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STILE E NOVITÀ NELLA REALIZZAZIONE DI ALCUNI DETTAGL

LE TOMBE TEBANE PRIVATE DEL PERIODO RAMESSIDE: ARCHITETTURA E DECORAZIONE

5) STILE E NOVITÀ NELLA REALIZZAZIONE DI ALCUNI DETTAGL

Molti studiosi considerano l’arte ramesside “decadente” rispetto a quella sviluppatasi durante la XVIII dinastia che vide realizzate opere di grande bellezza e raffinatezza. In questo periodo si afferma un certo “manierismo barocco”224

, i lavori vengono realizzati più frettolosamente, con frequenti elementi rustici e caricaturali che privano i volti e i corpi di grazia. Le decorazioni della TT 214, per esempio, sono state effettuate in maniera così frettolosa che alcuni occhi sono senza pupilla, o addirittura mancano proprio dal viso225. L’arte ramesside è più ridondante e si nota una minore accuratezza nella preparazione delle pareti, nel rilievo e nella pittura226; i profili diventano più tozzi e sommari, i visi si uniformano227. Vengono fatti, però, alcuni esperimenti: in un rilievo proveniente dalla necropoli di Asasif, oggi

221

Seyfried K. J., “Fünfter Vorbericht über die Arbeiten des Ägyptologischen Instituts der Universität

Heidelberg in thebanischen Gräbern der Ramessidenzeit”, MDAIK 58, Mainz/Rhein 2002, pag. 422.

222

Mekhitarian A., “La peiture egyptienne”, Skira, Genève 1954, pag. 17.

223

Ockinga B. G., “Nagc el- Mashayikh. The Ramesside tombs”, BACE 1, Sydney 1990, pagg. 77- 84.

224

Roccati A., “Il riconoscimento della cultura umile durante l’età ramesside” in “L’impero ramesside. Convegno internazionale in onore di Sergio Donadoni”, VO. QUAD 1, 1997, pagg. 151- 161.

225

Bruyère B., “Tombes thébaines de Deir el Médineh à décoration monochrome”, IFAO, Le Caire 1952, pag. 90.

226

Lilyquist C. (curator), “Egyptian art”, Metropol. Mus. Art B., New Series 41, No. 3, New York, Winter 1983- 1984, pagg. 1- 56.

227

38 conservato al museo del Cairo, le persone che fanno parte del corteo funebre sono squilibrate in avanti e, addirittura, uno dei due personaggi che capeggiano il corteo è raffigurato di profilo e non secondo le regole convenzionali228. Inoltre proprio durante questo periodo si iniziano a porre i personaggi “su due livelli” e con grandezze diverse, in un tentativo di prospettiva. È quanto accade nella TT 153229 a Dra Abu el- Naga, datata alla fine della XIX dinastia. Qui viene raffigurata una processione di dieci donne precedute da un sacerdote. Sei di esse sono della stessa altezza del sacerdote; quattro, invece, sono più piccole e si sovrappongono in due sotto- registri. Sono nella stessa posizione delle altre ma non recano il vaso in mano. Secondo me è probabile che si tratti di un tentativo di dare alla scena un senso di profondità e di prospettiva230: le donne più piccole si trovano dietro rispetto alle altre e in secondo piano. Lo stile231 è caratterizzato sia dalla ripresa di elementi tradizionali dello “stile thutmoside”232

che dalla presenza di alcune reminiscenze amarniane come, ad esempio, il cranio allungato e rasato, le braccia magre e gesticolanti, le gambe magre e sproporzionate, le vesti ampie e, a volte, in movimento, collane e altri gioielli di un lusso eccessivo. Tutto esprime una ricerca di movimento e virtuosismo. Nella TT 166 la figura femminile è caratterizzata da fianchi e cosce estremamente larghi ma polpacci sottili e senza muscoli233. L’artista esagera nei piccoli dettagli, guadagnando in originalità ma perdendo in raffinatezza e bravura. Ad esempio, nella TT 51, degli uccellini compiono delle involuzioni tra i rami e beccano i frutti del sicomoro di Nut234. In un’altra scena un gatto e un uccello sono dipinti sotto la sedia su cui è seduta la moglie del defunto235. Nella TT 217236, invece, un grosso mazzuolo cade sui piedi di un operaio e, sempre nella stessa scena, un altro personaggio mette del collirio nell’occhio di un collega. Nelle parrucche

228

Donadoni S., “L’arte dell’antico Egitto”, TEA, Milano 1994, pag. 438.

229

Baud M., op. cit., pag. 178.

230

Normalmente, invece, c’è assenza di prospettiva. Frankfort H., “On Egyptian art”, JEA 18, No. 1/ 2, London 1932, pagg. 33- 48.

231

Mekhitarian A., op. cit., pag. 131- 133.

232

Morkot R., “Archaism and innovation in art from the New Kingdom to the twenty- sixth dynasty”, in Tait J.(edit.), “Never had the like occurred: Egypt’s view of its past”, UCL Press, London 2003, pag. 98.

