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Il Ginnasta d’elite PARTE I – Capitolo Terzo

3. IL GINNASTA D’ELITE

3.3 STATURA E PESO

Una vasta letteratura è stata prodotta in particolare sulla statura ed il peso dei ginnasti d’elite. Indipendentemente dall’età o dal livello competitivo, i ginnasti, sia maschi che femmine, sono significativamente più bassi e più magri rispetto ai loro coetanei (Samela, 1979; Rich et al., 1992; Weimann, 2000; Daly et al. 2000).

Confrontando l’altezza media ed il peso delle ginnaste Europee, Sud Africane e Americane con i dati relativi alla popolazione normale Americana, si evidenzia come le ginnaste siano collocate tra il decimo (P10) e il cinquantesimo percentile (P50), anche se la maggior parte è generalmente vicina a P10 (Malina,, 1966). Anche l’analisi dei dati presenti in letteratura sulla sezione maschile confermano questa linea di tendenza; infatti, i ginnasti risultano essere gli sportivi con i più bassi valori di statura e peso (Leone e Larivière, 1998). Lo studio condotto da Weimann et al. (1999), pone in evidenza come il peso e la statura del campione di ginnaste d’elite tedesche da loro esaminato si collochi al di sotto del 12° percentile dei normali valori riferiti alle coetanee adolescenti tedesche (Brandt et al., 1988). Lo stesso studio, condotto sui ginnasti d’elite maschi tedeschi, rileva come il peso e la statura abbiano, a livello percentile, valori leggermente superiori rispetto a quelli riscontrati per le ginnaste (Weimann et al. 1999). Infatti nei ginnasti maschi il peso e l’altezza hanno un range di variabilità compreso tra il 3° ed il 90° percentile della tabella per la popolazione normale tedesca della stessa età (Brandt et al., 1988), anche se la media è compresa tra il 25° ed il 50° percentile.

Altri studi mostrano che i ginnasti maschi hanno generalmente una statura inferiore rispetto alla media della popolazione non-sportiva (Buckler and Brodie, 1977; Rich et al., 1992; Daly et al., 1998),e attribuiscono questo risultato a cause ereditarie piuttosto che a fattori correlati alla tipologia dell’allenamento. Un supporto a quest’ultima affermazione arriva dallo studio longitudinale di Baxter-Jones et al., (1995) condotto sulla crescita e lo sviluppo di atleti di sesso maschile praticanti ginnastica artistica, nuoto, calcio e tennis. Gli autori evidenziano che la statura dei genitori dei ginnasti è significativamente inferiore rispetto a quella dei genitori degli atleti praticanti nuoto, tennis e calcio.

Alcuni autori hanno analizzato le variazioni del peso e della statura delle ginnaste nel corso degli ultimi anni. Uno studio condotto sulle ginnaste d’elite, partecipanti a campionati di livello internazionale durante il periodo di tempo compreso tra il 1964 ed il 1987, evidenzia un trend decrescente per età, statura e peso. Infatti, le ginnaste protagoniste alle Olimpiadi di Tokio nel 1964, per esempio, avevano un’età media di 22.7 anni , una statura di 157 cm ed un peso pari a 52 kg (Hirata K., 1966).

Durante i Campionati Mondiali di Rotterdam del 1987, le ginnaste erano alte 154.3 cm (SD 6.5 cm), avevano in media, 16.5 anni ed un peso di 45.6 kg (SD 6.3 kg) (Claessens, 1999). Le atlete che invece presero parte, nel 1997, ai Campionati del Mondo di Losanna, dimostrarono di essere più “vecchie” rispetto alle colleghe degli anni precedenti (età media 17.4 anni) riflettendo, in tal modo, le regole emanate dalla Federazione Internazionale di Ginnastica (FIG) che, nel frattempo, aveva innalzato l’età minima per la partecipazione delle atlete alle competizioni internazionali (da 15 anni a 16 anni). Le ginnaste partecipanti ai Giochi Olimpici di Sydney nel 2000, nonostante l’età media di 18 anni, continuarono a manifestare il trend secolare orientato verso basse stature (152 cm) e pesi ridotti (43 kg) (Borms e Caine, 2003).

Questo trend, caratterizzato da stature più basse e pesi più ridotti, può essere in parte attribuito alla naturale selezione basata sul diretto vantaggio bio-meccanico di un fisico pre-puberale che includa un incremento nel rapporto forza/peso, maggiore stabilità e decremento dei momenti di inerzia 17.

17 Il momento di inerzia è una grandezza fisica utile per descrivere il comportamento dinamico dei corpi in rotazione attorno ad un asse. Tale grandezza tiene conto di come è distribuita la massa del corpo attorno all'asse di rotazione e dà una misura dell' inerzia del corpo rispetto alle variazioni del suo stato di moto rotatorio.

