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SICUREZZA DEI CITTADINI

Nel documento PAG 1 (pagine 92-113)

“EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ E PARTECI-PAZIONE LE ARMI VINCENTI” - VINTI (PRC–SE) SULLA LEGGE REGIONALE IN DI-SCUSSIONE A PALAZZO CESARONI

Stefano Vinti, consigliere del Prc, commenta l'av-vio della discussione della nuova legge regionale sulla sicurezza ricordando che lo Stato deve ri-prendere la sua funzione sociale, garantendo sì la sicurezza ai propri cittadini, ma non con inter-venti puramente repressivi, quanto piuttosto con una sistematica opera di educazione alla legalità, di sostegno alle vittime di violenze e uno svilup-po urbanistico socio-compatibile.

Perugia, 1 ottobre 2008 - “Il concetto di sicurez-za presso la cittadinansicurez-za ha subito delle varia-zioni in questi ultimi tempi, variavaria-zioni dovute al cambiamento della società, dei suoi componenti e dei loro stili di vita. Con l’arrivo della globaliz-zazione gli equilibri della società sono cambiati, si è cominciato a modificare il concetto di stato sociale e quello del bilanciamento tra gli interessi delle industrie e del mercato da una parte e quello del mondo del lavoro dall’altra”.Lo afferma il capogruppo regionale di Rifondazione comuni-sta Stefano Vinti, ricordando che a Palazzo Cesa-roni ha preso il via l’iter di approvazione della legge regionale sulla sicurezza alla redazione del-la quale anche Rifondazione comunista ha con-tribuito.

“Questi cambiamenti – continua Vinti - hanno prodotto un’insicurezza, anche dinanzi alle picco-le difficoltà, che si è andata amplificando negli ultimi anni, grazie anche all’incessante opera di forze conservatrici e giustizialiste, che fomentano la paura del diverso e propugnano un controllo del territorio militarizzato. La costante inocula-zione del virus della paura nel tessuto sociale praticata dalle destre ha comportato, da parte dei cittadini, l’accettazione di forme di controllo assolutamente non conformi al concetto di socie-tà democratica, di atteggiamenti xenofobi e re-pressivi, scatenando la caccia al capro espiatorio, complice anche un terreno reso fertile dalle pro-fonde incertezze che caratterizzano il mondo del lavoro e del sociale. Ovviamente – sottolinea il consigliere regionale - non va tralasciata la lotta alle criminalità organizzate, al racket della droga, che nelle nostre zone ha messo radici in maniera preoccupante, così come non va trascurata la lotta ad ogni forma di sfruttamento. La soluzione va invece cercata nella partecipazione democra-tica, nella gestione del territorio coinvolgendo di-rettamente la cittadinanza con eventi culturali e socializzanti, nell’ampliamento dei diritti civili e nella possibilità di poter garantire una vita e un lavoro dignitosi ai cittadini.

Lo Stato – conclude Vinti - deve riprendere la sua funzione sociale, garantendo sì la sicurezza ai propri cittadini, ma non con interventi pura-mente repressivi, quanto piuttosto con una si-stematica opera di educazione alla legalità, di sostegno alle vittime di violenze e uno sviluppo urbanistico socio-compatibile. La nascitura legge

regionale sulla sicurezza va anche in questa dire-zione”.

DOPO L'AUDIZIONE CON LE CATEGORIE E I RAPPRESENTANTI DEI COMUNI, LA PRIMA COMMISSIONE APPROVA I CRITERI E LE PRIORITÀ PER IL FINANZIAMENTO DEI PROGETTI PER LE COMUNITÀ LOCALI Dopo una audizione con i soggetti interessati e i rappresentanti dei Comuni, la Commissione affari istituzionali di Palazzo Cesaroni ha dato parere positivo all'atto che annualmente individua i cri-teri per il finanziamento dei progetti per la sicu-rezza delle comunità locali. Ritenendo inadeguate le risorse stanziate, i consiglieri del centrodestra Santi, Modena e Lignani Marchesani hanno e-spresso voto negativo.

