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Sintomi psicopatologici della schizofrenia

I sintomi della schizofrenia sono stati oggetto di ampie analisi e descrizioni (Pancheri,1999). Essi vengono descritti secondo raggruppamenti di sintomi affini e sono oggetto di approfondite analisi qualitative e di interpretazioni di significato. La domanda fondamentale è centrata sull’individuazione di quali sintomi siano costantemente presenti nella schizofrenia e che possono risultare essenziali nella diagnosi e quali invece abbiano un peso minore e una rilevanza contingente (Pancheri, 2007). Kraepelin ha posto la sua attenzione sulla descrizione clinica di stato e di decorso della demenza precoce, Bleuler invece è andato oltre e sulla base di due principi organizzatori, uno descrittivo e l’altro teorico, ha stabilito una gerarchia di sintomi. Prendendo in considerazione il principio organizzatore di tipo descrittivo Bleuler classifica i sintomi della schizofrenia in fondamentali e accessori. I primi risultano essere quelli presenti costantemente in ogni fase di stato e di decorso, mentre i sintomi accessori si è capito che potevano risultare assenti in alcuni periodi o addirittura nell’intero corso della malattia. Per Bleuler i sintomi fondamentali più importanti erano il disturbo del pensiero, Il disturbo dell’affettività e l’ambivalenza mentre dei sintomi accessori quelli più importanti risultano deliri, allucinazioni, catatonia e disorganizzazione dell’eloquio. Questa distinzione dei sintomi in fondamentali e accessori ha stabilito in ambito clinico che si poteva fare diagnosi di schizofrenia anche in assenza di quei sintomi che oggi vengono definiti positivi, ovvero deliri e allucinazioni (Andreasen, 1990). L’alterazione dell’affettività e i disturbi formali del pensiero hanno dato vita e forma al carattere specifico della psicopatologia schizofrenica ampliando così i confini diagnostici. Il

pensiero disorganizzato (disturbo formale del pensiero) è facilmente deducibile dall’eloquio dell’individuo in quanto può passare da un argomento all’altro e le risposte alle domande possono essere correlate in modo marginale o completamente non correlate. Si ha una dissociazione del pensiero intesa come limitazione, distorsione o perdita della corrispondenza tra idee ed emozioni, tra contenuto del pensiero e comportamento. Il disturbo dell’affettività viene inteso o come una inadeguatezza affettiva rispetto alla situazione o come una coesistenza di sentimenti o atteggiamenti contrastanti (Biondi, 2015). Le allucinazioni vengono definite come esperienze simil- percettive che si verificano senza uno stimolo esterno risultando vivide e chiare e non sono sotto il controllo volontario. Sono presentabili in qualsiasi modalità sensoriale ma come ben si sa dagli studi condotti quelle uditive sono le più comuni nella schizofrenia e nei disturbi correlati e devono verificarsi nel contesto di un sensorio integro in quanto quelle che vengono considerate “ipnagogiche” ovvero che si verificano durante l’addormentamento o durante il risveglio definite “ipnopompiche” vengono racchiuse all’interno della gamma delle esperienze normali (Invernizzi, Bressi, 2012). Esistono diversi tipi di allucinazioni ed in questo frangente presentiamo la caratterizzazione proposta da Gottesman (1990):

-l’allucinazione acustica o uditiva è tra le più comuni forme di allucinazione schizofrenica e si presenta con percezioni di voci, familiari o meno e il soggetto, spesso, “sente” di essere insultato, sgridato o minacciato;

-le allucinazioni visive, distinte in elementari e complesse, si presentano in un quadro psichico alterato. Nelle allucinazioni visive elementari il soggetto la sensazione di vedere solo luci o figure geometriche, mentre nel secondo caso il soggetto schizofrenico vede apparire persone, animali causando al soggetto terrore o gioia;

-le allucinazioni olfattive hanno invece come caratteristica la percezione di odori che risultano effettivamente assenti ma il soggetto è convinto di percepirli considerandoli reali;

-le allucinazioni tattili hanno come caratteristica la sensazione di percepire qualcosa sulla pelle come ad esempio una bruciatura o una puntura di insetti;

-le allucinazioni sessuali vengono presentate come se si avesse in quel momento la sensazione di un orgasmo o di uno stupro a distanza;

-le allucinazioni motorie portano il soggetto ad avere la sensazione di essere sospeso in aria o mosso.

