• Non ci sono risultati.

3.3.1

Una doppia quantificazione per domini variabili

Vi `e uniformit`a di pareri, fra i commentatori della prova, circa l’apparato semantico da impiegare per interpretare gli enunciati di G¨odel. Infatti, soli- tamente, la semantica inclusa in [Coc69], e qui ribattezzata CM 2, `e ritenuta adatta a tale mansione. Cominceremo cos`ı con l’esporre i dettagli di questo apparato semantico, per poi isolare alcuni elementi utili per il nostro discorso su Leibniz e G¨odel.

In [Coc69], si considerano diversi insiemi di mondi indicizzati i ∈ I, ognu- no dei quali `e associato a una struttura primaria e secondaria. In aggiunta, avremo una doppia quantificazione: una, chiaramente, sugli individui real- mente esistenti in un dato mondo - e-quantificazione -, e una, come ci si potr`a aspettare, sui possibilia - p-quantificazione. Con lo scopo di rendere la defi- nizione di esistenza impredicativa, invece, introdurremo anche una divisione fra le propriet`a che non implicano l’esistenza (p-attributi) e quelle che invece la implicano (e-attributi)15.

Vocabolario Con il quantificatore universale classico ‘∀’ intendiamo la quantificazione sugli individui realmente esistenti in un dato mondo, mentre con il quantificatore universale neutrale ‘Λ’ intendiamo la quantificazione sui possibilia. Usiamo le lettere greche minuscole ‘α’, ‘β,’ per le variabili indivi- duali; le lettere greche maiuscole ‘Γ’, ‘∆’, per le formule del nostro linguaggio; ‘τ ’ per i termini. Useremo poi ‘C’ per riferirci alle costanti predicative e ‘X’, ‘Y ’, ‘Z’ per le variabili predicative; per semplificare, ‘σ’ denoter`a invece una

15“Accordingly, we understand ‘x exists’ to mean ‘There is some e-attribute which x

generica espressione predicativa (costante o variabile predicativa). Infine con ‘Γ[α

τ]’ intendiamo il risultato della sostituzione in Γ di α con τ .

Strutture primarie e strutture secondarie Se L `e un linguaggio di logica modale al secondo ordine, diremo che A `e un L-modello primario tale che A = hA, B, Ri, dove A `e l’insieme degli individui realmente esistenti in A; B `e l’insieme dei possibilia di A e A ⊆ B; R `e una funzione avente L come dominio e tale che:

1. Per ogni costante predicativa n-aria C in L, R(C) ⊆ Bn. 2. Per ogni costante logica n-aria ⊕ in L, R(⊕) ∈ BBn.

Inoltre, dove A = hA, B, Ri poniamo che UA = A e PA = B. Diremo inoltre che la famiglia I-indicizzata hAiii∈I di L-modelli `e un sistema di mondi per

L se, per ogni coppia i, j ∈ I: 1. PAi = PAj

2. [

k∈I

UAk ⊆ PAI

I membri di I vengono definiti gli indici del sistema di mondi hAiii∈I.

Se hAiii∈I `e un sistema di mondi, diciamo che X `e un p-attributo n-ario

in hAiii∈I se interpretiamo X come una funzione con dominio I e tale che

per ogni i ∈ I, Xi ⊆ PAn

i. Invece, Y sar`a un e-attributo n-ario in hAiii∈I se

Y `e un attributo in hAiii∈I tale che per ogni i ∈ I, Yi ⊆ UAni.

Con B =hhAiii∈I, hFnin∈ω, hEnin∈ωi intendiamo invece un L-modello se-

condario, dove: hAiii∈I `e un L-modello primario e per ogni n ∈ ω:

1. Ogni membro di Fn `e un p-attributo n-ario in hAiii∈I.

2. Ogni membro di En `e un e-attributo in hAiii∈I.

Un’assegnazione di valori alle variabili, relativamente a un L-modello secon- dario definito come sopra, sar`a una funzione a, avente per dominio l’insieme delle variabili individuali e predicative, tale che:

1. Per ogni variabile individuale α, a(α) ∈ PAi per qualche i ∈ I. 2. Per ogni n ∈ ω e per ogni variabile predicativa n-aria X, a(X) ∈ Fn.

Definiamo poi l’estensione di un termine o di un’espressione predicativa come segue. Se B =hhAiii∈I, hFnin∈ω, hEnin∈ωi `e un L-modello secondario, a `e

un’assegnazione in B e i ∈ I, allora:

1. Se α `e una varibile individuale, allora Est(α, B, i, a) = a(α). 2. Se X `e una variabile predicativa, allora Est(X, B, i, a) = a(X). 3. Se C `e una costante predicativa di L, allora Est(C, B, i, a) = CAi. 4. Se ⊕ `e una costante logica n-aria e τ1, . . . , τn sono termini di L, allora

Est(⊕(τ1, . . . , τn), B, i, a) = ⊕Ai [Est(τ1, B, i, a), . . . , Est(τn, B, i, a)].

Nondimeno, oltre all’estensione di una costante predicativa, introduciamo anche la sua intensione. Diciamo dunque che Int(C, B) = la funzione f il cui dominio `e I ed `e tale che per qualche assegnazione a in B e per ogni i ∈ I, f (i) = Est(C, B, i, a) = CAi.

Soddisfacimento Se B =hhAiii∈I, hFnin∈ω, hEnin∈ωi `e un L-modello se-

condario, a `e un’assegnazione in B e i ∈ I allora:

1. Per tutti gli n ∈ ω, per tutte le espressioni predicative n-arie σ e per tutti i termini τ1, . . . , τn, a soddisfa σ(τ1, . . . , τn) in B relativamente a

i sse hEst(τ1, B, i, a), . . . , Est(τn, B, i, a)i ∈ Est(σ, B, i, a).

