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Il sistema formativo in Spagna

Nel documento 2-3 (pagine 63-70)

Francesca Carta e Paola Paniccio

5. Il caso spagnolo e la riforma del sistema formativo come strumento di lotta alla dispersione

5.1 Il sistema formativo in Spagna

L’organizzazione del sistema scolastico e formativo in Spagna trae origine dalla Legge Organica generale del sistema educativo (LOGSE) del 3 ottobre del 1990; successive modi-fiche in materia di istruzione sono state introdotte con la Legge Organica n. 2 del 3 maggio 2006 (LOE), e con il Regio Decreto n. 1529/2012 dell’8 novembre 2012 relativo

all’intro-duzione del sistema duale nella formazione professionale. Nel suo complesso la norma-tiva di settore è stata poi riorganizzata con la Legge Organica n. 8 del 9 dicembre 2013 (LOMCE) con l’introduzione della "formazione di base" per migliorare la qualità educativa. La strutturazione del sistema scolastico è la seguente:

• educazione infantile da 0 a 6 anni suddivisa in 2 cicli; • educazione primaria da 6 a 12 anni suddivisa in 3 cicli;

• educazione secondaria obbligatoria – Educación Secundaria Obligatoria (ESO-Diploma dell’insegnamento secondario obbligatorio) - da 12 ai 16 anni suddivisa in 2 cicli. La Legge n. 2/2006 ha introdotto un cambiamento importante nell'organizzazione della ESO. Nell’ambito dei due cicli previsti, all’ultimo anno è possibile scegliere tra due opzioni distinte; la prima di tipo scolastico verso il bachillerato e la seconda verso la formazione professionale. Quanto scelto dagli studenti al quarto anno non condiziona la loro scelta finale; la legge consente alla fine del quarto anno di eseguire un test di valutazione indivi-duale per una delle due opzioni, o anche per entrambe, se desiderato.

Dall'educazione secondaria obbligatoria (ESO) si accede, quindi, a tre possibilità distinte: il bachillerato dai 16 ai 18 anni, suddiviso in 2 cicli; la formazione professionale specifica, con un inserimento al grado medio e la formazione in arti plastiche e disegno e in Sport anche in questo caso al grado intermedio; queste ultime due danno entrambe luogo al titolo di tecnico (Livello 2).

Nel complesso, il sistema di formazione professionale, all’interno del sistema educativo spagnolo, prevede per ciascuna famiglia professionale la seguente offerta formativa: • ciclo formativo di base (2 anni), che porta al corrispondente titolo professionale di

base e fa parte della istruzione obbligatoria e gratuita;

• ciclo formativo di grado medio (dai 16 ai 18 anni), che porta al titolo di “Tecnico” e fa parte della istruzione secondaria post-obbligatoria;

• ciclo formativo di grado superiore (dai 18 ai 20 anni), che porta al titolo di “Tecnico superiore” e fa parte dell'istruzione superiore.

I titoli ottenuti sono ufficiali e hanno la stessa validità accademica e professionale su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dal fatto che gli studi siano condotti a livello regionale o nazionale. La formazione professionale nel sistema educativo offre più di 170 corsi di formazione per le 26 famiglie professionali, afferenti a diversi ambiti professionali di contenuto teorico e pratico. I corsi sono erogati da centri pubblici e privati delle Comu-nità Autonome e possono essere in presenza o a distanza.

A partire dal 2012, del sistema di formazione fa parte anche la formazione professionale duale, che va ad arricchire il panorama dell’offerta formativa. Nello specifico, la forma-zione professionale duale nel sistema dell’occupaforma-zione si realizza, a partire dai 16 fino ai 25 anni, in regime di alternanza tra la scuola e il lavoro, con un numero di ore e giorni di presenza di durata variabile fino a un massimo di tre anni. Il Regio Decreto, che istituisce la formazione professionale duale, regola anche il contratto per la formazione e l’appren-dimento tra impresa e lavoratore. A seconda del grado di partecipazione delle imprese alla formazione e apprendimenti, le aziende sottoscrivono un accordo con il centro di formazione o con l’organo che impartisce la formazione ed il lavoratore. Tale accordo farà parte del contratto di lavoro.

