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La Siria dopo la fine della Prima Guerra Siriana

Come la Prima Guerra Siriana, anche la fase immediatamente successiva non è documentata dalle Gesta di Šuppiluliuma, fatta eccezione per uno o due anni precedenti la morte di Nibøururiya (v. DŠ 28); nuovamente, le lettere di el Amarna costituiscono la principale fonte d’informazione.

In questo capitolo verranno prese in esame le lettere databili dopo la conclusione della Prima Guerra Siriana; come si è spesso osservato, uno dei dati più utili dal punto di vista cronologico è la frequente menzione di Aitakama di Qadeš.

La situazione documentaria appare, in parte, diversa rispetto a quella presentata nel precedente capitolo, dove sono stati analizzati gruppi di documenti omogenei per provenienza e dalle dimensioni rilevanti (il dossier di Ugarit, gli epistolari di Biblo e di Amurru). Per questa fase le notizie significative si trovano in un buon numero di lettere, scritte, però, da molti mittenti diversi. Tale situazione rende difficile ricostruire la corretta sequenza degli eventi, anche se lascia aperta la possibilità (utile per determinare sincronismi) che uno stesso avvenimento sia riportato in due documenti di diversa provenienza.

1. EA 162

Come si è visto nel cap. II §3.2., il confronto fra i dossier di Biblo e Amurru suggerisce una datazione della maggior parte delle lettere di Aziru fra il quinto e il nono anno di Akhenaten, nel periodo della Prima Guerra Siriana.

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Sicuramente successiva è invece EA 162, uno dei pochissimi documenti dell’epistolario amarniano ad avere il faraone come mittente.

Nella lettera Aziru viene rimproverato dal faraone per l’atteggiamento tenuto nei confronti di Rib-addi di Biblo; quest’ultimo, dopo l’espulsione dalla sua città (EA 137) e l’esilio a Beirut (EA 138 e 142), durato all’incirca un anno, aveva chiesto l’aiuto di Aziru per poter tornare a Biblo ma, una volta recatosi a Sidone, era stato consegnato proprio dal suo nemico ai reggenti del faraone1.

La notizia permette di datare EA 162 dopo la fine dell’epistolario di Rib-addi, che si conclude proprio con le tre lettere inviate da Beirut. Non ci sono elementi sicuri per stabilire quando Rib-addi si recò a Beirut, ma un confronto fra le sue lettere e l’epistolario di Amurru consente, a mio avviso, di datare l’episodio intorno al dodicesimo anno di Akhenaten e, di conseguenza, la redazione di EA 162 uno o due anni più tardi.

regno di Akhenaten lettere da Biblo lettere di Aziru

anno 9 (= ultimo anno della Prima Guerra Siriana)

EA 126 (presenza delle truppe di ÷atti) EA 127

Aziru risponde ai rimproveri del faraone (EA 161) e promette di ricostruire Sumur (EA 159-161); ostilità dei re di Nuøašše

anno 10 EA 130-132

anno 11 EA 133, 134, 362, 129

anno 12 Fuga a Beirut: EA 136, 137, 138

anno 13 Richiesta di aiuto a Aziru Redazione di EA 162

anno 14

La posteriorità EA 162 rispetto alla fine della campagna ittita in Siria è confermata dalla

menzione di Aitakama di Qadeš (definito dal faraone “un uomo con cui il re è in guerra”2),

con il quale Aziru è accusato di collaborare; la collocazione della lettera alcuni anni dopo la conclusione della Prima Guerra Siriana si concilia con la possibilità che Aitakama abbia trascorso un periodo di prigionia in ÷atti.

Secondo la sistemazione della corrispondenza di Aziru proposta in questo lavoro, il capo di Amurru avrebbe scritto le sue lettere al faraone in un arco di tempo piuttosto ristretto, fra il sesto e il nono anno di Akhenaten.

