CARCERI: “GLI AGENTI LAVORANO IN CONDIZIONI PRECARIE MA LA SINISTRA PREFERISCE NOMINARE IL GARANTE DEI DETENUTI CON LE SOLITE LOGICHE PARTI-GIANE” - ZAFFINI (FD'I) AL SIT-IN DEL
“SAPPE” A SPOLETO
Il consigliere regionale Franco Zaffini, capogrup-po di Fratelli d’Italia, esprime “profonda vicinan-za e solidarietà agli agenti di polizia penitenzia-ria, costretti a lavorare, con alto spirito di servi-zio e senso delle Stato, in condiservi-zioni di pericolo fisico e pesante pressione psicologica”. Zaffini, che ha partecipato stamani alla manifestazione organizzata dal Sindacato autonomo polizia peni-tenziaria (Sappe) davanti al carcere di Spoleto, polemizza con la maggioranza di centrosinistra che “si preoccupa, con la solita logica partigiana, di nominare il garante dei detenuti”. Zaffini fa sapere infine che provvederà a sottoporre al di-rettore generale dell’azienda ospedaliera di Peru-gia l’urgenza della realizzazione di un “repartino degenza” per detenuti.
Perugia, 5 giugno 2013 - “Esprimo profonda vici-nanza e solidarietà agli agenti di polizia peniten-ziaria che sono costretti a lavorare, con alto spi-rito di servizio e senso delle Stato, in condizioni di pericolo fisico e pesante pressione psicologi-ca”. Lo afferma Franco Zaffini, capogruppo re-gionale di Fratelli d’Italia, che ha partecipato alla manifestazione organizzata stamani, davanti alla struttura detentiva di Spoleto, dal Sindacato au-tonomo polizia penitenziaria (Sappe), per “de-nunciare le tre aggressioni subite dagli operatori in pochi giorni da parte dello stesso detenuto”.
“E’ dovere delle istituzioni – dice Zaffini – tutela-re coloro che all’interno di queste struttututela-re ptutela-re- pre-stano il loro encomiabile servizio, per uno sti-pendio di poco più di mille euro al mese. E chi, come il sottoscritto, reputa essenziale il ruolo delle forze di polizia, sente il dovere di esplicitare sempre il sostegno incondizionato agli agenti.
Soprattutto ora che la sinistra al governo della Regione anziché tutelare coloro che garantiscono la sicurezza dei cittadini e la civile convivenza, si preoccupa, con la solita logica partigiana, di no-minare il garante dei detenuti. Una figura – pro-segue Zaffini – inutile, destinata a diventare ad-dirittura pericolosa se istituita senza quell’accordo che la stessa legge regionale pre-vede e che, ad oggi, appare un’autentica chime-ra”. Zaffini, inoltre, ricorda che da tempo ha chiesto l’impegno della Giunta per la realizzazio-ne del ‘repartino’ di degenza per detenuti nell’ospedale Santa Maria della Misericordia, struttura di competenza della Regione. “Siamo rimasti inascoltati – dice ancora – circa l’urgenza di prevedere una sezione per detenuti all’interno del nosocomio perugino la cui mancanza deter-mina un aggravio di turni, pesantemente com-promessi dalla protratta condizione di sottorgani-co delle forze di polizia penitenziaria dell’Umbria e non più sostenibile. Provvederemo a sottoporre la questione al direttore generale dell’azienda
ospedaliera di Perugia Orlandi, nel corso della audizione già programmata della Commissione sanità. Per quanto ci riguarda – conclude Zaffini – saremo sempre dalla parte dello Stato e dei difensori dei cittadini”. Immagini dell'iniziativa:
http://goo.gl/mS9Yz