Il titolo III del Regio Decreto 1529/2012 regola la formazione professionale duale nel siste-ma educativo e prevede che si realizzi attraverso progetti sviluppati in compartecipazione

tra centri di formazione e imprese in assenza di un contratto di lavoro. In accordo con quanto stabilito dalla normativa regionale i centri di formazione accreditati formulano delle convenzioni con le imprese. La durata di un progetto di formazione duale può esten-dersi fino a un massimo di tre anni, con un monte-ore minimo pari al 33% del totale previ-sto da svolgere in azienda. La qualifica in esito è “Tecnico” o “Tecnico superiore” a seconda del ciclo formativo intrapreso.

5.2 Caratteristiche del fenomeno della dispersione

Anche se negli ultimi anni sta evidenziando miglioramenti importanti, la Spagna resta il paese europeo con il più alto tasso di dispersione dopo Malta. La percentuale di coloro che abbandonano precocemente i percorsi scolastici formativi continua a diminuire dal 2009 ad oggi, mostrando un decremento di circa 10 punti percentuali. In particolare dal 2014 al 2016 la percentuale degli Early School Leavers (ESL) è scesa di quasi tre punti per-centuali passando dal 21,9% del 2014 al 19% del 2016 (figura 6).

Figura 6 - Distribuzione degli abbandoni prematuri per genere: confonto Spagna-EU28 2006/2016

13,2% 17,4% 9,2% 12,2% 10,7% 23,6% 36,7% 15,1% 22,7% 19,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0% 40,0%

Femmine (2006) Maschi (2006) Femmine (2016) Maschi (2016) Totale (2016)

Media EU28 Spagna

Fonte: Elaborazioni Inapp su dati Eurostat, 2016

Nonostante tali miglioramenti, combattere il fenomeno della dispersione formativa resta una priorità cruciale per la Spagna e una prerogativa fondamentale per incrementare la competitività del paese e sbloccare il potenziale di crescita.

In coerenza con quanto si verifica nel resto di Europa, gli abbandoni sono maggiormente diffusi tra i maschi, ma la differenza con gli altri Stati membri è nell’entità che questa di-suguaglianza assume. Insieme a Estonia, Cipro, Lettonia, Malta e Portogallo, la Spagna è

il Paese in cui la differenza di genere nel fenomeno della dispersione è più significativa10.

Nel 2006 il tasso di abbandono era per entrambi i generi superiore ai 20 punti percentuali (36.7% per i maschi e 23.6% per le femmine), per arrivare nel 2016 quasi a dimezzarsi 10 Early leavers from education and training, 2011 and 2016; Eurostat 2017, http://ec.europa.eu/eurostat/stati-stics-explained/index.php/Early_leavers_from_education_and_training

(22.7% maschi, 15.1% femmine), seguendo il trend decrescente del tasso di dispersione generale e restando proporzionalmente costante nel tempo.

Come in altri paesi, differenze significative si evidenziano anche tra studenti nativi e mi-granti. In particolare, in Spagna la quota di giovani stranieri che abbandonano i percorsi scolastici e formativi è maggiore rispetto a quella degli studenti indigeni, rispettivamente il 32.9% e il 16.1% (European Commission 2017). Lo scarso rendimento e la ripetenza sono anch’essi fattori critici per quanto concerne l’elevata percentuale degli ESL. Analizzando i dati relativi all’abbandono scolastico e formativo della popolazione tra i 18 e i 24 anni rispetto alla condizione lavorativa, si evince che in Spagna gran parte degli abbandoni riguardano giovani in cerca di occupazione (9,1%) o che sono occupati (7,6%). Tali percen-tuali praticamente sono doppie rispetto alla media europea, come riportato dalla figura 7. Figura 7 - Distribuzione degli abbandoni prematuri per situazione lavorativa, Spagna 2016

0,022 0,04 0,045 0,023 0,091 0,076 0 0,02 0,04 0,06 0,08 0,1

non in cerca di lavoro in cerca di lavoro occupati

Media EU28 Spagna

Fonte: Elaborazioni Inapp su dati Eurostat, 2016

Sul fronte delle competenze di base il rendimento degli studenti è stabile nel tempo e vicino alla media UE. Secondo l'indagine dell'OCSE Programme for International Student Assessment (PISA) del 2015, la percentuale di studenti con scarsi risultati in tutti e tre i settori esaminati si aggira intorno alla media UE: 18% nelle scienze, 16% nella lettura e 22% nella matematica. Rispetto a PISA 2012, ciò mette in luce un miglioramento delle competenze nella lettura e in matematica e un lieve peggioramento nelle scienze. Tutta-via, la distribuzione rilevata tra le regioni della Spagna riflette le differenze socioeconomi-che dei territori ed evidenzia ansocioeconomi-che la scarsa efficacia dei sistemi di istruzione. In questo contesto, la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea del 2017 indirizzata alla Spagna invita il Paese ad affrontare le disparità regionali circa il rendimento degli studenti puntando in particolare sulle “competenze di base". La Spagna, inoltre, si attesta come secondo paese dell’Unione europea con il più alto tasso di ripetenza (31%) (European Commission 2017) I livelli di ripetizione sono particolarmente elevati nell'istruzione pri-maria e secondaria inferiore con differenze importanti a seconda del contesto regionale

