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3.3 Governo Abe

3.3.4 Smart Communities

Il progetto relativo all’introduzione di Smart Communities vuole raggiungere un nuovo tipo di sistema sociale che vada a sviluppare la cogenerazione di diverse fonti di energia elettrica per creare una comunità autosufficiente che riduca gli impatti ambientali dell’approvvigionamento energetico. Il progetto vuole essere anche rivolto a realtà diverse dal Giappone, soprattutto società in via di sviluppo o emergenti, per garantire un approvvigionamento energetico regolare e adeguato alle richieste della comunità. Il progetto si rivela una possibilità di guadagno per la nazione, attraverso l’esportazione di tecnologia e di innovazione, ma anche di un progressivo studio nel campo delle energie alternative applicabile soprattutto nelle zone precedentemente colpite dal terremoto nel 2011. I consumatori delle comunità che adottano questo tipo di politica possono usufruire di diversi tipi di energia, rinnovabili o prodotte attraverso un sistema di cogenerazione, e gestire in modo comprensivo la richiesta di energia regionale ottimizzando l’utilizzo energetico e garantendo in modo continuato diversi servizi.71 Secondo la definizione proposta da ANRE le smart communities sono comunità progettate per un uso efficiente dell’energia, garantita attraverso lo sviluppo di date tecnologie che combinano in modo adeguato l’energia prodotta usando le rinnovabili, o sistemi

69 CABINET SECRETARIAT, “Building National Resilience”,

https://www.cas.go.jp/jp/seisaku/kokudo_kyoujinka/index_en.html

70 Andrew DEWIT, “Japan’s ‘National Resilience’ and the Legacy of 3-11”, The Asia-Pacific Journal – Japan Focus,

Vol. 14, Issue 6, No. 1, marzo 2016, p.1, https://apjjf.org/-Andrew-DeWit/4870/article.pdf

71METI, “Collection of Case Examples Concerning Smart Communities Compiled”, giugno 2017,

125 combinati, per poi distribuirla su ampie aree. Lo scopo di ridurre le emissioni nell’atmosfera è dato appunto dalla limitazione, o dal completo annullamento, dell’utilizzo di combustibili fossili o gas facendo affidamento solo su energie naturali o anche nucleari, nei casi in cui si avesse a disposizione tale fonte. Il disegno di queste comunità arriva anche all’utilizzo di mezzi completamente elettrici, sia pubblici che privati, sia di stazioni ad accumulo energetico per garantire una produzione bilanciata alla richiesta dei consumatori. L’ideazione di questo tipo di società si deve principalmente alla consapevolezza dell’esistenza di un sistema che non riesce a garantire il rifornimento delle utenze nel caso di disastri naturali. L’esperienza del triplice disastro ha di fatto messo in luce che, nei mesi successivi all’avvenimento, sia stato necessario il ricorso a blackout in determinati periodi per far fronte alla scarsità di energia dovuta sia alla mancanza di produzione dei reattori, sia ai disturbi causati sulle linee, che hanno reso impossibile il collegamento necessario a garantire l’approvvigionamento da altri siti. Per questo, le smart communities sono concepite come strutture che si ritiene siano in grado di limitare, o annullare, il rischio di insufficienza energetica poiché dotate di proprie fonti e scorte in caso di disastri naturali che vadano a disturbare le linee di comunicazione. Un altro punto a favore è l’utilizzo efficiente di energia attraverso la cogenerazione che permette un’efficienza pari all’80%, combinando energia e calore prodotto da fonti rinnovabili e limitando gli sprechi dovuti alla trasmissione energetica. Utilizzando fonti puramente rinnovabili è evidente il beneficio riservato all’ambiente e permetterebbero, attraverso lo sviluppo di tecnologie, di produrre energia pari all’esatta domanda dei consumatori, studiandone prima le abitudini per valutarne la quantità richiesta e evitare eventuali sprechi o mancanze.72

Come può sembrare ovvio le principali pioniere in questo tipo di innovazione sono di fatto le regioni colpite nel marzo 2011. Come già sottolineato in precedenza la prefettura di Fukushima ha cercato di impegnarsi nello sviluppo delle energie rinnovabili in sostituzione al nucleare. Già dal 2012 la prefettura aveva avanzato l’idea di rendere il territorio completamente dipendente dal rinnovabile creando una comunità regionale 100% sostenibile entro il 2040. Lo scopo alla base della decisione è quello di dare vita a un modello che permetta la diffusione di comunità ecosostenibili e indipendenti che utilizzino non solo le semplici energie rinnovabili ma anche l’idrogeno, sempre prodotto attraverso le energie naturali per poi essere conservato, trasportato e usato. Fukushima Plan for a New Energy Society73 è stato quindi riconosciuto dal governo come

fonte di innovazione e sviluppo per permettere un futuro più verde e in sintonia con l’ambiente.

72 ANRE, ENERGY CONSERVATION AND RENEWABLE ENERGY DEPARTMENT, “ANRE’s Initiatives for Establishing

Smart Communities”, febbraio 2014, pp. 1-2,

http://www.meti.go.jp/english/policy/energy_environment/smart_community/pdf/201402smartcomunity.pdf

73 METI, “The Fukushima Plan for a New Energy Society”, settembre 2016,

126 Insieme al governo della prefettura il Ministero dell’ambiente e il METI si stanno impegnando per promuovere questo progetto in Giappone e al di fuori dei confini nazionali, organizzando tour per i diplomatici in visita, in modo tale da esportare le conoscenze necessarie e sperare in una replica di progetti simili. Le stesse olimpiadi del 2020 risultano essere una buona opportunità per promuovere e permettere al mondo di conoscere gli sforzi delle comunità danneggiate dal disastro nella propria rinascita. Inoltre, ci sarà un esperimento legato alla produzione, stoccaggio e trasporto di idrogeno attraverso l’uso delle rinnovabili da impiegare a Tōkyō per la durata dei giochi olimpici in modo da testarne l’efficienza. Per promuovere ulteriormente il progetto nella prefettura verranno realizzate delle smart communities di prova in 4 città; Shinchi, Namie, Naraha e Soma. La prefettura, insieme al METI, si impegna nel fornire continuo supporto alle altre municipalità nel percorso di ricostruzione sensibilizzando la popolazione alle innovazioni delle smart communities e cercando di realizzare altre comunità sostenibili anche nei centri con una limitata popolazione.74

Al di fuori della prefettura di Fukushima due esempi di smart communities già affermate si ritrovano nella prefettura di Miyagi e di Iwate. In questo caso si fa riferimento al villaggio di Ohira e alla città di Miyako. Nel primo caso attraverso gli impianti, l’energia e il calore vengono trasmessi ai complessi industriali e sono presenti dei piani ben precisi attraverso cui portare energia in zone che circondano il villaggio in modo tale da usufruirne in caso si emergenza. L’energia prodotta proviene principalmente da un sistema di cogenerazione e dall’utilizzo di pannelli solari. Nel secondo caso invece, la città di Miyako produce energia rinnovabile attraverso impianti a biomassa, grazie alle risorse boschive della zona, e attraverso mega pannelli solari. L’energia prodotta, attraverso una nuova società nata nel 2013, viene distribuita verso i campi per contribuire alla produzione agricola, agli edifici pubblici e privati e agli altri business della zona. Anche in questo caso lo stoccaggio di energia e un sistema efficiente basato sulle abitudini dei consumatori, permettono di creare una linea di approvvigionamento resistente ai disastri naturali.75

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