2. Il Giudizio Universale: analisi iconografica e iconologica.
2.3 Uno sguardo d’insieme.
Dall’analisi per soggetto condotta è emerso più chiaramente ciò che le premesse ci avevano preannunciato: su un sostrato stilistico e iconografico bizantino si inseriscono delle incursioni occidentali, dalla cui commistione rivediamo l’ambiente culturale entro cui l’opera è nata. Dalla lettura degli Inni di Efrem il Siro e grazie all’approfondita analisi condotta da Millet riguardo le fonti letterarie delle scene di Giudizio238, traiamo la conclusione che le parole del teologo siriano dovettero essere la radice motivante delle scelte rappresentative del programma, al punto da ispirare in determinati casi anche soggetti del tutto nuovi. In particolare il riferimento sarebbe al testo greco, dove per esempio a differenza di quello siriaco, si legge chiaramente la divisione tra eletti e dannati, la discesa dello Spirito Santo al suono della tromba dell’angelo e il Cristo assiso in qualità di Re e non di Figlio. A partire dalle parole di Efrem, che non a caso è presente tra le file degli eletti, si apre una trama di connessioni iconologiche che riconducono alla ‘teologia della luce’ dei padri ortodossi e a pratiche liturgiche strettamente orientali. Su questo sostrato greco, si inseriscono degli importanti prestiti latini: la presenza del goloso tra i peccatori, un Ade insaziabile e vorace, gli apostoli disposti in posizione periferica e i portici a tutto sesto alternati a quelli lignei di fattura rinascimentale che scandiscono la scena della nascita della Vergine. Ci immaginiamo dunque che come esposto nel primo capitolo le diocesi periferiche, potendo mantenere prelati greci e in generale una più stretta connessione con le radici culturali ortodosse239, declinassero questa fedeltà alle origini anche nello stile e nell’iconografia e iconologia dei programmi figurativi; tuttavia, come dimostrato dalle fonti o più semplicemente dalle evidenze architettoniche, non essendo esenti dall’incursione veneziana, le maestranze che operarono nel monastero cedettero a motivi d’oltremare descritti dai committenti o visti direttamente dal vivo. Rivedendo l’affresco nel suo insieme, notiamo inoltre che la suddivisione secondo ordini sovrapposti tipicamente bizantina ha lasciato il posto a un andamento ascensionale che segue una direttrice immaginaria passante dal polo
238
G.MILLET, La dalmatique du Vatican: les elus images et croyances cit. L’autore struttura la sua analisi sulla base di quattro fonti differenti di cui mette in luce le discrepanze in riferimento ai singoli soggetti: il Vangelo secondo Matteo, le Apocalissi apocrife e in particolare quella paolina e gli scritti di Efrem il Siro, distinguendo tra testo siriaco e testo greco.
239
74 negativo terreno al culmine positivo, segnato dalla mano benedicente e dalla croce ai margini della centina. Dagli studi condotti da Baschet sulle direttrici che dominano le scene di giudizio, emerge che la preminenza di un andamento ascensionale e il progressivo avvicinamento e dialogo tra eletti e dannati siano prerogative occidentali240 che ad Antiphonitis è immediatamente leggibile.
In quanto unica scena in cui sacre scritture e presente convivono, il Giudizio
Universale, a una lettura attenta, può diventare lo specchio dello spaccato sociale di
un determinato periodo storico. Nel nostro caso, oltre alle incursioni occidentali, vi leggiamo una popolazione scandita dal lavoro rurale che nell’iniquità del sistema feudale, qui trapiantato dall’Occidente, cerca giustizia nell’aldilà. Come nota Garidis, l’evoluzione verso un realismo umano contemporaneo è indice di quella crisi dei valori già preannunciata dagli storici; nel rappresentare l’usuraio, il mugnaio o il falsificatore di pesi si introduce il reale in rappresentazioni tradizionalmente astratte, segnando un cambiamento non solo sociale, ma anche politico e filosofico241. A questo proposito non escludiamo inoltre il riferimento a questioni teologiche strettamente connesse con le dispute conciliari ancora ferventi in una società che, come visto, non troverà il giusto equilibrio tra le due chiese nemmeno nell’imminenza della caduta in mano turca. Ci pare infatti che siano qui toccati due aspetti di quello scontro dottrinale: il Purgatorio, nella singolare rappresentazione delle ‘pene purgali’, e il Filioque, con l’accento posto sul disegno trinitario e il procedere dello Spirito Santo da quell’unica ipostasi consustanziale in mandorla.
Occorre inoltre notare che la dislocazione del soggetto non nel nartece, come di consueto nelle chiese cipriote, ma nel templon, al di sotto della cupola della Secona Parousia, potrebbe essere dettata da novità di stampo liturgico. Il ruolo della Deisis e la sua connessione con le invocazioni di intercessione rivolte direttamente dai fedeli in sosta nel naos242, in congiunzione con la direzione veneziana del monastero, potrebbero aver influenzato la scelta di adottare un programma decorativo più vicino alla tradizione occidentale, dove il giudizio occupa la totalità
240 J.B
ASCHET, Les justices de l'au-delà : les représentations de l'enfer en France et en Italie (12.-
15. Siècle) cit., pp. 211-212. Tra XIV e XV secolo si abbandona il sistema duale, per far convergere
l’intera rappresentazione verso il polo positivo al culmine della rappresentazione, secondo un ritmo tipicamente italiano.
241 M.K.G
ARIDIS, Etudes sur le jugement dernier post-byzantin du XVe à la fin du XIXe siècle cit., pp. 115-117.
242
75 della superficie della controfacciata o il timpano del portale: in entrambi i casi si tratta di superfici che, come la nostra, permettono di sviluppare una direttrice narrativa ascensionale e soprattutto si trovano in diretto dialogo con il fedele.
Concludiamo notando che la cupola ci riconferma la presenza di una misurata orchestrazione del programma: il gesto del Cristo che chiama a sé gli eletti in cupola e la presenza della preparazione del trono introducono il momento della Seconda Parousia, che guarda al sottostante Giudizio. Per la prima volta oltre agli intercessori e agli angeli, anche gli apostoli sono logicamente chiamati sotto la protezione di quell’aura celeste emanata da Cristo243
, ed è proprio ai discepoli infatti che il Cristo di Antiphonitis, risponde:
In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. [Mt. 19, 28]
243 T. V
ELMANS, Quelques programmes iconographiques de couples chypriotes di XIIe au XVe siècle cit., «[…] dans le tambour, et immédiatement sous les anges, apparaît une innovation
parfaitement logique :les apôtres sont représentés trônant […] le jugement dernier proprement dit se développe sur le mur Nord» cit. p. 45.
76