Il Ginnasta d’elite

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Questi parametri permettono l’esecuzione di movimenti più complessi, oscillazioni più facili sulle parallele asimmetriche, maggiore stabilità sulla trave di equilibrio, e rotazioni più agevoli durante i salti acrobatici al corpo libero.

3.4 IL SOMATOTIPO

Il somatotipo descrive le caratteristiche strutturali di una persona quantificandone la costituzione corporea in termini numerici riferiti alla forma del corpo, indipendente dall’età o dal genere (Carter et al., 1990).

La stima è basata su tre componenti: endomorfia, mesomorfia ed ectomorfia.

Queste componenti descrivono rispettivamente il grado dell'adiposità, lo sviluppo muscolo-scheletrico, e la longinearità del corpo.

Ogni componente è espressa teoricamente come un numero su una scala continua che parte da 0.5 senza un limite superiore. Il somatotipo descrive il tipo di struttura fisica che un soggetto ha e come questa appare. Solitamente, si usa descrivere e comparare i fisici degli atleti a tutti i livelli di competizione ed in una varietà di sport, inclusa la ginnastica artistica. Il Somatotipo degli atleti praticanti differenti discipline sportive è in generale piuttosto diverso (Duquet et al., 2001).

Le reviews sul somatotipo dei ginnasti d’elite indicano delle forti differenze rispetto ai campioni di riferimento. Tuttavia è ben evidente che, mentre le singole componenti del somatotipo possono variare da un ginnasta all’altro, la componente dominante rimane sempre costante (Samela, 1979; Broekhoff et al., 1986; Carter et al., 1990; De Garay et al., 1974; Caine et al., 1989). Infatti, nelle ginnaste la mesomorfia è, pressoché senza eccezione, la componente dominante e l’ectomorfia risulta maggiore dell'endomorfia. Questo somatotipo è identificato come ecto-mesomorfo e differisce da quello delle donne sedentarie, che tipicamente tendono ad essere più endomorfiche e meno mesomorfiche (Broekhoff et al., 1986). Anche il Somatotipo dei ginnasti maschi si caratterizza per avere la mesomorfia come componente dominante. Quest’ultima però assume valori nettamente superiori rispetto a quelli riscontrati per le ginnaste. Il somatotipo così identificato viene definito mesomorfo bilanciato, si differenzia rispetto al somatotipo medio di atleti maschi praticanti altre discipline sportive (Rienzi et al., 2000; Gualdi-Russo e Zaccagni, 2001; Mendez-Villanueva e Bishop, 2005). Differenze nel valore delle componenti mesomorfiche ed endomorfiche sono state riscontrate tra ginnasti di diverse nazionalità. Uno studio condotto su ginnasti argentini di livello internazionale (Rodriguez Biez et al., 2006)

evidenzia come questi abbiano valori mesomorfici ed endomorfici più elevati rispetto ai colleghi di livello mondiale ed olimpico provenienti da altre nazionalità.

Una revisione dei dati pubblicati sul somatotipo medio delle ginnaste d’elite, mostra un andamento decrescente dei valori endomorfici fra le concorrenti internazionali delle Olimpiadi del Messico del 1968 (endo: 2.7) e quelle del Campionato Mondiale del 1987 (l'endo: 1.8) (Claessens et al., 1991a; De Garay et al., 1974; Carter, 1981; Carter et al., 1982a). Maggiori livelli di performance sembrano essere associati con valori endomorfici più bassi. Per esempio, Falls e Humphrey (1978) osservarono che durante il Campionato AIAW nel 1976 (Association for Intercollegiate Athletics for Woman) le ginnaste classificate nelle prime posizioni erano meno endomorfiche e più mesomorfiche delle altre. È evidente che un fisico ideale esiste ed è caratteristico delle ginnaste di successo.

Gli aspetti biomeccanici del movimento ginnico sembrano favorire le atlete con un fisico lineare, una endomorfia relativamente bassa e una mesomorfia decisamente sviluppata. La risultante di una morfologia di questo tipo è data dall’incremento del rapporto forza- peso che produce quella maggiore facilità di esecuzione necessaria per il successo in uno sport caratterizzato da movimenti che si sviluppano contro la forza di gravità (Samela, 1979; Bale et al., 1987). Mentre è probabile che la componente genetica favorisca alcuni soggetti piuttosto che altri, nello sviluppo di un fisico di successo per la ginnastica artistica, è altrettanto probabile che la selezione operata dai tecnici, l’allenamento e la dieta siano fattori fondamentali per lo sviluppo della prestazione d’elite (Carter e Braillier, 1988).