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SISTEMA DEGLI INDICATORI SOCIALI REGIONALI

Nel documento Informaires. N.28, maggio 2005 (pagine 99-102)

PAOLABORRIONE

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ell’autunno 2004 il Sistema degli Indicatori Sociali Regionali (Dimensioni e indicatori sociali dello sviluppo. Studio per la

costruzione di un sistema di indicatori sociali per il Piemonte,

“Contributi di Ricerca” n. 172, a cura di Susanna Terracina) è stato rie-laborato e pubblicato on line sul sito dell’IR E S, all’indirizzo http://213.254.4.222/sisreg/index.asp. È ora possibile consultare le schede dei singoli indicatori che compongono il sistema, visualizzare i grafici che li rappresentano, scaricare i dati a essi relativi (che verranno aggiornati su base annuale) e consultare repertori di risorse tematici a essi collegati.

Il SISREGè uno strumento che ha l’obiettivo di cogliere e rappresenta-re alcune fondamentali dimensioni dello sviluppo sociale delle rappresenta-regioni ita-liane, di evidenziarne i caratteri problematici e di rilevare la presenza e l’intensità di specifiche politiche sociali. È stato progettato adattando a scala regionale il sistema di indicatori sociali elaborato dall’OECD, grazie a un lavoro di verifica della disponibilità dei dati, e passando attraverso un esame del significato assunto dagli indicatori nel contesto di analisi com-parative a livello intranazionale, in cui i territori sono teoricamente più omogenei dal punto di vista economico, sociale, culturale e istituzionale. È stato scelto quale modello di riferimento il sistema di indicatori elabora-to dall’OECD poiché, coerentemente con gli scopi dell’IRES, esso è in grado di rispecchiare gli obiettivi delle politiche pubbliche e parzialmente anche dei loro effetti nel corso del tempo. Il percorso di costruzione del sistema ha portato a individuare alcune dimensioni del benessere indivi-duale e collettivo, suscettibili di essere empiricamente documentate, e poi a selezionare un limitato e robusto set di indicatori capaci di rappresenta-re tali dimensioni e di consentirne un confronto nel tempo e nello spazio. I 42 indicatori individuati sono articolati in quattro domini, corrisponden-ti a quattro diversi ambicorrisponden-ti delle policorrisponden-tiche sociali.

• L’autonomia/sicurezza (self-sufficiency), intesa come misura dell’auto-sufficienza personale e della partecipazione all’economia e alla società (abbandono precoce del sistema di istruzione, famiglie senza lavoro, infanzia educazione e cura, lifelong learning, literacy, livello di

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TE DI RICERC

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ne basso popolazione adulta, madri lavo-ratrici, occupati part time sul totale occu-pati, spesa media pro capite per formazio-ne professionale sulle forze di lavoro, spesa per istruzione sul PIL, spese per politiche del lavoro sul PIL regionale, tasso di disoccupazione di lunga durata e giovanile, tasso di occupazione).

• L’equità, intesa come misura delle diffe-renze nella distribuzione delle risorse viste prevalentemente in termini di risul-tato (beneficiari di prestazioni sociali, dif-ferenziale salariale di genere, disegua-glianza di reddito, occupati a basso sala-rio, percezione di povertà/esclusione sociale, povertà relativa, spesa per prote-zione sociale sul PILregionale).

• La salute, che include alcune dimensioni del benessere fisico delle persone e delle strutture atte a conservarlo (infrastruttu-re sanitarie, (infrastruttu-responsabilità del setto(infrastruttu-re pubblico nella spesa per la salute, ranza di vita a 65 anni e alla nascita, spe-ranza di vita libera da disabilità, spesa per la salute in rapporto al PIL, pro capi-te, spesa sanitaria pubblica sul PIL regio-nale, tasso di incidenti sul lavoro, tasso di istituzionalizzazione anziani, tasso di mortalità infantile, tasso di mortalità per incidenti stradali).

• La coesione sociale, i cui indicatori sono stati individuati con riferimento ad alcune patologie sociali considerate un effetto della mancanza di coesione sociale e ai comportamenti che innalzano il grado di coesione della società (indice di vittimiz-zazione, percezione rischio criminalità, scioperi, tasso di criminalità violenta, tasso di incarcerazione, tasso di mortalità per droga, tasso di mortalità per suicidi, tasso di partecipazione al voto, tasso di partecipazione sociale diretta).

Gli indicatori, inoltre, possono essere rag-gruppati in tre categorie.