233

Hofmann E., op. cit. 2004, pag. 21.

234

Müller H. W., “Bassorilievo e pittura” in Aldred C.- Barguet P.- Desroches- Noblecourt J. L.- Müller H. W.(eds.), “L’impero dei conquistatori. L’Egitto durante il Nuovo Regno (1560- 1070 a. C.)”, Rizzoli, Milano 1991, pagg. 126.

235

Vandier J., op. cit. 1964, pag. 256.

236

39 femminili le ciocche sono rese in maniera quasi impressionista237. Le scene, dalle dimensioni spesso sproporzionate, sono realizzate senza cura su uno sfondo quasi sempre giallo. Nelle tombe più ricche si prediligono i colori appariscenti, rosso, blu o verde acido sempre su fondo giallo.

Nella realizzazione di alcuni dettagli, due elementi nuovi vengono sviluppandosi durante l’età ramesside: l’indicazione della palpebra238

e il naso lungo e piatto239. Un ostrakon240 proveniente da Deir el- Medina raffigurante un giovane col “kepresh” ne mostra altri mai usati in precedenza:

 Un punto marca il canale lacrimale;

 Un piccolo tratto verticale sottolinea l’angolo delle labbra;

 Un doppio tratto indica le pieghe del collo;

 Il lobo dell’orecchio è forato.

Mackay241 aveva analizzato le differenze tra XVIII e XIX- XX dinastia nella resa dei capelli. Durante la XVIII dinastia solamente le persone meno importanti erano calve, oltre al sacerdote raffigurato mentre compiva un rituale; la parte calva era di un colore più chiaro rispetto al resto del corpo. Nell’età ramesside, invece, anche personaggi importanti possono essere ritratti senza parrucca e quasi mai c’è differenza di colore tra il capo e le altre membra.

Le figure femminili spesso sono rappresentate con un cono di unguenti sulla loro parrucca242.

Le pile di offerte presentate al defunto sono disposte in maniera più complessa rispetto al periodo precedente, le forme variano molto e, tra i doni, sono dipinte delle foglie che servono a riempire gli spazi243. L’età ramesside è, infatti, caratterizzata anche da un “horror vacui”: gli spazi vuoti sono riempiti con bouquet o foglie, anche se non sono tenuti in mano da nessuno244.

237

Lalouette C., “L’art et la vie dans l’Égypte pharaonique. Peintures et sculptures”, Fayard, Paris 1992, pag. 250.

238

Mekhitarian A., op. cit., pag. 133.

239

Hofmann E., op. cit. 2004, pag. 189.

240

Bonnet C.- Valbelle D., “Le village de Deir el- Médineh: Étude archéologique (suite)”, BIFAO 76, Le Caire 1976, pag. 336 e Pl. LIX.

241

Mackay E., “On the various methods of representing hair in the wall- paintings of the Theban

tombs”, JEA 5, No. 2, London 1918, pag. 113.

242

Sulla teoria secondo cui il cono di unguento è una promessa di sopravvivenza riservata a una stretta cerchia di privilegiati vedi Cherpion N., “Le cone d’onguent, gage de survie”, BIFAO 94, Le Caire 1994, pagg. 79- 106.

243

Strudwick N., op. cit., pag. 325.

244

Davies N. M.- Davies No. de G., “Harvest rites in a Theban tomb”, JEA 25, No. 2, London 1939, pag. 155.

40 Per quanto riguarda, invece, la riproduzione dei mantelli, durante la XVIII dinastia e in particolare prima dell’età amarniana, essi erano a frange con linee ondulate; durante il periodo ramesside, invece, sono resi con linee dritte che richiamano l’ordito245

. Le vesti, inoltre, sono più lunghe rispetto a quelle del periodo precedente, forse per il diffondersi di un maggiore senso del pudore246; quelle femminili sono strette e aderenti247. Verso la fine del regno di Ramses II viene raffigurato con tratti bianchi larghi l’abito plissettato e con la parte anteriore piatta; in precedenza, invece, essa era rigonfia248. Il grembiule posto sopra il vestito diventa anch’esso piatto e lungo fino alle caviglie, oppure obliquo, mentre nell’età post- amarniana era lungo fino alle ginocchia e gonfio249. Talvolta i personaggi hanno una fascia sulla fronte250 e calzano sandali con la punta alta, ricurva251. Se hanno una parrucca, la benda intorno alla fronte può avere lo scopo funzionale di mantenerla ferma; se, invece, sono calvi, si tratta sicuramente della fascia- ssd, simbolo di rigenerazione252.

I geroglifici sono di solito dipinti su sfondo giallo, incuranti del colore di fondo delle scene cui si riferiscono.

Tuttavia le tombe di Deir el- Medina rappresentano un’eccezione: esse si caratterizzano per la freschezza di ispirazione e una vena più spontanea.