• Non ci sono risultati.

Sicurezza dei cittadini

Nel documento Affari Istituzionali (pagine 82-94)

REINSEDIATA LA COMMISSIONE DI IN-CHIESTA DELL'ASSEMBLEA REGIONALE SU CRIMINALITÀ E TOSSICODIPENDENZE – PAOLO BRUTTI (IDV) CONFERMATO PRESI-DENTE, ROBERTO CARPINELLI (PSI) VICE Perugia, 3 febbraio 2015 – Dando seguito alla decisione assunta dall'Aula di Palazzo Cesaroni nell'ultima seduta, la Commissione di inchiesta su criminalità organizzata e tossicodipendenze è stata reinsediata questa mattina. I lavori si sono aperti con il voto, segreto, per l'elezione di presi-dente e vicepresipresi-dente: lo scrutinio ha portato alla riconferma di Paolo Brutti (Idv) a guida della Commissione, mentre il vicepresidente sarà Ro-berto Carpinelli (Psi), che avendo ottenuto gli stessi voti di Gianluca Cirignoni (gruppo misto) ha prevalso per motivi anagrafici. Faranno inoltre parte dell'organismo di inchiesta Sandra Mona-celli (Udc) e Giancarlo Cintioli (Pd). Program-mando i lavori dei prossimi mesi (la Commissio-ne resterà in carica fino alla fiCommissio-ne di marzo) il pre-sidente Brutti ha annunciato che, oltre alla stesu-ra di un documento finale sull'attività svolta, la Commissione lavorerà insieme alle scuole della regione per organizzare un evento durante la

“Giornata regionale della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, che una leg-ge del 2010 fissa per il 21 di marzo di ogni anno.

Per l'11 febbraio è invece previsto l'incontro con il coordinamento di professori universitari scelti dal Rettore dell'Università di Perugia per collabo-rare con la Commissione di inchiesta, durante il quale sarà approfondito il programma di attività per i prossimi mesi, soprattutto in relazione ai protocolli di legalità.

ANTIMAFIA: “MULTILEVEL SECURITY” PER CONTRASTARE LA CRIMINALITÀ E CORSI INTEGRATI PER COINVOLGERE GLI STU-DENTI - LA COMMISSIONE INCONTRA LA TASK-FORCE DELL'UNIVERSITÀ DI PERUGIA La Commissione regionale sulle infiltrazioni ma-fiose e le tossicodipendenze ha incontrato la task-force di cinque docenti dell'università di Perugia. La delegazione multidisciplinare, coordi-nata da Mirella Damiani e composta da Mauro Bacci, Carlo Fiorio, Gaetano Mollo e Roberto Se-gatori, ha presentato un progetto di “multilevel security” per coinvolgere e far partecipare l'inte-ro sistema umbl'inte-ro nel contrasto della criminalità organizzata, proponendo corsi universitari inte-grati per coinvolgere i giovani e far conoscere il fenomeno della droga e delle infiltrazioni mafio-se. Il presidente Paolo Brutti ha proposto il coin-volgimento delle Prefetture.

Perugia, 11 febbraio 2015 – Un progetto di “mul-tilevel security” per far partecipare l'intero siste-ma umbro nel contrasto della criminalità organiz-zata, e corsi universitari integrati per coinvolgere gli studenti e far conoscere il fenomeno della droga e delle infiltrazioni mafiose. Sono queste le

principali idee uscite dell'incontro, che si è tenuto questa mattina a Palazzo Cesaroni, tra la Com-missione regionale sulle infiltrazioni mafiose e le tossicodipendenze, presieduta da Paolo Brutti, e la task-force dei cinque docenti indicati dal retto-re dell'Università degli Studi di Perugia, Franco Moriconi. Il gruppo di professori coordinati da Mirella Damiani e composto da Roberto Segatori, Carlo Fiorio, Mauro Bacci e Gaetano Mollo, ha illustrato ai componenti della Commissione le proposte che, partendo dalla constatazione che