CARCERI: “MEGLIO IL COINVOLGIMENTO DEI SOGGETTI ISTITUZIONALI CHE LA FI-GURA COSTOSA E NON CONDIVISA DEL GA-RANTE DEI DETENUTI” - LIGNANI MARCHE-SANI (FD'I) ALLA CONSEGNA DELLE CRE-DENZIALI AI RECLUSI CHE PARTECIPE-RANNO AL PELLEGRINAGGIO ASSISI-ROMA Perugia, 6 giugno 2013 - Secondo il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Fd'I) è preferibile il coinvolgimento diretto dei soggetti istituzionali sulle questioni riguardanti il sistema carcerario umbro piuttosto che “una figura costo-sa e non condivicosto-sa come quella del Garante re-gionale dei detenuti”. Lo spunto per tornare sulla questione che riguarda l'iter non ancora concluso dell'elezione del Garante, senza esito dopo la terza votazione in Consiglio, è offerto al consi-gliere dalla sua partecipazione all'iniziativa svol-tasi ad Assisi su iniziativa della Confraternita di San Giacomo, e riguardante il pellegrinaggio Assisi-Roma che sarà effettuato da alcuni reclusi del carcere romano di Rebibbia. “Nel Medioevo – spiega Lignani Marchesani - il 'pellegrinaggio' era una forma di espiazione non solo per i peccati commessi, ma anche per determinati reati. Ai giorni nostri la 'Confraternita di San Giacomo', con il suo Rettore Paolo Caucci, rilancia l’iniziativa d’intesa con alcuni Istituti di pena. Ad Assisi, infatti, si è svolta, con la partecipazione del sindaco Claudio Ricci e del sottoscritto, la cerimonia di consegna delle Credenziali (il docu-mento che attesterà di aver compiuto il cammi-no) ad alcuni pellegrini, che in sei giorni percor-reranno a piedi il percorso tra Assisi e Roma, dalla tomba di San Francesco a quella di San Pietro. Particolare importante: i 'pellegrini', in questa occasione, saranno proprio alcuni reclusi del carcere di Rebibbia a Roma, che impieghe-ranno i loro permessi-premio per compiere que-sto cammino, intendendolo come percorso anche spirituale e non solo come attività di reinseri-mento”. Lignani Marchesani racconta poi che per i partecipanti all'iniziativa è stato “molto impor-tante e formativo condividere la giornata e la cena con questi pellegrini 'particolari', scambian-do opinioni sulla situazione carceraria e sui loro progetti di reinserimento nella società. Qualche volta il passato – aggiunge - ci viene dunque in soccorso e ci indica la strada da percorrere: bene farebbero perciò quei soggetti istituzionali che hanno tra le loro prerogative quelle di poter visi-tare le case di reclusione (come gli stessi consi-glieri regionali) a compiere esperienze simili, invece che interrogarsi su chi occuperà poltrone retribuite - come quella del garante regionale dei detenuti che replica, sminuendoli, i loro stessi
SICUREZZA DEI CITTADINI
compiti”. “In modo più esplicito – conclude Li-gnani Marchesani - i consiglieri regionali si fac-ciano essi stessi 'garanti', mentre l’Istituzione Consiglio regionale cominci, a sua volta, a pren-dere contatti con le carceri umbre per promuove-re iniziative come questa del pellegrinaggio. Di-spiace, infatti, che Istituti di pena di altre regioni abbiano colto un’occasione che troverebbe inve-ce una sua ragion d’essere, per tradizione e cul-tura, proprio nelle terre e e nelle Comunità um-bre”.
RIUNITA LA COMMISSIONE D'INCHIESTA SU CRIMINALITA' ORGANIZZATA E TOSSI-CODIPENDENZE – STILATO IL PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ
Prima riunione operativa, stamani, per la Com-missione d'inchiesta del Consiglio regionale per il contrasto alla criminalità organizzata e le tossi-codipendenze. Ne fanno parte Paolo Brutti, pre-sidente, Roberto Carpinelli, viceprepre-sidente, e i consiglieri Gianluca Cirignoni (Lega Nord), San-dra Monacelli (Udc) e Manlio Mariotti (Pd). Previ-sti incontri con le forze dell'ordine e con le strut-ture sanitarie che si occupano del problema delle tossicodipendenze. Si cercherà di capire perché l'Umbria è diventata fulcro delle attività legate allo spaccio di stupefacenti e come contribuire al contrasto del narcotraffico.
