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La necropoli di Soyuq Bulaq, a 6 km a SE di Boyuk Kasik, è stata scoperta nel 2005 durante le ricognizioni d'emergenza organizzate in occasione della costruzione del nuovo gasdotto, di cui si è appena parlato157. Con grande sorpresa degli scavatori, ci si è

trovati di fronte a una cinquantina di kurgan, tutti risalenti alla prima metà del IV millennio, mentre si riteneva comunemente che questa tipologia non apparisse prima del III millennio.

Sono state organizzate tre campagne di scavo, le prime due nel 2005 sotto la

156 Akhundov 2007, 96. 157 Museyibli 2008(b), 2.

direzione di N. Museyibli e T. Akhundov, con lo scavo rispettivamente di sei e dodici kurgan; l'anno successivo è partita una collaborazione franco-azera (ad opera di B. Lyonnet) che ha portato al disseppellimento di altri nove tumuli158.

I tumuli sono bassi, in parte coperti e nascosti da un bosco a galleria, in parte distrutti dall'aratura dei campi. Sono tutti composti da una fitta concentrazione di grossi ciottoli nella parte centrale, circondata da un muro circolare dello stesso materiale, di 5- 10 m di diametro, detto “cromlech”. Alcuni di essi hanno una fossa funeraria scavata all'interno del terreno argilloso e rinforzata da un muro di mattoni crudi o di pietre. Non tutti i kurgan contengono un inumato e nella maggioranza dei casi gli scheletri sono incompleti e disarticolati. Le datazioni ottenute in base alle forme ceramiche e alle analisi del C14 compiute sui resti ossei umani e sui carboni confermano l'ipotesi iniziale

della prima metà del IV millennio, e aggiungono che la necropoli è di poco più recente di Boyuk Kasik.

POYLU II

Poylu II è il terzo sito del Tardo Calcolitico scoperto nel 2004 durante la costruzione del gasdotto BTC, nel distretto di Agstafa, nella Repubblica Azera. Ha un estensione di circa 1 ettaro. Si trova 2 km a sud del letto del fiume Kura, nella stessa regione dei due siti precedentemente descritti, Boyuk Kesik e Soyuq Bulaq. L'anno successivo, il 2005, viene condotta la campagna di scavo sotto la guida di N. Museyibli.

Il sito ha rivelato una sequenza dal Tardo Calcolitico all'Età Medievale. Questi ultimi però erano pesantemente disturbati dall'attività antropica. Ben 20 cm era già stati rimossi dai lavori di costruzione. La sequenza stratigrafica ha uno spessore di 180 cm in

alcuni punti. Da una profondità di 70 cm in poi si trovano i livelli calcolitici d'interesse. In essi sono stati ritrovati focolari, fosse d'immagazzinamento, piene di ceramica e ossa, almeno due forni per la ceramica, e i resti di almeno sette edifici con fondamenta in pietra e pavimenti in ciottoli. Inoltre, si segnala la presenza di due fosse funerarie di due adulti con corredo e quattro sepolture in giara di infanti159.

KAVTISKHEVI

Il sito di Kavtiskhevi si trova nella provincia di Shida Kartli (Georgia), tra i contrafforti settentrionali dei monti Trialeti e la riva destra del Kura. In questa località (precisamente a Ioramisgora160), singolarmente si è scoperto un kurgan molto antico,

della fine del Calcolitico, del diametro di 25 m, composto da un tumulo di terra di colori diversi (54), una camera in pietra e assi lignee costruita sopra la base del terreno, una piattaforma in terra battuta e una semiluna di pietre che forma un cromlech (cerchio di pietre)161. Purtroppo esso era gravemente danneggiato. Gli scavi hanno avuto luogo tra il

1995 e il 1998 ad opera di Z. Makharadze.

TSOPI

Tsopi si trova nel distretto di Marneuli, in Kvemo Kartli, Georgia, a sud rispetto al moderno villaggio. É situato su una terrazza fluviale sul lato sinistro del fiume Banoshistkali e si estende per 2800 m2. Il sito fu scoperto nel 1957 da G. Grigolia

durante una ricognizione di superficie vicino al villaggio omonimo. Tra gli anni '60 e '70 vennero compiuti degli scavi in piccola scala sotto il controllo di T. Chubinishvili.

159 Museyibli 2008(a), 5, 8-12. 160 Makharadze 2008, 67. 161 Makharadze 2007, 123.

Fino a qualche anno fa mancava una pubblicazione intera delle campagne, parzialmente sostituita da brevi resoconti162. L'insediamento è particolarmente importante grazie ai

paralleli culturali con Sioni.

Un' area totale di 270m2 è stata scavata. La superficie è stata disturbata da

fenomeni di erosione e da un a continuata attività agricola. La stratigrafia, così come interpretata dagli archeologi georgiani, si presenta in tre livelli:

• a meno di 0,15 cm di profondità lo strato conserva una mescolanza di ceramica, ossidiana, e macrolitica;

• a più di 0,15 cm si trova un deposito di detriti;

• a 1 m di profondità lo strato è composto di argilla e cenere, con la superficie punteggiata di fosse di varia grandezza, in alcuni casi circondate da un filare di pietre, contenenti degli artefatti.

BERIKLDEEBI

Berikldeebi si trova nella provincia di Shida Kartli, una regione interna della Georgia orientale, lungo la valle del fiume Kura, precisamente sulla sua riva destra. La pianura del Kura è completamente circondata da monti: a nord si trova il Grande Caucaso, a est i monti Likhi, a sud i monti Trialeti163. Il sito occupa mezzo ettaro su un

altezza di 2 m ed è stato scavato dal 1979 al 1992 da A. Javakhishvili e L. Glonti.

Fondato nel Tardo Calcolitico avanzato164, presenta cinque strati, a loro volta

suddivisi in quattordici fasi costruttive. La fase riconducibile al periodo più antico è la V, che si evolve in due sotto-fasi. Già nella prima fase il sito probabilmente è un luogo di culto. Infatti sono stati rinvenuti un altare rettangolare in ciottoli e argilla, ad est; un

162 Nebieridze 2010, 142-145. 163 Makharadze 2007, 123. 164 Makharadze 2007, 126.

cromlech (cerchio di pietre formato da uno strato nero per via dei frammenti di carbone e da pareti laterali di massi) e una sepoltura a nord; inoltre 33 pozzi sacrificali dalla forma a campana, con fondo piatto, riempiti con i resti delle cerimonie sacrificali. Da questi ultimi provengono numerosi frammenti ceramici. Nella seconda fase avviene una riorganizzazione dello spazio: viene costruito un muro in mattoni d'argilla, un vero e proprio temenos, al cui interno si trova un “tempio” di pianta rettangolare, con una larga sala centrale e due piccole celle a un'estremità.

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