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Sorgenti carsiche della Val Graveglia

Nel documento Giornale di Geologia Applicata Geology (pagine 51-55)

Caratterizzazione geologico-ambientale e monitoraggio idrogeologico di alcune sorgenti carsiche dell'Alta Val Graveglia (Appennino ligure)

3. Sorgenti carsiche della Val Graveglia

Le sorgenti dell'Alta Val Graveglia sono note da tempo: già alla fine del XIX secolo furono oggetto di studi e ri-cerche mirate alla valutazione delle risorse idriche del-l'entroterra genovese, sfruttabili da parte dei centri rivie-raschi proiettati verso l’espansione urbanistica; nel caso di Molinello furono avanzate differenti ipotesi circa la permeabilità degli ammassi rocciosi e le modalità di cir-colazione delle acque sotterranee all'interno delle rocce affioranti in zona (Raddi, 1897, 1898, 1901; Solari, 1899; Perrone, 1912).

Alcune sorgenti prese in esame sono state oggetto di indagini sperimentali anche in tempi più recenti, nell'am-bito di una ricerca condotta alla fine degli anni '60 sull'i-drogeologia carsica del genovesato (Maifredi & Giamma-rino, 1968; Maifredi & PastoGiamma-rino, 1970, 1974).

3.1. Grotta-Sorgente Tana della Madonna

La sorgente Tana della Madonna è stata oggetto di recenti studi che hanno accertato la funzione di collettore sotter-raneo della cavità naturale di una parte del massiccio car-bonatico del M. Coppello e del M. Chiappozzo (Benedet-tini et alii, 2002).

Risalendo la sponda sinistra dell'alto corso del T.

Reppia, un centinaio di metri dopo l'intersezione del tor-rente con la strada che da Casoni del Chiappozzo scende verso Botasi, si osserva l'ingresso della grotta di Tana della Madonna (Figura 4a). Un tubo di captazione del-l'acqua guida fino all'ingresso della sorgente, che si apre ai piedi di una scarpata calcarea, intensamente fratturata (Figura 4b). L'acqua è in parte raccolta con una rudimen-tale opera di presa e utilizzata a scopo irriguo, mentre la parte restante defluisce nel sottostante torrente. Il percor-so interno della grotta dopo una ventina di metri è inter-rotto da una strettoia allagata. Un breve ramo ascendente termina a pochi metri dalla superficie, come evidenziato dalle radici nelle discontinuità della roccia.

La portata determinata su base mensile mostra valori sempre significativi: nella stagione di magra è risultata dell’ordine di 2 l/s. Nel periodo di monitoraggio le acque non hanno manifestato fenomeni di torbidità o presenza di materiale in sospensione.

Il bacino di alimentazione della sorgente si imposta su affioramenti carbonatici, interposti tra potenti scaglie di basalti a pillows e di brecce ofiolitiche, anch’esse molto fratturate, che si estendono con direzione SE-NO lungo il versante sinistro del T. Reppia, fino a giungere alla som-mità del M. Coppello, poco più a N del quale un potente lembo di argilliti rappresenta uno sbarramento imperme-abile alla circolazione sotterranea.

Lungo lo spartiacque di separazione con l'Alta Val di Vara, fra i monti Coppello e Chiappozzo, si sviluppa un ampio crinale caratterizzato da alcuni avvallamenti doli-niformi che contribuiscono all'infiltrazione diretta nella formazione calcarea, che presenta un’orientazione degli strati verso NO, in direzione della sorgente.

3.2. Sorgente Böregu

Osservazioni storiche antecedenti alla realizzazione dell’attuale opera di captazione descrivono una importan-te fuoriuscita di acque di sorgenimportan-te dai massi localizzati sulla sponda sinistra del rio Soprano, il corso d'acqua che da Prato scende verso Botasi per immettersi nel T. Rep-pia.

La portata in regime di magra è stimata in letteratura scientifica fra un minimo di 5 l/s ed un massimo di 15 l/s, anche in considerazione di alcuni significativi contributi nell’alveo del torrente; in condizioni di piena la portata aumenta notevolmente, risultando prossima a 100 l/s (Maifredi & Pastorino, 1970, 1974).

L'area di potenziale alimentazione della sorgente si e-stende verso NE fino alle pendici del M. Chiappozzo, mentre verso SE raggiunge il contrafforte calcareo inte-ressato da fenomeni carsici superficiali; infatti si osserva-no alcune piccole doline e l’imbocco di due cavità di mo-desto sviluppo, posizionate lungo il settore occidentale dell’ampia depressione di Pian d’Oneto.

