4. L’organizzazione della Banca d’Italia e la semplificazione organizzativa
4.6. Le componenti e le variabili dell’organizzazione
4.6.1 La semplificazione normativa
La semplificazione di un’organizzazione ha necessità di operare in un contesto normativo e di governance (poteri e responsabilità) adeguati che rendano possibile un agire in modo “semplice” e contribuire a migliorare il livello di qualità dei servizi. Difatti, un contesto normativo semplice e di qualità riduce i costi occulti e gli oneri burocratici e crea le condizioni per favorire la crescita, la competitività e lo sviluppo economico.
A questo obiettivo si ispira il piano d’azione “Semplificazione normativa e decentramento” inserito nel Piano Strategico 2014-2016 della Banca d’Italia,
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H. WATERMAN - T. PETERS - J.R. PHILLIPS, op. cit., 14.
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nell’ambito dell’obiettivo “Rivedere costi, norme e procedure per incrementare l’efficienza”256.
La better regulation assume rilievo anche per la Banca: regole poco chiare, non ben calibrate o non aggiornate producono complicazioni e possono generare appesantimenti, aggravi burocratici e incertezze operative, compromettendo il raggiungimento degli obiettivi e imponendo costi non necessari. La regolamentazione assume, inoltre, un’importante valenza comunicativa contribuendo a diffondere la cultura e i valori aziendali257.
E’ importante muoversi entro un quadro di regole chiaro, organico e accessibile, in grado anche di assicurare maggiore tempestività dei processi decisionali, responsabilizzando e motivando il personale.
Tale obiettivo richiede un’analisi meditata della regolamentazione allo scopo di rivedere con oggettività e spirito innovativo la quantità e la qualità della stessa, proseguendo, in un’ottica di migliore corrispondenza tra poteri formali e sostanziali, nell’azione di decentramento dei compiti ai diversi livelli organizzativi.
La qualità delle regole si fonda, in primo luogo, sulla semplicità delle stesse, intesa sia in senso formale (di chiarezza e comprensibilità dei precetti) sia in senso sostanziale, quale scelta della soluzione più lineare e meno gravosa per i destinatari.
La better regulation, esterna e interna, è anche oggetto di attenzione da parte dell’Eurosistema: in occasione del 6° meeting dell’Organisational Development
Committee, la BCE ha chiesto a tre Banche centrali – tra cui la Banca d’Italia –
una presentazione sulle caratteristiche dei rispettivi sistemi di produzione delle regole.
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Cfr. Piano strategico Banca d’Italia 2014-2016, cit.
257 Si v. tra i tanti: Commissione europea, Legiferare meglio - Commissione europea, ec.europa.eu; J. LUTHER - P. M. VIPIANA PERPETUA, Contributi in tema di semplificazione normativa e
amministrativa, in Polis working paper n. 208, dicembre 2013; Better regulation in Dipartimento
politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri (disponibile al sito internet http://www.politichecomunitarie.it/comunicazione/17344/better-regulation).
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In particolare, il piano di semplificazione normativa in via di attuazione nella Banca d’Italia si basa su alcuni punti essenziali:
- la riduzione della voluminosità delle norme sulla base del criterio della
proporzionalità al rischio da presidiare. In quest’ottica, una buona regolazione è quella che viene adottata solo ove necessaria e in misura proporzionata agli obiettivi da realizzare, in base a un’analisi preventiva degli effetti sui destinatari, evitando di imporre oneri amministrativi non essenziali258;
- la razionalizzazione del corpus normativo (anche attraverso testi unici e la
riduzione delle circolari disomogenee e di altre norme capillari), operando una riflessione comune sull’eccesso di regolazione e di dettaglio delle circolari, finalizzata a ridurre i carichi regolativi per le strutture. Ciò attraverso la soppressione o la revisione delle previsioni ingiustificate, obsolete o sproporzionate rispetto alle esigenze da tutelare, ai benefici e ai costi che ne derivano;
- la valutazione di decentrare le decisioni, secondo un approccio risk-based,
presso il livello organizzativo in possesso delle informazioni e delle competenze necessarie ad adottarle, accrescendo l’efficacia e la tempestività dell’azione. In tale ambito, è stato di recente attuato un sistema di decentramento delle responsabilità e utilizzo di deleghe che realizza un migliore allineamento tra ruoli decisori formali e sostanziali;
- l’utilizzo di uno stile comunicativo più fruibile e il rispetto di criteri di drafting che agevolino la chiarezza, l’univocità e la comprensibilità delle
norme;
- lo sviluppo di un portale informatico che semplifichi l’individuazione
delle disposizioni di interesse.
Inoltre, è in corso di valutazione la possibilità di prevedere, almeno per gli interventi regolatori di maggiore portata, l’utilizzo per tutta la normativa della
258 Ad es. nel 2015 gli interventi per la riduzione delle disposizioni interne, secondo criteri di efficacia e di proporzionalità al rischio delle diverse attività, hanno consentito di diminuire di circa il 15 per cento il numero delle circolari. Relazione sulla gestione e sulle attività della Banca
d’Italia sul 2015, cit., 25.
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Banca della metodologia del “ciclo della regolazione”, affinché le regole siano seguite anche nelle fasi successive all’emanazione, monitorandone e supportandone l’attuazione, verificando i risultati e valutando l’opportunità di interventi correttivi.
Tale metodo consentirebbe di configurare il processo come un circolo virtuoso, volto al miglioramento continuo della regolazione, evitando la stratificazione di norme superate, ridondanti o non coerenti con l’evoluzione delle attività e del contesto di riferimento.
La Banca già utilizza una simile metodologia in materia di normativa di vigilanza, definita “analisi d’impatto della regolamentazione” (AIR). Essa si sta rivelando uno strumento utile non solo ad affinare le norme in corso di emanazione, ma anche a rafforzare l’interazione con l’esterno, poiché prevede una fase di consultazione con i potenziali destinatari delle norme.
Difatti, l’intensa attività normativa che ha caratterizzato il settore finanziario negli ultimi anni ha sollecitato un’attenzione crescente ai costi e ai benefici attesi della regolamentazione; le iniziative regolamentari di risposta alla crisi finanziaria hanno reso tali temi ancora più attuali. Perciò, l’AIR è divenuta una pratica molto diffusa nelle istituzioni internazionali e, con diversi gradi di formalizzazione, nelle Autorità dei principali Paesi259.