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La sperimentazione della “Nuova carta acquisti” a Venezia e le madri sole

LE FAMIGLIE MONOGENITORIALI FEMMINIL

2.2 LE POLITICHE IN ITALIA SULLE MADRI SOLE

2.2.4 La sperimentazione della “Nuova carta acquisti” a Venezia e le madri sole

Una forma di provvedimento come esempio di sostegno indirizzato a contrastare la povertà assoluta delle famiglie con minori è quello che il governo italiano sta sperimentando attraverso la "Nuova carta acquisti". Lavorando al gruppo di ricerca per la sperimentazione a Venezia sono emerse questioni importanti anche in riferimento proprio alle madri sole. Si tratta di un intervento attuato attraverso le politiche pubbliche di contrasto alla povertà e di inclusione sociale, in questo progetto le varie organizzazioni statali si sono impegnate per favorire la riduzione delle condizioni di disagio e povertà. La nuova carta acquisti sperimentale non è l'unica misura di contrasto alla povertà assoluta prevista in Italia ed essa si affianca ad altre tipologie di interventi e strumenti, come ad esempio la carta acquisti ordinaria, già operante dal 2008 su tutto il territorio nazionale. Questa è dunque un'evoluzione di quella già in vigore e si caratterizza per essere uno strumento articolato e maggiormente strutturato, in quanto tiene conto delle molteplici dimensioni della povertà e del disagio sociale. La sperimentazione, inoltre, guarda alla definizione di una misura di contrasto alla povertà assoluta con l'obiettivo di estenderla, successivamente alla sperimentazione, su tutto il territorio nazionale come livello essenziale di assistenza stabile e permanente, così come avviene nella maggior parte degli altri Paesi attraverso il reddito minimo garantito o altre forme minime di sostegno.

La sperimentazione della "Nuova carta acquisti" viene attuata con il decreto 10 gennaio 2013 n. 102 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Esso ha dato avvio in 12 città italiane con popolazione residente superiore a 250 mila abitanti alla sperimentazione del provvedimento, i Comuni partecipanti sono: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia e Verona; qualora un beneficiario percepisse anche la carta acquisti ordinaria è tenuto a rinunciarvi; questa dura un anno dal primo accredito. Alla sperimentazione sono stati destinati 50.000.000 di euro del Fondo speciale per il soddisfacimento delle esigenze alimentari, sanitarie ed energetiche. Il Comune di Venezia ha ricevuto quasi 1.145.000 euro, di cui ne sono stati attribuiti ai beneficiari circa il 35% e dunque come in altre città, bisognerà riaprire il bando per riassegnare i fondi rimanenti. Il grafico riporta i fondi assegnati dai Comuni e quelli non ancora assegnati, nel caso di Firenze i fondi erogati sono stati sotto al 30%:

49 Si tratta in sostanza di una carta elettronica di pagamento prepagata, rilasciata da Poste Italiane spa per conto del Ministero dell'economia e delle finanze e ricaricata dalle medesime ogni 2 mesi con un importo variabile tra i 231 e i 404 euro al mese in base al numero di componenti del nucleo familiare del beneficiario escludendo i componenti a carico a fini Irpef diversi da coniuge e figli. La carta consente l'acquisto di generi alimentari presso i negozi convenzionati e il pagamento delle bollette energetiche e delle forniture di gas. I requisiti, la cui verifica è affidata all'Inps, sono molto rigidi riguardo i redditi e il lavoro, si richiede tra gli altri infatti un Isee (in corso di validità) inferiore a 3000 euro, e criterio fondamentale è la presenza di minori nel nucleo. Altro aspetto importante per la sperimentazione è la costituzione da parte dei servizi dei Comuni di “progetti personalizzati”: l'art. 3, comma 1, lettera c del Decreto 10 gennaio 2013, n. 102, prevede che i Comuni coinvolti nella sperimentazione, a seguito della verifica dei requisiti e l'elaborazione della graduatoria definitiva, debbano suddividere in maniera casuale i nuclei familiari beneficiari in due gruppi distinti. Il gruppo sperimentale sarà composto da almeno la metà e non oltre i due terzi dell'intero gruppo di beneficiari. Essi, oltre a beneficiare della nuova carta acquisti dovranno sottoscrivere (pena la perdita del contributo) un progetto personalizzato in accordo con i servizi sociali di base, volto all'inserimento sociale e lavorativo. Il gruppo di controllo costituito dai nuclei rimanenti, invece, beneficerà della sola carta acquisti sperimentale. Il decreto prevedeva un ulteriore gruppo di controllo composto da nuclei familiari non beneficiari per la valutazione della sperimentazione. Questo gruppo, però, non è stato costituito.

