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Il lavoro ha cercato di ripercorrere brevemente le principali linee diretti- ci e finalità del Piano Nazionale Impresa 4.0 soffermandosi, in particolar modo, sulle misure che hanno trovato attuazione nelle leggi di bilancio e fornendo alcune stime dei loro effetti sotto il profilo macroeconomico e at- traverso i giudizi espressi da un campione di imprese sulla base di un’indagine svolta dall’ISTAT. Queste stime sembrano evidenziare un im- patto positivo sulla dinamica degli investimenti privati; inoltre, grazie an- che alla campagna di promozione del Piano, è aumentato il grado di cono- scenza e di consapevolezza di molte imprese sulla necessità di intraprende- re il salto tecnologico.

Sono stati successivamente presentati i principali risultati di un’indagine svolta dal MET per conto del MiSE sul tema Impresa 4.0. Dall’indagine è emerso che le imprese 4.0 (le imprese, cioè, che hanno utilizzato almeno una tecnologia 4.0 nel triennio 2015-2017) sono caratterizzate da una mi- gliore performance congiunturale e da una maggiore propensione all’innovazione e all’internazionalizzazione rispetto sia alle imprese che hanno in programma nei prossimi anni di adottare almeno una tecnologia 4.0 che a quelle tradizionali (che non hanno ancora adottato alcuna nuova tecnologia).

La quarta rivoluzione non è soltanto tecnologica ma soprattutto culturale e avrà un importante impatto nel medio-lungo periodo. Alcuni problemi aperti legati alle varie trasformazioni digitali – tra cui gli effetti delle nuove tecnologie sull’andamento del mercato del lavoro, il paradosso delle com- petenze che non si trovano in Italia, la crescente diseguaglianza tra high- skilled jobs and low-skilled jobs – sono stati analizzati nella seconda parte

del lavoro.

Numerose saranno le sfide nei prossimi anni; come evidenziato nella re- cente Relazione del Garante per le Micro-PMI (MiSE, luglio 2018), tali sfi- de riguarderanno in particolar modo «a) la necessità di rendere sistemico il salto tecnologico già avviato da molte imprese, anche di piccola dimensio- ne, coinvolgendo anche le PMI a maggior rischio di esclusione (per le dif- ficoltà di accesso alle informazioni o perché ancora lontane dalle nuove tecnologie); b) la formazione di nuove competenze – molte delle quali al momento nemmeno prefigurabili – in un mercato del lavoro che sarà carat- terizzato, a seguito della crescente automazione e collaborazione uomo- macchina, dalla trasformazione delle professionalità richieste, con un in- cremento della domanda di lavoratori high skill e la conseguente necessità di riqualificare un ingente numero di lavoratori a rischio di esclusione dai processi produttivi; c) l’importanza dei dati, come nuovo driver di sviluppo

accompagnato da una crescente dematerializzazione dei fattori produttivi con la necessità di definire un quadro regolatorio sulla proprietà e/o scambio e utilizzo dei dati al fine di assicurare piena interoperabilità e si- curezza; d) la necessità di coniugare innovazione e sostenibilità al fine di operare la transizione del sistema industriale verso il modello circolare e la decarbonizzazione».

Per affrontare queste nuove sfide tecnologiche e favorire l’adozione e la diffusione delle nuove tecnologie digitali, come afferma lo stesso Garante nelle Raccomandazioni finali, è necessario dare continuità al Piano appor- tando, al contempo, le opportune correzioni per renderlo ancora più effica- ce e rilanciarne lo slancio propulsivo. Come ampiamente illustrato nei pre- cedenti paragrafi, l’impatto delle misure di sostegno agli investimenti ha interessato maggiormente le imprese più strutturate e di più grandi dimen- sioni, mentre solo una quota più contenuta di micro e piccole imprese ha avuto accesso alle agevolazioni del Piano17.