• Indicatori di contesto: si riferiscono alle variabili sociali che solitamente non sono diretto oggetto di politiche sociali o che possono esserlo ma solo sul lungo perio-do, pur rappresentando dimensioni importanti dei “luoghi” nei quali le

politi-che vengono attivate. Ne sono un esem-pio in SISREGil PILpro capite, il numero di cittadini stranieri residenti, il numero di famiglie monoparentali, l’indice di dipendenza della popolazione anziana, il tasso di fecondità totale, il tasso di nata-lità, il tasso di separazione o di divorzio. • Indicatori di status sociale: descrivono

sinteticamente condizioni e situazioni sociali che sono o possono essere assunte a oggetto per l’azione delle politiche. Gli indicatori di status, così come quelli di contesto, vanno interpretati sia in senso descrittivo delle condizioni sociali di un paese, o di una area territoriale, sia come misure rappresentative di un obiettivo di una politica sociale.

• Indicatori di risposta della società: inten-dono cogliere e misurare le azioni che la società mette in atto per influenzare gli indicatori di status.

SISREGè uno strumento versatile. Da una parte, esso permette una sintetica descrizio-ne e comparaziodescrizio-ne dei caratteri dello “svi-luppo sociale” delle regioni italiane e di valutare la posizione assoluta e relativa di ogni area regionale in relazione a specifiche dimensioni della “società”, che possano riflettere importanti dimensioni del

well-being dei cittadini e qualificare meglio i dati

economici. Dall’altra, rende possibile com-piere ricerche e analisi tematiche, relative a un singolo nodo dello sviluppo sociale o a una singola politica pubblica, valutandone cambiamenti ed evoluzioni nel corso del tempo e dello spazio.

Attualmente il gruppo di ricerca che si occupa del progetto SI S R E G (Luciano Abburrà, Paola Borrione, Renato Cogno, Maria Cristina Migliore) sta mettendo alla prova il sistema, con l’intento di compiere una ricognizione del sistema sociale ed eco-nomico del Piemonte sulla base di tali indica-tori. Inoltre i ricercatori stanno lavorando alla seconda versione, che verrà progettata sia prendendo in considerazione la capacità dello strumento attuale di rispondere agli interrogativi posti, sia considerando i modelli di indicatori sociali concepiti da altri centri di ricerca.

Fortunato Depero, Proiezioni crepuscolari (particolare), 1926 ca., olio su tela, 83 x 74,1, MART– Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.

IN ATTESA DEL PRIMO RAPPORTO REGIONALE SUL PIEMONTE

Quale modello teorico, quali strumenti e metodologie nell’indagine PISA2003?

Il seminario si è svolto alla presenza del direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte Luigi Catalano, del presidente dell’IRES Piemonte Mario Santoro e di Valter Casale, in rappresentanza dell’assessore alla Cultura e Istruzione della Regione Piemonte Giampiero Leo.

Le relazioni scientifiche sono state svolte da Maria Teresa Siniscalco (National Project Manager di PISA2003) e da Raimondo Bolletta (Mathematical International Forum di PISA), entrambi ricercatori presso l’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione).

Il progetto OCSE-PISA(Programme for International Student Assessment) mira a valu-tare in che misura gli studenti di 15 anni possiedano conoscenze e abilità idonee ad affrontare le sfide degli studi successivi o del lavoro e i compiti della vita quotidiana. L’indagine internazionale si svolge in tre fasi: 2000, 2003, 2006. PISA2003 ha rilevato in particolare le competenze in matematica, non disgiunte da quella in lettura e in scienze (già valutate nel 2000) e un nuovo ambito trasversale relativo al problem

sol-ving. I risultati sono stati pubblicati alla fine del 2004 (www.pisa.oecd.org).

Dal 2005, per la prima volta, sarà possibile esaminare i risultati specifici per il Piemonte, grazie al finanziamento della regione, nell’ambito di una cooperazione fra regione, Direzione Scolastica Regionale del MIURe IRESPiemonte. Il Piemonte ha par-tecipato alla rilevazione come area pilota, con un campione di 57 scuole e 1.570 stu-denti.

Nel corso del seminario si sono studiati i principi e i modelli teorici del progetto, esa-minando anche più da vicino gli strumenti utilizzati. Gli esperti hanno presentato i contenuti e i metodi, e i partecipanti (dirigenti scolastici e docenti) hanno avuto la pos-sibilità di porre domande e di esprimere riflessioni. La discussione è stata particolar-mente utile per fornire, ai ricercatori, ulteriori elementi di analisi interpretativa e, ai docenti e dirigenti scolastici, indicazioni per predisporre le scuole ad accogliere i prossi-mi risultati. Sono stati invitati in particolare gli istituti superiori di diverso indirizzo e i responsabili della formazione professionale, ma la partecipazione è stata considerata aperta anche al primo ciclo dell’istruzione, in considerazione della coerenza verticale necessaria per il raggiungimento di risultati trasferibili a tutto l’arco della vita, come

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