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Simulazione dell'eetto disperdente delle punte

Per poter vericare l'ipotesi della presenza dell'eetto disperdente delle punte, è stata eseguita una simulazione con COMSOL Multiphysics.

Il software, infatti, integra un modulo per l'elettrodeposizione dei mate- riali. In particolare è stato possibile simulare il processo di elettrodeposizione del rame a partire dalla dissociazione del CuSO4. Il modello fornito da COM-

SOL prevede una deposizione al catodo e una dissoluzione all'anodo con il 100% della resa, sono quindi trascurati tutti gli eetti di bordo. Il processo è dipendente dal tempo poiché i bordi del catodo si spostano all'aumentare della deposizione, per questo anche la mesh varia dinamicamente. Le varia- bili dipendenti implicate nel processo sono lo ione rame Cu2+ e solfato SO2− 4

e i potenziali ionici.

Il usso per ciascuno degli ioni nell'elettrolita è dato dall'equazione di Nernst-Planck :

Ni = −Di∇ci− ziuiF ci∇φl (4.8)

in cui Nidenota il vettore trasporto C (mol/m2· s), ci è la concentrazione

nell'elettrolita, zi è la carica delle specie ioniche, ui è la mobilità delle specie

cariche (m2/s·J ·mol), F è la costante di Faraday (A·/mol) e φ

lè il potenziale

nell'elettrolita (V).

Il bilancio dei materiali è espresso attraverso l'equazione: ∂ci

∂t + ∇ · Ni = 0 (4.9) in cui l'indice i = 1, 2, le due specie coinvolte. La condizione di elettro- neutralità, inne, è data dalla seguente espressione:

X

Le condizioni al contorno per l'anodo e il catodo sono espresse dall'equa- zione di Butler-Volmer, adattata al caso del rame:

Cu2++ e− = Cu+; (4.11) ict = i0(e 1.5F η RT − cCu 2+ cCu2+,ref e−0.5F ηRT ) (4.12)

Tramite la concentrazione iniziale di ioni rame e solfato COMSOL impo- sta l'equazione di Nernst-Planck. Usando il nodo External Depositing Elec- trode boundary node si possono basare i ussi di ioni e la velocità di variazione della mesh sulle correnti di reazione, sul numero di elettroni e sui coecienti stechiometrici delle reazioni all'elettrodo. I coecienti stechiometrici sono positivi se la specie è ossidata e negativi se è ridotta. Nel caso della reazione di riduzione dello ione rame, 4.11, si imposta il coeciente νCu2+ = −1 per

gli ioni rame nell'elettrolita e νCu = 1 per gli atomi deposti all'elettrodo.

Chiarito il modello che COMSOL implementa per questo tipo di simula- zioni, può essere indicato il percorso svolto.

Il primo passo è stata la denizione della geometria visibile in g.4.15. É stata costruita la cella elettrolitica bidimensionale con anodo superiore e catodo inferiore. Il catodo rappresenta una serie di nove nanoli con base di 1 µm e altezza 10 µm.

A seguire sono state denite le condizioni al contorno per l'elettrodepo- sizione previste dal modello:

ˆ Cinit 500[mol/(m3)]: concentrazione iniziale

ˆ T0 298[K]: temperatura del sistema ˆ i0 150[A/m2]: densità di corrente imposta

Figura 4.15: La geometria denita per la simulazione dell'elettrodeposizione sui nanoli.

ˆ phis_cathode −0.135[V ]: potenziale del catodo ˆ z_c1 2: Carica della specie c1

ˆ z_c2 − 2: Carica della specie c2

ˆ D_c1 2e − 9[m2/s]: Diusività della specie c1

ˆ D_c2 D_c1: Diusività della specie c2

La mesh, visibile in g.4.16 è stata impostata come estremamente tta. Inne sono state precisate le condizioni del calcolo transitorio: da 0 a 10 secondi con un passo di 1 secondo. Le g.4.17 e g.4.18 mostrano i ri- sultati ottenuti in termini di variazione della concentrazione e di potenziale dell'elettrolita. Il risultato di rilievo è in particolare quello sul potenziale che

Figura 4.16: La mesh imposta per la simulazione.

dimostra come sulle punte il valore del potenziale aumenti rispetto alla base dei nanoli.

Figura 4.18: La variazione del potenziale nell'elettrolita tra 0 (in alto) e 10 secondi (in basso). Si noti la dierenza tra la base e la sommità delle punte

Capitolo 5

Conclusioni

L'obiettivo del lavoro di tesi sin qui descritto è stato quello di porre le basi per la realizzazione di un generatore termoelettrico ad alta ecienza.

Nella pratica questo si è tradotto nello sviluppo di un processo di fabbri- cazione di strutture in silicio verticali di dimensioni nanometriche. La scelta del silicio è dovuta alle sue proprietà: esso è presente in abbondanza in na- tura, è biocompatibile e, dal punto di vista elettronico, le sue proprietà sono note e la sua diusione capillare.