Perugia, 6 giugno 2013 – Prima riunione operati-va, stamani, per la Commissione d'inchiesta del Consiglio regionale per il contrasto alla criminali-tà organizzata e le tossicodipendenze, che ha ereditato le funzioni precedentemente svolte da due commissioni distinte, l'antimafia e quella sulle dipendenze. Ne fanno parte Paolo Brutti, eletto presidente, Roberto Carpinelli, vicepresi-dente, e i consiglieri Gianluca Cirignoni (Lega), Sandra Monacelli (Udc) e Manlio Mariotti (Pd).
Per avere un quadro della situazione, la Commis-sione ha deciso di confrontarsi preliminarmente con il Questore di Perugia e, a seguire, con i rap-presentanti delle altre forze dell'ordine. Altro filone di inchiesta sarà incentrato sugli interventi pubblici specifici nel settore della cura e della riabilitazione dalle tossicodipendenze, dai Dipar-timenti regionali della salute ai servizi svolti dal Ser.T. Previste anche altre iniziative, come la collaborazione con l'Università, che si occupa anche delle problematiche oggetto della Com-missione, e un ciclo di incontri nelle scuole. La Commissione d'inchiesta resterà in carica un anno, con possibilità di proroga, e dovrà riferire sui risultati raggiunti dopo tre mesi dall'inizio dell'attività (praticamente da oggi) alla Terza commissione permanente del Consiglio (Sanità e Servizi sociali) e dopo nove mesi all'Aula di Pa-lazzo Cesaroni, presentando una relazione scrit-ta. Il presidente Paolo Brutti ha fatto acquisire agli altri commissari i dati raccolti attraverso il lavoro delle due precedenti commissioni d'inchie-sta, indicando che bisognerà approfondire
so-prattutto il problema delle tossicodipendenze, che “ha un impatto notevole sui cittadini, addirit-tura superiore al problema delle infiltrazioni ma-fiose, pur essendo le cose legate fra loro. Le or-ganizzazioni che presiedono allo spaccio di so-stanze stupefacenti – ha detto Brutti – pur es-sendo per lo più formate da etnìe straniere, di fatto si organizzano sul territorio perugino con modalità mafiose”. Da uno studio delle aziende sanitarie locali avente come tema “Carcere e salute”, di cui Brutti ha distribuito copia agli altri consiglieri, emergono non soltanto dati allarman-ti sul rapporto fra la condizione del carcere e la dipendenza da droghe, ma anche indicazioni utili a capire come si strutturano le organizzazioni criminali che assoldano gli stranieri come mano-valanza per lo spaccio: “Appena sbarcati – ha riferito Brutti – vengono dotati di bigliettini con-tenenti indirizzi di Perugia dove rivolgersi per iniziare la loro attività di spacciatori”. Fra i punti di partenza per il compito da svolgere, il consi-gliere leghista Gianluca Cirignoni ha chiesto di inserire il rapporto 2012 del Dipartimento anti-droga nazionale, che colloca Umbria e Marche non solo al primo posto per i morti da overdose di droga ma anche come “capitali” dello spaccio di eroina. “Bisognerà capire – ha detto – perché proprio da noi la forte domanda ha trasformato il capoluogo dell'Umbria in un supermarket della droga. E indagare anche su altri aspetti: gli affitti in nero, per esempio, o il perché la nostra regio-ne spende 180 milioni regio-nell'edilizia residenziale contro i circa 90 delle Marche e della Toscana, dato che peraltro più dell'80 per cento dei resi-denti umbri è proprietario della prima casa.
