• Non ci sono risultati.

La proposta progettuale di strategia urbana avanzata si sviluppa su due fronti, il primo è basato sulla teoria della divisione in aree fornita per il contenimento della diffusione del vi- rus, il secondo è fornire a tutte le aree un buon livello di autonomia interna. In accordo con quanto descritto nel precedente paragrafo si propone di suddividere la città di Torino in aree distinte e completamente indipen- denti per un periodo potenzialmente illimitato, utilizzando i fiumi e alcuni degli assi stradali fondanti della città. Grazie alla distribuzione omogenea della rete sanitaria Torinese, all’inter- no dei propri confini, si è altresì fornito alle porzioni di territorio selezionate almeno una sede ospedaliera, come centro della sanità pubblica dell’area selezionata. La proposta si pone come piano di immediata applicabilità alla città, in precedenza programmato dove tutte le necessità primarie sono fruibili dall’interno.

_

s

uddivisiOne in aree

Il piano di suddivisione in aree au- tonome è stato realizzato attraverso tre passaggi fondamentali. Innanzi- tutto bisogna considerare che il pia- no strategico ha l’obiettivo di poter essere attivato nelle condizioni at- tuali della città; perciò è stato ne- cessario iniziare a ragionare su una possibile divisione, considerando il po- sizionamento degli ospedali esistenti. Il piano prevede la divisione in 9 aree dotate almeno di una struttura ospe- daliera esistente. Lo stabile acquisisce il ruolo di centro della rete sanitaria di ogni rispettiva area. Alcune di esse sono servite da più ospedali, inse- parabili in differenti aree per la loro vicinanza (come il caso dell’area 9: Molinette, CTO e Regina Margheri- ta). Lo step sucessivo è stato delineare i confini esatti delle 9 aree attraverso l’utilizzo di fiumi e strade. La prima divisione è stata realizzata seguendo le sponde del fiume Po, con la crea- zione dell’Area 5 sul lato collinare. In assenza di strutture sanitarie e con re- lativa bassa densità nella zona nord, non è stato possibile utilizzare il fiu- me Stura di Lanzo come divisore, si è perciò utilizzato il fiume Dora Ripa- ria per dividere a nord le aree 1 e 2.

Infine le ultime divisioni sono state de- lineate selezionando alcuni importanti assi stradali. Dapprima utilizzando la strada nata sulla antecedente spina centrale ferroviaria della città, per la sua caratteristica di tagliare vertical- mente in due parti Torino e in secon- do luogo Corso Vittorio Emanuele II, corso Francia, Corso Bramante, Corso Unione Sovietica, Via Tirreno per com- pletare la suddivisione.

A titolo informativo sono riportati in seguito i raggruppamenti degli ospe-

San Giovanni Bosco (355 posti letto)

dali proposti con relativi posti letto, per fornire la capienza indicativa del- le varie strutture ospedaliere in ogni differente area[1]. Considerando tutti gli scenari possibili (posti letto occupati da malati ordi- nari all’esplosione di una pandemia, disponibilità di macchinari, disponi- bilità di personale medico abilitato al trattamento di malati infettivi) i nume- ri indicati non influenzano i passaggi successivi della strategia proposto.

1 Amedeo di Savoia (66 posti letto) 2 Maria Vittoria (269 posti letto) 3 Gradenigo, Oftalmico (138 + 44 posti letto) 4

Maria Pia, San Camillo, Santa Caterina da Siena (151 + 100 + 66 posti letto) 5 6 7 8 9 Martini (214 posti letto) Mauriziano, Cellini (398 + 96 posti letto) Koelliker (135 posti letto) Molinette, CTO, Regina Mar- gherita (1794 + 419 + 271 posti letto) Fig. - Raggruppamento ospedali proposto 1 - Ministero della salute. (http://www. dati.salute.gov.it/ dati/dettaglioDataset. jsp?menu=dati&id- Pag=96)

2 3 4 5 6 7 8 9 1 Raggruppammento in 9 poli distinti degli os- pedali esistenti di Torino

1 2 4 3 5 9 8 6 7 Fiume Po Fiume Po Fiume Dora Riparia Corso Unione Sovietica Via Tirreno Corso Francia “Spina” Corso Bramante Corso Vittorio Emanuele II

Divisione finale della città di Torino in 9 aree

_

C

entrO di livellamentO

dell

area

Il secondo aspetto caratterizzante la proposta strategica urbana avanzata è stato quello di garantire a tutte le na- scenti aree, in particolare se si fa rife- rimento all’applicazione proposta per il caso di Torino a tutte le 9 aree, un efficiente livello di autonomia interna. Il secondo step è stato basato sulla comprensione delle necessità di cia- scuna area per operare al pieno della loro indipendenza.