“l'Umbria è oramai diventata terra di infiltrazione da parte della criminalità organizzata”, puntano a coinvolgere gli enti locali, le associazioni e tutta la popolazione - a partire dagli studenti - nei compiti di prevenzione, segnalazione e contrasto delle infiltrazioni mafiose e della droga. Il presi-dente Brutti ha ricordato come questa collabora-zione sia nata nell'incontro che la Commissione ha avuto con il rettore Moriconi nei mesi scorsi, e si è impegnato affinché il “progetto venga porta-to in Aula e votaporta-to dal Consiglio regionale prima della fine della legislatura”. Inoltre Brutti ha pro-posto il coinvolgimento delle Prefetture affinché il

“lavoro fatto non venga disperso visto che il pro-getto è a media e lunga scadenza. Chiederò un impegno istituzionale su questi temi anche in futuro perché il fenomeno dell'infiltrazione della criminalità organizzata nel nostro territorio è di estrema gravità e in via di allargamento”. Il pro-fessor Segatori ha spiegato come il progetto di

“multilevel security” punti a “superare lo scolla-mento tra i vari soggetti che si occupano di con-trasto del fenomeno delle infiltrazioni della crimi-nalità organizzata e a superare da dissonanza comportamentale dei giovani che la mattina si appassionano ai momenti di studio e analisi della lotta alla mafia, ma poi la sera comprano la dro-ga e diventano finanziatori della criminalità.

Questo modello punta a coinvolgere tutti nel contrasto, dando l'impressione di essere parte di un sistema integrato con l'obiettivo che sia l'inte-ra popolazione a lavol'inte-rare per respingere l'assalto della criminalità organizzata. Per questo il model-lo 'multilevel security' prevede di individuare aree a rischio (come appalti pubblici, trasferi-mento di quote d'azienda, concessioni edilizie, sponsorizzazioni, gestione di locali notturni e sale videogiochi, prostituzione e spaccio, attentati e incendi dolosi) e la condivisione di data base;

livelli appropriati di prevenzione, segnalazione e contrasto coinvolgendo i vari soggetti per ogni tipo di rischio (dallo Stato alla Regione, dai Co-muni alle Prefetture, dalle banche alle associa-zioni di categoria e camere di commercio, fino a scuole, università, associazioni sociali e parroc-chie). Particolare attenzione andrebbe dedicata all'attività di segnalazione degli 'eventi sentinel-la', che consentono di capire, anche alla magi-stratura, dove intervenire”. La professoressa Damiani si è soffermata sull'offerta didattica che si propone “di “coinvolgere gli studenti e richia-mare l'attenzione sul tema. Per rendere consa-pevoli i giovani sarebbe utile costruire moduli didattici, utilizzabili dagli studenti per i crediti

formativi del proprio percorso universitario, con corsi integrati sul tema droga e criminalità. Ma-gari con un loro coinvolgimento diretto, una pre-senza attiva e uno spazio di proposta che li renda protagonisti dell'iniziativa, a partire dai loro rap-presentanti negli organi universitari. Dobbiamo far sì che offerta e domanda didattica possano incontrarsi, proponendo anche bandi di concorso per l'assegnazione di contributi per le attività studentesche legate al tema della droga”. Alla riunione era presente anche Luca Sabatini di Confindustria-Umbria che ha lodato l'iniziativa, dando la “piena e totale collaborazione” dell'as-sociazione ad un processo che possa portare “il sistema umbro a maturare la consapevolezza che il crimine organizzato sta puntando sul nostro territorio” e chiedendo una “maggiore vicinanza di tutte le istituzioni agli imprenditori in difficol-tà”. Il consigliere Gianluca Cirignoni (gruppo mi-sto) ha espresso apprezzamento per i progetti presentati, sottolineando l'importanza che “la Commissione antimafia ci sia anche nella pros-sima legislatura”. Per Sandra Monacelli (Udc) “la vera svolta è culturale, anche perché oggi c'è una nuova emergenza: quella della rete che por-ta alla diffusione del consumo di droga e della ludopatia direttamente dentro le case dei giova-ni, spingendo ad un consumo solitario”. Giancarlo Cintioli (Pd) ha proposto di intensificare i rapporti tra la Commissione e l'Università con la “predi-sposizione di un progetto di formazione e infor-mazione nelle scuole, facendolo approvare dal-l'Assemblea legislativa prima del suo scioglimen-to”. In conclusione il presidente Paolo Brutti ha sottolineato la necessità di “puntare su un ade-guato lavoro di intelligence che manca nella no-stra Regione e sull'aumento del livello di infor-mazione tra la società civile e le istituzioni. In Umbria possiamo puntare d un protocollo di le-galità come quello stipulato tra la Prefettura e il Comune di Milano che ha dato risultati importan-ti”.