e ciò è evidente nelle percentuali di tasso di abbandono dei differenti ambiti territoriali. Di fronte a queste problematiche, la Raccomandazione del 2017 suggerisce di rafforzare la formazione degli insegnanti e il sostegno ai singoli studenti oltre che migliorare l’assi-stenza alle famiglie, anche attraverso l’accesso ai servizi per l’infanzia di qualità (Consiglio dell’Unione europea 2017).

5.3 Politiche di contrasto e prevenzione

In Spagna sono ancora pochi gli studi e le analisi evidence-based indirizzate ad indagare le ragioni alla radice del fenomeno degli abbandoni formativi. Alcune amministrazioni regio-nali hanno avviato specifici progetti e politiche locali indirizzati a particolari target, quali ad esempio quelli a favore dei Rom, che si sono rilevati particolarmente efficaci.

Ad oggi la principale iniziativa per la lotta antidispersione è costituita dalla citata legge organica per il miglioramento della qualità nell’istruzione adottata nel 2013. La legge, ri-sultato della collaborazione tra Ministero del Lavoro e della sicurezza sociale e Ministero dell’Istruzione, della cultura e dello sport, introduce il nuovo sistema base di istruzione e formazione professionale (Formación Profesional Básica - FPB), prevedendo contratti di formazione e apprendistato che consentono allo stesso tempo di studiare e lavorare, pre-parando così le basi per il sistema duale. Gli obiettivi principali della riforma sono ridurre il numero di ESL e attrarre una quota sempre maggiore di studenti nel sistema di istruzio-ne e formazioistruzio-ne professionale, grazie ad una maggiore flessibilità di accesso al sistema. Una grande novità introdotta dalla legge è l’inserimento di un percorso alternativo di due anni per gli studenti della scuola secondaria inferiore che consente di raggiungere il livello medio di formazione professionale. Gli allievi che si iscrivono a questo percorso possono eventualmente ottenere il diploma nazionale di istruzione obbligatoria (educación

segun-daria obligatoria, ESO) previo il superamento di un esame. Questa novità è stata oggetto

di numerose critiche, le quali nel novembre 2015 hanno portato il governo ad adottare un decreto regio che garantisce agli studenti che hanno completato la formazione base nel 2016 e nel 2017 di ottenere il diploma senza sostenere l’esame. Il governo ha inoltre ap-provato 33 nuovi percorsi formativi base per incrementare l’attrattività della formazione professionale.

Il governo spagnolo ha inoltre elaborato uno specifico piano (PCPI – Programas de

Cuali-ficación Profesional Inicial) per contrastare la dispersione. Obiettivo prioritario del PCPI,

attuato nel corso degli ultimi 5 anni, è di ridurre il numero degli abbandoni recuperando i giovani che non hanno acquisito un certificato di istruzione secondaria inferiore, offren-do loro una formazione base per transitare dalla condizione di NEET (Not in Education,

Employment or Training) a quella di occupati con un primo inserimento nel mercato del

lavoro. Inoltre, il piano prevede che gli studenti che superano il programma siano iscritti al ciclo di formazione professionale medio (ISCED 3) nell’ambito di loro interesse, al fine di raggiungere una qualifica più elevata.

In questa fase il governo spagnolo sta attuando un proprio piano nazionale 2014-2020 con il quale prevede di ridurre l'abbandono scolastico e formativo. Si tratta essenzialmente di un piano in cui le parti interessate e gli istituti di istruzione possono proporre programmi specifici. Dal dicembre 2016 esiste un programma di cooperazione territoriale di 13,5 mi-lioni di euro per sostenere misure mirate di sostegno all'apprendimento. Le regioni posso-no ricevere finanziamenti per l'attuazione di misure volte a prevenire l’abbandoposso-no scolasti-co e formativo quali l'orientamento e misure di follow-up o sviluppare piani per i giovani a rischio di abbandono. Nell'ambito del piano, il ministero dell'Istruzione ha creato una serie

di piattaforme di collaborazione online in cui le amministrazioni regionali possono condivi-dere esperienze e imparare le une dalla altre (European Commission 2017).