50 prevede che i singoli Comuni debbano attivarsi per la costituzione di una rete di operatori e servizi che operino in modo tale da: garantire l'accesso facilitato ai servizi, valutare la domanda assistenziale in maniera multidimensionale, predisporre in modo integrato la presa in carico e il progetto individualizzato d'intervento e seguire il processo durante il suo svolgimento.

Le aree d'intervento che dovranno essere comprese e specificate nel progetto sono (art 7 comma 2 del Decreto): a) frequenza di contatti con i competenti servizi del Comune responsabili del progetto; b) atti di ricerca attiva di lavoro; c) adesione a progetti di formazione o inclusione lavorativa; d) frequenza e impegno scolastico; e) comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute.

Inoltre è richiesta ai beneficiari la compilazione del questionario quantitativo da noi sottoposto sulla condizione economica, lavorativa, e riguardo ai figli. Abbiamo riscontrato in modo significativo proprio la tendenza di dichiararsi nucleo monogenitoriale, ma in realtà di non esserlo. Abbiamo inoltre, a distanza di tempo, dovuto sottoporre un altro tipo di questionario a 10 figli minori estratti tra i nuclei beneficiari, diviso in 2 fasce d'età 8-13 e 14-17, le domande in maniera diversa per alcuni aspetti ricalcavano le domande del questionario generale. Un dato importante di questa ricerca è che il 63% dei beneficiari nelle 6 municipalità del Comune di Venezia sono donne. Di queste oltre il 55% dichiara di essere madre sola, sulla specifica domanda che chiedeva il numero di persone nel nucleo, indicavano esclusivamente loro stesse ed i figli, qualcuna circa l'1% ha indicato la presenza del proprio/a padre/madre (nonno o nonna del minore). La lunghezza delle interviste, e la tipologia di domande che venivano proposte hanno portato a mettere in luce che molte di queste, sommariamente quasi un terzo in realtà vivono con compagni, conviventi e padri dei minori; molti di questi lavorano chi in regola chi in nero ma non essendo sposati mantengono residenze separate. Va sottolineato che ad ogni modo tutti questi nuclei gravano in condizioni economiche decisamente serie e dunque non sarebbe corretto definirle "furbette dei sussidi". Dei 10 minori intervistati, ben 4 a differenza delle madri alla domanda sulle persone presenti in famiglia hanno segnato un componente in più rispetto la madre beneficiaria, in un caso la madre accortasi ha lasciato stare, in un altro caso la madre è intervenuta esplicitamente dicendo: “no lui non c'entra” e in ben due casi le madri se ne sono uscite con la medesima risposta: "No, guarda che il cane non lo devi contare" correggendo il numero dei componenti suscitando in entrambi i casi la perplessità

51 dei minori, in un caso addirittura il figlio ha risposto: "ma scusa papà?" con la madre che ha ribattuto mostrando un comprensibile imbarazzo: "papà non lo vedi mai, ma il cane non lo devi contare, siamo solo io te e tuo fratello". Per tutte le famiglie intervistate, monogenitoriali vere o presunte risulta molto importante il contributo della rete informale e delle associazioni come la Caritas, alle quali molti nuclei hanno chiesto e ottenuto dei supporti. Un altro dato interessante è quello delle persone che nel 2014 hanno fatto richiesta e beneficiato del apposito bando sul prestito a tasso zero esclusivamente destinato alle famiglie monogenitoriali, nel territorio del Comune di Venezia sono state meno di 10 persone.