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Servizio di erogazione dell’acqua alle famiglie

1.5.1 L’approvvigionamento delle famiglie attraverso la rete idrica comunale

Nel 2018, circa 24,8 milioni di famiglie, pari al 95,8 per cento del totale, dichiarano di essere allacciate alla rete idrica comunale. Più della metà delle regioni mostrano percentuali superiori alla media nazionale: in particolare, le quote più elevate si rilevano tra le famiglie della provincia di Trento (99,6 per cento) e della Valle d’Aosta (99,2 per cento). Al contrario, le percentuali più basse si registrano tra le famiglie del Veneto e del Lazio (92,2 per cento), Sicilia (92,9 per cento) e Puglia (93,0 per cento)11.

Le famiglie che sono allacciate alla rete idrica comunale, nell’84,6 per cento dei casi, si ritengono molto o abbastanza soddisfatte del servizio idrico fornito. Prevale, nondimeno, un giudizio di moderata soddisfazione, poiché le famiglie che dichiarano di essere molto soddisfatte (21,3 per cento) sono circa un terzo di quelle che si ritengono abbastanza sod-disfatte (63,3 per cento). Fanno eccezione le famiglie che abitano nelle province di Bolzano e di Trento: per le prime, la quota di quelle che si ritengono molto soddisfatte raggiunge il 64,8 per cento; per le seconde, la quota si attesta al 51,1 per cento.

Le percentuali variano sensibilmente sul territorio: nel Nord del Paese le famiglie molto o abbastanza soddisfatte sono il 91,9 per cento delle famiglie allacciate alla rete idrica co-munale; nel Centro e nel Sud tale quota diminuisce di circa dieci punti, mentre nelle Isole scende al 67,0 per cento. In alcune aree geografiche sono pertanto presenti quote signifi-cative di famiglie che si dichiarano poco o per niente soddisfatte.

11 Occorre precisare che la rete idrica comunale non rappresenta l’unica modalità di approvvigionamento per le famiglie. Sono presenti altre forme di approvvigionamento, che sono utilizzate insieme o in alternativa al servizio idrico offerto dai comuni. In particolare, l’approvvigionamento attraverso pozzi, sorgenti o altre fonti private interessa il 4,2 per cento del totale delle famiglie.

0 30 40 50 80 90 100 SardegnaCalabria Sicilia Molise Abruzzo CampaniaToscana UmbriaLazio Puglia BasilicataITALIA Marche PiemonteLiguria Emilia-RomagnaLombardia Veneto Friuli-Venezia Giulia Valle d'Aosta/Vallée d'AosteTrento Bolzano-Bozen Molto soddisfatte 10 20 Poco soddisfatte 60 70 Non indicato Per niente soddisfatte

Abbastanza soddisfatte

Grafico 1.25 – Famiglie allacciate alla rete idrica comunale per grado di soddisfazione del servizio e regione. Anno 2018 (composizione percentuale)

Se si considera quindi il livello di soddisfazione complessivo nei confronti del servizio idrico offerto dai comuni, emerge che in alcune regioni la quota di famiglie poco soddisfatte supera di gran lunga la percentuale di quelle molto soddisfatte: gli scostamenti maggiori si registrano in Calabria (26,6 per cento contro 9,6 per cento), Sardegna (24,3 per cento contro 8,8 per cento) e Sicilia (22,7 per cento contro 11,1 per cento) (Grafico 1.25).

I dati forniscono anche la valutazione espressa dalle famiglie allacciate alla rete idrica co-munale in merito ad aspetti specifici del servizio fornito: l’assenza di interruzioni della fornitu-ra; il livello di pressione dell’acqua; l’odore, il sapore e la limpidezza dell’acqua; la frequenza di lettura dei contatori; la frequenza della fatturazione; la comprensibilità delle bollette. L’analisi dei dati riguardo alle caratteristiche elencate mette in luce, da un lato, alcune tendenze che appaiono costanti e, dall’altro, alcune criticità che caratterizzano diverse aree del Paese.

Per ciascuno degli aspetti considerati, sebbene, nella maggioranza dei casi, le famiglie si ritengano molto o abbastanza soddisfatte, spiccano – come in precedenza – dei giudi-zi caratterizzati da una moderata soddisfagiudi-zione, che sopravanzano nettamente i giudigiudi-zi di piena soddisfazione. Un discorso a parte, tuttavia, meritano le famiglie della provincia di Bolzano e della provincia di Trento. I giudizi di piena soddisfazione prevalgono su quelli moderati su tre degli aspetti enunciati: l’assenza di interruzioni della fornitura; il livello di pressione dell’acqua; l’odore, il sapore e la limpidezza dell’acqua.

Un’ulteriore considerazione, certamente collegata alla precedente, riguarda i livelli di soddisfazione nei confronti di ciascun aspetto. I dati fanno emergere una precisa tendenza che accomuna tutti gli aspetti presi in esame: il Nord mostra sempre le quote più elevate di famiglie molto o abbastanza soddisfatte, tali quote diminuiscono nelle altre ripartizioni geografiche, toccando il minimo nelle Isole.

