PARTE 1 - Il quadro dell’agroalimentare veneto
4. Il settore primario nella visione degli imprenditori agricoli veneti
4.1 Introduzione metodologica
Il Veneto è tra le prime 4 regioni agricole italiane, leader in numerose produzioni e con una variegata base di imprenditori agricoli che, negli ultimi 15-20 anni, hanno dovuto confrontarsi con importanti trasformazioni nel mercato al consumo, nella commercializzazione interna ed internazionale, nella PAC, nella tecnologia e nei sistemi di produzione, senza dimenticare le problematiche di ordine ambientale e climatico sempre più pressanti. A fronte di questo, il ricambio generazionale è stato lento e diffi cile, con pochi giovani che prendono in mano le aziende, assecondando l’abbandono dell’attività. D’altra parte non pochi imprenditori manifestano fi ducia nel futuro impegnandosi nello sviluppo della propria azienda.
La visione in prospettiva dell’agricoltura veneta e del proprio futuro come im-prenditori agricoli è la tematica dell’indagine realizzata da Veneto Agricoltura nella primavera del 2019, che ha coinvolto aziende venete di differenti comparti agricoli.
Con il supporto di una ditta specializzata in ricerche di mercato, è stato intervi-stato un campione di 1.000 imprenditori agricoli con sede in Veneto, utilizzando la metodologia CAWI (via internet) e CATI (intervista telefonica).
Per l’individuazione della popolazione di riferimento ci si è appoggiati all’ana-grafi ca AVEPA (Azienda Veneta per i Pagamenti in Agricoltura) delle aziende agri-cole, contenente anche il dato relativo alla SAU (Superfi cie Agricola Utilizzata) e SAT (Superfi cie Agricola Totale), che è stata interfacciata con la banca dati Parix di Infocamere per l’aggiornamento di alcune informazioni e una classifi cazione delle aziende per indirizzo produttivo principale.
Nell’estrazione del campione si è tenuto conto della distribuzione territoriale delle aziende per provincia, dei principali indirizzi produttivi (seminativi, latte/carne, orto/frutta, vite) e sono state anche privilegiate le interviste con i conduttori delle aziende di maggiore dimensione.
Obiettivo dell’indagine era di cogliere il punto di vista degli imprenditori su quelli che possono essere i punti di forza e di debolezza dell’agricoltura veneta in gene-rale e della propria azienda in particolare, completando la loro visione in merito ad elementi di opportunità e minacce immaginabili in un prossimo futuro.
Tenendo conto delle caratteristiche del sistema di indagine (CAWI e CATI) che, per favorire il tasso di risposta, chiede una breve disponibilità di tempo all’intervista-to, si sono predisposte una decina di domande mirate e dirette sui punti sopra indi-cati. Circa il 33% delle interviste sono state effettuate col sistema CAWI, il restante 67% col sistema CATI.
4.2 Caratteristiche del campione
Le caratteristiche principali del campione intervistato sono illustrate nella fi gura 4.1. Il comparto più rappresentato è quello dei seminativi cerealicoli e delle colture industriali, sintetizzato in cereali, con quasi il 50% delle aziende. Seguono con la
Figura 4.1 – Distribuzione del campione intervistato.
stessa percentuale, circa il 20%, il comparto vitivinicolo e quello zootecnico, che vede gli allevamenti bovini (latte e carne) rappresentare quasi il 69% del campio-ne. Le aziende ortofrutticole sono circa il 10%. La distribuzione provinciale vede la provincia più vocata all’agricoltura, Verona, raggruppare il 20% delle interviste. A seguire le altre tre importanti province agricole: Treviso (18,6%), Vicenza (17,5%) e Padova (17,4%). Un minor numero di interviste è stato fatto nelle province di Venezia (14,3%), Rovigo (7,7%) e Belluno (4,5%).
La distribuzione delle interviste in base alla SAU ha in parte privilegiato le aziende con una superfi cie superiore ai 10 ha, che in totale superano il 55%. In particolare le aziende con più di 20 ha ammontano, nel campione, al 36%, mentre nella realtà sono circa il 7% con oltre il 53% della SAU. Le aziende sotto i 5 ha sono, in Veneto, oltre il 70% e raccolgono non più del 18% della SAU; nel campione si fermano al 24%.
