resentato lo scorso 10 maggio, il Renewables Energy Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano è una fotografia an-cora unica nel suo genere in Italia del settore rinnovabili. Unica a tal punto che quest’anno, sulla scia delle novità di contesto politico, le valutazioni risultanti dalle aanalisi tecnico-economiche vengo-no ricevute da alcuni operatori come fossero input decisionali; invece, purtroppo, le decisioni spettano ad altri attori.
Obiettivo dichiarato del Report è quello di “valuta-re l’effettiva possibilità di raggiunge“valuta-re, con gli stru-menti di supporto di cui il Paese si sta dotando (da quelli indicati nella Strategia Energetica Nazionale 2017 a quelli previsti nell’approvando Decreto Rin-novabili), gli obiettivi di produzione da Rinnovabili al 2030”.
Innanzitutto, per fortuna. Per fortuna che un ente prestigioso e di provata competenza, anche se pur sempre terzo rispetto ad Autorità Politica e Com-petitors di settore, si ponga il problema di come tradurre in pratica i target (ancora non vincolan-ti) europei fissati per il 2030; perché la Strategia Energetica Nazionale (già ampiamente analizzata in questa sede) non fornisce linee di azione chiare e suddivise per tecnologia.
Dalle simulazioni effettuate il mix di produzione atteso si traduce, per fotovoltaico ed eolico, più o meno nella triplicazione della capacità attuale; nu-meri che appaiono, almeno per ora, decisamente lontani dalla realtà.
Per quanto riguarda il Decreto FER, proprio se-guendo l’etimologia latina risulta evidente l’errore (generale) di valutazione che questa idea normati-va ha indotto in parecchi ossernormati-vatori ed operatori;
P
DI ANTONIO MESSIA
Mix di produzione elettrica
da fonti rinnovabili 2015-2030
FONTE: RER 2018
Ipotesi funzionamento Contract for Difference a 2 vie (a) e con banda di oscillazione (b)
non c’è probabilmente mai stata, per ragioni essen-zialmente di regolamento e prassi politica, una reale possibilità che la bozza avviasse il suo iter di appro-vazione. Anche in caso di pubblicazione sulla Gaz-zetta Ufficiale (della quale a oggi non vi è notizia), il documento dovrebbe essere entro 60 giorni (pena il suo decadimento) discusso ed eventualmente mo-dificato da un Parlamento la cui composizione (e visione politica) è completamente diversa da quella dell’Esecutivo proponente il Decreto.
E un Governo dimissionario, in un sistema demo-cratico serio, si occupa di affari correnti e non di pianificare le attività di un settore così importante, per intensità di capitali e contenuto strategico, su un orizzonte temporale (2018-2020) rispetto al qua-le non ha competenza.
Vanno dunque, almeno per il momento ed in attesa di auspicabili, innovativi interventi normativi, rivi-ste le previsioni di nuove installazioni (circa 6-7 GW complessivi, principalmente fotovoltaico ed eolico)
#APPROFONDIMENTI
SOLARE B2B - LUGLIO/AGOSTO 2018
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nel prossimo triennio; per quanto riguarda l’Italia il settore cruciale rimane quello fotovoltaico, lungo l’intero arco applicativo (dai grandi impianti al seg-mento residenziale).
FOTOVOLTAICO DI GROSSA TAGLIA
Il ritorno sui livelli di installato richiesti dai target europei (per il fotovoltaico quasi 3 GW/anno dal 2019 al 2030, circa 7 volte i numeri attuali) passa necessariamente per un nuovo, importante svi-luppo del segmento utility-scale (P > 1 MWp). Se il pessimo biennio 2015-2016 (quota segmento sul to-tale inferiore al 5%) è indiscutibilmente legato agli effetti, soprattutto in termini di fiducia percepita da potenziali investitori, dello Spalma-Incentivi di giugno 2014, la crescita del 2017 (16% sul totale) non pare significativa, risultando legata ad un solo impianto realizzato, quello da 65 MW a Montalto di Castro.
