, ed in particolare, come è possibile osservare nella stessa tabella, che la maggior produzione di capolini (71/%) della tipologia cimarolo è avvenuta nei primi 20 giorni di aprile.
La produzione di capolini di I ordine è risultata concentrata tra la seconda e la terza decade di aprile, mentre quella do II ordine nelle ultime due decadi considerate.
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2.4.2- Studio della densità di impianto sulla produzione di capolini per il mercato del fresco
2.4.2.1 - Prova densità di impianto- (Tarquinia 2009/2010)
La sperimentazione ha evidenziato, come era lecito attendersi, che la densità colturale ha influenzato in modo significativo sia l’altezza che la larghezza delle piante (Tab. 19).
Tabella 19 – Effetto della densità colturale sulla crescita delle piante (Tarquinia
2009/2010) Densità (piante ha-1) Pianta (cm) larghezza altezza 19.231 135,18 b 43,96 b 9.615 148,81 a 51,67 a 6.410 152,15 a 55,33 a 4.808 151,96 a 54,67 a Significatività * *
Valori con lettera diversa nelle colonne indicano differenze significative per P=0,05 (test di Duncan). * = significativo per P= 0,05; n.s. = non significativo
In particolare, sia la larghezza che l’altezza delle piante hanno fatto registrare i valori minimi con la massima densità colturale testata (19.231 piante ha-1). Tra le densità inferiori non sono state riscontrate differenze statisticamente significative per entrambi i parametri considerati.
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Dall’analisi della tabella 20 si osservano differenze statisticamente significative per tutti i parametri analizzati fatta eccezione per il numero di carciofini prodotti in quanto questo tipo di produzione è risultato assente.
Tabella 20 - Effetto della densità colturale sulla produzione di capolini (Tarquinia 2009/2010)
Densità (piante ha-1)
Capolini (nume ro) Capolini peso medio (g)
Pianta Ha Cimarolo I ordine II ordine
19.231 3,00 b 57.693 a 127,04 b 108,93 b 61,94 b 9.615 5,26 a 50.568 a 152,96 a 108,06 b 73,40 a 6.410 4,81 a 30.863 b 152,78 a 114,59 ab 78,39 a 4.808 4,26 a 20.479 c 149,44 a 117,23 a 78,82 a Significatività ** ** ** * **
Valori con lettera diversa nelle colonne indicano differenze significative per P=0,05 (test di Duncan). ** e * = significativo per P=0,01 e 0,05; n.s. = non significativo
In particolare è stato riscontrato un minor numero di capolini per pianta ed un minor peso medio degli stessi con la densità superiore. Da notare, inoltre, che il risultato massimo dei capolini è stato ottenuto a pari merito con le due densità maggiori, per cui tenendo conto della pezzatura del capolino e del numero di capolini prodotti per ettaro la migliore produzione si ha con un impianto di circa 9.600 piante per ettaro.
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2.4.2.2 - Prova densità di impianto (Tarquinia 2010/2011).
Nel secondo anno di sperimentazione che ha visto il confronto tra due epoche di impianto e le due densità colturali, si è verificato alla fine di dicembre una gelata fortemente anticipata rispetto alla zona oggetto della prova con ripercussioni negative non tanto sulla dimensione delle piante (Tab. 21) quanto sulla produzione dei capolini (Tab. 22) che è risultata decisamente inferiore a quella media ottenibile nella zona oggetto della sperimentazione.
Tabella 21 - Effetto dell’epoca e della densità di impianto sulla crescita delle piante e sulla produzione di capolini (Tarquinia 2010/2011)
Trattamenti Pianta (cm) larghezza altezza Epoche 10 luglio 149,15 46,36 25 luglio 149,32 51,62 Significatività n.s. ** Densità (p/ha) 9.615 147,97 48,55 12.821 147,50 49,45 Significatività n.s. n.s.
Valori con lettera diversa nelle colonne indicano differenze significative per P=0,05 (test di Duncan). ** e * = significativo per P=0,01 e 0,05; n.s. = non significativo
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Tabella 22 - Effetto dell’epoca di impianto e della densità colturale sulla produzione di capolini (Tarquinia 2010/2011)
Trattamenti
Capolini me rcato fresco (numero)
Capolini peso medio (grammi)
Pianta Ha Cimarolo I ordine II ordine
Epoche 10 luglio 2,18 24.128 158,9 114,4 66,6 25 luglio 1,15 12.806 152,1 96,1 - Significatività * ** n.s. n.s. ** Densità (p/ha) 9.615 1,79 17.173 158,7 107,6 32,9 12.821 1,54 19.761 152,3 102,9 33,6 Significatività n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.
Valori con lettera diversa nelle colonne indicano differenze significative per P=0,05 (test di Duncan). ** e * = significativo per P=0,01 e 0,05; n.s. = non significativo
Ciò nonostante è comunque interessante notare che anche se il periodo di produzione è risultato molto breve, i migliori risultati sono stati ottenuti con la prima epoca di impianto, avendo fatto registrare quasi il doppio dei capolini prodotti rispetto all’epoca successiva. Tale risposta è da ricondurre alla gelata precoce che ha penalizzato maggiormente le piante della seconda epoca di trapianto in quanto non erano ancora entrate in produzione.