Per indirizzo produttivo
CEREALI 49,7%
LATTE / CARNE 20,1%
ORTO / FRUTTA
9,9% VINO
20,3%
Per provincia
BL 4,5%
PD 17,4%
RO 7,7%
TV 18,6%
VE 14,3%
VI 17,5%
VR 20,0%
Per SAU
Fino a 5 ettari 24,2%
10-20 ettari 19,0%
5-10 ettari 20,5%
20-50 ettari 23,8%
Oltre 50 ettari 12,5%
4.3 Il futuro dell’agricoltura veneta
È stato chiesto in maniera diretta all’imprenditore intervistato quali, a proprio pa-rere, debbano essere le aree di intervento/sostegno per favorire l’agricoltura veneta.
Emerge con chiarezza l’importanza di indirizzarsi verso un’agricoltura sostenibile (89,5%)1 nei tre aspetti in cui si declina: rispettosa dell’ambiente, socialmente ac-cettata, ma anche redditizia per gli agricoltori. In particolare la montagna (Belluno) sottolinea maggiormente questo aspetto. Segue l’agricoltura di precisione (87,8%) intesa nell’ampia veste di agricoltura digitale, che razionalizza con accuratezza gli interventi e i sistemi di produzione per risparmiare lavoro e mezzi tecnici e che, quindi, ben si sposa con l’agricoltura sostenibile, soprattutto per quanto riguarda gli interventi di difesa delle colture. Infatti, a dare maggior enfasi a tale aspetto sono stati gli imprenditori vitivinicoli e frutticoli. Ma l’agricoltura di precisione risulta vantaggiosa anche nelle fasi di concimazione e di lavorazione del terreno, quando si hanno mappe digitali, ad esempio con le caratteristiche dei suoli, che consentono di differenziare l’intensità delle operazioni colturali.
Una terza area risulta la specializzazione produttiva di alta gamma (86,8%) con l’obiettivo di differenziare l’offerta, sfruttare le particolari opportunità pedoclima-tiche della nostra regione e recuperare tipicità. Si pensi, ad esempio, ai contratti di fi liera o di distretto col sistema agroalimentare che sta aprendo interessanti op-portunità sia col sostegno pubblico, ma anche in ambito privato, per l’interesse dell’agroindustria verso l’innovazione di prodotto. Gli imprenditori più sensibili su questo aspetto sono i viticoltori e quelli delle province di Venezia e Verona.
Non si discosta di molto anche l’indicazione sull’importanza dell’informatizza-zione aziendale (84,9%), fattore che potrebbe migliorare la capacità competitiva dell’agricoltura veneta. Se pur già presente in molte aziende per la gestione e il controllo produttivo (es. allevamento, alcune operazioni culturali ) trova ancora dif-fi coltà di diffusione per gli investimenti richiesti, nelle aziende di piccole dimensioni e per l’età avanzata di tanti imprenditori2. Tra quelli più interessati a questo riguardo si segnalano gli ortofrutticoltori.
Infi ne, con una percentuale leggermente inferiore, l’ingegneria genetica (73,5%) intesa in senso lato come miglioramento delle caratteristiche genetiche di piante coltivate e animali allevati. Rimane aperto il dibattito sull’opportunità di spalancare la strada agli organismi geneticamente modifi cati con tecniche sempre più sofi sti-cate e precise, è tuttavia chiara la consapevolezza degli imprenditori che la soste-nibilità ambientale dell’agricoltura passa anche dall’utilizzo di varietà con maggior resistenza ai parassiti, minore bisogno di acqua, cicli produttivi differenziati, eleva-ta rispondenza delle caratteristiche del prodotto alle lavorazioni e trasformazioni tecnologiche, ecc. In sostanza, operare per avere una pianta sempre più adattata all’ambiente in cui viene coltivata. Senza addentrarsi nella problematica, rimane evi-dente la necessità di ampliare e diffondere maggiormente le conoscenze su questi particolari aspetti presso gli imprenditori per una migliore comprensione sia scien-tifi ca che sociale3.
