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Specializzazione settoriale

Capitolo 5: L’imprenditoria immigrata nella Provincia di Pisa

5.4 Specializzazione settoriale

Incrociando i dati sui settori di attività degli imprenditori immigrati, con quelli relativi al paese di provenienza, è possibile individuare eventuali fenomeni di specializzazione settoriale tra le diverse comunità nazionali.

GRADUATORIA DELLE PRINCIPALI NAZIONALITA’ PER SINGOLO SETTORE N. di imprenditori per nazionalità e peso % sul totale di imprenditori extra-UE del settore al

31/12/2013

COMMERCIO COSTRUZIONI

Paesi di provenienza Imprenditor i

Peso %

Paesi di provenienza Imprenditor i Peso % SENEGAL 717 35,0% ALBANIA 536 50,5% MAROCCO 436 21,3% MAROCCO 203 19,1% BANGLADESH 312 15,2% TUNISIA 81 7,6% CINA 123 6,0% SVIZZERA 47 4,4% NIGERIA 71 3,5% SENEGAL 23 2,2% ALBANIA 36 1,8% BRASILE 20 1,9%

Totale Primi 6 1695 82,7% Totale primi 6 910 85,8%

Altri (63) 354 17,3% Altri (35) 151 14,2%

Tot. Imprenditori extra

UE

2049 100% Tot. Imprenditori extra

UE

1061 100%

NOLEGGIO, AG. VIAGGIO, SUPPORTO IMPRESE ATTIVITA’ MANIFATTURIERE Paesi di provenienza Imprenditor

i

Peso% Paesi di provenienza Imprenditor i Peso % MAROCCO 110 30,8% CINA 129 35,6% SENEGAL 105 29,4% MAROCCO 35 9,7% ALBANIA 26 7,3% ALBANIA 32 8,8% NIGERIA 17 4,8% SVIZZERA 31 8,6% TUNISIA 12 3,4% SENEGAL 22 6,1%

SERBIA E MONTENEGRO 11 3,1% ARGENTINA 13 3,6%

Totale primi 6 281 78,7% Totale primi 6 262 72,4%

Altri (30) 76 21,3% Altri (40) 100 27,6%

Tot. Imprenditori extra UE 357 100% Tot. Imprenditori extra UE 362 100%

ALLOGGIO E RISTORAZIONE Paesi di provenienza Imprenditor

i Peso% CINA 48 13,7% BANGLADESH 46 13,1% ALBANIA 33 9,4% PAKISTAN 31 8,8% SVIZZERA 28 8,0% TURCHIA 22 6,3% Totale primi 6 208 59,3% Altri (44) 143 40,7%

135 Nello specifico il settore più “etnicamente marcato” risulta quello delle costruzioni: qui, oltre la metà degli imprenditori extra-UE proviene dall’Albania; il dato ribadisce la nota propensione degli immigrati provenienti dall’Europa Orientale (albanesi, ma anche macedoni, moldavi, serbi e ucraini) verso questo settore economico. Al suo interno, si trova poi una quota significativa di imprenditori nati in Marocco (19,1%) e in Tunisia (7,6%), che così come a livello nazionale, si collocano al secondo e terzo posto.

Nelle attività manifatturiere si conferma il primato dei cinesi i quali presentano uno scarto di oltre 25 punti percentuali rispetto al secondo e al terzo paese della graduatoria.

Gli imprenditori africani e asiatici rappresentano, anche qui, l’anima del commercio. Le cinque principali nazionalità del settore riscontrate a livello nazionale, si ritrovano ai primi posti anche nella provincia di Pisa, ma in posizioni diverse: il Senegal con 717 imprenditori (pari al 35%), risulta il principale paese di provenienza, seguito dal Marocco che, con una quota del 21,3%, occupa il secondo posto e risulta pertanto meno rappresentato nel commercio rispetto al dato nazionale (oltre il 10% in meno di presenze); alla terza e quarta posizione troviamo gli imprenditori asiatici del Bangladesh e della Cina che assieme totalizzano oltre un quinto del totale; con numeri decisamente inferiori, vi sono poi gli imprenditori nigeriani e albanesi, mentre il resto dell’imprenditoria immigrata del settore si distribuisce in oltre 60 diversi paesi di provenienza.

Gli imprenditori marocchini e quelli senegalesi dominano, con una quota pressoché uguale di presenze, anche nel “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”, assorbendo assieme oltre il 60% dell’imprenditoria immigrata del settore. Rispetto agli altri settori considerati, quello dei “Servizi di Alloggio e delle Ristorazione” mostra una distribuzione leggermente più omogenea, nonostante si osservi una prevalenza di imprenditori provenienti dall’Asia: nello specifico, cinesi e bengalesi (48 imprenditori i primi e 46 i secondi) occupano le prime posizioni, spartendosi quasi equamente il 26,8% dell’imprenditoria immigrata del settore; a seguire con quote poco al di sotto del 10% troviamo albanesi e pakistani e con il 6,3%

136 gli imprenditori turchi; la parte restante dell’imprenditoria immigrata del settore, pari al 40,7%, si ripartisce in altri 44 paesi.

La specializzazione produttiva è ancora più evidente se si esamina la ripartizione settoriale delle singole comunità. Ci si accorge infatti che gli imprenditori provenienti da alcuni paesi, presentano una distribuzione quasi esclusiva, o comunque nettamente concentrata, in un singolo settore, con quote di occupazione vicine ai due terzi del totale.