GIUDICE DI PACE: “OTTIMA NOTIZIA L’EMENDAMENTO CHE PERMETTERA’ AI CO-MUNI DI PRESENTARE DOMANDA PER LA RIAPERTURA DEGLI UFFICI” - NOTA DI SMACCHI (PD)

Il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Smacchi commenta con soddisfazione l'approvazione dell’emendamento al 'Milleproro-ghe' che permetterà la riapertura degli uffici del Giudice di Pace nei Comuni dove erano stati sop-pressi, fra i quali Gubbio e Gualdo Tadino, che ora potranno presentare la domanda per la ri-chiesta di riaprire: “è un ottimo risultato e dimo-stra che il lavoro di squadra e la sinergia tra i livelli istituzionali premia sempre, visto il sempre fattivo impegno – sottolinea Smacchi - del par-lamentare umbro Walter Verini, tra i firmatari dell'emendamento”.

Perugia, 18 febbraio 2015 - “La figura del giudice

di pace è un punto di riferimento per le attività giudiziarie delle comunità e non può soccombere sotto la scure della spending review, quindi la riapertura degli uffici di Gualdo Tadino e Gubbio risolverà anche i disagi che si sarebbero creati con il trasferimento dei fascicoli a Perugia”. Lo dice il consigliere regionale del Partito democrati-co Andrea Smacchi a proposito dell'approvazione dell’emendamento al 'Milleproroghe' che permet-terà la riapertura degli uffici del Giudice di Pace nei Comuni dove erano stati soppressi, che ora potranno presentare la domanda per la richiesta di riapertura. “E' un ottimo risultato per i nostri territori – commenta Smacchi – e la dimostrazio-ne che il lavoro di squadra e la sidimostrazio-nergia tra i livel-li istituzionalivel-li premia sempre, visto il sempre fattivo impegno del parlamentare umbro Walter Verini, tra i firmatari dell'emendamento, nel tute-lare i territori della nostra regione”. Il decreto è al momento all’attenzione della Camera e poi dovrà tornare al Senato. Una volta pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale, si potranno formulare le domande per il funzionamento degli Uffici del Giudice di Pace. “A Gualdo Tadino – sottolinea Smacchi – sono 187 i procedimenti civili penden-ti, 88 i sopravvenupenden-ti, 103 con sentenza e 101 pendenti finali. A Gubbio i vecchi fascicoli erano 214, quelli nuovi 165, decisi con sentenza 183 e ne sono rimasti da decidere 196. Per i procedi-menti penali, a Gualdo Tadino i vecchi fascicoli erano 75, 60 quelli nuovi, 45 con sentenza e 90 pendenti; a Gubbio rimanevano 58 casi, altri 58 sono sopraggiunti, 49 sono stati decisi e 67 i pendenti”.

“SOLIDARIETÀ A GRANOCCHIA PER L'I-GNOBILE INTIMIDAZIONE MAFIOSA” - NO-TA DI CIRIGNONI (GRUPPO MISTO)

Perugia, 20 febbraio 2015 - “Esprimo solidarietà istituzionale, politica e personale a Franco Gra-nocchia per l'ignobile atto di intimidazione mafio-sa di cui è stato fatto oggetto. Chi si è macchiato di una tale infamia inneggiando alla mafia, sap-pia che è solo con i suoi sciagurati protettori, noi siamo molti di più e abbiamo preso coscienza del pericolo per la nostra libertà. Grazie a Granoc-chia per il coraggioso impegno”. Lo diGranoc-chiara il consigliere Gianluca Cirignoni (gruppo Misto) a commento dell'atto intimidatorio, consistente nel danneggiamento in modo serio della propria au-tovettura con scritte minacciose e inneggianti alla mafia, subito dall'esponente politico.

