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Storia economica segnalazioni

Economia e corporazioni. Il governo degli interessi nella storia d'Italia dal Medioevo all'età contemporanea, a

cura di Cesare Mozzarelli, Giuffrè, Mi-lano 1988, pp. 348, Lit 40.000.

FERNAND BRAUDEL, La dinamica del capitalismo, Il Mulino, Bologna

19882, ed. orig. 1977, trad. dal france-se di Giuliana Gemelli, pp. 102, Lit 12.000.

JEAN RIVOIRE, Storia della moneta, Lucarini, Roma 1989, ed. orig. 1985,

trad. dal francese di Giuseppe Bruni, pp. 138, Lit 10.000.

TOM KEMP, L'industrializzazione in Europa nell'800, Il Mulino, Bologna

1988 , ed. orig. 1969, 1985, trad. dal-l'inglese di Carlo Vitali (1' ediz.) e Gianfranco Ceccarelli (parti aggiunte alla 2" ediz.), pp. 277, Lit 24.000.

Economia e finanza in Germania 1867-1948, a cura della Deutsche

Bundesbank, Cariplo-Laterza, Bari 1988, ed. orig. 1976, trad. dal tedesco di Nicola Antonacci e Luciano Segre-to, pp. XVIII-502, s.i.p.

VITO MORAMARCO, Struttura dell'e-conomia e disoccupazione. La storia dell" 'Employrnent Act" degli Stati Uniti, Giuffrè, Milano 1988, pp.

VIII-120, Lit 10.000.

Le rivoluzioni del benessere, a cura

di Piero Melograni e Sergio Ricossa, Laterza, Bari 1988, pp. 236, Lit 30.000.

ALBERTO CARACCIOLO, L ' a m b i e n t e

come storia. Sondaggi e proposte di storiografia dell'ambiente, Il Mulino,

Bologna 1988, pp. 94, Lit 10.000.

(anche se la storia, come Henry Kis-singer scrisse una volta, "non è un li-bro di cucina che offra ricette già sperimentate); inoltre, che "studiare la storia vuol dire compiere un viag-gio nel passato. Viaggiare apre gli oc-chi, arricchisce di conoscenze, invita ad aperture mentali"; ed infine che "il termine 'storia' tende difatti nel discorso quotidiano ad essere riferito ad interessi antiquatoriali". E via di questo passo; l'autore non manca fra l'altro di mettere in guardia nei con-fronti di un'epoca che pare "osses-sionata dall'ansia di interdisciplina-rità". In particolare rispetto all'uso delle fonti non sembrano esservi

Veronica Gambara e la poesia del suo tempo nell'Italia settentrio-nale. A cura di P. Gibellini. 1989,

442 pp. Lire 70.000*

Giorgio Pasquali e la filologia classica del Novecento. A cura di

F. Bommann. 1988, VI-278 pp. Lire 52.000*

Studi di Letteratura francese, voi.

XIV: Stendhal e la mitologia

del-la felicità. 1988, 152 pp.

Lire 30.000*

Letteratura e storia meridionale. Studi offerti a Aldo Vallone. 1989,

2 tomi di compi. XIV-960 pp. Lire 139.000*

dubbi che per lo storico la fonte in assoluto principale è sempre la docu-mentazione scritta, a meno che non si tratti di periodi lontani nel tempo; a quel punto altre discipline, ed altro materiale, possono sopperire alle "la-cune" documentarie.

E invece un libro veramente im-portante, a cura di alcuni degli allievi più affezionati, quello che raccoglie numerosi saggi scritti da Cipolla nel-l'ultimo quarantennio. Esso dà il senso della vastità degli interessi, della capacità di intuizione, della in-tensa curiosità intellettuale dello sto-rico.

(c.o.)

Hemingway e Venezia. A cura di S.

Perosa. 1988, VIII-236 pp. Lire 38.000*

FABIO FINOTTI, Sistema letterario e diffusione del Decadentismo nel-l'Italia di fine '800. Il carteggio V. Pica - Neera. 1988,176 pp.

Lire 37.000*

MICHEL DE CERTEAU, Il parlare angelico. Figure per una poetica della lingua (secoli XVI e XVII).

1988, 232 pp. Lire 28.000*

IGINIO DE LUCA, Tre poeti tradutto-ri: Monti, Nievo, Ungaretti. 1988,

x v m - 3 1 8 pp. Lire 52.000*

Filologia e critica dantesca. Studi GUIDO SANTATO, Alfieri e Voltaire

offerita Aldo Vallone. 1989, XIV- Dall'imitazione alla

contestazio-638 pp. con 2 tavv. f.t. ne. 1988, VIE-188 pp. Lire 82.000* Lire 39.000*