Perugia, 2 ottobre 2008 – La Commissione Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni, presieduta da Oliviero Dottorini ha approvato ieri, con il voto contrario dei consiglieri del centrodestra che hanno ritenuto inadeguate le risorse stanziate, la determinazione dei criteri e delle priorità per la presentazione ed il finanziamento dei progetti volti a migliorare la sicurezza delle comunità lo-cali (annualità 2007/2008) proposta dall’esecutivo in attuazione della legge regionale

“12/2002” ("Politiche per garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini"). La legge 12 assicura i-noltre il sostegno agli “interventi degli enti locali, singoli o associati, nei settori su esposti al fine di migliorare le condizioni di sicurezza delle comunità locali e promuovere la realizzazione di un sistema integrato di sicurezza fondato su azioni di prevenzione, contrasto e riparazione dei fenomeni di criminalità e disordine urbano diffuso”. I progetti presentati vengono valutati con l'attribuzione di un punteggio massimo di 100 punti, dei quali punti 50 attribuiti in base alle priorità e gli altri 50 in base ai criteri di valutazione di singoli progetti. Le priorità riguardano: progetti nuovi o in itinere diretti al potenziamento della sorveglianza del territorio e della presenza di operatori addetti alla prevenzione sociale e alla sicurezza; interventi di assistenza e aiuto alle vittime dei reati, con particolare riferimento alle donne, ai minori, alle persone anziane e alle persone disabili, nonché alle vittime di reati di tipo sessuale e di discriminazione razziale.

I criteri concernono: progetti che insistono su a-ree del territorio regionale che presentano eleva-ti indici di crieleva-ticità in materia di sicurezza (indici criminalità diffusa), desumibili dai dati forniti dal-le Autorità competenti, daldal-le Forze dell'ordine o dagli enti preposti; realizzazione in rete del pro-getto tra organizzazioni del volontariato, Enti Lo-cali, forze dell'ordine; congruità e coerenza tra lettura del contesto, bisogni rilevati, azioni previ-ste, metodologie utilizzate e le finalità della legge regionale “12/2002”.

La legge prevede la promozione di "politiche che concorrano a garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini supportando lo sviluppo dell'ordinata e

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civile convivenza attraverso interventi nei settori della polizia locale, della sicurezza sociale, dell'e-ducazione alla legalità, del diritto allo studio, del-la formazione professionale, del collocamento al lavoro, della riqualificazione urbana, dell'edilizia residenziale pubblica".

I lavori della I Commissione sono iniziati con l'audizione dei soggetti istituzionali e delle cate-gorie interessate convocate in Consiglio regionale per una audizione sul documento, a cui hanno partecipato rappresentanti dei Comuni di Deruta e Magione, della Asl n.2, di Confesercenti e Con-fcommercio.

PIERLUIGI BERNARDINI (Confesercenti) ha suggerito l'incremento del fondo destinato alla prevenzione dei reati contro gli esercizi commer-ciali e l'inserimento di racket e usura nella lista dei crimini, sottolineando l'esigenza di non la-sciare soli i piccoli commercianti ad affrontare queste due insidie. Per FILIPPO BARGELLI (Confcommercio) è necessario che siano attribui-ti punteggi aggiunattribui-tivi ai progetattribui-ti pensaattribui-ti per le

“categorie deboli” (anziani, bambini, donne) ed anche che le associazioni di categoria siano mes-se nella condizioni di partecipare ai progetti inte-grati sulla sicurezza, come già avviene in alcune città del nord, dato che il loro contributo (a titolo gratuito) può essere importante per combattere il senso di insicurezza dei cittadini. FRANCO BATTISTELLI (vicesindaco di Deruta) ha chiesto la rimozione del limite dei 10 mila abitanti per la partecipazione dei Comuni ai bandi per il cofi-nanziamento dei progetti per la sicurezza, valu-tando inoltre insufficienti i 438 mila euro stanzia-ti in favore degli enstanzia-ti locali dell'intero territorio regionale. Secondo CLAUDIA COVINO (Asl n.2) andrebbe prestata maggiore attenzione alle esi-genze di prevenzione e reinserimento delle per-sone in situazioni critiche, come i nuovi poveri, i tossicodipendenti e gli ex detenuti. I percorsi di devianza andrebbero affrontati non soltanto in termini repressivi ma tentando di modificarli e superarli. LANDO CONTINI (assessore Comune di Magione) ha evidenziato l'attesa di circa due anni per questo bando e chiesto una sua rapida approvazione per dare modo ai Comuni di attua-re i progetti già pattua-redisposti e incentrati sulla messa in rete della polizia locale, delle associa-zioni del volontariato, dei servizi sociali dell'Am-ministrazione e della Asl; i finanziamenti stanzia-ti non sarebbero comunque adeguate alle esi-genze degli enti locali.

Al termine dell'audizione i consiglieri hanno di-scusso e approvato a maggioranza il documento, non sottoscritto da Fiammetta Modena (FI – Pdl), a nome dell'opposizione, a causa dell'esiguità dei finanziamenti stanziati. La stessa Modena sarà relatore di minoranza quando il provvedimento verrà portato in Aula, mentre per la maggioranza interverrà Fabrizio Bracco (Pd).