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2.4.3. - Studio dell’effetto del genotipo, dell’epoca e della densità di semina sulla produzione di acheni e capolini per il me rcato del fresco
2.4.3.1 – Produzione di acheni (Cerveteri 2011/2012)
Dall’analisi dei risultati ottenuti in termini di “seme” prodotto (Fig. 11) emerge che la cultivar Romolo ha prodotto più della cv Istar in tutti i diversi trattamenti studiati fatta eccezione per le densità D1 (2,78 piante m-2) e D2 (1,85 piante m-2) della prima epoca (E1) e per la densità D1 relativa alla seconda epoca (E2); infatti, per queste combinazioni non è stata notata alcune differenza produttiva tra le due cultivar.
Figura 11 – Produzione di acheni ha-1 (interazione cultivar x epoca x densità
A lettere differenti corrispondono valori statisticamente diversi per p = 0,05 (Test di Duncan)
La cultivar Romolo, ha raggiunto i livelli produttivi maggiori con le densità di semina 3 (1,39 piante m-2) e 4 (0,83 piante m-2) nella prima epoca di semina e con la densità 4 nella seconda epoca di semina. In tali condizioni Romolo è risultato nettamente superiore alla
0 0,5 1 1,5 2 2,5 E1 E2 E1 E2 Istar Romolo de de ce bd ce de bc b e de a b de e a a T on n el lat e Trattamenti D1 D2 D3 D4
106
cultivar Istar, in particolare, alla densità 3 e 4 della prima epoca e alla densità 4 della seconda epoca la produzione si attesta intorno a valori di 2 tonnellate ad ettaro, produzione che si può ritenere più che soddisfacente considerando che si tratta di due cultivar ottenute per la produzione di capolini per il mercato del fresco e che non sono stati ancora avviati programmi di miglioramento genetico per la costituzione di ibridi e/o varietà di carciofo adatte alla produzione di “semi”.
In definitiva la cv Romolo sembra più produttivo con densità più basse mentre la produzione della cv Istar , essendo meno vigorosa, sembra non risentire dell'effetto della densità. Riguardo alle epoche, nessuna delle 2 varietà ha mostrato differenze significative nelle 2 epoche a confronto.
La cv Romolo essendo più vigoroso dell'Istar, a densità elevate (D1, D2) mostra un calo produttivo probabilmente riconducibile ad una maggiore competizione tra le piante.
2.4.3.2 – Produzione di capolini (Cerveteri 2011/2012)
Tabella 23 - Peso medio dei capolini (g) - Analisi della varianza (ANOVA) e livelli di significatività (1)
Sorgenti di variazione
Livelli di significatività
cimarolo I ordine II ordine Carciofini (n.)
Cultivar * n.s. n.s. n.s. Densità n.s. n.s. n.s. n.s. Epoca *** *** n.s. n.s. Cultivar x epoca n.s. n.s. n.s. n.s. Epoca x densità n.s. n.s. n.s. * Cultivar x densità n.s. n.s. n.s. * Cultivar x epoca x densità n.s. n.s. n.s. n.s.
*; **; *** = rispettivamente significativo per p = 0,05; 0,01; 0,001, n.s. = non significativo
Il peso medio dei capolini (Tab. 23), categoria cimaroli, è stato influenzato sia dalle cultivar che dall’epoca di semina. L’epoca ha influenzato anche il peso medio dei capolini di primo ordine. Statisticamente significative sono risultate soltanto le interazioni epoche x densità e cultivar x densità.
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Tabella 24 - Produzione (n. capolini ha-1) - Significatività dei parametri analizzati
Sorgenti di variazione
Livelli di significatività
cimarolo I ordine II ordine Carciofini (n.)
Cultivar n.s. n.s. n.s. n.s. Densità n.s. n.s. n.s. ** Epoca n.s. *** ** *** Cultivar x epoca n.s. *** n.s. * Epoca x densità n.s. ** n.s. n.s. Cultivar x densità n.s. n.s. n.s. *
Cultivar x epoca x densità n.s. n.s. n.s. n.s.
*; **; *** = rispettivamente significativo per p = 0,05; 0,01; 0,001, n.s. = no n significativo
Per quanto riguarda il numero dei capolini prodotti per ettaro (Tab. 24), naturalmente non è stato considerato il numero di cimaroli per ettaro avendo tutte le piante prodotto il cimarolo. Escludendo la carciofina, a cui spetta un ruolo marginale nella PLV della carciofaia, è possibile notare che l’epoca di semina è il fattore che ha inciso maggiormente ed in mani era significativa sulla produzione dei capolini sia di I che di II ordine. Sono risultate altresì significative per il numero di capolini di I ordine le interazioni cultivar x epoca e cultivar x densità.
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Indipendentemente dalla densità adottata la ma ggior produzione di capolini di I ordine è stata ottenuta dalla cultivar Romolo eguagliata soltanto da Istar seminata nella seconda epoca.
Figura 12 – Numero medio di capolini di I ordine ha-1, in funzione della data di trapianto
A lettere differenti corrispondono valori statisticamente diversi per p = 0,05 (Test di