L’estensione del potenziale bacino di assorbimento è di poco superiore a 2 km2(Figura 5a). In quest’area sor-gono due nuclei insediativi: Prato di Reppia, in sponda sinistra del rio Berego, e Case Soprane, posizionato in

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Figura 4a - Schema geologico semplificato dell'area di Tana della Madonna (da Brandolini et al., 2007): dt) coperture detritiche; σ) serpentiniti; bi) brecce ofiolitiche; β) basalti a pillows; cc) Calcari a Calpionelle; ap) Argille a palombini. Le frecce indicano l'ipotiz-zata direzione di flusso ipogeo delle acque; S1 evidenzia l’ubicazione della sorgente e l'entrata della grotta; con la linea tratteggiata è marcato un tratto dello spartiacque Graveglia-Vara. A destra, rilievo della grotta.

Figure 4a - Geological sketch map of the Tana della Madonna area (from Brandolini et al., 2007): dt) debris covers; σ) serpen-tinites; bi) ophiolitic breccias; β) pillow basalts; cc) limestones; ap) shales with limestone interlayers. The arrows show the under-ground water direction; S1 highlights the spring location and the cave entry; the dashed line means a part of the Graveglia-Vara wa-tershed. On the right, the cave plan.

Figura 4b – Ingresso della grotta Tana della Madonna con il massi-mo livello dell'acqua osservato durante il periodo di monitoraggio (novembre '07).

Figure 4b - Entry of the Tana della Madonna Cave, with the maximum water table level observed in the monitoring period (November 2007)

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Figura 5a - Schema geologico dell'area di Böregu: dt) coperture detritiche; lt) depositi lacustri-palustri all'interno di depressioni tetto-nico-carsiche; σ) serpentiniti; of) serpentiniti brecciate; bi) brecce ofiolitiche; β) basalti a pillows; cc) calcari a calpionella; ap) argille a palombini; S2) sorgente di Böregu; V) inghiottitoio di Piani d'Oneto. Le frecce indicano il deflusso presunto, la linea tratteggiata il potenziale bacino di alimentazione.

Figure 5a - Geological sketch map of the Boregu area: dt) debris covers; lt) swampy deposits in the tectonic-karstic hollows; σ) ser-pentinites; of) serpentinites breccia; bi) ophiolitic breccia; β) pillow basalts; cc) limestones; ap) shales with limestone interlayers; S2) Boregu spring; V) Piani di Oneto swallow hole. The arrows show the underground water direction, the dashed line means the potential catchment basin.

sponda destra, entrambi realizzati in tempi storici sul va-sto accumulo detritico che dalle pendici di M. Chiappoz-zo raggiunge con diversa forma il fondovalle del T. Rep-pia.

I calcari affioranti in tutto il versante sotteso dalla sorgente Böregu presentano indizi di fenomenologie car-siche, impostate su un diffuso sistema di fratturazione, anche profonda; in prossimità della sorgente le bancate carbonatiche trovano un naturale sbarramento impermea-bile costituito verso N da un contrafforte di basalti a pil-lows a contatto con argilliti, mentre a O e S affiorano le serpentiniti.

Due ampi corpi di frana, fra gli abitati di Prato di Reppia e di Case Soprane a N e Prato di Reppia e Arzeno a S, ricoprono la parte centrale del versante impedendo l’osservazione di eventuali affioramenti rocciosi.

La sorgente Böregu è captata dall'acquedotto comuna-le di Ne (Figura 5b); sopra l’originaria scaturigine è stata realizzata una struttura comprendente due vasche di rac-colta e decantazione delle acque verso un serbatoio di trattamento posto a valle. La struttura rende inaccessibile l’osservazione diretta del punto di emergenza idrica ed impossibile qualunque tipo di determinazione in merito alla portata (se non di tipo qualitativo), di torbidità o sull’eventuale presenza di materiale in sospensione. Sulla base dei dati forniti dalla Società per l'Acqua Potabile la portata dell’acquedotto varia tra 0,25 e 0,5 l/s, per un to-tale medio complessivo di oltre 10.000 m3/anno.

Figura 5b – La notevole portata della sorgente Böregu determi-na la fuoriuscita dell’acqua dalla vasca di raccolta (aprile 2008).

Figure 5b - The Böregu’s spring great flow causes the water overflow from the tank (April 2008).

3.3. Sorgente Molinello

La sorgente emerge lungo il contatto fra diaspri e calcari, a 280 m s.l.m., sulla sponda destra del rio Novelli, circa 500 m a monte della sua confluenza col T. Reppia, in un tratto di alveo inciso nei diaspri (Figura 6a).