IL CONSIGLIO REGIONALE APPROVA LA LEGGE PROPOSTA DAL CENTROSINISTRA – VOTO CONTRARIO DELL'OPPOSIZIONE DI CENTRODESTRA

L'Assemblea regionale ha approvato oggi, ri-prendendo i lavori interrotti martedì 30 settem-bre, la nuova legge sulla sicurezza predisposta dai gruppi della maggioranza di centrosinistra.

Con i 17 voti di Partito democratico, Rifondazione comunista, Uniti nell’Ulivo-Sdi, Verdi e civici e Comunisti italiani, è stato quindi adottato dall'Aula il provvedimento che prevede i Patti integrati ed il coordinamento, da parte della Regione, delle politiche per la sicurezza urbana.

Perugia, 7 ottobre 2008 - L'Aula di Palazzo Cesa-roni ha approvato, con 17 voti favorevole e 9 contrari, la proposta di legge sulla sicurezza pre-disposta dalla Prima commissione consiliare e scaturita da diversi documenti presentati in ma-teria dagli esponenti dei gruppi del centrosini-stra. Il provvedimento è stato portato in discus-sione una prima volta nel luglio scorso, regi-strando però la richiesta di modifiche da parte della maggioranza e dell'Esecutivo regionale. La decisione di rinviare la votazione provocò la rea-zione del Popolo della libertà che convocò un’assemblea permanente sui temi della sicurez-za all'interno del Consiglio regionale. Ritornato in Prima Commissione il testo ha subito modifiche ed integrazioni che hanno recepito le indicazioni avanzate dalla maggioranza.

La nuova legge introduce un nuovo strumento, il Comitato tecnico–scientifico, deputato alla rac-colta di dati e informazioni sulla diffusione della criminalità. Spetterà al Consiglio valutare le poli-tiche per la sicurezza attraverso un atto di pro-grammazione biennale che conterrà anche indi-rizzi chiari e stringenti per quanto riguarda l'uti-lizzo dei fondi da parte dei Comuni. Le vittime dei fatti criminosi potranno contare su interventi dei Comuni, su assistenza di carattere sociale e sanitario e sulla riduzione o rimozione delle più rilevanti situazioni di difficoltà seguite all'evento.

Spetterà poi alla Conferenza regionale sulla sicu-rezza integrata verificare lo stato di attuazione degli accordi tra lo Stato e le autonomie locali e, riunendosi una volta all'anno, fornire al Consiglio regionale elementi di valutazione sulla situazione della sicurezza urbana. Infine la scuola di Ammi-nistrazione pubblica di Villa umbra avrà infine il compito di formare, aggiornare, perfezionare e gli agenti della polizia locale.

Al dibattito che ha preceduto il voto hanno preso parte: ALFREDO DE SIO (AN – PDL): “NECES-SARI INTERVENTI EFFICACI DI PREVENZIONE E REPRESSIONE, MENTRE IL TESTO DEL CENTRO-SINISTRA SI LIMITA ALLA RIDUZIONE DEL DANNO - Gli umbri hanno percepito la paura le-gata all'aumento della microcriminalità. Le forze dell'ordine a volte sembrano insufficienti a fron-teggiare adeguatamente questo fenomeno e quindi il tema della sicurezza è diventato una delle priorità dell'agenda politica. Le riflessioni che si impongono devono essere mirate ad af-frontare l'insicurezza urbana. Le politiche nazio-nali di questi mesi hanno dato un segnale forte in questo senso: è stato adottato il pacchetto

sicu-SICUREZZA DEI CITTADINI

rezza e ci sono stati provvedimenti per garantire finanziamenti al ministero dell'Interno. 100 mi-lioni di euro sono stati stanziati per dare contri-buiti ai Comuni che scelgono la videosorveglianza e altri milioni di euro sono stati destinati ai rin-novi dei contratti di lavoro del personale di poli-zia. Il nostro progetto di sicurezza è mirato a ga-rantire la vita delle persone, la civile convivenza e le attività di solidarietà pubblica. In queste priorità si evidenziano le differenze principali con il centrosinistra: tutti conosciamo numeri e stati-stiche sulla criminalità in Umbria e non possiamo ignorare che una parte dei reati non vengono neppure denunciati a causa della sfiducia, ad e-sempio, sul recupero di un bene rubato. Sull'usu-ra, un altro gravissimo fenomeno, mancano dati certi e attendibili. A volte sembra riduttiva la di-stinzione tra sicurezza reale e percepita: non si tratta di posizioni strumentali ma di opinioni di-verse. Ogni volta che si affronta l'emergenza criminalità la sinistra propone interventi mirati ad altro. Noi proponiamo invece un approccio prag-matico che consenta di combattere davvero il fe-nomeno, come nel caso della lotta alla tossicodi-pendenza, dove il centrosinistra propone soltanto la riduzione del danno, con un approccio che non riteniamo valido.

