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5. Caratterizzazione litologico-tecnica

6.2 Stazioni teoriche

Nella Tabella 5.6 sono stati inseriti anche i valori relativi a stazioni geomeccaniche non direttamente rilevate, che chiamiamo “teoriche” in quanto alle rocce affioranti in esse sono state attribuite le caratteristiche di quelle presenti nelle stazioni effettivamente rilevate, relativamente a ciascuna formazione.

Esclusivamente per le Arenarie di Ponte Bratica è stata realizzata una sola stazione geomeccanica.

La posizione di queste stazioni è stata scelta in base alla maggiore inclinazione del pendio e si è osservato come questo dato possa influenzare il valore dell’indice SMR e quindi portare ad una maggiore predisposizione al dissesto o ad un diverso tipo di fenomeni franosi. Le caratteristiche

Stazioni 1.2 e 3.2 : “San Bernardino” Formazione: Argille e calcari di Canetolo Litotipi: ACC 1 / ACC 3

Fig. 6.11: Posizione delle stazioni 1.2 e 3.2

Stazioni 2.2 e 2.3: “Case Pianca” e “Punta del Luogo” Formazione: Macigno

Litotipo: MACa (Arenarie Zonate)

Stazione 5.2: “Prevo”

Formazione: Calcari di Groppo del Vescovo Litotipo: CGV

Fig. 6.13: Posizione della stazione 5.2

Stazione 6.2: “Macereto” Formazione: Macigno Litotipo: MAC

Il solo caso in cui un aumento dell’inclinazione del pendio ha portato ad una variazione significativa dell’indice SMR è stato quello delle Arenarie Zonate.

Nella stazione 2.2 “Case Pianca” il valore dell’SMR passa da 62 a 58 e fa sì che la roccia rientri nella classe III (“normale”) della classificazione di Romana (vedi Fig. 4.4); essa sarebbe quindi soggetta a maggiori scivolamenti planari , ad alcuni scivolamenti a cuneo e a nessun ribaltamento.

Nella stazione 2.3 “Punta del Luogo” il valore dell’SMR passa da 62 a 34 spostando la roccia nella classe IV (“scadente”) e sarebbe soggette a scivolamenti planari molto grandi, a molti scivolamenti a cuneo ed a maggiori ribaltamenti.

Le stazioni 1.2 e 3.2 sono state posizionate nel medesimo luogo in quanto non si conoscevano le condizioni di affioramento delle Argille e calcari nella scarpata della frana di Guvano, e quindi si è scelto di “provare” entrambi i litotipi (ACC 1 e ACC 3); comunque la variazione di SMR non è stata significativa in nessuno dei due casi.

CONCLUSIONI

Il rilevamento geomorfologico, svolto anche con fotointerpretazione, ha permesso di individuare i processi che hanno portato alla morfologia attuale, di riconoscere forme e depositi che caratterizzano l’area di studio, e di individuare i fattori maggiormente responsabili dei dissesti. E’ stata realizzata una carta geologica con elementi geomorfologici che riassume questi aspetti.

Mediante la caratterizzazione litologico-tecnica è stato possibile conoscere le proprietà meccaniche delle rocce del substrato; essa è stata effettuata sia con prove in situ (prove di resistenza a compressione mediante sclerometro) sia con prove di laboratorio su campioni prelevati in affioramento (Point Load Test).

Per la caratterizzazione dei materiali costituenti le coperture ci si è limitati all’osservazione in situ.

Con questo studio è stata realizzata una carta litologico-tecnica utilizzando la classificazione proposta nell’ambito del Progetto V.E.L. per la Regione Toscana.

Dal punto di vista litotecnico, le formazioni affioranti nell’area esaminata sono state classificate come appartenenti alle sole Unità litologico-tecniche B3 e B4, in quanto costituite da un’alternanza di strati lapidei e strati pelitici, con questi ultimi che rappresentano meno del 25% della roccia per la sottoclasse 3, e dal 25 al 75 % per la

Coperture e corpi di frana rientrano tutti nell’Unità E e si

differenziano nelle vari sottoclassi in base alla granulometria. Essi sono costituiti da materiali sciolti.

I test di laboratorio, non effettuabili sugli strati pelitici, sono stati eseguiti esclusivamente sugli strati più competenti.

La caratterizzazione geomeccanica è quindi attendibile laddove gli strati lapidei sono preponderanti, mentre nei punti in cui vi è una maggiore presenza di strati pelitici ad essa devono essere applicate opportune considerazioni.

I numerosi accumuli di materiali sciolti giacenti sui pendii costituiscono un altro fattore di rischio franoso.

Nella zona in esame non era mai stata effettuata un’analisi delle caratteristiche geomeccaniche delle rocce affioranti e tantomeno esisteva una cartografia litologico-tecnica.

Considerando che quest’area rientra interamente nel territorio del Parco Nazionale delle Cinque Terre (Patrimonio Mondiale dell’Umanità), è visitata ogni anno da migliaia di persone e, non in ultimo, è attraversata da una linea ferroviaria ad alta percorrenza, si è ritienuto opportuno realizzare i tematismi sopracitati.

Essi costituiscono un primo passo verso una mappatura definitiva e completa della zona che consenta di avere a disposizione un quadro generale dei dissesti e della propensione ai dissesti per organizzare un piano di mitigazione del rischio franoso.

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SITI INTERNET CONSULTATI

it.wikipedia.org spazioinwind.libero.it www.tecnotest.it www.lecinqueterre.org www.magicphotoworld.com www.toscana-ligurien.de

Allegato A *

Allegato B *

Allegato C *

SCHEDE CLASSIFICATIVE

*(per visionare carte, sezioni e schede classificative

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio innanzitutto i miei genitori che con il loro affetto, la loro fiducia ed il loro sostegno mi hanno permesso di intraprendere e portare a termine gli studi. Grazie anche a mia sorella Paola per il suo affetto, i suoi consigli ed il suo incoraggiamento.

Un pensiero affettuoso va a mio nonno Tomaso che mi ha sempre incoraggiato, dandomi la forza per perseverare nel mio intento.

Un ringraziamento particolare va alla Dott.ssa Daria Marchetti per la competenza, la disponibilità e la pazienza messemi a disposizione in tutte le fasi della preparazione di questa tesi, e per il suo

indispensabile supporto tecnico e morale.

Vorrei ringraziare il Professor Alberto Puccinelli ed il Professor Giacomo D’Amato Avanzi per la chiarezza dei suggerimenti e per la disponibilità; il Dott. Francesco Falaschi, il Dott. Daniele Nannini e il Dott. Roberto Giannecchini per i numerosi consigli; il Dott. Alberto Pochini per avermi messo a disposizione il laboratorio di geotecnica. Ringrazio inoltre il Dott. Marco Zanicchi per le informazioni utili fornitemi nelle fasi iniziali della tesi.

Infine ringrazio tutti gli amici, sia quelli che mi hanno accompagnato in questi anni di studio a Pisa, sia quelli che sono sempre stati al mio fianco, senza i quali questo cammino sarebbe stato molto più arduo: “Un grazie di cuore, ragazzi!!!”

Un ringraziamento particolare va a Laura e a Francesco per il fondamentale ausilio tecnico.

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