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Step 3 Il laboratorio presso il maestro orafo

Schema dell’attività

Step Temp. Attività Forma

di lavoro

Ruolo del docente Materiali Competenze degli studenti 3 4 ore circa. Laboratorio presso un maestro orafo e creazione di un gioiello in corallo. In plenum. Il docente accompagna gli studenti al laboratorio, introduce la figura del maestro e spiega a grandi linee come si svolgerà il lavoro; in seguito dirige, monitora, offre sostegno alla classe e collabora con il maestro orafo. Attrezzi del mestiere (corallo, lime, calibri, bilancia, perni, ferma= perle, etc.). Gli studenti sono introdotti al lavoro e acquisiscono competenze sociali, culturali, professionali, tecniche, linguistiche e comunicative tramite l’ascolto dell’esperto e del docente e la pratica.

Dopo l’excursus nella struttura museale, per consolidare in maniera pragmatica l’acquisizione del sapere sul tema del corallo, il percorso educativo prosegue con un laboratorio presso uno dei tanti maestri orafi della città di Alghero. Il laboratorio è basato soprattutto sulla pratica. Il maestro orafo, in coordinazione con il docente, può prima mostrare la sua bottega e poi presentare uno o due piccoli gioielli per anticipare agli studenti l’idea di un possibile prodotto finale. La scelta dell’outcome dipende dal tempo che sia il maestro che la Scuola vogliono dedicare all’iniziativa. Naturalmente, nulla osta allo svolgimento di un laboratorio suddiviso in più incontri, tuttavia, per studenti che si ipotizza frequentino un corso di italiano L2 della durata di 2-4 settimane, è più semplice un’attività di laboratorio articolata nel modo più scorrevole e immediato possibile, ovvero in un solo incontro di quattro ore circa, creando pertanto un gioiello semplice, per esempio un bracciale o una catenina di perle di corallo da forare, lucidare e infilare in un cavetto d’argento. La scelta di un oggetto da ideare con facilità è anche una scelta didattico-pedagogica ottimale ai fini del mantenimento della motivazione degli studenti. Più complessa risulta la produzione di un gioiello di difficile realizzazione perché implica l’utilizzo di arnesi particolari che richiedono più tempo per l’acquisizione di familiarità nell’uso.

Dott.ssa Giannella Biddau

Costruttivismo ed esperienzialismo per l’apprendimento dell’italiano L2 nelle visite museali

Dottorato di ricerca in Lingue, Letterature e Culture dell’età moderna e contemporanea, XXX ciclo

Università degli Studi di Sassari Pagina 125

Dopo aver mostrato il suo laboratorio e i due gioielli, il maestro orafo può procedere spiegando il lavoro in maniera generale per poi permettere agli studenti di iniziare le loro creazioni soffermandosi sui vari passaggi del lavoro. Il maestro, secondo l’ottica costruttivista, porta gli studenti alla scoperta degli antichi saperi interagendo con loro attraverso quesiti, esortando il confronto e il dialogo interpsichico, guidando il gruppo e i singoli durante il percorso, sostenendoli e offrendo spiegazioni, mettendoli nella condizione di sviluppare competenze e abilità tecniche, professionali, culturali, sociali, interazionali e linguistico-comunicative, assieme al sostegno e alla direzione del docente.

In questo step i criteri di adozione dell’esperto e del docente proposti sono principalmente quelli del laboratorio cognitivo185 (che abbiamo visto nel paragrafo 2.3.1). Pertanto, occorre cominciare con la fase di modellamento (modelling), durante la quale il maestro mostra come si costruisce un piccolo gioiello, gli studenti lo osservano e in seguito lo imitano. In secondo luogo vengono l’allenamento e l’assistenza (coaching and scaffolding), durante i quali l’artigiano monitora gli apprendisti offrendo aiuto e correggendoli; egli, inoltre, può porre alcune domande per stimolare la riflessione. Una volta avviati gli allievi al lavoro e constatata la comprensione della procedura lavorativa, è il turno del fading, ossia il graduale diminuire del supporto per lasciare i discenti liberi di lavorare da soli. Successivamente, l’esperto e il docente chiedono agli apprendenti di spiegare in plenaria il proprio operato per esporre (pre)conoscenze, ragionamenti, proposte di problem-solving, ecc. (articolazione). Tale exploit porta a una (meta)riflessione (dialogo intrapsichico e interpsichico di Vygotskij) da considerare come un lasso di tempo durante il quale si guarda individualmente e collettivamente al lavoro svolto creando opinioni e condividendo il sapere. Il momento finale è quello dell’esplorazione in cui gli studenti agiscono in autonomia mettendo in pratica conoscenze e competenze diventate più che sufficienti per creare il gioiello186. Dunque, come sostiene Varisco, «la pratica dell’apprendistato cognitivo diventa […] uno degli strumenti che permette l’appropriazione partecipata di punti di vista, saperi e abilità»187, è un momento durante il quale si agisce sia a livello intrapsichico che interpsichico, si interagisce, si costruisce, ci si confronta e si sviluppano, si esercitano e si consolidano competenze e abilità. È una zona di sviluppo prossimale in cui, attraverso l’esercizio guidato dall’esperto e dal docente, il

