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La popolazione cellulare che costituisce un organo può essere divisa in tre gruppi: (statiche) le cellule somatiche, differenziate, prodotte durante lo sviluppo, che hanno perso anche la minima capacità proliferativa, in un processo di decadimento lento durante la vita adulta; (di transito) cellule prodotte come precursori delle cellule differenziate, hannochiaramente un periodo di esistenza relativamente brevenell’organo, infatti la loro durataè solitamente determinata medianteun processo di maturazionesuicidio, durante il qualele celluleperdonola loro capacitàproliferativaprima di essereeliminate; (staminali) un tipo di cellule presenti in un microambiente predefinito, con capacità proliferativa estesa e plasticità differenziativa (Evans M.J., 1981) ( Lajtha L.G., 1979).

Durante l’età postnatale tutti gli organi e tessuti contengono una popolazione di cellule staminali capaci di rinnovarsi dopo traumi, patologie o invecchiamento. Molti studi sulla plasticità delle cellule staminali hanno modificato il concetto che le cellule staminali seguano un programma di differenziazione intrinseco, predefinito e unidirezionale.

La cellulastaminale adulta è una cellula non differenziata , non specializzata, presente in un tessuto differenziato, in grado di rinnovare se stessa e specializzarsi in tutti i tipi cellulari del tessuto da cui origina. Fino a pochi anni fa, non le veniva assegnato il livello di pluripotenza delle cellule staminali embrionali, oggi, invece, si stanno acquisendo risultati che testimoniano anche questa loro potenzialità differenziativa,la plasticità evolutiva, non contemplata dai paradigmi standard della biologia evolutiva, e per la quale le cellule risultano essere in grado di assumere delle caratteristiche fenotipiche e funzionali proprie di altri organi o tessuti diversi dal tessuto nel quale risiedono, ma di diversa derivazione embrionale.

In letteratura il concetto di capacità replicativa delle cellule staminali è rappresentato da termini estremi come immortali, illimitate, capaci di una proliferazione continua, attributi che però mettono in risalto le potenzialità delle cellule staminali.

In vitro le cellule somatiche hanno un numero limitato di duplicazioni, pari a 80 (population doublings level PDL,numero minimo di duplicazioni a cui una cellula può andare incontro prima di entrare in senescenza), prima di raggiungere l’arresto della proliferazione e la fase irreversibile della senescenza replicativa arrestandosi in fase G1. La capacità proliferativa limitata delle cellule somatiche è contrastata da quella elevata delle cellule staminali che

risulta di 160 (population doublings level PDL), senza trasformazioni oncogene, che viene quindi definita illimitata.

La maggiorparte delle informazioni sulle cellule staminali adulte proviene da studi sul sistema emopoietico midollare murino e umano, che provvede di continuo a sostituire giornalmente i miliardi di cellule del sangue periferico.La popolazionecellulare responsabile dell’emopoiesi è organizzata in una struttura gerarchica al cui vertice si trovano le cellule staminali emopoietiche (hematopoietic stem cells, HSC). Da queste derivano i progenitori multipotenti, i progenitori oligopotenti e quelli predestinati (indirizzati irreversibilmente verso una precisa linea cellulare e con progressiva limitazione della capacità proliferativa), ed infine la progenie in corso di differenziamento terminale. Procedendo, quindi, dalle HSC fino alle cellule mature si osservano un aumento del grado di differenziamento ed una diminuzione della capacità di autorinnovamento, della multipotenza e del potenziale proliferativo (Jiang et al., 2002).

Questi studi hanno permesso di definire la cellula staminale come clonogenica, cioè capace di un auto-rinnovamento prolungato attraverso divisioni simmetriche, responsabili del mantenimento e dell'espansione del compartimento staminale.

La divisione simmetrica o stocastica determina la formazione di due cellule figlie identiche tra loro (self-renewal), alternativamente due staminali o due cellule dette di transito o

differenzianti (commited), che sono differenti dalla cellula madre perché hanno perso la staminalità. Se il numero di questi due tipi di divisione simmetrica è uguale, la quantità di staminali resta costante a prescindere da quante divisioni totali avvengano, secondo un processo di auto-mantenimento.

Il meccanismo della divisione simmetrica rispetto a quella asimmetrica, è vantaggioso perché è flessibile, infatti se delle cellule staminali vengono distrutte, i segnali della loro morte fanno aumentare le divisioni che generano soltanto staminali fino alla sostituzione di quelle distrutte (amplificazione). Raggiunto il numero e l’equilibrio iniziale, le cellule tornano nella condizione di auto-mantenimento.

A volte degli errori di regolazione fanno aumentare il numero delle staminali anche in condizioni ottimali, creando un pericolo per l’integrità del tessuto, ma per bilanciare aumentano temporaneamente i cicli di divisione per produrre soltanto cellule di transito eliminando così l’eccesso di staminali prodotto in precedenza con il ripristino della normalità.

La cellula staminale deve anche essere in grado di effettuare divisioni “asimmetriche”, in maniera tale che una cellula figlia sia uguale alla madre, mentre l’altra sia una cellula di transito verso uno specifico pathway di espressione molecolare.

A questo punto la cellula staminale figlia prende il posto della cellula che l’ha generata, mentre la cellula di transito inizia a migrare verso il luogo dove c’è bisogno di cellule mature e durante questo percorso effettua numerose divisioni. In particolare, il processo di

differenziamento cellulare indica l’assunzione di nuove caratteristiche morfologiche e

funzionali, attraverso l’attivazione di particolari geni e l’inattivazione di altri.

In questo modo a partire da una singola cellula staminale si son prodotte numerose cellule differenziate che hanno rinnovato i tessuti, e la cellula staminale figlia è stata generata con una sola divisione cellulare rendendo così minima la possibilità di errori di copiatura del codice genetico.

Il processo di divisione asimmetrica è molto efficace ma presenta dei difetti: se per qualche motivo c’è una perdita di staminali, si inceppa il meccanismo con il rischio che non ci sia più la possibilità di produrre un numero sufficiente di cellule mature. Tale divisione non dà la possibilità alle staminali di aumentare di numero, per questo hanno la capacità di affrontare a seconda delle condizioni la divisione simmetrica.

1.5 INFLUENZA DEI FATTORI INTERNI O DEL MICROAMBIENTE NEL

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