I deliri invece vengono definiti come convinzioni o idee errate che non sono passibili di modifica alla luce di evidenze contrastanti e possono essere distinti in bizzarri e non bizzarri. Con i primi si fa riferimento a quel tipo di deliri che sono chiaramente non plausibili e non sono comprensibili a pari appartenenti alla stessa cultura e non derivano da esperienze di vita ordinarie come per esempio la convinzione che una forza esterna abbia rimosso i propri organi interni sostituendoli con quelli di qualcun altro senza lasciare ferite e cicatrici. Se si volesse far riferimento invece ad un esempio di delirio non bizzarro potremmo far riferimento alla convinzione di essere sotto sorveglianza della polizia nonostante l’assenza di prove che possono risultare convincenti (Biondi, 2015). I deliri possono manifestarsi in diverse e, nell’elenco che segue, riproponiamo la differenziazione e la caratterizzazione proposta da Ladavas e Berti (2009)

-delirio di colpa: in questo tipo di delirio il soggetto ha la caratteristica di attribuirsi colpe mai commesse in modo tale da dare senso alla propria sofferenza;

-delirio di compensazione: si tratta di quel tipo di delirio che il soggetto costruisce per rivalersi di una situazione vissuta considerata negativa o che ha portato ad un dispiacere; -delirio erotico: caratteristica principale di questo tipo di delirio è che il soggetto risulta convinto che una determinata persona la maggior parte delle volte famosa o altolocata sia innamorata di lui;

-delirio fantastico: il soggetto colpito da questo tipo di delirio costruisce teorie religiose o scientifiche che secondo lui porteranno a risolvere i mali del mondo;

-delirio di gelosia: chi ha questo tipo di delirio ha la convinzione di essere estremamente importante o addirittura si sente come l’unico detentore di conoscenze o poteri straordinari;

-delirio di interpretazione: il soggetto si sente l’attore principale o come parte in causa interpretando fatti casuali come a lui legati;

-delirio di negazione: chi è colpito da questo tipo di delirio pensa che stia per arrivare la fine del mondo e che il proprio corpo sia svuotato o morto;

-delirio di persecuzione: il soggetto ritiene di essere oggetto di una persecuzione;

-delirio di riferimento esterno: chi ne soffre è ha sempre sospetto nell’altro ritenendo che tutti si riferiscono a lui con sguardi o allusioni;

-delirio di rovina: si tratta di quel tipo di delirio dove vengono messi al centro dell’attenzione situazioni che rimandano a situazione economica, familiare, posizione sociale e spesso sono presenti dei sensi di colpa.

In generale si potrebbe definire il delirio come quel momento in cui si ha una visione del mondo del tutto privata che risulta non condivisa dal resto della popolazione perdendo a sua volta il rapporto con se stessi e della realtà (Frith, 1999). I sintomi negativi pur essendo meno preminenti il altri disturbi psicotici risultano importanti in quanto spiegano una parte essenziale della morbilità associata alla schizofrenia. Uno dei sintomi negativi caratteristici della schizofrenia è l’abulia o apatia che consiste in una diminuzione nelle attività finalizzate volontarie spontanee ovvero i pazienti presentano trascuratezza a livello di igiene personale e passano il loro tempo accasciati senza fare nulla (Biondi, 2015). Altri sintomi negativi sono considerati l’alogia, l’asocialità e l’anedonia. L’alogia si manifesta con una diminuzione della produzione verbale assumendo diverse forme in modo particolare il contenuto dell’eloquio subisce un danno consistente apparendo come vago, ripetitivo e scarsamente informativo. L’anedonia invece consiste in una diminuzione della capacità di provare piacere da stimoli positivi o una degradazione del ricordo del piacere precedentemente provato (Maggini, 1995). Altro importante sintomo negativo è l’asocialità che si riferisce all’apparente mancanza

di interesse nelle interazioni sociali in quanti i soggetti colpiti da questo sintomo hanno difficoltà a relazionarsi con gli altri (Rossi Monti, Stanghellini, 1999).

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