Dei due strumenti di supporto normalmente uti-lizzati per rendere remunerativi gli investimenti in grandi impianti, Contract For Difference (CFD, assegnati con aste al ribasso) e Power Purchase Agreement (PPA, privati o pubblici), il primo è ri-tenuto nel contesto attuale italiano “propedeutico” al secondo, per il quale il nostro mercato è definito ancora “non pronto”.
Se la proposta di un CFD con banda di oscillazione si ritiene migliorativa, per il notevole risparmio di spesa pubblica, rispetto al meccanismo classico a due vie, la cautela riguardo un eventuale forte im-pulso ai PPA (strumento diffuso in tutto il mondo ormai da diversi anni) sembra eccessiva, soprattut-to alla luce dei due indiscutibili vantaggi:
- l’assenza di incentivi pubblici;
- il ritiro fisico dell’energia prodotta da parte dell’ac-quirente, che presuppone una preventiva pianifica-zione del suo utilizzo (e dunque in pratica un minor sovraccarico della rete).
Se l’obiettivo di un buon legislatore è calare gli in-tendimenti normativi nello specifico contesto di ri-ferimento, proprio il tessuto economico-produttivo italiano, fatto di pochi grandi soggetti industriali (che, in teoria, dovrebbero essere in grado di far da soli) e di moltissime realtà medio-piccole, spes-so aggregate in distretti produttivi, suggerirebbe di intervenire provando a facilitare lo sviluppo di impianti in grado di soddisfarne parte cospicua del fabbisogno energetico.
Come? Ad esempio rimuovendo il vincolo (tuttora incomprensibile) di unico soggetto produttore e unica utenza nella disciplina dei SEU, ad allo stesso tempo (idea questa contenuta nella bozza del De-creto Rinnovabili) promuovere, attraverso piatta-forma dedicata, il contatto tra offerta e potenziale domanda.
FOTOVOLTAICO DI PICCOLA TAGLIA
Dei 4.5 – 5 GW di nuova capacità fotovoltaica au-spicati nel Report per il prossimo triennio, il 25-30% riguarda la fascia medio-piccola (P < 1 MWp), con riferimento alla quale le piccole installazioni (P < 20kWp) sono previste rappresentare la quota principale, sino a 1,2 GW complessivi.
Si tratta di numeri meno distanti dalla realtà rispet-to al segmenrispet-to utility-scale (nel 2017 il 55% dei 410 MW installati è costituito da sistemi di piccola ta-glia), ma sui quali comunque porre attenzione sin da subito, soprattutto nella prospettiva di un de-cennio 2021-2030 che (se i target EU rimarranno almeno moralmente vincolanti) dovrà vivere una brusca impennata nella realizzazione di impianti. Si ritiene il meccanismo delle detrazioni fiscali, l’unico rilanciato dal report (e di cui vanno ricono-sciuti i buoni, indiscutibili risultati) non sufficiente a traghettare questa parte di settore verso i livelli richiesti.
Il documento passa in esame alcuni casi-studio di impianti residenziali semplici ed accoppiati a siste-mi di accumulo, ipotizzati in diverse località (Nord, Centro e Sud Italia), di cui viene calcolato l’IRR (a
10 anni) in funzione del costo dell’investimento ini-ziale (a titolo di esempio i risultati per un impianto senza storage in Centro Italia); con questa metri-ca di analisi, se la configurazione semplice rimane abbastanza redditiva, per dispositivi con sistema di accumulo siamo ancora lontani da economie accet-tabili.
L’analisi combinata con la realtà offre evidenze an-cora più marcate ed un po’ dissonanti:
- la configurazione semplice presenta IRR accetta-bili, ma si realizzano comunque pochi impianti; - lo storage appare ancora, da queste parti, applica-zione quasi pionieristica.
Perché? Perché probabilmente, più che l’IRR, del quale il piccolo proprietario in parecchi casi (e non è peccato) non sa nulla, interessa il tempo di recu-pero di quanto investito, soprattutto se si tratta di capitale proprio. E nelle condizioni attuali i nume-ri (8-10 anni) non sono tali da giustificare investi-menti in massa.
