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Slides introduttive al seminario tecnico del 29 novembre 2011

Introduzione

Progetto: Supporto alle attività di coordinamento interistituzionale e tra

Programmi Operativi sui temi della Disabilità

(PON Inclusione Asse 4- Capacità amministrativa)

Seminario tecnico a distanza – 29 novembre 2017

Contenuti

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 Finalità del progetto

 Le équipes multiprofessionali

 Progettazione personale autodeterminazione delle

persone con disabilità

 Il ruolo del case manager

 L’utilizzo dell’ICF

Finalità del progetto

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 Supportare l’Autorità di Gestione del PON Inclusione per le attività

di coordinamento tra i diversi livelli di governo e nel confronto con

gli stakeholder, in riferimento alle misure rivolte alle persone con

disabilità.

 Riferimento particolare alle azioni finanziate dal Fondo sociale

europeo e in particolare all’azione 9.2.1 – “Interventi di presa in

carico multi professionale finalizzati all’inclusione lavorativa delle

persone con disabilità attraverso la definizione di progetti

personalizzati. Promozione della diffusione e personalizzazione

del modello ICF su scala territoriale. Interventi di politica attiva

specificamente rivolti alle persone con disabilità”.

Finalità del progetto

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L’azione di supporto è diretta principalmente

 all’individuazione di modelli gestionali e organizzativi

per aumentare l'efficacia delle misure nell’ambito degli

interventi sociali e di politica attiva del lavoro rivolti

alle persone con disabilità;

 al rafforzamento delle competenze nella gestione dei

servizi, delle istituzioni, degli operatori e degli

stakeholder, sia a livello territoriale che a livello

centrale.

Le équipes multiprofessionali - 1

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 Le Unità di Valutazione rappresentano il luogo

dell’incontro tra professionisti diversi, dove

convergono dati, riflessioni, analisi sulla condizione

delle persone con disabilità, si condividono obiettivi e

si delineano progetti e interventi.

 Il funzionamento delle UV è legato al quadro dei servizi

di cui il territorio dispone. Molto spesso esse appaiono

spostate prevalentemente sul versante socio-sanitario.

 Esse sono generalmente composte da figure

professionali afferenti ai servizi sociali e sanitari del

Comune e Distretto/ASL territorialmente competenti.

Le équipes multiprofessionali - 2

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 Alcune Regioni e P.A. prevedono il coinvolgimento nelle équipe di

risorse professionali appartenenti ad altri sistemi come quelli del

lavoro, dell’istruzione e formazione.

 Si rilevano anche casi in cui sono direttamente coinvolte le

persone con disabilità, le loro famiglie e rappresentanti legali, o

associazioni di volontariato.

 In quest’ottica, l’efficacia degli interventi di inclusione per le

persone con disabilità viene favorita considerando nel loro

insieme i cosiddetti determinanti della salute : casa e/o abitare

sociale, formazione/lavoro, apprendimento ed espressività,

socialità/affettività, sulla base delle specifiche scelte della

persona.

Le équipes multiprofessionali – questioni aperte

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a. Quali sono le prassi operative consolidate all’interno

delle vostre équipe? Quali sono le principali criticità

del lavoro di rete?

b. Qual è l’equilibrio raggiunto fra il contesto

socio-sanitario (maggior peso dei criteri sanitari nella

valutazione della condizione delle persone con

disabilità) e l’approccio bio-psico-sociale?

c. Quali sono le modalità per l’integrazione e la gestione

condivisa delle informazioni tra i servizi coinvolti?

Progettazione personale autodeterminazione delle

persone con disabilità

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 Il principio dell’autodeterminazione della persona con disabilità

presuppone il superamento della logica prestazionale e la

necessità di mettere al centro la persona, a partire dai suoi

bisogni e obiettivi di vita, per favorire l’esercizio pieno dei diritti

di cittadinanza.

 La previsione di tale partecipazione può essere rilevata, ad

esempio, nei dispositivi normativi delle Amministrazioni che

hanno disciplinato con legge regionale il diritto alla Vita

Indipendente.

 Insieme alla centralità della persona con disabilità, della sua

famiglia o suo rappresentante, in alcune disposizioni regionali

emerge l’importanza dell’integrazione con i soggetti della rete dei

servizi e della valorizzazione delle risorse comunitarie e delle

associazioni di rappresentanza e tutela.

Progettazione personale autodeterminazione delle

persone con disabilità – questioni aperte

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a. Qual è nella vostra esperienza il ruolo che la

dimensione dell’autodeterminazione della persona

con disabilità gioca nella articolazione dei diritti

sanciti dalla legislazione regionale?

b. Con quali modalità è coinvolta la persona con

disabilità e in che modo prende forma il progetto

personalizzato, con particolare riguardo alla

dimensione lavoro?

Il ruolo del case manager - 1

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 Spesso la figura del Case Manager viene individuata in

diverse Regioni quale operatore di riferimento per la

persona con disabilità e la sua famiglia.

