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ai solenni funerali di Madre Rosetta Marchese Superiora generale delle FMA

Nel documento CAPITOLO GENERALE 22 (pagine 99-103)

(Roma, Basilica di S. Giovanni Bosco, 10 marzo 1984)

Le letture bibliche ci hanno introdotto al clima profondo di questa nostra 98 assemblea eucaristica.

1. Il profeta Isaia (Is 25,6.7-9) ci ha parlato della meta di tutti i popoli, più in là della morte: «Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti. Eliminerà la morte per sempre... questi è il Signore in cui abbiamo sperato».

— L’apostolo Paolo (Rom 8,14-23) ci ha ricordato la gloria che si rivelerà in noi, più in là della morte: «Se siamo figli, siamo anche eredi... Ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi».

— L’evangelista Giovanni (Gv 10,11-18) ci ha presentato l'immagine del servo destinato a guidare i fratelli e le sorelle con una generosità più forte della sua morte: «Il buon pastore offre la vita per le pecore... per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita».

2. L'esistenza di Madre Rosetta Marchese è stata come un commento 99 vissuto di queste ricche visioni di fede:

— la certezza chiara della meta finale;

— il cammino d’impegno coraggioso nella sofferenza che ci porta a rag­

giungerla;

— e la pienezza dell'amore che fiorisce nel dono totale di sé.

È la vita intera di una suora che proclama oggi al mondo la bella notizia di questi aspetti evangelici della fede.

Un’esistenza di dono; ha fatto della sua vita una missione. Innamorata di Cristo, come opzione fondamentale della sua libertà, ha imparato alla scuola di Don Bosco e di Madre Mazzarello che la santità è un amore che

cambia il mondo; e si è dedicata a prodigare questa energia di cambia­

mento prediligendo la gioventù, quella povera e popolare.

Ha vissuto il Vangelo del Signore per proclamarlo maternamente con beatitudini g iovanili.

Non possiamo interpretare il significato della sua esistenza senza pensare alla gioventù: ammiriamo in lei una suora che ha vissuto il Vangelo per la gioventù!

In vista delle doti personali che la adomavano in questa sua scelta di mis­

sione giovanile è stata designata durante lunghi anni ad essere anche ani­

matrice e guida delle sue sorelle dedicate alle giovani.

Per tre periodi fu direttrice di comunità locali delle Figlie di Maria Ausi- liatrice.

Per due sessenni fu ispettrice di numerose comunità, prima a Roma e poi a Milano.

Per sei anni, dal 1975 al 1981, fu membro del Consiglio generale come Consigliera Visitatrice, percorrendo varie nazioni dell’Europa e del- l’Africa.

Finalmente, alla fine del 1981, venne eletta Superiora generale per gui­

dare e animare tutto il vasto Istituto FMA, le Salesiane di Don Bosco, pre­

senti in tutti i continenti.

Ai vari livelli e in tutti i suoi impegni ebbe un unico ideale: far vivere oggi con incisiva efficacia un amore che cambia il mondo secondo lo stile e gli orizzonti profetizzati a Valdocco e a Momese dai due santi moderni amici dei giovani: Don Bosco e Madre Mazzarello.

ìoo 3. Io ho conosciuto Madre Rosetta soprattutto come Superiora generale.

Un periodo corto: poco più di due anni.

Un periodo storico: caratterizzato dal Capitolo Generale che ha preparato e fatto approvare il testo definitivo delle Costituzioni.

Un periodo misterioso: contrassegnato da una scelta paradossale da parte di Dio, la sofferenza nella malattia.

È toccato a lei come neo-Superiora guidare il non facile Capitolo Gene­

rale 17°. Lo ha fatto con intelligente equilibrio, con chiara percezione

del-le esigenze del rinnovamento, con umidel-le e forte coraggio. L’esito felice del Capitolo Generale è dovuto in buona parte anche a lei.

E dopo il Capitolo si è dedicata subito a una vasta programmazione di servizi: la scelta delle priorità, gli orientamenti portanti, la pianificazione dei viaggi, delle riunioni, delle revisioni. Si è messa entusiasticamente al lavoro, affrontando di persona le difficoltà; diffondendo ottimismo; testi­

moniando bontà e maternità.

Le rinnovate Costituzioni dell’istituto rimarranno in qualche modo legate per sempre alla sua persona, come a coraggiosa guida che ha ispirato l’en­

trata comunitaria dell’istituto nel movimento ecclesiale che caratterizza quest’ultimo scorcio del secolo XX: la preparazione dell’avvento del terzo millennio del Cristianesimo.

4. Il piano misterioso di Dio non coincise con la vasta é dinamica pro­

grammazione di Madre Rosetta: fu un disegno ben diverso. Quanto ab­

biamo meditato tutti su questo: le vie del Signore non sono le nostre!

Visitandola durante questi lunghi mesi ho potuto dialogare più volte in­

torno a questo immenso tema veramente caratteristico della nostra fede cristiana. Ultimamente abbiamo commentato insieme alcuni contenuti della profonda e magnifica Lettera apostolica «Salvifici doloris» di Gio­

vanni Paolo II sul senso cristiano della sofferenza umana.

Essa, la sofferenza, è presente nel mondo «per sprigionare l’amore». Il cuore umano è nato per amare; e l’amore è sempre una trascendenza di sé; siamo destinati a superare noi stessi nel dono. Ebbene, la sofferenza cristiana è la strada maestra per questo superamento di sé. L’amore che soffre non teme l’estinzione di sé, perché è più forte della morte. Così ce lo proclama Cristo. Lui ha elevato la sofferenza a livello di redenzione tra­

sformando il dolore in fonte di bene: con la sua passione e morte Cristo ha creato il bene della Redenzione. E questo ineffabile aspetto creativo della sofferenza ha voluto che fosse partecipato dai suoi discepoli, perché ognuno compisse ciò che manca alla passione di Cristo nella Chiesa.

Ecco la dimensione nuova del dolore che ci manifesta il paradosso evan­

gelico della debolezza e della forza, della passione e dell’azione, dell’in­

successo e della vittoria, dell'umiltà e della gloria.

Anche Maria Santissima, nella sua sofferenza ai piedi della croce, ha ac­

quistato ima maternità nuova che l’ha resa Ausiliatrice dell’umanità.

Ebbene; conversando con Madre Rosetta di questo, cercavamo di per­

cepire il misterioso bene creato con la sua malattia a benefìcio dell'isti­

tuto FMA, dell'attuale nostro Capitolo Generale, di tutta la Famiglia sale­

siana, in particolare delle Ex-allieve a cui aveva dedicato parte delle sue attività e, soprattutto, a beneficio di tanta gioventù bisognosa di luce, di ideali, di guida.

Ecco: noi oggi davanti a questo feretro di una suora, salesiana di Don Bo­

sco, rimaniamo ammirati; siamo addolorati, ma ringraziamo; apriamo una tomba, ma sentiamo la risurrezione; vediamo un’età che passa, ma il nostro sguardo è fisso sulla gioventù.

Signore, dà l’eterno riposo a Madre Rosetta! e riempi i nostri cuori di quell’amore che ci impegna a cambiare il mondo con il dinamismo cristia­

no di ima numerosa gioventù evangelizzata!

«BUONA NOTTE» DI DON EGIDIO VIGANÒ

Nel documento CAPITOLO GENERALE 22 (pagine 99-103)