Da un punto di vista statistico l’ipotesi è verosimile, dal momento che i documenti conservati sono all’incirca una decina; resta, però, da spiegare il gap di tre/quattro anni che separerebbe le ultime lettere di Aziru da EA 162. Di sicuro alcuni messaggi sono andati

1 L’episodio è interpretato diversamente in Izre’el, Singer 1990: 141, n. 1.

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perduti; per esempio, EA 162 fa riferimento a una lettera che non si è conservata nell’epistolario amarniano, nella quale Aziru chiedeva al faraone di poter rinviare la sua partenza per l’Egitto di un altro anno. Tuttavia, il vuoto documentario si spiega meglio ipotizzando che dopo la conclusione della Prima Guerra Siriana, essendo venuto meno il pericolo di una minaccia ittita alla relativa autonomia di Amurru, Aziru avesse diradato i suoi contatti con il faraone, per proseguire la politica aggressiva a danno dei vassalli siriani

dell’Egitto3. La collaborazione con Aitakama di Qadeš, denunciata da Akhenaten proprio in

EA 162 e testimoniata anche da altre lettere di questo periodo (EA 140 e 151), indica, inoltre, che Aziru, dopo aver mantenuto, nel corso della Prima Guerra Siriana, un atteggiamento di ambiguità politica (v. EA 161), stava prendendo progressivamente posizione a favore di ÷atti e dei suoi alleati.

Il coinvolgimento di Aziru con Aitakama potrebbe spiegare anche l’ultimatum imposto

dal faraone per il viaggio in Egitto (EA 162: 42-50), al quale facevano già riferimento le lettere EA 164-167. In EA 162 Akhenaten concede al capo di Amurru un altro anno di tempo, trascorso il quale gli impone di recarsi in Egitto o di inviarvi un figlio. Che il viaggio sia effettivamente avvenuto è confermato da due lettere amarniane, EA 169 e 170, scritte dai membri della famiglia di Aziru per sollecitarne il ritorno a Amurru, a causa della delicata situazione politica. Se Aziru obbedì alle ingiunzioni del faraone, la partenza potrebbe essere datata l’anno successivo alla stesura di EA 162.

La durata della permanenza di Aziru in Egitto è difficile da precisare4; le sollecitazioni al ritorno che si trovano nelle lettere dei famigliari, nonché le dicerie in esse riportate (v. in particolare EA 169: 27-28 “Aziru non uscirà mai dall’Egitto!”) fanno pensare a una permanenza di parecchi mesi5.

La data del ritorno a Amurru può essere stabilita attraverso una accurata contestualizzazione di EA 169 e 170; l’alto valore di queste lettere dal punto di vista cronologico richiede però, preliminarmente, una analisi della situazione politica e dei principali avvenimenti verificatisi in Siria dopo la conclusione della campagna di Šuppiluliuma.

3 In alternativa, il gap di può ridurre spostando in avanti l’inizio della Prima Guerra Siriana, fissato al quinto anno di Akhenaten unicamente in base al confronto con l’epistolario di Tušratta.

4 V. Izre’el, Singer 1990: 36.

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2. EA 189

All’interno dell’archivio amarniano in ben nove lettere dei vassalli siriani al faraone vengono denunciati gli atti di prevaricazione di Aitakama a danno degli abitanti delle aree di Upe e di Amq6, in collaborazione con Aziru di Amurru e spesso a capo delle truppe ittite. Questo spiega perché sia conservata una sola lettera della corrispondenza di Aitakama con l’Egitto, EA 1897: i rapporti epistolari con l’Egitto si devono essere interrotti relativamente presto, a causa della politica aggressiva di Aitakama e della sua collaborazione con gli Ittiti (cfr. EA 162: 22-25, nella quale il faraone rimprovera a Aziru di essersi alleato con “l’uomo di Qadeš (...) un uomo con cui il re è in guerra”).

