• Non ci sono risultati.

Si sono suddivisi gli edifici in due classi di impatto:

• Edifici altamente vulnerabili (ricavati dall’analisi al paragrafo precedente) • Edifici restanti

Per le due categorie si sono utilizzati metodi di stima dei danni diversi. In particolare, per le abitazioni più vulnerabili si è considerato il caso peggiore, ovvero quello in cui l’abitazione subendo dei crolli risulti inagibile e quindi sia completamente da ristrutturare. Si è attribuito a questa casistica il valore di ricostruzione per ogni abitazione, ricavato moltiplicando la superficie in metri quadrati per il valore di ricostruzione al nuovo relativo alla zona di interesse (993 €/m2). (Regione Veneto, Osservatorio Regionale degli Appalti, 2013).

Tutti gli altri edifici si possono considerare “a impatto medio-basso”, in quanto non subiscono instabilità strutturali. Per fare una stima dei danni relativi a questa categoria si è identificato un costo di riparazione al metro quadro da assegnare alle abitazioni coinvolte dalla colata. Per perseguire questo fine si sono utilizzati i dati relativi alle ricognizioni dei danni post evento alluvionale della regione Veneto, come stabilito dalla L. 225/1992 e successivamente dal Decreto Legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, articolo 25:

“con le ordinanze di protezione civile si dispone, nel limite delle risorse disponibili, in ordine alla ricognizione dei fabbisogni per il ripristino delle strutture e delle infrastrutture, pubbliche e private, danneggiate, nonché dei danni subiti dalle attività economiche e produttive, dai beni culturali e paesaggistici e dal patrimonio edilizio, da porre in essere sulla base di procedure definite con la medesima o altra ordinanza”.

103 Si disponeva di circa 1400 schede di danno appartenenti alla “Ricognizione del fabbisogno per il

ripristino del patrimonio edilizio privato” ad opera del commissario delegato per il superamento

dell’emergenza derivante dagli eccezionali eventi atmosferici che hanno colpito il territorio della regione Veneto nei giorni dal 30 gennaio al 18 febbraio 2014.

Di tutte le schede a disposizione si sono considerate unicamente quelle relative a danneggiamenti di edifici in muratura (460 in totale), e con questi dati si è calcolato il costo di ripristino al metro quadro, dividendo il costo totale di ripristino per la superficie dell’abitazione. Si è poi calcolata la distribuzione di frequenza di questi valori e la frequenza cumulata (Figura 62).

Figura 62 Grafico della distribuzione di frequenza relativa e cumulata dei costi di ripristino al metro quadro ricavati dalla ricognizione dei danni

Trattandosi di dati relativi a un evento alluvionale, si è preso il valore corrispondente al 95° percentile della curva di frequenza cumulata, poiché ci si aspetta che una colata di detrito generi molti più danni rispetto a un’alluvione. Si è quindi utilizzato il valore trovato (240 €/m2) per calcolare i danni per le abitazioni di Cancia che non rientrano negli edifici ad alta vulnerabilità e che quindi potrebbero subire danni relativi ad intonaci, pavimentazione e impianti.

0 20 40 60 80 100 120 0,1 1 10 100 50 200 600 1000 1400 1800 2200 2600 3000 3400 3800 4200 4600 5000 5400 5800 6200 Fre q ie n za cu m u lat a Fre q u en za r elat iv a Costo di ripristino (€/mq)

104 Per ogni scenario di tempo di ritorno si sono sommati i danni stimati agli edifici vulnerabili e quelli relativi agli altri edifici di Cancia, ottenendo così una stima del danno totale. Si riportano i risultati per un fluido a densità 𝜌 = 1300 𝑚𝑘𝑔3 in Tabella 15 e per 𝜌 = 1600

𝑘𝑔

𝑚3 in Tabella 16.

Tabella 15 Stima dei danni agli edifici di Cancia per tre diversi tempi di ritorno dell’evento di colata detritica, ipotizzando un fluido di densità 𝜌 = 1300 𝑘𝑔/𝑚3

Tabella 16 Stima dei danni agli edifici di Cancia per tre diversi tempi di ritorno dell’evento di colata detritica, ipotizzando un fluido di densità 𝜌 = 1600 𝑘𝑔/𝑚3

Osservando le stime effettuate si nota che il danno cresce all’aumentare del periodo di ritorno degli eventi ipotizzati, coerentemente con quanto ci si aspetta dalla teoria. Inoltre, aumentando il valore di densità della colata, i danni aumentano del 14 % per T=30, dell’8 % per T=100 e del 7 % per T=300. Questa variabilità è frutto dell’incertezza dei modelli utilizzati e mostra come il cambiamento di un solo parametro generi variazioni sostanziali sulla stima di danno finale.