“LA GIUNTA FACCIA CHIAREZZA SULLA CONVENZIONE STIPULATA CON IL SOC-CORSO ALPINO E SPELEOLOGICO DELL'UM-BRIA” - UNA INTERROGAZIONE DI MONA-CELLI (UDC)

Il capogruppo Udc all'Assemblea regionale, San-dra Monacelli, ha presentato una interrogazione all'Esecutivo di Palazzo Donini in merito alla

con-Sicurezza dei cittadini

venzione firmata con il Soccorso alpino. Secondo Monacelli parte degli interventi, oggetto dell'ac-cordo, sono già di competenza dei Vigili del fuoco e la convenzione sarebbe comunque troppo one-rosa per la Regione.

Perugia, 23 febbraio 2015 - “La Giunta spieghi, vista la presenza di un corpo efficiente quale quello dei Vigili del fuoco, le motivazioni che hanno portato a sottoscrivere la convenzione a carattere oneroso con il Soccorso Alpino e Spele-ologico dell'Umbria e il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, indicando dettagliatamente gli incarichi conferiti agli stessi che non possono essere svolti dai vigili”. Lo chiede, con una inter-rogazione rivolta all'Esecutivo di Palazzo Donini, il capogruppo Udc all'Assemblea regionale, San-dra Monacelli. Il consigliere centrista spiega che

“la Giunta regionale, nel gennaio scorso, ha sot-toscritto una convenzione con il Soccorso Alpino e Speleologico dell'Umbria (Sasu) con l'obiettivo di rendere più efficienti gli interventi di soccorso, recupero e trasporto sanitario e non sanitario in ambiente montano ed in ogni altro ambiente ostile ed impervio nel territorio regionale, in col-laborazione con il 118. Questo accordo ha la du-rata di cinque anni e impegna la Regione a so-stenere, anche dal punto di vista finanziario, l'attività del Sasu e del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico per un importo complessivo di 750mila euro (150mila euro l'anno)”. Monacelli spiega poi che “la convenzione, essendo stata sottoscritta nella fase conclusiva dell'attuale legi-slatura, impegnerà anche la prossima Giunta a rispettare l'accordo. Inoltre il soccorso pubblico è di competenza dello Stato attraverso il corpo dei Vigili del Fuoco mentre la convenzione non limita l'intervento dei volontari alle zone impervie, ma lo allarga anche ad aree urbane, che risultano essere di competenza del corpo dei Vigili”. Il ca-pogruppo Udc rileva inoltre che “in un periodo di costante revisione della spesa pubblica, desta perplessità l'onere economico che tale conven-zione prevede. Le istituzioni, prima di sottoscri-vere convenzioni di tale peso economico, hanno in primis il dovere di valutare se sul territorio sono presenti Corpi dello Stato in grado di opera-re adeguatamente. In questo caso i Vigili del Fuoco dispongono di personale altamente qualifi-cato e specializzato, già pagato dai contribuenti.

Appare evidente – conclude - la sovrapposizione di competenze e l'assegnazione di ambiti opera-tivi, causate da tale convenzione, con conse-guente rischio di ricorsi”.

“FUORI LUOGO PARLARE DI CONTIGUITÀ, MA IN UMBRIA SOGLIA DI ATTENZIONE NON COMMISURATA AL PROBLEMA” - BRUTTI (PRESIDENTE ANTIMAFIA) SU PO-LEMICA SEGUITA A DICHIARAZIONI AS-SESSORE CALABRESE

“Fuori luogo parlare di contiguità, ma in Umbria la soglia di attenzione alle questioni delle

infiltra-zioni criminali non è commisurata al problema”:

così il presidente della Commissione speciale

“Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata e tossicodipendenze”, Paolo Brutti che interviene sulla polemica seguita alle dichiarazioni dell'as-sessore di Perugia, Francesco Calabrese. Brutti dà atto che l'attuale Giunta comunale perugina

“si pone in termini nuovi rispetto al fenomeno”, ritiene che “ci sia ancora molto da fare” e ricor-da che la Commissione ricor-da lui presieduta ha stretto un accordo con l’Università degli Studi per

“monitorare le stesse 'spaccate', gli incendi, i passaggi di licenza commerciale per vedere se c’è un’intelligenza unica dietro a questi fenome-ni”.