Occorrono senz'altro politiche integrate ma an-che realismo e concentrazione delle risorse an-che, se vengono polverizzate in troppi interventi di-versi, diventano inefficaci. Bisogna intervenire nello specifico, senza sminuire la responsabilità del singolo attribuendo la responsabilità di quan-to avviene alla società.

Il disagio e le problematiche sociali ed economi-che vanno affrontate con altri provvedimenti:

questa legge deve servire per garantire un'azio-ne repressiva efficace e un intervento diretto del-la Pubblica amministrazione. Anche interventi di riqualificazione urbana possono contribuire a mi-gliorare la qualità della vita dei cittadini preve-nendo reati e atti criminali. Intendiamo combina-re due principi: integracombina-re i cittadini nella pcombina-reven- preven-zione del crimine utilizzando i fondi a disposizio-ne dei Comuni e della Regiodisposizio-ne, mettere risorse nell'innovazione e nell'ammodernamento tecno-logico, sostenere il personale delle forze di poli-zia”.

STEFANO VINTI (PRC–SE): “LA VERA INSICU-REZZA È QUELLA CREATA DA QUESTO SISTEMA ECONOMICO. INUTILE LA MILITARIZZAZIONE DEL TERRITORIO - Nell'ultima settimana sono avvenuti alcuni fatti che ci fanno riflettere sulla situazione della sicurezza in Italia. A Casal di Principe è stato ucciso il parente di un collabora-tore di giustizia. Nello stesso luogo sono stati mandati dai ministri Maroni e La Russa 400 nuovi agenti e l'omicidio è avvenuto a poca distanza dai check point costruiti dai 500 uomini della Folgore inviati in quella terra. Nonostante la mili-tarizzazione del territorio, quindi, la sicurezza dei cittadini non è migliorata e questo intervento si rivela non efficace. Il mondo oggi è effettivamen-te insicuro, soprattutto perché c'è un siseffettivamen-tema e-conomico che sta collassando. Il problema della

sicurezza, oggi, riguarda il rischio per milioni di cittadini di perdere i propri risparmi: questo si-stema globalizzato del capitalismo ha rotto le proprie regole dedicandosi all'accumulazione per l'appropriazione attraverso le privatizzazioni che hanno sconvolto lo Stato sociale europeo negli anni '80 e '90, privando le collettività dei beni e dei diritti comuni.

La natura di questo sistema economico produce insicurezza. Negli ultimi 15 anni i crimini si sono ridotti del 40 per cento eppure il senso di insicu-rezza continua a crescere. L'insicuinsicu-rezza è prodot-ta dalla precarietà del lavoro e delle relazioni so-ciali, da un modello di società che non funziona.

Vanno comunque definite politiche per la sicurez-za urbana: la politica ha soffiato sul fuoco delle paure irrazionali e dell'emotività, strumentaliz-zandole. Occorre un piano di sicurezza urbana democratica che veda il protagonismo di più soggetti ma anche la presenza delle forze del-l'ordine a presidio dei territori. Servono interven-ti per sostenere le vitinterven-time dei reainterven-ti e riprisinterven-tinare le rotture che l'evento reale produce a livello so-ciale. La riqualificazione e la riprogettazione ur-banistica possono contribuire fortemente, insie-me all'educazione alla legalità, alla sicurezza del-le nostre città. La frequentazione degli spazi pubblici toglie spazio alla criminalità e può essere sostenuta grazie all'attività dell'associazionismo e del volontariato. L'insicurezza non si cura con un'aspirina ed è inutile puntare sulla strumentali-tà e sulla demagogia: è questo sistema che pro-duce insicurezza”.

