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8. SOLUZIONI PROPOSTE

8.1. SOLUZIONE 1: SOSTITUZIONE DEL GENERATORE DI CALORE

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presenza della quale, in questo caso, non è richiesto l’intervento dell’impianto.

Figure 37 Andamento della richiesta di riscaldamento - agosto

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non sia sovradimensionata per far sì che possa essere utilizzata in condizioni di prestazione massima.

Figure 38 Scheda tecnica caldaia a cippato

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8.1.1. EC700-Asset rating

Questo primo scenario non prevede interventi sull’involucro edilizio, per questo la richiesta energetica per il riscaldamento ricavata dal bilancio tra perdite e apporti rimane sostanzialmente uguale al caso dello stato di fatto. La sostituzione del generatore di calore però porta a una ripartizione diversa dei carichi tra i generatori e all’utilizzo di energia ricavata da fonti rinnovabili.

Innanzitutto è necessario considerare che, come prescritto dalla UNI TS 11300-4:2014, nel caso di sistemi bivalenti, ovvero quando uno dei generatori utilizzati è a biomassa e l’altro utilizza una fonte di energia non rinnovabile, esistono delle percentuali massime di utilizzo di biomassa per coprire la richiesta energetica dell’edificio servito.

Figure 39 Limiti sull'utilizzo della biomassa nei sistemi bivalenti

In questo caso particolare il limite è posto al 90% della richiesta totale sia per il riscaldamento che per l’acqua calda sanitaria, ne risultano i grafici seguenti.

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Figure 40 Ripartizione dell’energia termica in uscita dai generatori - Asset rating del primo scenario proposto

In questo caso quindi il generatore secondario interviene sia per coprire la richiesta di riscaldamento, sia per la produzione di acqua calda sanitaria.

Un altro importante risultato di questa analisi è il confronto sul risparmio di energia primaria non rinnovabile ottenuto grazie all’utilizzo della biomassa.

È possibile infatti, attraverso i fattori di conversione mostrati nella tabella seguente, stabilire in che percentuale una fonte energetica viene considerata rinnovabile. In questo caso il combustibile utilizzato è una biomassa solida con fattore di conversione in energia primaria rinnovabile pari a 0.8 e fattore di conversione in energia primaria non rinnovabile pari a 0.2 (figura 1).

0 20000 40000 60000 80000 100000 120000 140000

kWh

Ripartizione dell'energia termica in uscita dai generatori (riscaldamento + ACS)

Generatore 2 Generatore 1

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Ne risulta il seguente grafico, che mostra la ripartizione dell’energia primaria totale in rinnovabile e non rinnovabile.

Figure 41 Ripartizione di energia primaria in rinnovabile e non rinnovabile - Asset rating del primo scenario

Rispetto allo stato di fatto, in cui manca la componente rinnovabile a causa dell’utilizzo del combustibile fossile, l’utilizzo della biomassa comporta una diminuzione notevole della quota di energia primaria non rinnovabile.

Grazie alla sostituzione del generatore di calore si ottiene un consumo specifico di energia primaria non rinnovabile per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria pari a 72.01 kWh/(m2 anno).

8.1.2. EC700-Tailored rating

La valutazione adattata all’utenza prevede anche in questo caso di considerare la stagione di apertura al pubblico della struttura.

834575 842480

0 100000 200000 300000 400000 500000 600000 700000 800000 900000

Stato di fatto Scenario 1

kWh

Confronto tra stato di fatto e primo scenario

Quota rinnovabile Quota non rinnovabile

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Per questo motivo vengono presi in considerazione i mesi di luglio e agosto e da dicembre ad aprile. Di nuovo la richiesta termica dell’edificio per il riscaldamento non cambia rispetto allo stato di fatto in quanto non sono state fatte modifiche sull’involucro edilizio. I dati climatici e l’occupazione dell’edificio vengono modificati in base ai dati reali come nel caso della valutazione Tailored dello stato di fatto.

Ne risulta il seguente grafico che mostra la ripartizione dell’energia primaria totale in rinnovabile e non rinnovabile.

Come prevedibile, l’utilizzo della biomassa comporta una diminuzione notevole della quota di energia primaria non rinnovabile.

Figure 42 Ripartizione di energia primaria in rinnovabile e non rinnovabile - Tailored rating del primo scenario

642522 647296

0 100000 200000 300000 400000 500000 600000 700000

Stato di fatto Scenario 1

kWh

Cnfronto tra primo scenario e stato di fatto

Quota rinnovabile Quota non rinnovabile

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8.1.3. Design Builder-Tailored rating

Anche in questo caso si nota un leggero scostamento dei valori di energia primaria non rinnovabile per unità di superficie. È da specificare però che la presenza della caldaia a biomassa ha ridotto di molto questi valori in quanto la quota coperta dal generatore principale si avvale dei fattori di conversione riportati in figura 1. In questo caso la percentuale di scostamento tra i due metodi è del 14%.

Figure 43 EPnren per il riscaldamento e la produzione di ACS 0

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

GEN FEB MAR APR LUG AGO DIC

kWh/m2

Energia primaria non rinnovabile per il riscaldamento e la produzione di ACS

EC700 Design Builder

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8.1.4. Analisi economica

I consumi attuali di gasolio ricavati da fattura sono di circa 43500 litri all’anno, che corrispondono ad una spesa di combustibile di 38998 euro all’anno. L’intervento proposto porta ad un investimento iniziale totale di 156500 euro ricavato sulla base dei prezzi medi di mercato, in cui sono incluse le spese per la progettazione, comprensive di richieste di autorizzazioni, progetto esecutivo e direzione lavori, le opere edili per la costruzione del deposito di cippato e le opere impiantistiche, dalla rimozione e lo smantellamento del vecchio generatore a gasolio all’installazione della nuova caldaia a biomassa comprensiva di termoregolazione e accessori specifici.

A seguito della sostituzione del generatore di calore principale il consumo di gasolio è stato ridotto a 4798.4 litri all’anno, il restante fabbisogno annuo è coperto da 111542 kg di cippato.

La spesa per il combustibile si aggira quindi intorno ai 14341 euro all’anno. In questo caso il risparmio annuo per l’acquisto del combustibile è di 24657 euro.

A questo punto viene calcolato il Simple Pay Back Period (SPBP), ovvero il numero di anni necessari per rientrare nel costo dell’investimento iniziale grazie ai risparmi ottenuti attraverso l’intervento. Il SPBP si calcola come rapporto tra l’investimento iniziale ed il risparmio annuo conseguito; in questo caso si calcola che il tempo di ritorno dell’investimento sia di poco più di sei anni e mezzo. In genere questo metodo è considerato ottimistico in quanto non tiene conto del tasso di

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attualizzazione del valore del denaro, né dell’eventuale variazione del costo dei combustibili, ma può essere comunque un indicatore utile per il confronto con altre soluzioni progettuali.

Figure 44 Rappresentazione del flusso di cassa per la prima proposta di intervento

Il grafico mostra l’andamento del flusso monetario nel tempo, come si può notare questo risulta negativo nei primi anni a causa della spesa per l’investimento e diventa nullo a metà del sesto anno, ovvero quando l’investimento viene completamente recuperato grazie al risparmio sul costo del combustibile.

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