DISTRIBUZIONE SETTORIALE DELLE PRINCIPALI NAZIONALITA’ DI IMPRENDITORI N. di imprenditori per settore e peso % sul totale di imprenditori delle singole nazionalità al 31/12/2013

Settori Senegal Marocco Albania Bangladesh Cina Tunisia

COMMERCIO 717 74% 436 49% 36 5% 312 72% 123 35% 26 19% COSTRUZIONI 23 2% 203 23% 536 71% -- -- 1 0% 81 60% NOLEGGIO… 105 11% 110 12% 26 3% 8 2% 4 1% 12 9% MANIFATTURA 22 2% 35 4% 32 4% -- -- 129 37% 2 1% RISTORAZIONE 7 1% 9 1% 33 4% 46 11% 48 14% 4 3% Altri settori 97 10% 91 10% 87 12% 67 15% 47 13% 9 7% TOTALE 971 100% 884 100% 750 100% 433 100% 352 100% 134 100%

Quasi i due terzi di tutti gli imprenditori senegalesi si dedica al commercio, come secondo settore di attività troviamo quello del “Noleggio, agenzie di viaggio e altri servizi di supporto alle imprese”, mentre negli altri settori considerati la presenza dei senegalesi rimane marginale; stessa predilezione per il commercio, si ritrova tra gli imprenditori bengalesi, i quali sono del tutto assenti nelle costruzioni e nella manifattura, scegliendo come secondo settore di attività quello della ristorazione; il settore prediletto dagli albanesi si conferma invece quello delle costruzioni con una quota del 71%, mentre negli altri quattro settori considerati, si distribuisce in parti quasi uguali il 16% degli imprenditori della comunità.

Le restanti nazionalità presentano una concentrazione settoriale meno marcata ma comunque significativa; i due paesi nordafricani, pur con proporzioni diverse, mostrano delle preferenze simili, ma asimmetriche rispetto ai settori principali di attività: nelle costruzioni opera il 60% degli imprenditori tunisini e il 23% di quelli marocchini, mentre nel commercio è attivo il 19% dei primi e quasi la metà dei

137 secondi; il terzo settore di maggior concentrazione è per entrambi quello del “Noleggio, agenzie di viaggio e altri servizi di supporto alle imprese”, seguito dal settore della manifattura, che impegna il 4% degli imprenditori marocchini ma solo l’1% dei tunisini e da quello della ristorazione, dove la presenza imprenditoriale delle due comunità risulta marginale. Gli imprenditori cinesi, pressoché assenti nelle costruzioni e nel “Noleggio”, prediligono quasi in egual misura la manifattura (37%) e il commercio (35%) e, in misura minore, il settore della ristorazione, dove si registrano 48 presenze.

Il fenomeno della specializzazione settoriale è stato affrontato dalla letteratura scientifica prevalentemente in termini di “nicchia etnica” (ma anche di “economia etnica”), un concetto applicato principalmente in riferimento al lavoro dipendente, ma anche in relazione all’imprenditorialità degli immigrati.

L’idea è che gli immigrati “pionieri”, una volta insediatisi in un determinato settore, come dipendenti o come imprenditori, possano facilitarne l’accesso ai nuovi arrivati sulla base di una solidarietà di gruppo, creando così una sorta di canale privilegiato. Questo processo può essere favorito talvolta da una particolare preferenza verso un determinato settore o da specifiche competenze acquisite in patria157; altre volte invece è frutto del caso e corrisponde a spazi di opportunità occupazionali, lasciati liberi dagli autoctoni. Naturalmente in questo processo possono entrare in gioco anche fenomeni di stereotipizzazione che creano luoghi comuni e che condizionano l’accesso al lavoro degli immigrati158.

Uno dei più noti contributi in questo senso proviene da Roger Waldinger, che definisce la nicchia etnica come un settore nel quale la rappresentazione di un determinato gruppo etnico sia almeno il 150% della sua quota di occupazione

157 Per citare solo un esempio, Bertolani ha esaminato il caso degli immigrati di origine indiana inseriti nel

comparto zootecnico bovino della provincia di Reggio Emilia, connesso alla produzione di Parmigiano Reggiano, evidenziando le dinamiche di intermediazione etnica finalizzate all’ottenimento del posto di lavoro. Cfr. Bertolani, B. (2003). Capitale sociale e intermediazione etnica: il caso degli indiani punjabi inseriti in agricoltura in provincia di Reggio Emilia. Sociologia del lavoro.

158 Secondo Laura Zanfrini, alcuni fattori inerenti al funzionamento spontaneo dl mercato del lavoro,

contribuiscono alla formazione di pre-categorizzazioni su base etnica. “L’attribuzione di particolari skills in

base all’etnia d’appartenenza, spesso prescinde da qualsiasi nesso con l’esperienza professionale pregressa o con la preparazione scolastica dei soggetti interessati: basti pensare alla convinzione diffusa, tra gli imprenditori del Nord Italia, che i senegalesi siano datti a lavorare nelle fonderie” Cfr. Zanfrini, L.

138 totale159. A suo parere, la nicchia costituirebbe una sorta di ambiente protetto, in grado di fornire ai membri del gruppo un accesso privilegiato e un trattamento economico favorevole rispetto ad altri settori con una minore densità etnica; quest’ultima ipotesi tuttavia non trova riscontri univoci ed è oggetto di discussione con chi sottolinea gli aspetti vincolanti e il potenziale discriminante della nicchia.

In definitiva, in base ai dati osservati, i casi che più si avvicinano alla definizione di Waldinger risultano: quello dei senegalesi e dei bengalesi, per quanto riguarda il commercio; e quello degli imprenditori albanesi per quanto riguarda il settore delle costruzioni. In questi tre casi infatti la concentrazione nel settore privilegiato risulta essere superiore di quasi una volta e mezzo rispetto al complesso degli altri settori occupati.

159 Cfr. Waldinger, R. D. (1999). Still the promised city?: African-Americans and new immigrants in

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