In EA 189 Aitakama si professa servo del faraone e giustifica la conquista di alcune città del territorio di Ube con l’aggressione subita da parte di Biryawaza, sovrano di Damasco e autore di EA 194-197. La posteriorità della lettera rispetto alla fine della Prima Guerra

Siriana è stata talvolta messa in dubbio8, sulla base di una presunta coreggenza di Aitakama

con il padre Šuttarna, che è però difficilmente dimostrabile9. Il contrasto fra Aitakama e Biryawaza di Damasco che emerge dalla lettera è ben inquadrabile nel periodo successivo alla conclusione della campagna in Siria: ad esso accenna anche EA 151 di Abi-milki di Tiro,

nella quale Aitakama viene inequivocabilmente definito “capo (pawari) di Qadeš”10.

Come si è detto, con EA 189 Aitakama cerca di giustificare la sua espansione nell’area di Ube con l’attacco subito da parte di Biryawaza, accusato di aver preso la sua “casa paterna” da Qadeš e di aver dato alle fiamme le sue città (Ro. 9-12). Non è escluso che il reale ordine degli eventi sia invertito nella lettera e che sia stato piuttosto Biryawaza ad aver agito in risposta all’aggressione di Aitakama.

EA 189 dovrebbe essere stata scritta nei primi anni dopo la fine della Prima Guerra Siriana e, probabilmente, prima di EA 162: sembra infatti difficile che, al momento della redazione della lettera indirizzata a Aziru, il faraone intrattenesse ancora contatti diplomatici con un uomo ormai considerato un nemico.

6 EA 53, 56, 140, 151, 174, 175, 176, 197, 363; a Aitakama si riferisce anche l’espressione “uomo di Qadeš” in EA 54 e 162.

7 Alla quale va forse aggiunta EA 190, lettera frammentaria scritta dal faraone ma priva di intestazione, in cui si fa riferimento a Qadeš

8 Kitchen 1962: 13-14.

9 Klengel 1969: 162-163 sostiene l’ipotesi della coreggenza sulla base della menzione di Aitakama, a fianco del padre, in CTH 51; v. però le critiche di Murnane 1990: 12, n. 56.

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3. Le lettere da Tiro

L’archivio amarniano conserva un consistente numero di lettere scritte al faraone da Abi-milki, re di Tiro, probabilmente appartenente alla stessa generazione di Aziru di Amurru (la “seconda generazione” dei vassalli amarniani del faraone).

In EA 89, una delle ultime lettere del primo gruppo di Rib-addi, si fa riferimento all’uccisione di un re di Tiro del quale non viene fatto il nome11 e al successivo insediamento di un protetto di Abdi-aširta. Con l’uscita del capo di Amurru dalla scena politica, anche il

suo protetto potrebbe essere caduto in disgrazia12: è probabile che Abi-milki abbia assunto il

trono dopo di lui, nei primi anni di regno di Akhenaten.

Le 10 lettere che compongono l’epistolario di Abi-milki vengono solitamente concentrate in un arco di tempo piuttosto breve, di circa cinque anni, come dimostra anche l’omogeneità del loro contenuto13. Il più solido punto di riferimento cronologico è la menzione, in EA 155, di Maya-ati (= Meritaten) che potrebbe datare la lettera dopo la

scomparsa di Nefertiti, o comunque non prima del dodicesimo anno di Akhenaten14.

Le lettere EA 146-150 hanno come argomento comune l’assenza di acqua a Tiro, l’ostilità di Zimrida di Sidone e la sua collaborazione con Aziru di Amurru; la presenza di temi analoghi anche in EA 152-155 rende difficile una sistemazione delle lettere in sequenza cronologica e alcuni messaggi potrebbero essere datati ancora al periodo della Prima Guerra Siriana15.

EA 151 è la lettera più significativa dell’intero epistolario; si vedano in particolare le righe 49-63:

Il re mio signore mi ha scritto: “Quello che odi da Kinaøøi, scrivimelo!”. Il re di Danuna è morto; suo fratello è re al posto suo e il suo paese è tranquillo; il palazzo del re di Ugarit, il fuoco l’ha bruciato; metà (è) bruciato, metà no16; truppe di ÷atti non ce ne sono; Aitakama, signore di Qadeš, e Aziru sono in guerra; è con Biryawaza che sono in guerra17.