Perché rimane ancora complesso, in troppe zone d’Italia legate a vincoli di varia natura, l’iter buro-cratico che precede la realizzazione; e incremento dei tempi vuol dire incremento dei costi (in Italia fino al 15-20% in più rispetto alla Germania). E perché le regole, in talune situazioni decisive, continuano a sembrare non favorevoli.
Emblemati-co il caso (Emblemati-costruito ad hoc nel Report, Emblemati-con potenza pari a 20 kWp) del modello-impianto condominia-le, pensato cioè per fornire, sfruttando le superfici disponibili sui grandi tetti di edifici, una quota par-te (anche piccola) dell’energia richiesta a ciascuna delle utenze interessate. Pur nell’ipotesi (molto cautelativa) di autoconsumo pari al 50% (realistico arrivare a 60-70%), gli indicatori di redditività rag-giungono livelli più che soddisfacenti (IRR > 10%, PBT = 7 anni nei casi migliori); l’esercizio rimane però (si legge) puramente teorico, a causa di un blocco normativo sulle configurazioni pluri-utenza. Affrontare queste criticità, una per una, vuol dire cominciare ad avvicinare azione e (speriamo) vo-lontà politica.
Ad esempio attraverso l’istituzione ed il consolida-mento, sul modello tedesco, di una banca pubblica di investimento che metta a disposizione di deter-minate iniziative risorse finanziarie a basso costo (1-2%); attraverso incentivi dedicati a quello che do-vrebbe essere riconosciuto come il settore-chiave del futuro, lo storage domestico, per il quale vanno individuati obiettivi annuali precisi (in temini di installato) ed investite corrispondenti risorse; at-traverso, al costo spesso soltanto di mani libere, la pratica di buone norme pensate ed implementate sul nostro tessuto produttivo ed abitativo.
IRR impianto FV residenziale al variare
del costo unitario di investimento e del prezzo al consumo dell’energia
FONTE: RER 2018
IRR impianto FV residenziale con storage, fissato il valore unitario dell’investimento,
in funzione del prezzo al consumo dell’energia elettrica
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INNOVARE
CON LA MOBILITÀ ELETTRICA
INTERSOLAR: COSA VEDERE
Dai nuovi moduli ad alta efficienza a inverter ancora più innovativi, dalle numerose soluzioni per lo stoc-caggio energetico alle sinergie con la mobilità elettrica: ecco le principali novità della 27esima edizione della kermesse, che quest’anno si svolge per la prima volta sotto il brand The Smarter E.
ANTEPRIMA
LE NUOVE SFIDE DELLO STORAGE
Nuove funzioni e caratteristiche hanno arricchito i sistemi di accumulo, che da semplici dispositivi per lo stoccaggio energetico possono oggi rispondere a diversi compiti, con vantaggi per utenti finali e rete. Ecco qualche esempio.
MERCATO LA PAROLA AGLI INSTALLATORI L’annuale sondaggio di SolareB2B, giunto alla sesta edizione, delinea un mercato stabile, con aspettative im-portanti dall’integrazione tra fotovoltaico e tecnologie per il risparmio energetico e caratterizzato da rapporti ancora più solidi con i fornitori.
INDAGINE
LA RIVISTA DEI PROFESSIONISTI DELL’ENERGIA SOLARE // GIUGNO 2018 / ANNO IX / NUMERO 6
EFFICIENZA E RISPARMIO ENERGETICO
Redazione: Via Don Milani 1 - 20833 Giussano (MB) - Tel: 0362/332160 - [email protected] - www. solareb2b.it - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - Registrazione al Tribunale di Milano n. 195 del 2 aprile 2010. Poste Italiane SpA - Spediz. in Abb. Postale D.L. 353/2003 (Conv. in Legge 27/02/2004 n°46) Art.1 Comma 1 D.C.B. Milano. In caso di mancato recapito inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la tariffa. RENEWABLE ENERGY REPORT
LA QUARTA EDIZIONE DELLO STUDIO DEL POLITECNICO DI MI-LANO STIMA 5 GW DI NUOVI IMPIANTI FOTOVOLTAICI ENTRO IL 2020, GRAZIE IN PARTICOLARE ALLA SPINTA DELLE INSTALLA-ZIONI SUPERIORI AL MW.