Perugia, 26 febbraio 2015 - “L’assessore ai lavori pubblici del Comune di Perugia, Francesco Cala-brese, ha fatto riferimento al lavoro della Com-missione regionale antimafia, che presiedo, nel suo ragionamento sulla recrudescenza della cri-minalità a Perugia, a cominciare dalle ripetute 'spaccate' nel centro storico. Non nego che il connotato di questi atti, ad alto rischio e scarsi risultati diretti, può somigliare ad azioni di vera e propria intimidazione. Le indagini ci diranno di più. Ma se così fosse bisognerebbe concludere che i colpi delle forze dell'ordine, Questura in testa, che settimanalmente smantellano e arre-stano intere bande di malfattori, sono andati a segno e hanno spezzato antichi equilibri”. Così Paolo Brutti, presidente della Commissione spe-ciale dell'Assemblea legislativa dell'Umbria “Ana-lisi dei fenomeni di criminalità organizzata e tos-sicodipendenze” , che interviene nella polemica seguita alle dichiarazioni dell'assessore Calabrese sulle problematiche della sicurezza nel Capoluogo regionale. Secondo Brutti l'iniziativa di contrasto delle forze di polizia “ha reso meno sicuri i cartel-li del narcotraffico e le organizzazioni malavitose presenti nel nostro territorio, dando vita a rea-zioni violente e incontrollate. L’Umbria, e Perugia non fa certo eccezione, è un territorio fortemente contaminato dalla criminalità organizzata. E' o-zioso e inutile – spiega - perdersi in graduatorie, in atteggiamenti rassicuranti, in opinabili rivendi-cazioni della rettitudine del popolo umbro. Men-tre si discute di queste cose la camorra ricicla a tutto vapore, la ‘ndrangheta rileva attività com-merciali con metodi sempre più intimidatori, la mafia si infiltra nel tessuto sociale e istituzionale, le cosche nigeriane, albanesi, maghrebine e ci-nesi si spartiscono qualsiasi attività dove si in-cassino quattrini velocemente. E se il gioco d’azzardo viene 'statalizzato' meglio ancora: non è l’illegalità a richiamare le mafie, sono sempli-cemente i milioni di euro”. Il presidente della Commissione antimafia aggiunge poi che è “in-negabile che per anni, e ancora oggi, si è cercato di non allarmare i cittadini. Appelli più che altro di circostanza, alzate di spalle nei confronti di chi metteva in guardia sul lento e inesorabile degra-do del nostro territorio, con riflessi evidenti sugli indici di sviluppo di una regione lentamente re-gredita rispetto ad altre realtà analoghe, e

sotto-valutazione del fenomeno. Mai un segnale forte di ribellione civile – lamenta Brutti -, mai una chiamata alla mobilitazione generale. Parlare di contiguità, allo stato delle cose, appare sincera-mente fuori luogo. Ciò che però rilevano gli e-sperti e le massime autorità giunte da altre parte d’Italia, è che in Umbria non si percepisce quella soglia di attenzione commisurata al problema.

Nella recente operazione anti-‘ndrangheta, che ha visto numerosi imprenditori taglieggiati colla-borare con magistratura e carabinieri, la collabo-razione è giunta all’arrivo dell’Arma: prima che i carabinieri bussassero alla porta, gli stessi com-mercianti, nella solitudine e nel silenzio, erano stati pestati a sangue, ricattati, defraudati. Que-sta è la verità, altro che anticorpi naturali pre-senti nel nostro tessuto sociale”. A giudizio del presidente Brutti, infine, non è sbagliato dire che

“l’attuale Giunta comunale perugina si ponga in termini nuovi rispetto al fenomeno. C’è ancora tantissimo da fare; ultimamente la nostra Com-missione ha stretto un accordo con l’Università degli Studi per monitorare le stesse 'spaccate', gli incendi, i passaggi di licenza commerciale per vedere se c’è un’intelligenza unica dietro a questi fenomeni, bisogna denunciare con quanto fiato si ha in gola l’impatto devastante del gioco d’azzardo (tra pochi anni piangeremo sul ritardo imperdonabile con il quale si è affrontato questo capitolo). Bisogna che Stato, Regioni e Comuni – conclude Brutti - siano infinitamente più veloci e aggressivi nel contrastare mafia e crimine orga-nizzato. E bisogna che i pruriti elettorali si met-tano in secondo piano: quando i cani da guardia si azzuffano tra loro per i ladri è sempre festa”.