* I prezzi indicati devono essere maggiorati del 4% (Iva)

non sembra destinato necessaria-mente ad esaurirsi. Ciò che ha avuto successo è stato infatti un sistema nel suo complesso, che continua a deter-minare crescita economica, quasi per inerzia, anche decenni dopo l'esau-rirsi della sua forza propulsiva. La te-si di fondo, che appare molto intrisa di ideologia, è che di questo sistema, a cui, sia pure controvoglia, viene da-to il nome di capitalismo, la chiave centrale fu, ed è, a partire dal tardo medioevo, l'allentamento del con-trollo politico ed ecclesiastico su tut-te le sfere della vita, comprendenti non solo l'economia, ma anche le scienze, le arti, la letteratura etc. L'autonomia dalla politica, e in gene-re da ogni forma di controllo è, a giu-dizio degli autori, la congiu-dizione che consente la sperimentazione, l'inno-vazione, la diversità. A conclusione del volume Rosenberg e Birdzell si augurano che lo sforzo, significativo per la ricchezza di informazioni e suggestioni, per far capire le origini della crescita del passato possa aiuta-re per le nuove generazioni a non ri-schiare di ridurre (senza volerlo, e magari nel tentativo di migliorare la società) le opportunità economiche che hanno fatto grande l'Occidente.

(c.o.)

CARLO M . CIPOLLA, Tra due culture. Introduzione alla storia economica,

Il Mulino, Bologna 1988, pp. 270, Lit 30.000.

CARLO M . CIPOLLA, Saggi di storia economica e sociale, Il Mulino,

Bolo-gna 1988, trad. dalle lingue straniere di Antonia Pasi e Dante Zanetti, pp. 475, Lit 80.000.

L'autore non dovrebbe avere biso-gno di presentazioni: socio corri-spondente delle principali accademie in Italia e nel mondo; professore di storia economica alla Scuola Norma-le di Pisa ed alla Università di Beker-ley in California; senza dubbio all'e-stero uno dei più noti accademici ita-liani, soprattutto in area anglosasso-ne. Tanta gloria comporta nel lettore aspettative molto alte. Il volume in-titolato Tra due culture, presumibil-mente destinato agli studenti univer-sitari come propedeutico ad un corso di storia economica, potrebbe essere definito come rassicurante e poco sti-molante al tempo stesso. Rassicuran-te perché in un momento di grande ridefinizione delle discipline, dei confini, dei metodi, dei temi e delle fonti, l'illustre storico, con grande chiarezza e senza incertezze, spiega che cosa è la storia, che cosa è l'eco-nomia, che cosa sono le fonti, quali sono, come si devono usare, etc. Se tutto ciò è rassicurante, per gli stessi motivi è poco stimolante. Appren-diamo tra l'altro che lo studio della storia può insegnare molto, "ma il seme deve cadere su terreno fertile"

E R I C L. JONES, Il miracolo europeo. Ambiente,

econo-mia e geopolitica nella storia europea e asiatica, Il

Mu-lino, Bologna 1988, ed orig. 1981, trad. dall'inglese di Giovanni Vigo, pp. 379, Lit 30.000.

L'autore, docente di economia nell'Università di La Trobe Bundora, in Australia, e che ha già pubblicato in Italia importanti volumi, come Agricoltura e rivoluzio-ne industriale (1650-1850), edito dagli Editori Riuniti nel 1982, affronta qui uno fra ipiù importanti e fra ipiù discussi temi della storia moderna e contemporanea: quando e come l'Europa riuscì ad affermarsi come 'pmo 'pmondo'; perché proprio l'Europa fu il teatro della ri-voluzione industriale. Diciamo subito che tanto la meto-dologia adottata, quanto la molteplicità delle risposte of-ferte, convincono della serietà e del valore di un'opera che merita tutte le attenzioni. Jones non ha temuto di

do-ver affrontare il problema in una prospettiva di lunghissi-ma durata, con particolare riguardo ai secoli che vanno dal 1400 ali 800, né di essere stato costretto a procedere, in assenza: di una teoria generale, adottando come unica possibilità di controllo delle ipotesi avanzate la necessità di comparazioni su larghissimo raggio. Le condizioni che sembrano avere favorito lo sviluppo economico in Euro-pa non solo risultano essere molto lontane nel tempo ma anche molto varie: caratteristiche fisiche e geografiche e dotazioni di risorse, che rimandano a comparazioni dal punto di vista dell'ambiente; la minore incidenza delle calamità naturali, che avevano il loro effetto anche sulla distribuzione del reddito, sull'accumulazione del capita-le, sulle politiche demografiche e sulla direzione delle in-novazioni; le grandi distanze dalle steppe dell'Asia, che proteggevano contro le scorribande dei nomadi; il clima, che favoriva l'arresto delle epidemie: l'ambiente

cultura-le europeo unitario; etc. A tutto ciò non erano certo estranee le scelte politiche, che interagivano — senza per questo esseme determinate — con le condizioni ambien-tali. Ciò che viene escluso, in conclusione, è la presenza di un singolo elemento "propulsore"; il modello implici-to a questa indagine, come suggerisce l'auimplici-tore, assomiglia ad una gigantesca serratura a combinazione: non vi è una sola chiave e le singole parti stanno insieme l'una con l'altra senza che debba implicarsi la necessità di una com-binazione unica. Il volume è arricchito da una non ovvia ed utile bibliografia.

Chiara Ottaviano

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