Un importante messaggio che possiamo cogliere da questo lavoro è il maggiore dinamismo virtuoso delle imprese 4.0, in termini di strategie di innovazione e di internazionalizzazione, rispetto alle imprese poco o in al- cun modo inserite all’interno del nuovo Paradigma tecnologico. Coinvolge- re un maggior numero di imprese (soprattutto di micro e piccole dimensio- ni) in questa trasformazione tecnologica, accrescendone il livello di digita- lizzazione e delle competenze, rappresenta un compito fondamentale per il

policy maker al fine di innalzare la produttività media del sistema produtti-

vo e, di conseguenza, la crescita economica del Paese. Tale obiettivo non può prescindere anche dall’avvio di una nuova fase del Piano che affianchi alle misure per l’ammodernamento dei macchinari una più incisiva e pro- fonda azione finalizzata ad accompagnare la trasformazione e l’innovazione dei processi produttivi in chiave 4.0 e, laddove possibile, an- che a un ripensamento dei modelli di business: appare questa, infatti, una via obbligata per rilanciare la competitività del tessuto produttivo italiano consentendo alle nostre imprese di presidiare e avere un ruolo strategico nelle catene globali del valore.

In questa nuova fase del Piano, il policy maker ha correttamente rivolto

una maggiore attenzione alle imprese di micro e di piccole dimensioni e ha potenziato la direttrice fondamentale delle competenze: gli incentivi fiscali sono stati il più delle volte la leva prevalente, se non unica, che ha indotto le imprese ad avviare i processi di trasformazione in chiave 4.0; quando la 17 Secondo la citata indagine MET il 21,2% delle micro imprese avrebbe usufruito di almeno un incentivo durante il triennio 2015-2017 rispetto al 53,4% e al 69,9%, rispettiva- mente, delle piccole e medie imprese.

sostituzione dei beni strumentali è guidata dall’obiettivo del risparmio fi- scale, non sempre ne vengono colti a pieno i potenziali impatti sull’efficientamento del processo produttivo. Non può sfuggire, pertanto, l’importanza e la strategicità delle politiche volte a un generale e diffuso innalzamento delle competenze: con la legge di bilancio 2019 il credito d’imposta per la formazione è stato prorogato di un anno, periodo necessa- rio per rendere efficace una misura divenuta operativa, nella sua prima edi- zione, solo a seguito della tardiva pubblicazione a maggio 2018 del decreto attuativo; è stato inoltre previsto per le micro, piccole e medie imprese un contributo finalizzato a introdurre in azienda figure professionali speciali- stiche in grado di governare i processi di innovazione.

Nel 2019 dovrebbe finalmente divenire operativo il network della cono- scenza, con la nascita dei Competence Center e il progressivo completa-

mento della rete dei Punti di Impresa Digitale (PID) e dei Digital Innova- tion Hub (DIH). Il network avrà un ruolo fondamentale anche nella diffu-

sione di informazioni e nella formazione, consentendo di far conoscere le potenzialità delle nuove tecnologie anche al mondo delle imprese di minori dimensioni: i Competence Center, previsti nel Piano Nazionale Impresa

4.0, sono stati realizzati proprio con la principale mission di promuovere lo

sviluppo tecnologico e digitale e la creazione di competenze specialistiche avanzate nel settore industriale, favorire le attività innovative, in particola- re, mediante lo scambio di conoscenze e competenze e il loro trasferimento, contribuendo alla creazione di reti, alla diffusione di informazioni e alla collaborazione tra imprese, università e altre realtà del polo di innovazione. Nel contempo, i PID e i DIH si pongono la finalità di arrivare in modo ca- pillare a rispondere alla domanda di innovazione e competenze delle impre- se, soprattutto di micro e piccole dimensioni.

Le varie misure suindicate, a loro volta, non potranno essere disgiunte da un Progetto-Paese di medio-lungo termine e dovranno essere armonica- mente legate le une alle altre; in particolar modo, concordemente con Visco (2018), «è essenziale ricercare sinergie fra interventi su fronti diversi, ad esempio tra il potenziamento del sistema educativo e della formazione e il sostegno alla capacità innovativa delle imprese, tra gli incentivi regola- mentari e quelli fiscali allo sviluppo dimensionale delle aziende, tra la semplificazione amministrativa e quella delle procedure che governano la gestione delle crisi aziendali».

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