1 La domanda consentiva la risposta multipla, per cui la somma delle percentuali delle risposte è superiore a 100. Così anche per le successive domande.
2 Opportunità e vincoli nell’applicazione del 4.0 nella fi liera agroalimentare italiana – indagine No-misma e Crif – 2019.
3 FiBL, Tecniche di miglioramento genetico e vegetale, versione a cura di Rete Semi Rurali 2019.
INRAN (Bailla, Morelli), Dai geni ai semi, 2010.
4 Secondo un recente studio della Commissione Europea “Analisi degli oneri amministrativi della PAC” (2019) il costo medio aziendale in Italia è pari a 800 euro ad azienda (comprensivo dei costi per il tempo perso), il secondo più alto a livello europeo dietro la Svezia e con un impegno di almeno 30 ore l’anno, il doppio della media europea.
Per il futuro dell’agricoltura veneta quanto ritiene sia importante favorire:
89,5%
87,8%
73,5%
84,9%
86,8%
10,5%
12,2%
26,5%
15,1%
13,2%
Agricoltura sostenibile Agricoltura di precisione Ingegneria genetica Informatica in azienda Specializzazione produttiva di alta gamma
MOLTO / ABBASTANZA POCO / PER NIENTE % Molto / Abbastanza Superiori alla media
BELLUNO VINO VINO – VR / VI
VINO – VE / VR ORTO / FRUTTA
4.4 I punti critici del settore agricolo veneto
Le aziende operano su due fronti che si interfacciano strettamente: l’organizza-zione gestionale e produttiva da una parte e il mercato dall’altra. Le aziende agrico-le hanno poca o quasi nessuna capacità di infl uenzare il proprio mercato, situazione che può, eventualmente, migliorare se sono associate in forme aggregative (es.
cooperative, associazioni produttori). Possono al massimo interpretarlo al meglio facendo capo a fi liere di prodotto o inserendosi in mercati di nicchia. Aspetto che richiede capacità manageriali e, quindi, di gestione non sempre alla portata.
L’indagine mette subito in evidenza che, per l’aspetto gestionale, il punto critico ritenuto più saliente è la gestione burocratica. Le piccole e medie aziende si trovano a gestire prassi burocratiche legate, ad esempio, alla PAC, al PSR, allo smaltimento rifi uti, all’uso di patentini, al rispetto di regolamenti, ecc. quasi sempre a carico dell’imprenditore agricolo che è anche impegnato nell’attività produttiva. Pur po-tendo appoggiarsi alle strutture di servizio delle associazioni di categoria, il carico per l’imprenditore rimane alto in termini di tempo e fatica, ancor di più se questo viene associato ad una età media avanzata.
Delegare a qualcuno in azienda, in maniera specialistica, la contabilità e l’am-ministrazione burocratica, è spesso una possibilità limitata o poco praticabile. Inol-tre questo carico non è proporzionalmente collegato alle dimensioni e complessità dell’azienda per il sistema in cui è inserita la produzione agricola europea. Ecco, quindi, che l’80,5% degli intervistati hanno indicato la burocrazia come un ma-cigno che pesa sulla loro testa4. Al secondo posto, a distanza, vengono indicati il ricambio generazionale (21,4%), l’applicazione delle normative UE (20,3%), gene-ralmente collegate agli obblighi della PAC per il pagamento dei titoli, segnalata in particolare dalle aziende a seminativo. Segue la diffi coltà di reperire manodopera (17,8%), in particolare per le aziende ortofrutticole. Sembrano, invece, limitate le problematiche relative all’accesso al credito (8,4%).
Figura 4.2.