185 Cfr. A. Collins, Brown J. S. and Newman S. E., Cognitive Apprenticeship: Teaching the Crafts of Reading,

Writing, and Mathematics, cit., pp. 453-491.

186

Cfr. ibidem.

187 B. M. Varisco, Costruttivismo socio-culturale. Genesi filosofiche, sviluppi psico-pedagogici, applicazioni

Dott.ssa Giannella Biddau

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Dottorato di ricerca in Lingue, Letterature e Culture dell’età moderna e contemporanea, XXX ciclo

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lavoro autonomo e il confronto studente-studente (scaffolding), si creano competenze cognitive e metacognitive e conoscenze culturali, linguistiche e tecniche.

Come abbiamo visto, secondo Scribner l’apprendistato cognitivo è la messa in atto dell’approccio costruttivista, perciò, anche questo laboratorio presso la bottega orafa è il passaggio dalle teorie astratte all’agire concreto e incentiva il pensiero pratico utilizzando le risorse a disposizione degli studenti e valorizzando le pre-conoscenze di questi ultimi, i quali interagiscono tra loro, con il docente e con il maestro e si motivano a vicenda all’azione e alla risoluzione dei problemi in modo creativo188. All’interno di questo laboratorio cognitivo trova applicazione anche il pensiero di Engeström il quale spiega che l’apprendimento è un momento sociale di costruzione del sapere in cui gli allievi utilizzano tutti gli strumenti, materiali e (meta)cognitivi, per (inter)agire espandendo il confini del luogo dell’acquisizione autentica dalla scuola all’esterno (apprendimento espansivo189); i discenti, de facto, sviluppano ed esercitano competenze in modo vivace e flessibile, con elasticità mentale, in diversi contesti che vanno oltre quello scolastico, come quello lavorativo e quello sociale190. In questa dinamica fase di acquisizione di sapere presso il laboratorio del maestro orafo viene coinvolta altresì la teoria formulata da Wenger sulla Comunità di pratica191 che si concentra sull’apprendimento durante l’apprendistato, nelle botteghe artigiane (e anche in altri ambienti lavorativi), dove gli studenti operano insieme per migliorare le loro competenze culturali, linguistiche, sociali e tecniche. Lo scopo, in definitiva, è migliorare il proprio modo di agire con l’impegno collettivo per dare vita a un prodotto, materiale (in questo caso un bracciale o qualcosa di simile) e astratto (le competenze e le abilità cognitive e metacognitive), con il fine ultimo di sviluppare l’identità personale e comunitaria della classe di italiano L2 attraverso la creatività, la negoziazione, lo scaffolding, il coordinamento e l’organizzazione. Tutto ciò avviene grazie alla professionalità dell’esperto e alla direzione del docente, il quale incentiva questa esperienza sociale invitando gli studenti a collaborare, a porre domande a lui, ai compagni e all’esperto, a condividere il sapere, a riflettere sull’uso degli arnesi e sui materiali a loro disposizione. All’interno di questo microcosmo lavorativo l’insegnante, inoltre, incentiva l’uso della lingua e l’assimilazione della cultura algherese e coordina il laboratorio pianificando assieme all’esperto i tempi di durata dell’esperienza e gli spazi nel laboratorio artigiano, offrendo sostegno linguistico all’esperto con l’adattamento della lingua al livello di quello degli apprendenti, fornendo chiarimenti tecnici sull’uso degli arnesi e sui particolari culturali in modo attento e

188

Cfr. S. Scribner, Mind in Action: A Functional Approach to Thinking, cit., pp. 296-307. 189

Cfr. A Video Interview with Yrjö Engeström, cit.. 190 Cfr. ibidem.

191

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flessibile, pilotando il progetto secondo l’ottica costruttivista, ossia stimolando gli studenti alla partecipazione attiva, gestendo l’imprevedibilità tipica dell’approccio scelto, assecondando i nuovi andamenti e riordinandoli per arrivare all’obiettivo prestabilito192.

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