“INTERVENTI CONTRO CALABRESE LASCIA-NO SENZA PAROLE. LA NUOVA GIUNTA HA UNA MARCIA IN PIÙ RISPETTO ALL'INCA-PACITÀ DEL PASSATO” - NOTA DI MONNI (MI-STO-NCD)

Il consigliere regionale Massimo Monni (gruppo Misto-Ncd) critica gli interventi contro l'assessore Calabrese e afferma che la nuova Giunta comu-nale di Perugia, “in pochi mesi, ha dimostrato di metterci la faccia e il cuore, mentre i predeces-sori si limitavano a osservare la città che cadeva in mano a spacciatori e malavitosi”.

Perugia, 27 febbraio 2015 - “Lascia senza parole la pioggia di interventi da parte del centrosinistra a seguito delle dichiarazioni dell’assessore Fran-cesco Calabrese. Ma non mi soffermo a criticare chi, negli ultimi anni, ha soltanto osservato, dal-l'alto di una stanza di Palazzo dei Priori, la città che cadeva in mano di spacciatori e malavitosi, sì anche le organizzazioni di stampo mafioso. Sia chiaro: i membri dell'ex amministrazione comu-nale di Perugia sono persone oneste, sicuramen-te lontane da legami con la malavita, ma è al-trettanto vero che sono responsabili di un’incapacità amministrativa senza pari”: lo af-ferma il consigliere regionale Massimo Monni

(gruppo Misto-Ncd), a proposito delle polemiche innescate dalle dichiarazioni dell'assessore co-munale perugino. “Piuttosto – continua Monni - vorrei soffermarmi sull’operato di chi, in questi mesi, ha lavorato giorno dopo giorno. Mi vorrei soffermare sul grande impegno di un giovane sindaco che, non solo ci ha masso la faccia, co-me va tanto di moda dire in questi ultimi tempi, ma anche il cuore. Perché lui, a differenza delle amministrazioni passate che sembravano mette-re una barriera tra cittadino e istituzione, è sem-pre pronto ad ascoltare tutto e tutti. Si sta fa-cendo più ora di quanto non si sia mai fatto in passato. E questo non perché siamo più bravi o più buoni, ma perché ci siamo presi delle respon-sabilità ben precise con i nostri cittadini, che intendiamo portare avanti. Non abbiamo la bac-chetta magica e non siamo di certo in grado di cambiare una città in soli otto mesi ma, a diffe-renza del passato, affrontiamo i problemi, li guardiamo in faccia ed evitiamo di nascondere tutto sotto il tappeto, sperando che il problema si risolva da solo. Chi è stato eletto e chi fa parte

(gruppo Misto-Ncd), a proposito delle polemiche innescate dalle dichiarazioni dell'assessore co-munale perugino. “Piuttosto – continua Monni - vorrei soffermarmi sull’operato di chi, in questi mesi, ha lavorato giorno dopo giorno. Mi vorrei soffermare sul grande impegno di un giovane sindaco che, non solo ci ha masso la faccia, co-me va tanto di moda dire in questi ultimi tempi, ma anche il cuore. Perché lui, a differenza delle amministrazioni passate che sembravano mette-re una barriera tra cittadino e istituzione, è sem-pre pronto ad ascoltare tutto e tutti. Si sta fa-cendo più ora di quanto non si sia mai fatto in passato. E questo non perché siamo più bravi o più buoni, ma perché ci siamo presi delle respon-sabilità ben precise con i nostri cittadini, che intendiamo portare avanti. Non abbiamo la bac-chetta magica e non siamo di certo in grado di cambiare una città in soli otto mesi ma, a diffe-renza del passato, affrontiamo i problemi, li guardiamo in faccia ed evitiamo di nascondere tutto sotto il tappeto, sperando che il problema si risolva da solo. Chi è stato eletto e chi fa parte

Nel documento Affari Istituzionali (pagine 82-94)

Documenti correlati