Per quanto riguarda i punti critici relativi al mercato emerge nettamente l’indica-zione sulla diffi coltà di realizzare utili (60,5%). Che in questo caso si può interpre-tare in due sensi: diffi coltà di molte aziende a raggiungere un reddito dignitoso e sostanzialmente costante negli anni e diffi coltà di ottenere un surplus rispetto ad un reddito dignitoso. Nel primo caso ci troviamo di fronte ad aziende con importanti problematiche di reddito con rischio di chiusura e di mancato ricambio generaziona-le. Non è detto che ciò comporti anche la perdita di superfi cie agraria, ma si passerà ad altra forma di gestione come la conduzione di terzisti o l’affi tto, ma comunque con il disimpegno dell’imprenditore. Il secondo caso riguarda la capacità di realiz-zare profi tti: ciò comporta la diffi coltà di ricapitalizzazione dell’azienda in termini di ammodernamenti, investimenti tecnologici e, quindi, la possibilità di rimanere sul mercato o migliorare la competitività. La scarsa capacità/possibilità di realizzare pro-fi tti negli anni va ad aumentare la percezione del rischio che, a sua volta, infl uisce sulla razionalità delle decisioni e induce a scegliere combinazioni produttive i cui ri-sultati economici sono in genere inferiori rispetto alla massimizzazione del profi tto, ma funzionali alla conservazione dell’integrità produttiva dell’azienda5.
Segue, subito dopo col 44% degli intervistati, la considerazione dello scarso peso del sistema agricolo nella fi liera agroalimentare, cosa nota e costantemente sottolineata dal mondo agricolo e che va ad incidere sulla capacità contrattuale de-gli agricoltori i quali si trovano, nella maggior parte dei casi, a subire i prezzi sia sui prodotti che sui mezzi di produzione. Questo viene chiaramente rilevato anche da un recente report dell’Ismea6 con riguardo alla catena del valore.
Meno rimarcati altri punti critici, ma non per questo da sottovalutare, quali lo scarso sostegno pubblico (20,5%), indicati maggiormente dagli allevatori, la dimen-sione ridotta delle imprese (16,2%), limitate competenze commerciali (11,8%) e, infi ne, la scarsa propensione all’innovazione (8,1%).
Dal punto di vista della gestione dell’azienda, secondo lei, quale è il problema più rilevante del settore agricolo veneto?
80,5%
21,4%
20,3%
17,8%
14,8%
9,4%
Burocrazia Ricambio generazionale Applicare le normative UE Difficoltà di reperire manodopera Scarsa propensione all’aggregazione Accesso al credito Figura 4.3.
(% calcolate sul totale dei rispondenti)
5 Esempi tipici sono gli eventi climatici che condizionano la produzione agricola; il mutamento delle preferenze dei consumatori; la protezione dei raccolti con tecnologie adottate, le decisioni istituzio-nali (incentivi premi, regolamenti e vincoli ambientali, barriere) che limitano le attività produttive in funzione di interessi più generali e le cui conseguenze sono in genere, molto più rilevanti per la sopravvivenza delle imprese di quanto non siano quelli riferibili a commercializzazione e produzio-ne. (Agriregionieuropa anno 10 n°39, Dic 2014 - Pianifi cazione dell’azienda agricola in condizioni di rischio di Franco Rosa.
6 Ismea – Rapporto sulla competitività dell’agroalimentare italiano 2018 pag. 48.
Sotto l’aspetto del mercato, secondo lei, quale è il problema più rilevante del settore agricolo veneto?
60,5%
44,0%
20,5%
16,2%
11,8%
8,1%
Difficoltà a realizzare utili Scarso peso del settore agricolo nella filiera agroalim.
Poco sostegno pubblico Dimensione ridotta delle imprese Limitate competenze commerciali Bassa propensione all'innovazione
Con le risposte a queste due domande gli imprenditori sembrano quasi voler dire: “toglieteci un po’ di burocrazia e favorite la possibilità di lasciarci un po’ più di valore aggiunto che gli altri problemi li risolviamo da soli”.
In verità la situazione è un po’ più complicata. Ci sono, anche in Veneto, diversi aspetti strutturali che condizionano la dinamicità del settore. Sicuramente tra i primi c’è il ricambio generazionale: quando l’azienda è condotta da giovani imprenditori aumenta il tasso di innovazione, la produttività del lavoro, la capacità di stare sul mercato. La rigidità del mercato fondiario: il costo del terreno è mediamente alto, la disponibilità poca e continuamente in competizione con usi alternativi alla coltiva-zione. Per di più il Veneto soffre di una urbanizzazione diffusa che non va a vantag-gio dell’agricoltura. Questo aspetto rende diffi cile alle aziende sia di allargarsi che di equilibrare la propria capitalizzazione, tanto che esistono numerose situazioni di sbilanciamento del capitale fi sso, ad es. verso i fabbricati, con effetti negativi sul reddito operativo.