11 Forse da identificare con [...]-šipti, autore di EA 295, lettera la cui provenienza da Tiro è stata dimostrata da Na’aman 1979: 673-676.

12 Kitchen 1962: 20-21.

13 Campbell 1964: 72; Freu 2000: 19.

14 Kitchen 1962: 19-20; Liverani 1998a: 148.

15 V. in particolare EA 149, nella quale la presa della città di Sumur sembra un avvenimento piuttosto recente.

16 La frase è stata variamente interpretata (per una rassegna v. Liverani 1962b: 29), ma questa è la lettura comunemente accettata (v. Liverani 1998a: 158).

17 La traduzione adottata da Giles 1995: 142 “Aitakama is pawari of Qadeš and Aziru has become hostile with Biryawaza”, che presuppone due notizie diverse (l’assunzione di potere da parte di Aitakama e l’ostilità fra Aziru e Biryawaza) sembra smentita dal confronto con altre lettere amarniane, dalle quali emerge un’ostilità iniziale fra Aitakama e Biryawaza, cui Aziru si sarebbe aggiunto solo in un secondo momento.

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Si tratta di un elenco di notizie che Abi-milki fornisce al faraone in risposta alla sua richiesta; esse vanno perciò considerate indipendentemente l’una dall’altra18.

La notizia dell’incendio del palazzo di Ugarit è stata ampiamente dibattuta; gli scavi

condotti a Ras Šamra fra gli anni Trenta e Quaranta19 hanno effettivamente messo in luce

due fasi di costruzione separate da un livello di distruzione, che Schaeffer attribuì a un

incendio conseguente a un terremoto20. Indagini più recenti suggeriscono l’esistenza di due

conflagrazioni, la prima delle quali potrebbe essere quella indicata in EA 15121. Infatti, la menzione di Aitakama come capo di Qadeš esclude una datazione di EA 151 al contesto della Prima Guerra Siriana e, di conseguenza, la possibilità che l’incendio sia conseguenza dell’attacco a Ugarit da parte della coalizione anti-ittita, come ritengono alcuni studiosi22.

EA 151 conferma l’ostilità fra Aitakama e Biryawaza che emerge anche in EA 189; inoltre, aggiunge la notizia della collaborazione fra Aziru e Aitakama. Non è escluso che proprio con questa lettera il faraone fosse venuto a conoscenza dell’alleanza fra i due, che lo avrebbe poi indotto a scrivere EA 162. In tal caso, EA 151 andrebbe datata nei primi anni dopo la conclusione della Prima Guerra Siriana23, come suggerisce anche l’assenza delle truppe ittite.

4. Le lettere di Biryawaza di Damasco

Secondo quanto emerge dall’archivio amarniano, Biryawaza controllava Damasco e, in generale, la provincia facente capo a Kumidi24; nelle lettere dei vassalli siriani ci si riferisce spesso a questo territorio con il nome Upe.

Biryawaza è autore di quattro lettere al faraone, EA 194-197. La sua corrispondenza può essere datata nella seconda fase dell’archivio amarniano e, probabilmente, dopo la fine della campagna di Šuppiluliuma in Siria. Questa datazione è supportata principalmente dal contenuto delle lettere, ma anche dal confronto con l’epistolario di Rib-addi: Biryawaza è

18 Liverani 1962b: 30; Gromova 2007: 14-15. Cfr. però Singer 1999: 630, che mette in rapporto l’incendio di Ugarit con l’assenza ittita.

19 Pubblicati in Syria 18-20 e 28 (v. bibliografia in Liverani 1962b: 28, nn. 3-4).

20 V. riferimenti in Singer 1999: 630.

21 Margueron 1995: 191-192; v. anche Caubert 2009: 61. Una datazione al regno di Niqmaddu sembra confermata dall’analisi degli strati archeologici posteriori all’incendio: i documenti conservati nel Palazzo Reale ricostruito dopo la distruzione iniziano infatti sotto Niqmaddu, mentre non sembrano essersi conservati documenti precedenti (Liverani 1962b: 28).