Rispetto all’assenza di interruzioni della fornitura, nell’87,4 per cento dei casi, le fa-miglie dichiarano di essere molto o abbastanza soddisfatte; tuttavia, le quote più elevate di famiglie poco o per niente soddisfatte sono in Calabria e in Sicilia, dove raggiungono, rispettivamente, il 40,2 per cento e il 31,9 per cento.

In merito al giudizio sul livello di pressione dell’acqua, le famiglie che si ritengono molto o abbastanza soddisfatte sono l’83,1 per cento. Le differenze più rilevanti, tuttavia, si colgono allorché si prende in esame il livello di insoddisfazione: ancora una volta Calabria e Sicilia sono le regioni in cui le percentuali di famiglie poco o per niente soddisfatte sono di gran lunga le più alte (il 33,7 per cento e il 29,6 per cento, rispettivamente).

Riguardo all’odore, al sapore e alla limpidezza dell’acqua, le famiglie che si ritengono molto o abbastanza soddisfatte sono il 72,3 per cento. È interessante notare che le famiglie poco o per niente soddisfatte raggiungono una quota ragguardevole (26,8 per cento) e che, soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno, tale quota aumenta di molto. Basti osservare i valori per la Sicilia (49,7 per cento), la Sardegna (42,7 per cento) e la Calabria (41,5 per cento).

Sulla frequenza di lettura dei contatori la percentuale di famiglie molto o abbastanza soddisfatte si attesta al 72,1 per cento. Anche in questo caso è consistente la quota di fa-miglie che dichiarano di essere poco o per niente soddisfatte (26,4 per cento). Percentuali molto superiori al valore medio si registrano in Sicilia (48,0 per cento), Calabria (42,1 per cento) e Campania (41,9 per cento).

Un’ulteriore valutazione riguarda la frequenza della fatturazione. Su questo aspetto, le famiglie che si ritengono molto o abbastanza soddisfatte sono il 78,2 per cento. Ancora una volta, gli scostamenti più consistenti si colgono analizzando il livello di insoddisfazione. In Sicilia la quota di famiglie poco o per niente soddisfatte è la più elevata (42,1 per cento); meno alte, ma pur sempre ragguardevoli, le percentuali in Calabria (39,3 per cento) e in Sardegna (37,8 per cento).

Infine, le famiglie che dichiarano di essere molto o abbastanza soddisfatte riguardo alla comprensibilità delle bollette sono il 61,2 per cento. Occorre notare che tale valore rappresenta il livello minimo di soddisfazione e che le famiglie poco o per niente soddi-sfatte raggiungono una quota considerevole (37,3 per cento). In particolare, in tre regioni del Mezzogiorno, la quota aumenta sensibilmente, tanto da interessare circa la metà delle famiglie: Campania (51,5 per cento), Sicilia (50,6 per cento) e Sardegna (49,4 per cento).

1.5.2 La qualità del servizio di erogazione dell’acqua potabile

Nel 2018 si attesta al 10,4 per cento la quota di famiglie italiane che lamentano irrego-larità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle loro abitazioni. Tale valore, stabile rispetto al dato registrato nel 2017, è ancora distante dai picchi rilevati a partire dal 2002, soprattutto da quello del 2003 (17,0 per cento).

Il disservizio investe in modo diverso tutte le regioni e interessa quasi 2,7 milioni di famiglie; di queste, poco meno di 1,8 milioni, pari al 65,4 per cento, vivono nelle regioni del Mezzogiorno.

La regione più esposta ai problemi di erogazione dell’acqua nelle abitazioni è la Ca-labria, dove il 39,6 per cento delle famiglie lamenta questa inefficienza. Grave anche la situazione in Sicilia (29,3 per cento), dove tuttavia si registra un sensibile miglioramento rispetto all’anno precedente. Viceversa, nel Nord-ovest e nel Nord-est, le famiglie che la-mentano irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua rappresentano una quota esigua (rispettivamente, il 3,3 per cento e il 2,5 per cento); mentre soltanto una famiglia su dieci del Centro dichiara che il servizio di erogazione è irregolare.

Le famiglie che non si fidano a bere l’acqua di rubinetto sono ancora una quota consi-derevole, nonostante una progressiva diminuzione. Dal 40,1 per cento del 2002 scendono al 29,0 per cento del 2018, per un numero complessivo di famiglie pari a 7,5 milioni.

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 2002 2003 2004* 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Irregolarità nell'erogazione dell'acqua Non si fidano a bere l'acqua del rubinetto

Grafico 1.26 – Famiglie che lamentano irregolarità nell’erogazione di acqua e che non si fidano a bere l’acqua del rubinetto. Anni 2002-2018 (per 100 famiglie)

Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana. * Il valore per il 2004 non è stato rilevato

Rispetto al valore del 2017 non si registra nessuna variazione. Il fenomeno presenta una marcata variabilità territoriale: si va dal 17,8 per cento del Nord-est al 52,0 per cento delle Isole, con la percentuale più elevata in Sicilia (53,3 per cento). Seguono le famiglie della Sardegna (48,5 per cento) e quelle della Calabria (45,2 per cento).