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Le spoliazioni medievali e la calcara

2.4. D OPO L ’ ANFITEATRO : I DATI DI SCAVO

2.4.4. Le spoliazioni medievali e la calcara

Periodo 6 (Seconda metà VII-X sec. d.C.) Fase 1 – Seconda metà VII sec. d.C.

All’abbandono delle abitazioni seguono nume- rose attività di spoliazione dell’edificio per il recu- pero di materiale costruttivo.

Nel settore C i livelli di frequentazione e abban- dono delle abitazioni (A e B) del Periodo 5 sono

tagliati da una trincea si spoliazione243che segue

con molta regolarità l’andamento del setto

radiale244(fig. 77). Anche nel settore D i muri

radiali245della raggiera interna e la massicciata di

sostegno della scala, individuata nello spazio fra gli

stessi246, sono tagliati da trincee per la loro spolia-

zione247.

Alla stessa fase si possono attribuire inoltre i tagli per asportare il pilastro angolare del corridoio

individuato nel Settore C248e i pilastri angolari del

corridoio nel settore G249(figg. 78-79).

A questo periodo si potrebbe attribuire infine

anche la rasatura areale delle strutture250, che in

particolare si evidenzia sul muro ellittico e i muri

radiali del Settore D251, la cui superficie superiore

presenta un letto di allettamento in malta con le tracce in negativo di un corso di mattoni sesquipe- dali (fig. 80).

A questa generale operazione di spoliazione delle strutture murarie segue un’attività di colmata

delle trincee252e degli spazi vuoti fra le mura-

ture253. Le colmate presentano tutte caratteristiche

simili tra loro, sono infatti costituite dalle macerie dei muri distrutti per recuperare il materiale edili- zio: malta ridotta in polvere, pietrame a spigoli vivi di dimensioni medio-grandi e alcuni frammenti di

laterizi di scarto254.

235Le ricerche archeologiche hanno distinto cinque tipologie di

reimpiego degli edifici per spettacolo: militare-difensivo, abitativo, produttivo, funerario e sacrale (cfr. BASSo2003, pp. 905-913). 236L’uso abitativo negli anfiteatri è attestato in genere a partire

dall’XI secolo.

237Saggio 1-Settore C: US 14*, 12*. Anche il corridoio individuato

nel Settore G venne progressivamente abbandonato (Saggio 2: US 116 e 124).

238Saggio 1-Settore F: US 76. Per le analisi microstratigrafiche

condotte sul livello, cfr. cap. 3.6.

239Cfr. MARANo2012, p. 575 con ampia bibliografia.

240Fra l’ampia bibliografia, cfr. BUoRA1988a; VILLA2004, pp. 606-

614; BoNETTo2009, p. 92.

241La contrazione dell’abitato non deve essere letta come segno di

abbandono o di decadimento della città, ma come il risultato di una lenta trasformazione dai modelli di tradizione romana a nuove forme urbanistiche caratterizzate da nuovi sistemi difensivi (fra l’ampia bibliografia, cfr. BRoGIoLo2011).

242Fra l’ampia bibliografia, cfr. VILLA2003, p. 225; CUSCITo2005,

pp. 91-123. 243Saggio 1-Settore C: US -23. 244Saggio 1-Settore C: US 25. 245Saggio 1-Settore D: US 63, 65. 246Saggio 1-Settore D: US 64. 247Saggio 1-Settore D: -59.

248Saggio 1-Settore D: US -233. Il pilastro era collocato tra il muro

radiale US 163 e il muro ellittico US 57.

249Saggio 1-Settore G: US -141, -211. I pilastri US 86 e 164 erano

rispettivamente collocati tra il muro radiale US 87 e il muro ellittico US 57 e tra il muro radiale US 182 e il muro ellittico US 190.

250US -142. Questa operazione resta di difficile inquadramento

cronologico.

251Saggio 1-Settore D: US 57, 25, 77.

252Saggio 1-Settore C: US 13* e 75; Saggio 1-Settore G: US 200* = 201. 253Saggio 1-Settori B-C-D-E-G: US 4=7=9*; Settore D: US 54;

Settore F: 46. Saggio 2: US 104*, 102.

254All’interno delle colmate sono stati recuperati numerosi ele-

menti architettonici, per lo più di difficile interpretazione, e lacerti anche di grandi dimensioni di murature/volte (cfr. cap. 3.4).

Fig. 81. Saggio 1 – Settore D: particolare visto da ovest della camera di combustione della calcara di forma cilindrica, costruita nella colmata (US 54) del Periodo 6-Fase 1. La parete è foderata (US 56) con pietre sbozzate (particolare in basso a destra) e il fondo è in terra battuta (US 58) con tracce di bruciato, calce e resti di carbone. La terra retrostante è fortemente arrossata per il calore prodotto dall’uso della calcara (fotografie di Valeria Grazioli).

Fig. 82. Saggio 1 – Settore D: panoramica vista da sud della calcara. In primo piano (linea rossa) il muro ellittico (US 57) rasato (US -142), in fondo (linee gialle) i setti radiali della raggera interna (US 63 e 65) distrutti dalla trincea di spoliazione (US -59) e dal taglio di allestimento della calcara (-55) collocata al centro-destra della foto (fotografia di Valeria Grazioli).

Fiammetta Soriano

Lo spessore delle macerie sembra diminuire da sud verso nord, quindi dal settore D al settore F (fig. 83), probabilmente perché, avvicinandosi all’area dell’arena, lo spazio vuoto da colmare si riduceva gradualmente in quanto sopra l’arena, dove non esistevano strutture, non avvenne nes- suna spoliazione.

Data la quasi totale assenza di materiali all’in- terno degli strati, è difficile riconoscere le diverse fasi di spoliazione ed è impossibile arrivare a una datazione puntuale delle stesse.