La volontà di sfruttare il silicio in ambito termoelettrico si scontra con il problema della sua conducibilità termica elevata, pari a 148 W/mK. Se si scalano però le dimensioni no ad arrivare ai nanometri si rileva una riduzione della conducibilità termica no a pochi W/mK. Questa riduzione consente di aumentare notevolmente il fattore Z = S2σ

k (S coeciente di Seebeck, σ

conducibilità elettrica, k conducibilità termica) che è il parametro di merito utilizzato per il confronto tra questi dispositivi e da cui dipende l'ecienza di conversione.

Un generatore di questo tipo deve comunque poter condurre elevate cor- renti e sopportare gradienti di temperatura elevati; per questo motivo è neces-

sario avere a disposizione una tecnica di produzione che consenta di ottenere un elevato numero di nanoli su larga scala e che possiedano le caratteristiche desiderate: essere molto lunghi e adabili.

La fabbricazione dei nanoli è possibile attraverso diversi processi ed è un dato di fatto che, tramite l'uso della litograa ad alta risoluzione, si pos- sano ottenere strutture ben ordinate e delle dimensioni desiderate. Tuttavia raggiungere produzioni su larga scala comporta costi notevoli.

Per questo motivo è stato scelto un processo alternativo per la fabbrica- zione che consentisse di ottenere grandi quantità di nanostrutture ortogonali al piano.

Il metodo sviluppato è il Metal Assisted Chemical Etching (MACE). Si tratta di una tecnica che prevede l'immersione del campione di silicio in una soluzione di AgNO3 e HF . Grazie all'azione catalizzatrice del metallo nobile

si formano enormi quantità di nanoli (107 per mm2) ad un costo irrisorio

rispetto alle tecniche litograche più accreditate.

Sono state fatte diverse prove per valutare l'impatto del tempo di attacco e della concentrazione di AgNO3 sui nanoli risultanti. Queste hanno con-

sentito di ottenere nanoli di diametri intorno ai 100 nm e di lunghezza no ai 50 µm. É stata, inoltre, vericata la stabilità meccanica degli stessi e la trasmissione del calore lungo i nanoli attraverso delle simulazioni FEM con COMSOL Multiphysics.

La grossa pecca del metodo MACE è la formazione di nanoli raggruppati e disposti in modo disuniforme sulla supercie del campione. Ciò è proba- bilmente causato dall'aleatorietà con cui si deposita l'argento sul campione, vista l'assenza di maschere di controllo. Per ovviare a questi inconvenienti è stato studiato un attacco MACE con una litograa priva di maschere. Si è cercato di sfruttare delle nanosfere di indio per guidare la crescita dei nanoli.

In realtà questo tentativo non ha prodotto i risultati sperati a causa dell'at- tacco dell'acido uoridrico sull'indio. Rimane però una strada interessante da poter percorrere con lo studio di altri metalli alternativi all'indio.

Per poter sfruttare questa crescita verticale, ottenuta con il metodo MA- CE, è stato necessario quindi studiare una tecnica di deposizione del contatto metallico in rame sulla sommità dei nanoli. Essendo questi raggruppati, la ricerca è stata focalizzata sul raggiungimento della selettività ovvero la capacità di deporre il rame sulla punta e non lungo le pareti laterali.

Grazie all'elettrodeposizione del rame è stato raggiunto lo scopo pres- sato. Sono state studiate diverse soluzioni elettrolitiche per comprendere le caratteristiche dello strato di rame deposto: sia su campioni di silicio piano che sui nanoli. La selettività auspicata è stata raggiunta con una delle tre soluzioni: è stata osservata la crescita preferenziale del rame sulle punte sot- to forma di nuclei di materiale, crescita probabilmente legata all'eetto di dispersione delle punte. Questo eetto è stato anche comprovato attraverso una simulazione con COMSOL. Inne, per uniformare lo strato deposto, è stato applicato uno strato di pasta conduttiva.

L'esito, visualizzato con le immagini del microscopio a scansione elettroni- ca, ha avvalorato il percorso sperimentale seguito e ha consentito di chiudere in modo soddisfacente il lavoro di tesi.

La strada che è stata percorsa lascia aperte le porte ad ulteriori approfon- dimenti. In primis lo studio e il miglioramento della tecnica MACE, appro- fondendo la ricerca e la sperimentazione sul metodo alternativo per migliorare l'uniformità del campione e la disposizione dei nanoli. In ogni caso già con il risultato ottenuto si può procedere nel percorso verso la fabbricazione del generatore termoelettrico. Sarà necessario sviluppare l'attacco su un sub- strato p per realizzare l'altro ramo. In questo senso, l'interesse può essere

quello di implementare la tecnica su substrati con drogaggio di tipo n+ e p+

al ne di aumentare la conducibilità elettrica delle nanostrutture. Inne, lo studio del contatto di rame andrà ulteriormente perfezionato individuando le paste conduttive più adatte o soluzioni alternative per uniformare lo strato deposto.

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