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Altri settori: Pirelli e Telecom Italia

Stefano Pareglio, Francesco Bosello

4.5. Altri settori: Pirelli e Telecom Italia

Le variabili climatiche impiegate per la pianificazione aziendale sono: le temperature medie invernali, per la vendita di pneumatici winter (Pirelli), e l’intensità e la distribuzione delle precipitazioni, per gli eventi estremi (Pirelli e Telecom Italia). I valori adottati sono calcolati in base a serie storiche che possono essere diversamente dettagliate e differenziate: Pirelli, ad esempio, costruisce modelli economici che tengono in considerazione, tra le altre cose, anche serie storiche delle temperature invernali per ogni singola città nei mercati più rilevanti. Entrambe le società non fanno ricorso a modelli climatologici predittivi, se si eccettua qualche primo approccio da parte di Telecom Italia, che ne sta valutando un possibile utilizzo futuro.

In merito alle azioni di controllo e di mitigazione, è da rilevare anzitutto, come anticipato, che il cambiamento climatico costituisce per Telecom Italia un rischio essenzialmente di natura fisica, rappresentato da eventi estremi che incidono sulla sicurezza delle infrastrutture e dei dipendenti, comportando costi difensivi e di ripristino e mettendo a rischio la continuità operativa. Al cambiamento climatico sono ovviamente connesse anche opportunità, riferibili in primo luogo all’erogazione di nuovi servizi di digitalizzazione e di connettività per clienti privati e business, innescata da norme volte a dematerializzare i processi produttivi e gli stili di vita, per conseguire le previste riduzioni di emissioni di gas a effetto serra.

Nel caso di Pirelli, i rischi principali sono invece riferibili ad anomalie climatiche che rendono problematica la catena di procurement della gomma naturale, o riducono la domanda di pneumatici winter. Più in generale, oltre che ai rischi, c’è molta attenzione alle opportunità, che si prospettano, da un lato, in riferimento all’innovazione di processo e soprattutto di prodotto (specie i materiali e il design per ridurre la rolling resistance), dall’altro, a modifiche strutturali del sistema di mobilità, innestate e promosse, lungo orizzonti temporali superiori a quelli della pianificazione industriale ordinaria, da politiche di contenimento delle emissioni (in questo caso la riduzione della rolling resistance diventa rilevante per consentire alle case automobilistiche di conseguire i target emissivi vincolanti) e dell’emergere di nuovi stili di vita, in cui la mobilità sarà un servizio indipendente dal possesso dell’auto privata.

Circa le modalità operative adottate, si tratta di interventi fisici a scopo preventivo (di difesa o di adeguamento tecnologico), di loss prevention (specialmente assicurazioni), dell’adozione di procedure mirate alla gestione delle situazioni di natura eccezionale (contingency e recovery), nonché dell’attivazione, ove si verificasse un’esposizione al rischio diversa da quella preventivata, di azioni

manageriali atte a definire ulteriori strumenti di mitigazione, con possibili modifiche del piano di investimenti.

Infine, si è analizzato il rapporto tra iniziative per la sostenibilità e cambiamento climatico.

Anche in Pirelli e in Telecom Italia si rileva un’evoluzione del ruolo e quindi degli obiettivi e degli strumenti riferibili alla sostenibilità, che ha portato a un sostanziale riconoscimento di questo tema nell’ambito della strategia industriale e della governance aziendale. Nel caso di Telecom Italia, infatti, sostenibilità e CSR rientrano nella funzione di Corporate Shared Value, che riporta direttamente al presidente del Consiglio di Amministrazione, mentre nel piano industriale un ruolo importante è riservato al tema della reputazione (che dipende anche dalla qualità ambientale del modello di business), all’orientamento alla digitalizzazione e all’implementazione di nuovi servizi per una dematerializzazione dei processi di sviluppo. Tale crescente integrazione ha indotto Telecom Italia a prevedere, per alcuni manager, l’introduzione di specifici incentivi (MBO) legati al raggiungimento di obiettivi (KPI) connessi al cambiamento climatico o, più generalmente, alla sostenibilità.