In riferimento alla recente e crescente problematica del bullismo, nell’ottobre del 2015 il Ministero dell’Istruzione ha firmato un piano di cooperazione territoriale di un milione e mezzo di euro per prevenire la violenza, nonché promuovere la pace e la risoluzione dei conflitti negli ambienti scolastici. Inoltre lo stesso Ministero ha siglato un accordo di col-laborazione con l’Agenzia spagnola per la sicurezza dei dati, per promuovere formazione e consapevolezza tra i giovani riguardo a privacy e protezione dei dati in Internet ed in particolare nei social media, che svolgono un ruolo di rilievo nel manifestarsi di fenomeni di bullismo. Tra le varie iniziative realizzate risulta di particolare interesse Tú decides en

in-ternet, un portale che offre a ragazzi, insegnati e parenti supporto e consigli (http://www.

tudecideseninternet.es).

6. Conclusioni

La dispersione formativa ha assunto una posizione centrale nelle politiche educative eu-ropee e nazionali data la rilevanza del fenomeno: nonostante negli ultimi decenni il li-vello di scolarizzazione sia nettamente aumentato, restano preoccupanti i dati relativi all’abbandono. Si tratta di un aspetto cruciale attraverso il quale si può valutare lo stato di salute di un sistema educativo ed è uno dei principali parametri di riferimento che la Commissione europea utilizza per la misurazione dei progressi fatti dagli Stati membri nel settore istruzione e formazione.

I report e le analisi realizzate in ambito comunitario evidenziano come la multidimensio-nalità del fenomeno in questione richieda di essere affrontato attraverso una pluralità di soluzioni. Solo un’attenta analisi delle cause può dar luogo a politiche ed interventi che siano in grado di contrastare efficacemente l’evento dell’abbandono o il rischio che esso si verifichi. Come richiesto dalla Raccomandazione del Consiglio del 2011, tutti i Paesi europei hanno introdotto misure volte a ridurre l'abbandono dei percorsi formativi, ma queste non sempre si inseriscono nell’ambito di una strategia globale per contrastare il fenomeno.

La scelta di analizzare le misure adottate da Germania e Spagna trae origine dalla signifi-cativa riduzione del tasso di abbandono formativo avvenuto in tali Paesi negli ultimi anni e quindi dall’esigenza di individuare possibili modelli che offrano soluzioni percorribili anche nel nostro Paese.

In Germania si è scelto di puntare sul sistema duale per implementare figure professionali legate ai nuovi bisogni del mercato del lavoro, attraverso una maggiore collaborazione tra gli attori pubblici del sistema e quelli del tessuto imprenditoriale.

Ciò ha consentito di abbattere il tasso di abbandono al di sotto dell'obiettivo europeo del 10% ma non ne ha garantito la stabilità, cosicché nel 2016 il tasso è risalito al 10,2%. L’esempio spagnolo, che per caratteristiche e quantificazione del fenomeno può apparire più vicina al nostro Paese, ha visto negli ultimi anni una significativa riduzione del tasso di dispersione (7%), il quale permane tuttavia ancora molto alto (19%). Tale abbattimento è il risultato di un approccio volto a favorire una maggiore flessibilità di accesso al sistema educativo e formativo, anche attraverso l’introduzione della formazione di base (FPB), del sistema duale e dell’implementazione di nuovi percorsi professionali.

I risultati positivi conseguiti in Germania e in Spagna possono offrire spunti per lo svilup-po di analoghe misure in altri paesi; tuttavia a ciò va aggiunta la messa in camsvilup-po di un impegno a lungo termine e una collaborazione intersettoriale, con particolare attenzione alla prevenzione e all'intervento precoce. Inoltre, non meno importante è la messa in

campo di azioni per potenziare i sistemi nazionali di raccolta dati sugli studenti11. Resta

infine urgente, anche in Italia, la necessità di adottare misure che si configurino come vere e proprie azioni di sistema volte ad arrestare la fuoriuscita dei giovani a rischio di abban-dono dal sistema di istruzione-formazione e a favorire il raggiungimento degli obiettivi formativi12.

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11 Questo è anche uno dei suggerimenti prioritari contenuti nelle Conclusioni del Consiglio del 2015 sulla ridu-zione dell’abbandono e sulla promoridu-zione del successo formativo.

12 In questa direzione appare necessario approntare anche misure di supporto individuale, sia di natura psicolo-gico-motivazionale che di supporto alle competenze.

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