Quantomeno lanciamo un allarme”. Manlio Ma-riotti (Pd) ha proposto di uscire dal Palazzo per andare a vedere di persona come operano i Ser.T, ed ha posto l'accento sul nesso tra la con-dizione di tossicodipendenza e quella dei carcera-ti: oltre il 40 per cento di chi si trova in carcere ha problemi di tossicodipendenza o di reati con-nessi a tale problema. “Quando escono – ha det-to – inevitabilmente vanno alla ricerca della dro-ga. Dobbiamo concentrarci anche su questo”.
Sandra Monacelli (Udc) ha chiesto che, in ogni caso, si eviti di produrre la “solita relazione che poi nessuno legge e va a finire dentro un casset-to”.
“GRATITUDINE AGLI UOMINI DEL COMMIS-SARIATO DI CITTÀ DI CASTELLO PER AVER IDENTIFICATO GLI AUTORI DEL TENTATIVO DI ESTORSIONE A UN COMMERCIANTE” - NOTA DI CIRIGNONI (LEGA NORD)
Perugia, 7 giugno 2013 - “Soddisfazione e grati-tudine agli uomini del commissariato di Città di Castello che hanno identificato gli autori di un tentativo di estorsione, con conseguente incendio del negozio, perpetrato ai danni di un commer-ciante dell'Altotevere”. Così il capogruppo regio-nale della Lega Nord, Gianluca Cirignoni che, nel dirsi “convinto che le forze dell'ordine non
da-SICUREZZA DEI CITTADINI
ranno tregua ai due latitanti” e che “i cittadini faranno intorno a loro 'terra bruciata'”, invita
“chiunque sia stato o sia oggetto di richieste e-storsive a denunciarlo senza indugio alle forze dell'ordine. Questo tipo di reato, sconosciuto nei nostri territori – commenta il capogruppo del Carroccio -, è tipico delle zone in cui la mafia è ben radicata e trae linfa vitale dall'omertà. È quindi importante – conclude Cirignoni - che le vittime e i cittadini in genere denuncino simili situazioni e tutte le istituzioni vigilino affinché l'Altotevere e l'Umbria non diventino terre di mafia, ma mantengano la propria identità basata su lavoro, impresa e coscienza civica”.
GARANTE DETENUTI: “LE CONDIZIONI DEL-LE CARCERI ITALIANE SONO IMPENSABILI PER QUALSIASI PAESE CIVILE” - GORACCI (COMUNISTA UMBRO) TORNA A SOLLECI-TARE L'ELEZIONE DELLA FIGURA DI GA-RANZIA
Il consigliere regionale Orfeo Goracci (Cu) solle-cita l'Assemblea legislativa affinché proceda sol-lecitamente alla nomina del garante per i dete-nuti. Riportando le valutazioni del presidente Napolitano sulla condizione critica delle carceri italiane, Goracci ricorda di aver presentato una mozione che mira all'attivazione di visite periodi-che di una delegazione di Consiglieri regionali nelle carceri umbre.
Perugia, 10 giugno 2013 - “Il Consiglio regionale, cassando dall'ordine del giorno la nomina del garante dei detenuti per un'assurda sfida su chi ci mette un po' del suo, dimentica che questa nomina, attesa da quasi sette anni, sarebbe una risposta positiva per un mondo (quello delle car-ceri) che scoppia di difficoltà, inciviltà, contraddi-zioni”. Lo rimarca il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro) sottolineando che “le condizioni delle carceri italiane sono impensabili per qualsiasi paese civile: il fine che viene co-stantemente perseguito nei nostri istituti peni-tenziari non è certamente la rieducazione dell'es-sere umano e il suo reinserimento nella società, ma l'umiliazione tout court, l'annientamento del-la persona e del-la negazione stessa deldel-la natura umana”. “Ci sarebbe da ricordare – continua Goracci - che risale nientemeno al 1200 quell'ha-beas corpus che per la prima volta sancì il diritto del detenuto a essere rispettato e ascoltato, e che il nostro è il Paese che ha dato i natali, pa-recchi annetti fa, a Cesare Beccaria. Queste af-fermazioni poco valore avrebbero se venissero solamente dal sottoscritto (anche se ha cono-sciuto il mondo di cui parla dal vivo e non trami-te racconti o letture), ma a tornare sull'argomen-to con un monisull'argomen-to e un richiamo tansull'argomen-to forti da non ammettere replica è stato proprio il presi-dente della Repubblica. Napolitano ha affermato infatti che le condizioni del sistema carcerario italiano hanno raggiunto ormai soglie non più ammissibili, e ha reclamato scelte urgenti da
