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Stimoli visuo-propriocettivi

3. LE BODY OWNERSHIP ILLUSIONS

3.1 La somatoparafrenia e le illusioni di appartenenza

3.3.3 Stimoli visuo-propriocettivi

La nostra percezione del corpo è fortemente influenzata dalle informazioni visive e propriocettive. Il principale contributo di integrazione visuo-propriocettiva si basa sulla definizione che il nostro corpo ha nello spazio. Entrambe le modalità informano il cervello su dove una parte specifica del corpo si trova in un determinato momento.

L'evidenza sperimentale ha dimostrato che quando la visione e la propriocezione

forniscono informazioni contraddittorie, la posizione percepita delle nostre parti del corpo può deviare significativamente da quella veritiera. Ad esempio, quando la mano è vista in una posizione non veritiera attraverso specchi o prismi, i soggetti percepiscono la loro mano in un unico luogo, da qualche parte tra il visibile e la posizione percepita, e più vicina a quella visibile (van Beers et al., 1999). Questa cattura visiva della propriocezione ha mostrato di influenzare le prestazioni di raggiungimento del movimento e di svolgere un ruolo fondamentale nel monitoraggio dell'esecuzione del movimento (Bagesteiro et al., 2006; Boulinguez & Rouhana, 2008).

Nel complesso, evidenze sperimentali suggeriscono che le informazioni visive e

propriocettive contribuiscono in modo significativo alla percezione del proprio corpo e, più in particolare, nel determinare la percezione della sua configurazione spaziale.

Le manipolazioni della posizione e dell'orientamento del corpo falso, relativamente al corpo vero, hanno permesso di indagare fino a che punto le discrepanze visuo-

propriocettive influenzino l'induzione e la forza delle BOIs.

Inoltre, è stato possibile verificare se esiste una stretta corrispondenza tra le configurazioni spaziali viste e percepite, e se possa innescare le BOIs senza ulteriori stimolazioni

crossmodali (ad esempio, visuo-tattili o visuo-motorie) (Fig. 2C, F). Finché la mano finta è stata posta vicino alla linea mediana del corpo, la RHI è stata indotta in presenza di

stimolazione visuo-tattile con congruenza spazio-temporale, per diversi disallineamenti testati tra le posizioni delle mani reali e false, sia sul piano orizzontale che su quello verticale (Zopf et al., 2010), suggerendo che la distanza tra le mani non è un fattore cruciale per l'insorgenza dell'illusione.

È stato invece scoperto che la distanza orizzontale tra le mani influenza in modo

significativo i risultati soggettivi per il riconoscimento delle condizioni di asincronia visuo- tattile (Zopf et al, 2010): i punteggi positivi sono significativamente più elevati quando le due mani sono più vicine di 15 cm rispetto al caso in cui la distanza sia più grande (45 cm). Rispetto al piano verticale, invece, non sono state riscontrate differenze significative nei punteggi quando la distanza tra la mano reale e quella falsa è tra i 12 e i 27,5 cm, pur mantenendo entrambi alla stessa altezza, vicino alla linea mediana dei soggetti. Mentre in tutti gli studi già menzionati la mano vera e quella falsa differivano per

posizione, ma erano per lo più allineate in termini di orientamento, altri esperimenti hanno dimostrato che le BOIs possono essere indotte in presenza di un ulteriore disallineamento sull'orientamento, a condizione che il corpo falso sia stato posto in una posizione

anatomicamente plausibile. Ad esempio, ruotare la mano sinistra finta di 44° in senso orario non impedisce ai partecipanti di sperimentare il contatto fisico come se provenisse dalla posizione della mano di gomma (Butz et al, 2014).

In contrasto con il gran numero di studi che utilizzano input visuo-tattili, ce ne sono stati meno che hanno studiato se la congruenza spaziale dei segnali visuo-propriocettivi possa essere di per sé sufficiente per l'induzione delle BOIs.

Per quel che riguarda gli stimoli visuo-motori, invece, si può affermare che, accanto alle informazioni sui tempi di movimento e le parti del corpo interessate, essi forniscono informazioni su come la posizione relativa e l'orientamento dei corpi, reali e falsi, cambino nel tempo. Alcuni degli studi che hanno impiegato la stimolazione visuo-motoria di parti artificiali del corpo hanno seguito il protocollo RHI e hanno presentato l'arto artificiale vicino alla linea mediana e in posizione laterale rispetto a quella reale (Sanchez-Vives et al, 2010), mentre altri studi hanno messo l'arto finto sopra quello vero (Kalckert e Ehrsson, 2012). Per quanto riguarda la distanza orizzontale, nessuna differenza significativa è stata trovata nei rapporti soggettivi quando lo spostamento dei due arti avveniva in modo sincrono (Yuan e Steed 2010), mentre per quanto riguarda la distanza verticale, solo le piccole distanze, ad esempio 12 cm, hanno consentito l'induzione di una RHI robusta sotto una stimolazione visuo-motoria congruente (Kalckert e Ehrsson, 2014).

un corpo virtuale spazialmente coincidente, altamente realistico, e sotto stimolazione visuo-tattile asincrona, suggerisce che gli input visuo-propriocettivi congruenti da soli potrebbero essere sufficienti per indurre l'illusione, e ciò si può sostenere anche nel caso di discrepanze visuo-tattili (Maselli e Slater, 2013). Inoltre, studi in cui la BOI è stata valutata in condizioni "puramente visive", suggeriscono che quando non abbiamo stimolazione visuo-tattile né visuo-motoria, la posizione relativa e l'allineamento del corpo vero e di quello falso contano.

Tutti questi risultati rivelano che la congruenza spaziale degli stimoli visuo-propriocettivi non è necessaria per l'evidenza dell'illusione, a condizione che il corpo falso sia visto in una configurazione anatomica plausibile e in presenza di una stimolazione visuo-motoria o visuo-tattile congruente. In altre parole, per gli stimoli visuo-propriocettivi è fondamentale la congruenza temporale, ma può essere considerata superflua quella spaziale.

Tuttavia, diversi gradi di disallineamento spaziale modulano significativamente sia l'intensità che il tempo di inizio dell'illusione.