ITALIA: NEL 1°Q NUOVI IMPIANTI FV A +6%
LE INSTALLAZIONI REALIZZATE NEI PRIMI TRE MESI DELL’ANNO HANNO TOTALIZZATO 89 MW. È NEGATIVO IL SALDO DEL MESE DI MARZO, CON UNA FLESSIONE DELL’11%.
STORAGE SU IMPIANTI ESISTENTI: SPESA DETRAIBILE
L’AGENZIA DELLE ENTRATE SPECIFICA CHE I SISTEMI DI ACCU-MULO SONO SEMPRE SPESE DETRAIBILI POICHÉ ACCESSORIE E FUNZIONALI ALL’IMPIANTO FOTOVOLTAICO, INDIPENDENTE DAL MOMENTO DI INSTALLAZIONE.
INTERVISTA A ENRICO MARIN, AMMINISTRATORE UNICO DI BAYWA R.E. SOLAR SYSTEMS
STORAGE:
INTELLIGENZA A PROVA DI RETE
INTERSOLAR: BOOM DI VISITATORI Alla fi era tedesca, che quest’anno si è svolta per la prima volta sotto l’insegna The Smarter E, sono state registrate 47mila presenze, con una crescita del 17,5% rispetto al 2017. Forte interesse attorno alle novità all’insegna dell’innovazione tecnologica, della specia-lizzazione e della convergenza tra storage e mobilità elettrica.
REPORTAGE
LO SPRINT DEI SISTEMI DI MONTAGGIO
Continua l’evoluzione dei supporti per impianti fotovoltaici, che oggi vengono realizzati in prodotti più leggeri e semplici da installare. Spazio anche alle nicchie di mercato, come soluzioni per installazioni su pareti, pensiline e specchi d’acqua.
MERCATO COSÌ CAMBIANO LE ISPEZIONI DEL GSE
Le verifi che condotte nel 2017 dal Gestore si sono con-centrate su un numero minore di impianti fotovoltaici, mentre sono cresciuti i recuperi e la taglia di impianti oggetto di violazioni. Intanto le associazioni e gli esperti del settore chiedono maggiore elasticità.
PRIMOPIANO
LA RIVISTA DEI PROFESSIONISTI DELL’ENERGIA SOLARE // LUGLIO-AGOSTO 2018 / ANNO IX / NUMERO 7/8
EFFICIENZA E RISPARMIO ENERGETICO
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ENTRO IL 2030, LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA IMPIANTI CHE SFRUTTANO LE FONTI PULITE NEGLI STATI MEMBRI DO-VRÀ COPRIRE IL 32% DEI CONSUMI.
RINNOVABILI: SALGONO A 10 MILIONI GLI OCCUPATI
CON 500MILA NUOVE UNITÀ LO SCORSO ANNO, IL NUMERO MONDIALE DI ADDETTI NELLE FER HA REGISTRATO UN INCRE-MENTO DEL 5,3%. IN TESTA GLI OCCUPATI NEL SOLARE (+9%).
EFFICIENZA: IN ITALIA INVESTIMENTI A +10%
NEL 2017, IL SEGMENTO HOME & BUILDING HA COPERTO IL 65% DEI 6,7 MILIARDI INVESTITI. TRA LE TECNOLOGIE PER IL RISPARMIO, SONO IN TESTA LE POMPE DI CALORE.
INTERVISTA A VINCENZO FERRERI, COUNTRY GENERAL MANAGER DI SONNEN IN ITALIA
#APPROFONDIMENTI
SOLARE B2B - LUGLIO/AGOSTO 2018
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LA COMMISSIONE EUROPEA HA FISSATO AL 32% LA PRODUZIONE DA FONTI PULITE ENTRO IL 2030. IL DATO PERCENTUALE È IN RIALZO RISPETTO AL 27% STABILITO INIZIALMENTE. CON TANTO DI CLAUSOLA DI REVISIONE AL RIALZO NEL 2023