parte di Governo e Parlamento per mettere fine all'attuale situazione di degrado. Da parte mia – continua il consigliere regionale - vorrei aggiun-gere qualcos'altro in merito a quest'ultima di-chiarazione: è sicuramente importante denuncia-re le cadenuncia-renze del nostro sistema carcerario, ma va tenuto conto che il tempo dell'azione non è solamente ristretto, ma non c'è proprio più, e che l'emergenza umanitaria nelle nostre carceri non è più procrastinabile. Nemmeno di un solo giorno”. Orfeo Goracci aggiunge che “le persone che stanno dentro e che soffrono, in questo pre-ciso momento, non sono da punire, ma devono essere aiutate a ritrovare una dimensione umana troppo a lungo negata da un sistema coercitivo e punitivo che troppo spesso porta alla morte, fa-cendo rientrare, attraverso i suicidi, veri o pre-sunti, quello che l'ordinamento europeo ha allon-tanato ormai da lungo tempo dal suo orizzonte di civiltà: la pena di morte. L'intero sistema peni-tenziario che vige in Italia non dovrebbe essere neanche lontanamente permesso in un paese che si definisce democratico. Ritengo che nelle nostre carceri si dovrebbe adottare in tempi strettissimi un percorso che contempli l'amnistia, direzione in cui finalmente sembra si stia muo-vendo anche il ministro Cancellieri, ma che va molto più allargata, e affiancata da una politica di rispetto e di ascolto nei confronti di chi è de-tenuto”. “Ricordo – conclude - che in merito ho presentato una mozione con la quale chiedevo l'attivazione di visite periodiche di una delega-zione di Consiglieri regionali nelle carceri umbre, questo perché credo sia importante, come figure istituzionali, non trascurare nulla della società che si è chiamati a governare. Tutti, detenuti e non, ammalati e sani, giovani e anziani, tutti meritano la stessa attenzione e considerazione come esseri umani. Credo che se la Regione Um-bria al prossimo Consiglio non nominerà il garan-te per i degaran-tenuti, non solo farà una pessima figu-ra, ma dimostrerà che si dicono cose e si assu-mono impegni sulla carta ai quali non corrispon-dono la coerenza, l'operatività e il coraggio poli-tico per dar loro corso”.
“AZIONI COORDINATE, CONTRASTO ALLO SPACCIO, MISURE PATRIMONIALI, RIVITA-LIZZARE IL CENTRO STORICO” - AUDIZIO-NE DEL QUESTORE DI PERUGIA IN COM-MISSIONE DI INCHIESTA SU CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E TOSSICODIPENDENZA Stamani, a Palazzo Cesaroni, audizione del Que-store di Perugia presso la Commissione di inchie-sta sulla criminalità organizzata e sulla tossicodi-pendenza. Esaminata soprattutto la situazione del capoluogo umbro da cui emerge un'azione di contrasto “molto efficace” da parte della Polizia di Stato verso la criminalità organizzata. La sicu-rezza “reale” nella città di Perugia è maggiore di quella “percepita”. Ottenuti buoni risultati appli-cando anche “misure patrimoniali” di sequestro e confisca di beni e capitali il cui possesso risulta
SICUREZZA DEI CITTADINI
ingiustificato (una azione di cui la stessa Com-missione, in passato, aveva auspicato l'applica-zione). Le misure di protezione passiva (video-sorveglianza, sistemi di allarme, inferriate a dife-sa delle vetrine) rappresentano strumenti impor-tanti di cui però non sarebbe ancora stata com-presa appieno l'importanza. Sottolineata la ne-cessità di attuare sempre più azioni integrate di
“sicurezza partecipata”.