105

7 Conclusioni

La tesi presenta un esempio di analisi del rischio idrogeologico alla microscala che è stata sviluppata, in accordo con il contesto operativo, i tempi e le risorse disponibili, in maniera completa e a livello di dettaglio ragionevolmente elevato.

Molta parte del lavoro è stata dedicata alla caratterizzazione della minaccia e all’analisi dell’esposto, anche alla luce dell’ampia messe di contributi di letteratura; lo svolgimento dei sopralluoghi si è rivelato di estrema utilità ai fini della comprensione del sistema.

La fase di ascolto della popolazione residente costituisce una delle peculiarità di questo studio. Si è cercato di massimizzare gli aspetti quantitativi grazie alla predisposizione di un questionario poi somministrato a un campione più che significativo di cittadini (13% della popolazione residente): le testimonianze raccolte, oltre al mero dato numerico, hanno evidenziato la partecipazione molto attiva dei cittadini, nonché una buona consapevolezza del pericolo in atto.

L’analisi della vulnerabilità strutturale degli edifici ha definito una gerarchia sulla base del rischio effettivo. Questo primo risultato può essere un punto di partenza per studi più approfonditi, volti a individuare delle misure di sicurezza alla microscala per gli edifici più vulnerabili.

La stima dei danni per tre scenari di colata detritica ha fornito una valutazione dell’ordine di grandezza di quali potrebbero essere le perdite in caso di evento calamitoso. Si tratta di una stima che racchiude diversi livelli di incertezza dati dai parametri utilizzati, la cui sensibilità va tenuta costantemente presente per ogni ulteriore applicazione: basti citare ad esempio l’impatto della densità di massa del moto bifase sui danni calcolati per comprendere l’effetto della variazione di un solo parametro sul risultato.

La colata di Cancia rappresenta un esempio riferito ad una sola tipologia (seppure tra quelle più micidiali e devastanti) nell’ampio panorama del dissesto idrogeologico in Italia.

106 Confidiamo tuttavia che la procedura utilizzata possa essere applicata ad altri casi di studio concernenti problematiche analoghe in diverse località, anche su diverse tipologie di minaccia.

107

Bibliografia

(s.d.). Tratto il giorno Febbraio 26, 2018 da Sito Web azienda CAE: www.cae.it

(s.d.). Tratto il giorno Marzo 5, 2018 da Sito Web Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: http://www.pcn.minambiente.it/mattm/

Abu Zeid, N. &. (s.d.).

Abu-Zeid, N., Bacchini, M., Gaspari, E., Tagliavini, F., Zannoni, E., Furlanis, S., & Oddone, E. (2003).

Debris-flow hazard assessment applying the resistivity imaging method: Case study of Cancia (Dolomites, northeastern Italy).

Archetti, R., & Lamberti , A. (2003). Assessment of Risk due to Debris Flow Events. ASCE.

Armanini, A., Fraccarollo, L., & Rosatti, G. (2009). Two-dimensional simulation of debris flows in erodible channels. Computers & Geosciences.

ARPAV. (2010). Sistema di monitoraggio e allarme della colata detritica di Cancia (Borca di Cadore,

BL).

ARPAV. (2018). Proposta tecnico-economica e relativo cronoprogramma per l'affidamento degli

studi per la definizione delle soglie di allarme e le conseguenti logiche di funzionamento del sistema.

Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione. (2012). Piano

108 Calvello, M., Papa, M. N., Nacchia Crescenzo, M., & Pratschke, J. (2013, Settembre 16-18). Percezione del rischio da frana: uno studio preliminare nel comune di Sarno (SA). Perugia: Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica - IARG 2013.

Casagli, N., & Lanzoni, S. (2016). Perizia relativa al procedimento penale N 1341/2010 RGNR, Corte

d'Appello di Venezia. Giudice: Dott. Francesco Giuliano. Padova.

Comune di Borca di Cadore. (2015). Piano comunale di protezione civile.