22 Redford 1967: 222; Giles 1995: 147 e 1997: 309; Singer 1999: 630.

23 Così Kitchen 1962: 17; Klengel 1992b: 110 e n. 119; Freu 2006: 47; Gromova 2007: 19. Schulman 1978: 45 preferisce una datazione più tarda della lettera, vicina a EA 170 (= raid su Amq).

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menzionato solo in EA 129, probabilmente l’ultima lettera scritta dal sovrano di Biblo prima della fuga a Beirut25.

EA 194 e 195 non contengono notizie rilevanti, ma semplici assicurazioni di fedeltà all’Egitto, in particolare per quanto riguarda il controllo delle vie carovaniere dirette verso il nord.

EA 197 permette invece di chiarire quali fossero gli equilibri politici in Siria dopo la campagna ittita: la lettera fa infatti riferimento ad alcuni re ostili a Biryawaza (Biridašwa di Yanuammu, il re di Busruna e il re di ÷alunni), ai quali va probabilmente attribuita la frase

“Noi siamo [servi del re di ÷a]tti”26. A questo gruppo va aggiunto Arzawiya (re di Ruøizza,

autore di EA 191-192), accusato di mandare in rovina la terra di Upe insieme a Biridašwa. Significative, per una datazione relativa della lettera, sono le righe 27-29, nelle quali Biryawaza accusa Arzawiya di essersi recato a Qadeš e di aver da lì prelevato le truppe di Aziru, per occupare la città di Šaddu. La presenza a Qadeš delle truppe di Amurru permette di datare EA 197 dopo la partenza di Aziru per l’Egitto, in base al confronto con EA 140 di Ili-rapiø di Biblo (rr. 20-27 “Inoltre, guarda il misfatto che Aziru ha compiuto quando è stato introdotto alla tua presenza, un misfatto [contro di no]i: ha mandato i [suoi] uomini a Aitakama [e] ha battuto tutte le terre di Amq”).

Che EA 197 appartenga a una fase più tarda rispetto a quella in cui furono scritte le

lettere di Aitakama27 e di Abi-milki trova conferma nello scenario politico prospettato dalla

lettera, nel quale appare ben definito lo schieramento dei diversi regni siriani. Si può ipotizzare che, dopo il (parziale) ritiro delle truppe alla fine della Prima Guerra Siriana, Šuppiluliuma avesse lasciato a Aitakama, e forse anche ad Aziru, il compito di costruire una rete di alleanze e di raccogliere intorno a sé regni disposti a passare dalla parte ittita. Anche dalla lettera EA 196, forse la più tarda nell’epistolario di Biryawaza28, emerge una situazione ormai prossima alla crisi, con il passaggio dei vassalli del faraone a ÷atti (EA 196: 15-17) e l’invocazione dell’intervento egiziano (EA 196: 8-9).

25 V. Liverani 1998a: 231-232.

26 EA 197: 23-24. La frase è frammentaria ma l’integrazione è plausibile, perché la frase successiva (pronunciata da Biryawaza) recita: “E io dissi: Io sono servo del re d’Egitto”.

27Contra Klengel 1969: 166.

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5. La documentazione da Qatna 5.1. La fine del regno di Idanda

Come si è visto nel cap. II §6 un’analisi del contenuto della corrispondenza di Idanda suggerisce che questo sovrano sia salito al potere come alleato di ÷atti nel corso della Prima Guerra Siriana e abbia regnato per un breve arco di tempo.

Poiché dalle lettere del suo successore Akizzi emerge in modo chiaro un legame di Qatna con l’Egitto, anziché con ÷atti, bisogna presupporre che il regno di Idanda si sia concluso con un nuovo cambiamento dell’indirizzo politico della città, avvenuto forse in modo cruento.