Perugia, 20 giugno 2013 – Il questore di Perugia, Nicolò D'Angelo, accompagnato dai capi della Squadra mobile e dell'Anticrimine, Marco Chiac-chiera e Luca Sarcoli, è stato ascoltato oggi in audizione dalla Commissione di inchiesta sulla criminalità organizzata e sulla tossicodipendenza del Consiglio regionale, presieduta da Paolo Brut-ti. Una lunga audizione, convocata dalla Com-missione per avere un quadro “aggiornato e pun-tuale” sulla situazione dello spaccio di droga e delle infiltrazioni criminali nella città di Perugia.
Dai lavori di oggi è emerso il quadro di una città in cui, pur in presenza di una rete radicata di piccoli spacciatori, sta avanzando un'azione di contrasto molto efficace da parte della Polizia di Stato, che ha portato a numerosi arresti, seque-stri di ingenti quantitativi di stupefacenti e rim-patri di clandestini dediti allo spaccio. La sicurez-za “reale” nella città di Perugia, è stato eviden-ziato, è maggiore di quella “percepita”. Buoni risultati, nel contrasto alla criminalità, anche a quella che orbita intorno alla droga, sarebbero stati ottenuti applicando misure patrimoniali di sequestro e confisca di beni e capitali il cui pos-sesso risulta ingiustificato (una azione di cui la stessa Commissione, in passato, aveva auspicato l'applicazione). Mentre le misure di protezione passiva, come sistemi di allarme, inferriate a difesa delle vetrine e videosorveglianza rappre-senterebbero risorse importanti per combattere furti e spaccate, di cui però non sarebbe ancora stata compresa appieno l'importanza. Sottolinea-ta la necessità di attuare sempre più azioni inte-grate di sicurezza “partecipata”, come pure in-terventi tesi alla rivitalizzazione del centro stori-co. SICUREZZA PARTECIPATA E INFORMATA. Il Questore ha anche sottolineato che “le azioni di contrasto devono essere condivise con le istitu-zioni e partecipate. Servono investimenti sul territorio e rivitalizzare sempre più il centro sto-rico. Quando ci sono eventi e manifestazioni, c'è la presenza costante e viva della società e gli spacciatori scompaiono. A breve apriremo un posto di polizia in centro con almeno 10 agenti, per agevolare il controllo continuo dell'acropoli nell'ottica di una sicurezza partecipata e percepi-ta. Bisogna lavorare dal punto di vista sociale sul fenomeno della droga. Sarebbe utile parlare della droga e affrontare pubblicamente l'argomento.
Sarebbe necessario parlare di più della droga, degli effetti sulla salute, dei rischi di overdose e delle conseguenze”. VIDEOSORVEGLIANZA.
D'Angelo ha poi spiegato che, “su 84 furti negli esercizi commerciali, solo 25 avevano un sistema di allarme o videosorveglianza. Il fenomeno delle
spaccate è legato alla presenza di bande orga-nizzate stanziate su un certo territorio e che in un determinato periodo attaccano alcuni obietti-vi. Non si tratta di eventi connessi a fattori speci-fici e quindi difspeci-ficili da prevedere e prevenire.
L'unica soluzione è pertanto la videosorveglianza e la sicurezza passiva, anche se di questi utili strumenti non viene ancora compresa appieno l'importanza”. DROGA. Il questore ha dunque spiegato che “dopo l'omicidio Kercher c'è stata una esasperazione dei toni che ha portato la città di Perugia ad essere identificata come 'capitale della droga'. Una definizione impropria, anche se
L'unica soluzione è pertanto la videosorveglianza e la sicurezza passiva, anche se di questi utili strumenti non viene ancora compresa appieno l'importanza”. DROGA. Il questore ha dunque spiegato che “dopo l'omicidio Kercher c'è stata una esasperazione dei toni che ha portato la città di Perugia ad essere identificata come 'capitale della droga'. Una definizione impropria, anche se