Costa, J. (1984). Physical geomorphology of debris flows. In Fleisher P.J., & Costa J.E., Developements

and applications of geomorphology (p. 268-317). Berlin: Springer-Verlag.

D'Amico, S. (2012). Nuovo glossario di protezione civile.

Dipartimento regionale per la sicurezza del territorio. (2010). Sistema di monitoraggio e allarme

della colata detritica di Cancia (Borca di Cadore, BL). ARPAV.

Fondazione Dolomiti UNESCO. (2018). Tratto il giorno Febbraio 20, 2018 da

www.dolomitiunesco.info

Frattini, P., & Crosta, G. B. (2006). Valutazione dell’accettabilità del rischio da frana e analisi costi- benefici. Giornale di Geologia Applicata.

Gasparetto, P. (2012). Studio di fattibilità relativo ad interventi di difesa dell'abitato di Cancia. IQT Consulting S.r.l.

Gregoretti, C. (2016). Memoria tecnica del CTP Carlo Gregoretti, causa penale N. 196/2015 R.G.

109 Gregoretti, C., & Degetto, M. (2015). Modellazione idraulica di propagazione e deposito delle colate

detritiche a Cancìa per i casi previsti. Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-forestali

Università di Padova.

Grisotto, P. (s.d.). L'innesco delle colate detritiche in ambiente alpino: una metodologia di analisi del fenomeno. TESAF, Università di Padova.

Heinimann , H., Hollenstein, K., Kienholz, H., Krummenacher, B., & Mani, P. (1998). Methoden zur Analyse und Bewerung von Naturgefahren. Umwelt-Materialien.

Mantovani, F., Pasuto, A., & Silvano, S. (2012). Definition of the element at risk and mitigation measures of the Cancia debris flow (Dolomietes, northeastern Italy). Engineering geology for

developing countries. Durban: J. L. van Rooy and C. A. Jermy .

Milanesi, L., Pilotti, M., Belleri, A., Marini, A., & Fuchs, S. (2018). Vulnerability to flash floods at the regional scale: a simplified structural model for masonry buildings.

Panizza, M., Piacente, S., Silvano, S., Siorpaes, C., Toffoletto, F., & Bozzo, G. (1998). La frana di Borca

di Cadore (Belluno) del 7 agosto 1996.

Provincia autonoma di Trento. (s.d.). Criteri e metodologia per la redazione e l'aggiornamento delle

carte di pericolosità.

Provincia di Belluno, Regione Veneto. (2015). Piano Comunale di Protezione Civile, comune Borca di

Cadore.

Regione Veneto, Osservatorio Regionale degli Appalti. (2013, Giugno). Prezzario regionale dei lavori

pubblici. Costi parametrici ed incidenza della manodopera nelle varie categorie di lavori.

Tratto da Agenzia Entrate: Ministero dell'Economia e delle Finanze: wwwt.agenziaentrate.gov.it

110 Regione Veneto, Provincia di Belluno. (2015). P.A.T. Comune di Borca di Cadore: Relazione Tecnica

Preliminare .

Regione Veneto, Provincia di Belluno. (2015). Piano di Assetto del Territorio del comune Borca di

Cadore.

Rosatti, G., Zorzi, N., Zugliani, D., Piffer, S., & Rizzi, A. (2018). A Web Service ecosystem for high- quality, cost-effective debris-flow hazard assessment. Environmental Modelling & Software, 33-47.

Soncini-Sessa, R., Castelletti, A., & Weber, E. (2007). Integrated and partecipatory water resources

management: theory. Elsevier.

Takahashi, T. (2014). Debris Flow: Mechanics, Prediction and Countermeasures. CRC Press.

Thiene, M., Shaw, W., & Scarpa, R. (2016). Perceived risks of mountain landslide in Italy: stated

choices for subjective risk reduction. Berlin Heidelberg: Springer-Verlag.

Triglia, A., Iadanza, C., Bbussettini , M., Lastoria, B., & Barbano , A. (2015). Dissesto idrogeologico in

Italia: pericolosità e indicatori di rischio. Rapporto 2015. ISPRA.

Varnes, D. (1984). Landslide hazard zonation: a review of principles and practice.

Zorzi, N., Rosatti, G., Zugliani, D., Rizzi, A., & Piffer, S. (2016). New technology in debris-flow modelling: A WebGIS integrated solution for TRENT2D. In Costantinescu, Garcia, & Hanes,

Documenti correlati