4.5 Peculiarità dell’agricoltura veneta
È stato chiesto agli imprenditori intervistati quali caratteristiche riconoscono all’agricoltura veneta e il suo ruolo sociale ed economico. Gli imprenditori riten-gono che la nostra regione abbia una indubbia cultura agricola, radicata anche nel passato, che consente a loro di mettere sul mercato prodotti di qualità e sicuri per i consumatori (53,1%), capacità che potrebbe essere maggiorente valorizzata con l’indicazione della provenienza della materia prima anche per i prodotti non DOP. Tale aspetto viene riconosciuto anche da numerosi consumatori, premiando le iniziative di vendita diretta, i farmer’s market, i GAS (Gruppi di acquisto solidale) agricoli, anche se rimangono ancora soluzioni di nicchia.
Riconoscono poi all’agricoltura un importante ruolo di presidio del territorio a benefi cio della sua salvaguardia e difesa (39,9%). In effetti anche recenti indagini e monitoraggi che fanno capo al Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Am-biente (SNPA) hanno ben evidenziato l’importante ruolo che l’agricoltura offre su questo fronte e, ancor di più, se adeguatamente indirizzata e sostenuta7.
Figura 4.4.
(% calcolate sul totale dei rispondenti)
7 ISPRA-SNPA, Territorio. Processi e trasformazioni in Italia, 2018.
C’è inoltre la convinzione che l’agricoltura veneta sia una importante carta per l’immagine del Veneto e dell’Italia stessa all’estero (34,6%). Ciò per il rilevante ruolo che può svolgere come richiamo e rinforzo del made in Veneto nel suo complesso, non solo agricolo. In effetti non si può non riconoscere l’importanza dell’abbina-mento agricoltura-turismo sotto forma di offerta di paesaggio, di prodotti tipici e cultura. Infatti la successiva indicazione degli imprenditori agricoli riguarda il ruolo dell’agricoltura veneta nella produzione di numerosi e importanti prodotti a Deno-minazione d’Origine e tipici (33,9%), frutto di una tradizione a volte centenaria, sopratutto nei comparti lattiero-caseario, orticolo, viticolo.
Le successive sottolineature rilevate, collegate a una vision riferita ad una agri-coltura moderna e competitiva, vengono messe in posizione secondaria. Come a dire “si, ci devono essere. Ma l’agricoltura esprime anche valori che non possono sempre essere negoziati”.
Quindi Veneto come agricoltura moderna e innovativa si ferma al 16,5%, come produzione intensiva e industrializzata al 15,5%, con valutazioni addomesticate dai ruoli sopra indicati.
Si ha, infi ne, una scarsa fi ducia che l’agricoltura veneta possa avere un ruolo di rilievo nell’offrire opportunità all’occupazione giovanile nel suo complesso, anche se in questi ultimi anni le azioni a favore del primo insediamento (PSR) sembrano aver avuto un buon riscontro.
A suo parere l’agricoltura in Veneto è soprattutto:
34,6%
39,9%
53,1%
33,9%
16,5%
15,5%
14,8%
Produzione sicura e di qualità Difesa del territorio Prod. importanti per l'immagine del Veneto e dell’Italia all’estero Salvaguardia delle produzioni locali Agricoltura moderna e innovativa Produzione intensiva ed industrializzata Opportunità per l'occupazione giovanile
4.6 Impegni a favore dell’agricoltura veneta
Come sostenere l’agricoltura veneta? Quali sono le esigenze che gli imprenditori valutano importanti per mantenere o migliorare la loro capacità imprenditoriale nel contesto di una economia sempre più globalizzata e competitiva? L’agricoltura europea, e quindi anche italiana, è condizionata dagli indirizzi assunti con la PAC e dall’articolata regolamentazione adottata dalla Commissione Europea8, oltre agli aspetti di mercato. L’esperienza dei nostri imprenditori vede le attuali regole del
Figura 4.5.