Nella lettera 274 Idanda viene esortato da Šuppiluliuma a fortificare Qatna in attesa del suo arrivo (rr. 9-12) e in due documenti frammentari si fa riferimento, rispettivamente, a una grande produzione di mattoni, che doveva servire allo scopo indicato nella lettera, e alla produzione di spade, probabilmente in funzione di una riorganizzazione dell’esercito29. La redazione del documento sembra essere di poco successiva al passaggio di Qatna nell’orbita ittita ed è probabilmente databile al quarto o quinto anno della Prima Guerra Siriana.

I buoni rapporti fra Idanda e Šuppiluliuma permettono di escludere che la minaccia a Qatna provenisse da ÷atti. Anche un intervento diretto delle forze egiziane sembra poco probabile, data la scarsa propensione del faraone all’ingerenza negli affari siriani; Qatna, inoltre, prima della conquista ittita rientrava ancora nell’area controllata da Mittani.

La precedente subordinazione di Qatna a Mittani rende Tušratta un possibile responsabile del cambiamento di trono e dell’incendio della città. La violenta deposizione del filo-ittita Idanda, in tal caso, costituirebbe l’ultimo tentativo del sovrano mittanico di recuperare il controllo sui propri vassalli siriani. L’ipotesi non è improbabile, se si considera che, all’incirca nello stesso periodo, o poco prima, Tušratta potrebbe essere intervenuto personalmente nel paese di Nuøašše, nel tentativo di impedire la sottomissione di Šarrupše (v. CTH 53).

Non è però escluso che già prima della conclusione della campagna ittita in Siria Mittani avesse cessato di essere un punto di riferimento per i suoi vassalli e non fosse quindi in grado di intervenire in modo diretto. È significativo, a questo proposito, che il successore di Idanda, Akizzi, una volta salito al potere si rivolga all’Egitto in cerca di protezione.

In tal caso, Akizzi potrebbe essere stato posto sul trono da una potenza diversa da Mittani; i candidati più probabili sono, in tal caso, i regni siriani dell’area intorno a Qatna rimasti fedeli all’Egitto (come Damasco) o i regni del territorio di Nuøašše su cui Šuppiluliuma non era riuscito a imporre il suo controllo.

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Se datiamo l’ascesa al trono di Idanda all’epoca del saccheggio di Qatna descritto in CTH 51 (terzo anno della Prima Guerra Siriana) e consideriamo la breve durata del suo regno, desumibile dall’entità del cosiddetto “archivio”, la fase filo-ittita della città potrebbe essere terminata subito dopo la conclusione della campagna di Šuppiluliuma in Siria, o addirittura poco prima.

Il cruento passaggio di trono da Idanda a Akizzi fu probabilmente accompagnato dall’incendio e dalla distruzione di gran parte del Palazzo Reale di Qatna, che posero fine alla vita dell’archivio del re filo-ittita.

La scoperta delle lettere di Idanda e la loro datazione alla fase immediatamente precedente l’incendio rende improbabile che lo stesso sia stato procurato, come si pensava in passato, dagli Ittiti. Sembra, piuttosto, logico imputare la conflagrazione alla potenza, o alle potenze, che misero sul trono Akizzi.

In una delle lettere di Akizzi al faraone (EA 55), tuttavia, viene fatta menzione di un incendio che sembra collegato a un’aggressione del re di ÷atti a Qatna. Per contestualizzare la notizia è necessario, preliminarmente, esaminare l’intera corrispondenza di Akizzi con l’Egitto e, in particolare, la datazione di EA 55.

5.2. EA 55

Il terminus ante quem per la fine del regno di Idanda è dato dall’inizio della corrispondenza del suo successore Akizzi con il faraone.

L’archivio amarniano conserva cinque lettere di Akizzi, EA 52-56. La più interessante dal punto di vista storico è EA 55, nella quale Akizzi esorta il faraone a intervenire nel paese di Nuøašše per catturare Aziru di Amurru; quest’ultimo viene accusato della cattura di uomini di Qatna nel corso di un saccheggio della città avvenuto per mano ittita, mentre al re

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