Fase 2 - VIII-X sec. d.C.

Le attività di spoliazione e distruzione dell’an- fiteatro si protrassero per secoli: ad attestarlo è il rinvenimento nel settore D del saggio 1 di una cal- cara collocata tra i setti radiali della raggiera interna (cfr. fig. 27).

Della calcara si conserva la camera di combu- stione di forma cilindrica (fig. 81), definita da un

taglio255che intacca la colmata di pietrame256del

periodo precedente, uno dei muri radiali della rag- giera interna e la scala ricavata in uno dei cunei della

stessa257 (fig. 82). Data la natura poco refrattaria

dello strato di colmata, la parete interna del taglio è stata foderata con pietre sbozzate di forma qua-

drangolare di varie dimensioni258, così da garantire

una buona isotermia alla camera di cottura259. Que-

st’ultima sembra priva della lacuna, ossia della fossa destinata alla raccolta della cenere. Il fondo è for-

mato da uno strato di terra battuta260con evidenti

tracce di bruciato, calce e resti di carbone.

L’uso della calcara è testimoniato dalla terra retrostante il rivestimento in pietre fortemente arrossata per il calore e dal ritrovamento sul fondo della camera di cottura del riempimento dell’ultimo carico, costituito da calce e blocchetti lapidei calci-

nati261. Uno dei carboni raccolti sul fondo è stato

oggetto di indagini al C14, che hanno inquadrato

l’uso della struttura fra l’VIII e il X sec. d.C.262.

La calcara appartiene alla tipologia “a fossa”

nella variante in muratura263con un foro per il

tiraggio all’estremità superiore. Le pietre da cuo- cere venivano disposte all’interno della fossa e successivamente ricoperte con il combustibile. 255Saggio 1-Settore D: -55.

256Saggio 1-Settore D: 54. 257Saggio 1-Settore D: 65 e 64.

258Saggio 1-Settore D: US 56. La fodera lapidea si conserva per

un’altezza di 0,56 m. Il diametro alla base è di 3,80 m.

259Si ricordi che il Brusin durante le sue indagini nell’anfiteatro

condotte nel 1946-47 trovò una calcara delle stesse dimensioni: cfr.

cap. 1.2.3.

260Saggio 1-Settore D: US 58. 261Saggio 1-Settore D: US 91*. 262Cfr. cap. 3.9.

263Cfr. PETRELLA2006-2007 con bibliografia precedente. 111

Fig. 83. a) Saggio 2: sezione stratigrafica vista da est; b) Saggio 1 – Settore B: sezione stratigrafica vista da ovest; c) Saggio 1 – settori D, E e F: sezione stratigrafica vista da est. Le linee tratteggiate gialle evidenziano i tagli di spoliazione dei quattro con- dotti dell’anfiteatro. Nelle due sezioni in alto è delimitata la parete del taglio di spoliazione (US -114; US -8=-16=-17) del quarto condotto (cfr. cap. 2.3.2) , nella sezione in basso, da sinistra a destra, è delimitato il taglio di spoliazione del terzo condotto (US -61), del secondo (US -67 = -74) e del primo (US -83). A tratteggio le strutture murarie sezionate. La linea tratteggiata rossa delinea la differenza di spessore delle colmate (US 4=7=9 e 46) del Periodo 6-Fase 1; il verde sottolinea l’andamento digradante del livello di arativo (US 1) del Periodo 8 (fotopiano e rielaborazione grafica di Valeria Grazioli).

a) b)

264Saggio 1-Settore D: US 51. Non è stata rinvenuta nessuna trac-

cia delle vasche per lo spegnimento, per la macerazione o per l’im- pasto della calce.

Fig. 85. Saggio 1 – Settori C e D: particolare visto da est della fossa (US -48) subcircolare (linea rossa) che ha intaccato il muro ellittico (US 57) e i setti radiali (US 78, 80, 87) (fotogra- fia di Valeria Grazioli).

Fig. 86. Saggio 2: sezione stratigrafica vista da nord, la linea rossa definisce una buca (US -109) con all’interno oggetti riconducibili alla prima guerra mondiale (fotografia di Valeria Grazioli).

Fig. 84. Muro ottocentesco emerso all’estremità meridionale dello scavo e disposto in senso sud-ovest/nord-est (fotogra- fia di Valeria Grazioli).

Non conosciamo l’altezza originaria della strut- tura a causa delle spoliazioni del periodo succes-

sivo che ne hanno determinato il crollo264, ma pro-

babilmente essa arrivava alla stessa altezza dello strato di colmata dove venne tagliata (ca. 2,30 m). Generalmente questo tipo di calcara si ritrova presso la cava di estrazione del materiale o diretta- mente sul cantiere edilizio: nell’anfiteatro essa dovette funzionare durante il momento di distru- zione delle murature dell’edificio a quel tempo ancora integre. Gli elementi strutturali da queste prelevati furono riutilizzati così come erano in altre costruzioni o ridotti in pezzi per fare la calce necessaria a nuovi edifici posti nelle vicinanze dell’edificio.

Dalla metà dell’VIII sec. d.C., con l’arrivo dei Franchi, iniziò per Aquileia un periodo di rinascita che vide la rideterminazione dei confini della Diocesi e, grazie al patriarca Paolino d’Aquileia, il ripristino del titolo e delle strutture della Chiesa aquileiese. La ricostruzione della giurisdizione si concluse con il

Fiammetta Soriano

patriarca Massenzio all’inizio del IX sec. d.C.265.

Le massicce spoliazioni dell’anfiteatro si potreb- bero quindi attribuire a questa fase di rinascita e

ricostruzione di edifici, quale la cattedrale266.

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