(% calcolate sul totale dei rispondenti)
8 La dotazione fi nanziaria complessiva pubblica del PSR del Veneto, periodo 2014-20 è di circa 1,2 miliardi di euro. Mentre quella dell’Italia è di circa 18,7 miliardi di euro. La PAC pesa per il 40,6% sul bilancio dell’UE (2017).
gioco comunitarie spesso sfavorevoli alla situazione delle proprie aziende. Chiedo-no infatti, in questo caso alla politica, un maggior impegChiedo-no per il sostegChiedo-no degli interessi peculiari dell’agricoltura italiana e veneta. Sicuramente tra i principali si possono ricordare un maggior riconoscimento dell’origine del prodotto e soprat-tutto della materia prima nella fi liera agroalimentare, una PAC più equilibrata nella distribuzione dei fondi europei e piani di sviluppo rurale maggiormente coerenti con lo sviluppo complessivo delle aree rurali a benefi cio del presidio del territorio.
Gli intervistati individuano, poi, nell’esportazione (37,8%) uno dei più importanti strumenti a sostegno dell’agricoltura veneta. Il Veneto ha già rilevanti e buone per-fomance commerciali nel vitivinicolo, caseario e anche nell’orticolo. Sono presenti inoltre numerose industrie agroalimentari (es. prodotti da forno) con rilevanti quote esportate, ma la cui materia prima è solo parzialmente veneta. Quota che potreb-be essere migliorata costruendo più convenienti rapporti di fi liera fi nalizzati anche all’innovazione di prodotto.
Seguono tre indicazioni in merito alle attese, che però rappresentano nello stes-so tempo un impegno per gli imprenditori agricoli medesimi (ma anche per le varie forme associative dove eventualmente sono inseriti) e la stessa programmazione politica, attraverso, ad esempio, l’applicazione di talune misure nel PSR e una atten-ta selezione delle progetti più validi. In ordine vengono quindi segnalati la necessità di investire in tecnologie ed innovazione (24,9%), migliorare la capacità manage-riale degli imprenditori (23,4%), cioè favorire la coltura di impresa e in particolare la gestione economica e, infi ne, la necessità di esplorare anche nuove produzioni (intese anche come sistemi produttivi) (18,7%) sia per le colture che per gli alleva-menti. Aspetto che viene confermato dalla segnalazione successiva sottolineando la possibilità di una conversione all’agricoltura biologica (18,6%). Sono soprattutto le aziende ad indirizzo ortofrutticolo che vedono nell’agricoltura biologica un’occa-sione per potenziare la propria capacità imprenditoriale. Il biologico, in effetti, sta registrando, buoni livelli di crescita in Europa e anche in Italia, ancor più sul piano del mercato al consumo9. Le aziende a seminativo, invece, guardano con più inte-resse a nuove colture o varietà da coltivare.
Secondo lei, quali tra le azioni seguenti è necessaria per far crescere l’agricoltura veneta?
48,0%
37,8%
24,9%
23,4%
18,7%
18,6%
Difendere le imprese agricole venete in Europa Favorire l’esportazione dei prodotti tipici veneti all'estero Investire in tecnologie ed innovazione Migliorare la capacità manageriale degli imprend.
Individuare nuove produzioni (da coltivare o allevare) Conversione alla produzione biologica
9 Bioreport 2017-18 – L’agricoltura biologica in Italia (2019).
Figura 4.6.
(% calcolate sul totale dei rispondenti)
4.7 Come sta l’azienda
Come giudica l’imprenditore stesso la capacità della propria azienda di stare sul mercato anche negli anni a venire? È una domanda impegnativa, un esame di coscienza che si spera gli intervistati abbiamo colto con serietà, oggettività e non solo con un senso di speranza. La voglia di rimanere in gioco in molti imprenditori è forte, considerato l’amore che hanno verso questo lavoro per il forte legame con la vita e la natura.
Come giudica l’imprenditore stesso la capacità della propria azienda di stare sul mercato anche negli anni a venire? È una domanda impegnativa, un esame di coscienza che si spera gli intervistati abbiamo colto con serietà, oggettività e non solo con un senso di speranza. La voglia di rimanere in gioco in molti imprenditori è forte, considerato l’amore che hanno verso questo lavoro per il forte legame con la vita e la natura.