2. Se Γ, ∆ sono formule, allora a soddisfa Γ ⊃ ∆ in B relativamente a i sse a non soddisfa Γ in B relativamente a i oppure a soddisfa ∆ in B relativamente a i.

3. Se Γ `e una formula e α `e una variabile individuale, allora:

(a) a soddisfa ΛαΓ in B relativamente a i sse per ogni x ∈ PAi, a(α x)

soddisfa Γ in B relativamente a i e

(b) a soddisfa ∀αΓ in B relativamente a i sse per ogni y ∈ UAi, a(α y).

soddisfa Γ in B relativamente a i.

4. Se Γ `e una formula e Z `e una variabile predicativa n-aria, allora: (a) a soddisfa ΛZΓ in B relativamente a i sse per ogni X ∈ Fn, a(ZX)

soddisfa Γ in B relativamente a i e

(b) a soddisfa ∀ZΓ in B relativamente a i sse per ogni Y ∈ En, a(ZY)

soddisfa Γ in B relativamente a i.

5. Se Γ `e una formula, allora a soddisfa2Γ in B relativamente a i sse, per ogni j ∈ I, a soddisfa Γ in j.

3.3.2

G

?

in CM 2

Con le modifiche di Anderson agli assiomi di G¨odel, possiamo ora impie- gare la semantica di [Coc69] per intepretare gli enunciati di G?.

Consideriamo infatti un sistema di mondi hAiii∈I, i cui unici elementi so-

no i, j. Come sappiamo, ogni mondo porta con s´e un L-modello primario e uno secondario. Per quanto riguarda gli L-modelli primari di i e j avremo rispettivamente che hAiii∈I si compone di:

1. Ai = h{a, b}, {a, b}, Rii

2. Aj = h{a}, {a, b}, Rji

Ora, dal momento che l’apparato che abbiamo introdotto non consente l’uso di espressioni del tipo “φ `e positiva”, per semplicit`a possiamo para- frasare queste espressioni dicendo che “la negazione di φ implica δ”, dove δ denota intuitivamente una propriet`a che sarebbe meglio non avere (dunque

non-positiva)16.

Per i nostri scopi, possiamo prendere δ come denotante la propriet`a “es- sere un individuo contingentemente esistente”17.

Otterremo perci`o che:

Def. 16. P (¬φ) ≡ ∀x[φ(x) ⊃ δ(x)] Def. 17. ¬P (¬φ) ≡ ∀x[¬φ(x) ⊃ δ(x)]

Per definizione, diciamo poi che, se B =hhAiii∈I, hFnin∈ω, hEnin∈ωi `e un

L-modello secondario per hAiii∈I, allora:

Def. 18. Est(G?, B, i, a) = {a}; Est(G?, B, j, a) = {a}

Def. 19. Est(NE?, B, i, a) = {a}; Est(NE?, B, j, a) = {a} Def. 20. Est(δ, B, i, a) = {b}; Est(δ, B, j, a) = {b}

Inoltre, siccome un’“essenza?” implica solo le propriet`a necessarie di un individuo, e siccome G? `e l’essenza? di Dio, allora anche l’estensione di “essenza? di Dio” dar`a come valori a e a, rispettivamente in A

i e Aj.

Interpretazione degli enunciati di G? A questo punto, proviamo a inter- pretare Th. (3.4)?, insieme con altri due enunciati che ci aiuteranno a trarre

delle parziali conclusioni che verranno illustrate nella prossima sezione18.

Th. (3.4)? |=2∃xG?(x)

Dimostrazione. Come sappiamo, Est(G?, B, i, a) = {a} e Est(G?, B, j, a) =

{a}. Ci`o significa che vi `e almeno un’assegnazione di valori che in tutti i mondi di hAiii∈I soddisfa 2∃xG?(x). Dunque |=2∃xG?(x).

6|=2∃xδ(x) (3.8)

16Seguiamo in questo [And90, 297].

17Segue perci`o che N E? `e una propriet`a positiva perch´e contraddice δ.

18L’uso dell’e-quantificatore esistenziale in Th. (3.4)? `e chiaramente dovuto al fatto

che a l’assegnazione di valori alle varibili, per essere sensato ai fini della prova, deve valere per individui realmente esistenti in un dato mondo.

Dimostrazione. Come sappiamo, Est(δ, B, i, a) = {b} e, siccome b ∈ UAi,

allora in i vi `e un’assegnazione di valori che soddisfa ∃xδ(x). Tuttavia, Est(δ, B, j, a) = {b}, ma b /∈ UAi. Dunque, ∃xδ(x) non `e valida in j. Perci`o

6|=2∃xδ(x).

|=2Σxδ(x) (3.9)

Dimostrazione. Come sappiamo, il quantificatore ‘Σ’ varia sui possibilia. Dunque, poich´e sappiamo che Est(δ, B, i, a) = {b} e che Est(δ, B, j, a) = {b}, allora Σxδ(x) sar`a soddisfatta in i dato che b ∈ PAi. Inoltre, Σxδ(x) sar`a soddisfatta anche in j perch´e, per la relazione di accessibilit`a di equi- valenza di S5, anche qui vale che b ∈ PAj. Di conseguenza, vi `e un’asse-

gnazione di valori che per ogni mondo di hAiii∈I soddisfa Σxδ(x). Pertanto,

|=2Σxδ(x).