Nel caso di Pirelli, gli obiettivi di sostenibilità sono “endogeni” rispetto al piano industriale, in quanto vengono fissati in sede di predisposizione del piano stesso e hanno la funzione di supportare, promuovere e proteggere i principali target del piano strategico.

Entrambe le società hanno promosso da tempo numerose iniziative finalizzate a ridurre l’impatto sulle risorse naturali, sul clima e sugli ecosistemi. Si tratta principalmente di azioni sui consumi idrici, sulla produzione di rifiuti e sulle emissioni di gas a effetto serra (sia dirette sia indirette, comprese quelle dei clienti e dei fornitori, da mitigare attraverso iniziative di risparmio, di efficientamento e di offsetting), nonché di azioni per la diffusione di prodotti e servizi a minor impronta carbonica nel ciclo di vita, per la ricerca e lo sviluppo di processi, prodotti e materiali a minor impatto ambientale, per la formazione dei dipendenti e talora anche dei fornitori, e per conseguire un impatto culturale che promuova stili di vita più consapevoli e sostenibili. La presenza internazionale di Pirelli ha portato a numerose iniziative di coinvolgimento dei dipendenti in progetti a favore dell’ambiente locale, e a una capillare, ancorché differenziata, attività di formazione dei dipendenti su temi della gestione sostenibile.

Nel caso di Pirelli, il complesso di azioni avviate è l’esito di un piano pluriennale di sostenibilità costruito secondo i principi del modello Value Driver UN PRI e UN Global

Compact, per favorire il dialogo tra investitori e aziende sul tema della sostenibilità. Degno di nota è il fatto che entrambe le società promuovano attivamente la sostenibilità lungo l’intera catena di fornitura. Pirelli partecipa da anni al CDP Investor, al CDP Supply Chain (su richiesta dei propri clienti) e ha esteso a sua volta il CDP Supply Chain (prima tra i produttori di pneumatici) ai fornitori-chiave per monitorare le emissioni Scope 3 e sensibilizzare i fornitori sulle tematiche del cambiamento climatico. Pirelli infatti monitora la carbon footprint e la water footprint di tutta la filiera, sottolineando la loro rilevanza nel rapporto annuale e impegnandosi per una loro progressiva riduzione. Anche Telecom Italia ricorre a criteri di sostenibilità per la selezione dei fornitori. In particolare, è partner di JAC (Joint Audit Cooperation), iniziativa congiunta tra operatori delle telecomunicazioni, per promuovere principi e prassi di CSR presso i siti produttivi delle più importanti aziende multinazionali del settore ICT da cui acquistano prodotti e servizi.

Numerose sono, poi, le iniziative per la raccolta e il riutilizzo dei materiali a valle del ciclo di vita dei prodotti: un’attività fondamentale soprattutto per Pirelli che, per la gestione dei pneumatici fuori uso, collabora con i principali enti di riferimento a livello nazionale e internazionale.

Consolidate sono anche le iniziative di stakeholder engagement. Telecom Italia organizza annualmente un forum multi-stakeholder, che è occasione per trattare temi di forte impatto come quello del risparmio energetico, in ragione del fatto che il Gruppo è il secondo consumatore di energia elettrica in Italia. Pirelli organizza altresì incontri con i propri stakeholder, principalmente sui temi della mobilità sostenibile e delle emissioni climalteranti legate all’uso degli pneumatici.

Nel caso di Pirelli si segnala infine un’attiva collaborazione con Global Compact e con WBCSD e un costante impegno –da almeno 10 anni – nelle iniziative internazionali contro il cambiamento climatico (Road to Paris 2015, Sustainable Mobility Project, Responsible Corporate Engagement in Cimate Policy, Business for COP 21 Initiative, per citarne alcune).

Capitolo 1.

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