L’elevata portata della sorgente, il cui valore è stato stimato tra 40 e 250 l/s, con una portata estiva ordinaria intorno a 60 l/s, può essere correlata all'estesa zona di po-tenziale assorbimento costituita dalla lama di calcari af-fioranti lungo il versante destro della vallata ed interessati da una fitta rete di litoclasi più o meno carsificate, a cui si

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Figura 6a - Schema geologico dell'area di Molinello: dt) coperture detritiche; σ) serpentiniti; bi) brecce ofiolitiche; β) basalti a pil-lows; cc) Calcari a calpionelle; ap) Argille a palombini; S3) sorgente di Molinello; V) inghiottitoio nel rio Novelli.

Figure 6a - Geological sketch map of the Molinello area: dt) debris covers; σ) serpentinites; bi) ophiolitics breccia; β) pillow ba-salts; cc) limestones; ap) shales with limestone interlayers; S3) Molinello spring; V) rio Novelli swallow hole.

Figura 6b – La portata della sorgente in regime di piena, con l’acqua che fuoriesce dai fori di troppo pieno della vasca di rac-colta (aprile '08).

Figure 6b - The water flow of the spring in flood regime (April 2008)

aggiungono in minor misura gli apporti provenienti dai settori in cui affiorano in condizioni di intensa frattura-zione i diaspri, i basalti a pillows e le serpentiniti, presen-ti lungo la sponda sinistra e in testata di valle.

Alla fine degli anni ’60 una campagna di colorazione nelle acque del rio Novelli (Maifredi & Pastorino, 1970) ha confermato quanto ipotizzato già in occasione delle prime osservazioni scientifiche condotte alla fine del XIX secolo: un contributo significativo all'alimentazione della sorgente, oltre che dalle rocce carbonatiche, proviene an-che da un inghiottitoio posto nell’alveo del rio stesso, si-tuato circa 1700 m più a monte, in corrispondenza di q. 437 m s.l.m., con tempi di permanenza nel serbatoio roc-cioso calcareo compresi fra 24 e 36 ore ed un apporto stimato di acqua pari a 9/10 della portata complessiva della sorgente stessa, in occasione di piene anche di mo-desta entità.

Sui ripidi versanti compresi fra la sorgente e l'inghiot-titoio sorgono due borghi rurali, sempre nel bacino del rio Novelli: Cassagna in sponda destra e Nascio in quella si-nistra, anche se quest'ultimo è parzialmente sviluppato oltre lo spartiacque.

In corrispondenza degli affioramenti di diaspro, sui versanti e nel fondovalle, si individuano ancora le entrate di alcune delle miniere inattive di manganese appartenen-ti al sito estratappartenen-tivo di Molinello, facente parte del distretto

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minerario di Gambatesa (Faccini et alii, 2000).

Anche la sorgente Molinello è sfruttata dall’acquedotto comunale di Ne, mediante un’opera di captazione che impedisce sia l’accesso allo stretto cuni-colo artificiale, realizzato in tempi passati nei diaspri, sia alla sorgente, posta alla base della galleria ad un paio di metri sopra il rio Novelli (Figura 6b, Figura 6c).

Figura 6c - La portata della sorgente in regime estivo (settembre '08).

Figure 6c - The water flow of the spring in summer (September 2008)

Sulla base dei dati forniti dalla Società per l'Acqua Potabile, la portata dell’acquedotto varia tra 6 e 12 l/s, per un totale medio di oltre 300.000 m3/anno.

Nel casotto di captazione della sorgente una vasca o-spita un sistema che regola attraverso un galleggiante il riempimento del serbatoio posto a valle, in frazione Pian-difieno. L’impossibilità tecnica d’interrompere il sistema di adduzione al serbatoio in caduta, unitamente alla forma della vasca ai cui lati sono stati realizzati sfioratori di troppo pieno, hanno impedito la valutazione della portata.

L’acqua della sorgente presenta un debole intorbidi-mento in occasione di osservazioni effettuate in periodi di intense e prolungate precipitazioni, riconducibile presu-mibilmente all’apporto proveniente dal rio Novelli. Le analisi chimiche condotte sui campioni, come evidenziato nel seguito, non hanno riscontrato tenori elevati di metalli

disciolti, come il manganese; questa osservazione esclu-derebbe, pertanto, il prevalente apporto di acque prove-nienti dal versante in diaspri, come ipotizzato negli studi di inizio '900 (Perrone et alii, 1912).

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