 E’ una figura di fondamentale importanza nelle diverse

fasi di predisposizione e attuazione del progetto

personale.

 E’ deputata a realizzare il raccordo tra le componenti del

sistema dei servizi e a contribuire al monitoraggio degli

interventi.

Il ruolo del case manager - 2

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 Alcune Regioni gli conferiscono la funzione di supportare

l’utente nella gestione degli aspetti organizzativi associati

alla sua permanenza nei diversi nodi della rete dei servizi

e, in particolare, nei trasferimenti da un servizio all’altro.

 In situazioni specifiche può essere inteso come tutor del

cittadino che non è in grado direttamente, o attraverso un

familiare, di interfacciarsi con la rete complessiva

dell'offerta di servizi e prestazioni.

Il ruolo del case manager – questioni aperte

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a. In quale ambito è maggiormente coinvolta la figura del

Case Manager?

b. Quali sono i criteri individuati per la scelta della figura

professionale cui affidare tale ruolo?

c. Quali sono le sue funzioni in relazione alla dimensione

dell’inclusione lavorativa?

L’utilizzo dell’ICF - 1

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Seminario tecnico a distanza – 29 novembre 2017

 L’utilizzo dell’ICF consente di «capovolgere» la

valutazione della disabilità, da misurazione dello

svantaggio a individuazione dei fattori che possono

migliorare l’integrazione sociale delle persone.

 Aiuta a predisporre uno standard di valutazione

funzionale che permetta una maggiore e migliore

possibilità di inclusione sociale e lavorativa.

 Aiuta una equipe multidisciplinare nella progettazione

L’utilizzo dell’ICF

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Seminario tecnico a distanza – 29 novembre 2017

L’ICF rappresenta un utile riferimento teorico per gli

operatori che in seno alle équipe multi-professionali sono

chiamati a svolgere la valutazione delle diverse dimensioni

personali e degli aspetti ambientali che caratterizzano la

vita delle persone con disabilità.

La diffusione di tale modello in ambito lavorativo è stata

promossa dal progetto nazionale ICF e Politiche del Lavoro,

avviato nel 2005, che ha coinvolto in percorsi formativi gli

operatori del collocamento mirato di 17 Regioni e ha

sperimentato l’utilizzo dell’ICF presso i Servizi per l’impiego

di 4 Province.

L’utilizzo dell’ICF

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Seminario tecnico a distanza – 29 novembre 2017

Nuovo impulso all’utilizzo dell’ICF in ambito lavorativo si ritrova nel

D.lgs. 151/2015 che promuove attraverso la definizione di Linee guida

per il collocamento mirato:

 la diffusione di modalità di valutazione bio-psico-sociale della

disabilità;

 la definizione di criteri di predisposizione dei progetti di inserimento

lavorativo che tengano conto delle barriere e dei facilitatori

ambientali rilevati;

 la definizione di indirizzi per gli uffici competenti funzionali alla

valutazione e progettazione dell’inserimento lavorativo in ottica

bio-psico-sociale.

L’utilizzo dell’ICF – questioni aperte

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La necessità di dotarsi di un sistema per la descrizione,

classificazione e valutazione delle condizioni delle persone

con disabilità basato sul modello bio-psico-sociale ha

portato le Regioni a sperimentare e sviluppare sistemi e

strumenti per la valutazione della disabilità basati sulla

Classificazione ICF.

Esperienze interessanti riguardano lo sviluppo di applicativi

web strutturati per il lavoro interdisciplinare che

supportano la valutazione sfruttando gli standard ICF.

Rappresentano strumenti gestionali per la raccolta delle

informazioni, la predisposizione delle prestazioni e la

valutazione degli esiti.

L’utilizzo dell’ICF – questioni aperte

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a. L’esperienza del Centro Collaboratore

b. I risultati raggiunti nelle esperienze regionali attraverso

l’utilizzo del modello ICF come strumento di valutazione

dei risultati e di adeguatezza degli interventi ai fini di

una presa in carico globale della persona con disabilità

c. Buone pratiche relative all’applicazione dell’ICF ai fini

della valutazione delle persone con disabilità, nel

contesto di percorsi di inclusione lavorativa

Grazie per l’attenzione!

L’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche), nato il

1° dicembre 2016 a seguito della trasformazione dell’ISFOL, ha un ruolo

strategico di orientamento e supporto al sistema di governance delle

politiche sociali e del lavoro.

Ente pubblico di ricerca vigilato dal Ministero del lavoro e delle politiche

sociali, si occupa di analisi, monitoraggio e valutazione delle politiche del

lavoro, delle politiche dell’istruzione e della formazione, delle politiche

sociali e, in generale, di tutte le politiche economiche che hanno effetti

sul mercato del lavoro.

L’INAPP fa parte del Sistema statistico nazionale e collabora con le

istituzioni europee. Svolge il ruolo di assistenza metodologica e

scientifica per le azioni di sistema del Fondo sociale europeo ed è

Agenzia nazionale del programma comunitario Erasmus+ per l’ambito

istruzione e formazione professionale.