FRANCO ZAFFINI (AN-PDL): “DESTINARE RI-SORSE ALLE VITTIME DEL CRIMINE E AL CON-TROLLO DEL TERRITORIO, PIUTTOSTO CHE AL FALSO TOTEM DELL’INCLUSIONE SOCIALE - C’è una difficoltà ‘genetica’ della sinistra, che deriva dalla formazione culturale, per cui non si riesce ad intervenire sul contrasto a certi fenomeni co-me il degrado urbano e la crescente diffusione dello spaccio e del consumo di droga se non con il ‘falso totem’ dell’inclusione sociale, al quale de-stiniamo quei quattro soldi che sono previsti, 250mila euro, quando ne abbiamo stanziati 200mila per la giornata del commercio equo e solidale, invece di spenderli nelle quattro o cin-que azioni che sarebbero realmente utili a uscire dall’emergenza: telecamere, centrali operative per i vigili urbani, aiuti e risarcimenti per le vit-time del crimine, anziché stanziare fondi per i centri sociali. Non sono così qualunquista da non comprendere che è necessaria l’inclusione socia-le, ma prima dobbiamo mettere in sicurezza il territorio, altrimenti su quale tessuto andiamo ad includere? In una realtà fatta di insicurezza, dove non si può passare per via del Macello (una via di Perugia ndr) di notte, dove si regalano dosi di droga davanti alle scuole per spingere al consu-mo, dove i vigili urbani non hanno mezzi e capa-cità per il controllo del territorio.

L’impianto della legge 12 del 2002 andava ag-giustato, perché era lacunoso e carente sulle a-zioni pratiche da fare per uscire dall’emergenza;

invece è stata fatta un’operazione

‘gattoparde-SICUREZZA DEI CITTADINI

sca’, quella del ‘cambiare tutto per non cambiare niente’, che ha visto sacrificare sull’altare dell’inclusione sociale tutte le paure e l’insicurezza dei cittadini. E dire che, come centro destra, ci converrebbe che la sinistra continuasse a trattare questo tema in questo modo, ma la realtà è che la gente ci guarda e si aspetta che noi politici facciamo qualche cosa per risolvere i problemi con i quali è quotidianamente costretta a convivere, perché la sicurezza è un’emergenza reale, non percepita, e noi dobbiamo risolvere almeno le cose più urgenti. Accadrà invece che la maggioranza di centro sinistra approverà la sua legge, l’opposizione di centro destra dirà quello che è sbagliato e nulla cambierà. Però mi resta una perplessità: pensate veramente che la co-munità non vede quello che stiamo facendo, che siamo lontani mille miglia dalla realtà che ognu-no vive, e intanto la gente ognu-non ne può più?

L’unica strada possibile è quella di modificare la legge, assegnare più risorse e destinarle alle quattro o cinque azioni immediate da fare per avere più controllo del territorio e dare più sicu-rezza alle persone”.

ARMANDO FRONDUTI (FI-PDL): “LA PREVEN-ZIONE ED IL CONTRASTO ALLA CRIMINALITA’

NON HANNO ANALOGIE CON IL SOCIALE, FERMA RESTANDO L’UNITA’ CON ASSOCIAZIONI E SO-CIETA’ CIVILE - E’ significativo che nel capoluogo di regione ci siano ben quarantaquattro comitati di cittadini che si sono originati proprio partendo dalla volontà di ottenere sicurezza. Ho partecipa-to a diverse riunioni, e sono emersi dati significa-tivi in merito: il 64 per cento degli umbri teme per la propria sicurezza, specialmente a Perugia, il 42 per cento ha subito furti, rapine o scippi, mentre il 16 per cento di donne ha subito violen-ze di vario genere. In via Sicilia (Perugia ndr), dove risiedo personalmente, un condominio composto da 272 immobili ha fatto ricorso alla meno delle persone. Ma il servizio se lo sono pa-gato da soli i cittadini, per una cifra di quattromi-la euro al mese. Non appena quattromi-la vigiquattromi-lanza è cessa-ta la situazione è tornacessa-ta come era prima: porto-ni di vetro blindati che sono stati sfondati, a-scensori rotti e danni vari alle strutture.

Io dico che sono importanti la prevenzione ed il contrasto alla criminalità, e che non ci sono ana-logie con il sociale, anche se ritengo sia necessa-rio agire in stretta unione con le associazioni e la società civile. Inoltre la Regione non può non prendere in considerazione gli orientamenti del Governo in materia di sicurezza, come pure i sindaci hanno fatto, mettendo in campo azioni che stanno debellando il problema della prostitu-zione.

Infine vorrei sottolineare che nella realtà quoti-diana viene meno anche quello che è il diritto al-la sicurezza, che viene leso e con esso anche al-la libertà delle persone, che non c’è in assenza di

sicurezza. Per tutti questi motivi non possiamo essere favorevoli alla proposta del centro sini-stra, il cui articolato peraltro parla di integrità fi-sica e vivibilità nei centri urbani, ma non fa ab-bastanza per la sicurezza delle persone ed anche per quella dei propri beni, la casa e quantaltro”.

LUIGI MASCI (Pd) “EVITARE OGNI APPROCCIO

LUIGI MASCI (Pd) “EVITARE OGNI APPROCCIO

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