Per affrontare questo punto è stato fondamentale riferirsi alla ricerca ef- fettuata nei primi tre capitoli, che ha definito in modo chiaro, la necessità di ciascuna porzione di territorio ad avere al suo interno strutture di riferi- mento, in aggiunta a quelle esistenti, in modo da poter contribuire al com- pimento di tutte le attività necessarie durante una pandemia.

Le principali funzioni che dovranno essere integrate alle attuali potenziali- tà delle differenti zone corrispondono quindi alle maggiori problematiche ri- scontrate nelle analisi precedenti: - uno spazio esaustivo per la diagnosi, per l’esecuzione e la gestione dei test e per la ricerca;

- uno spazio emergenziale aggiuntivo che possa cooperare direttamente con le strutture ospedaliere e che porti a diminuire il più possibile l’interscam- bio di pazienti con le altre aree citta- dine, o altri territori limitrofi alla città di Torino;

-uno spazio produttivo di DPI (dispo- sitivi di protezione individuale) regola- to sulla quantità di persone residenti nell’area interessata;

- uno spazio produttivo, di raccolta e di consegna dei prodotti alimenta- ri che possa operare in sinergia con i supermercati, e le aziende di prodotti alimentari all’interno dei confini. Considerate tali premesse, ogni area dovrà ospitare una struttura adegua- ta al contenimento di queste funzioni. La struttura in progetto avrà il ruolo di attivarsi durante il periodo pandemico e mantenere il corretto funzionamento delle attività necessarie rimaste opera- tive. La struttura che verrà descritta in dettaglio nel seguente capitolo diven- terà il punto di riferimento dell’intera area e garantirà un livello di assisten- za minimo su ogni aspetto gestionale più critico durante la pandemia. Essa funzionerà quindi come centro di livel- lamento.

Schema delle funzioni urbane

Ricerca e diagnosi Spazio emergenziale

Produzione dispositivi

Il centro di livellamento potrà esse- re collocato in siti dismessi o sotto- sviluppati, fornendo una possibilità innovativa di recupero a tali siti. Le funzioni urbane contenute potranno essere accostate l’una con l’altra, se vi saranno siti con dimensioni suffi- cienti, e potranno disporsi in modi differenti adattandosi a seconda del- la conformazione dell’area ospitante. In mancanza di un sito unico con tali caratteristiche, le funzioni po- tranno essere altresì suddivise in siti

distinti distribuiti in punti differenti all’interno dei confini dell’area. Le dimensioni delle strutture ospitanti le nuove funzioni saranno regolate in base alle diverse potenzialità dell’a- rea selezionata, se vi sarà un nume- ro elevato di ospedali sarà necessario uno spazio emergenziale più ridotto, se vi saranno numerose fabbriche che potranno adattare la loro produzione alle esigenze del momento vi sarà la necessità di uno spazio produttivo di dispositivi sanitari minore e così via.

Differenti strutture Struttura unica in differenti composizioni

Fig - Schemi: dispo- sizione della struttura

Come ultima premessa, la struttura dovrà rispondere a caratteristiche fisse indipendentemente dalla sua forma e dalla sua collocazione:

- Connessione diretta con i bordi dell’area: considerando che sarà dif- ficile rendere l’area completamente indipendente, per un potenziale lun- go periodo, attraverso la produzione di risorse principalmente relative alla catena alimentare, la struttura dovrà essere ben connessa alla rete strada- le primaria, perché rappresenterà il punto principale di arrivo dei mezzi di trasporto dall’esterno. Da qui i prodot- ti in arrivo dall’esterno verranno ade- guatamente controllati e successiva- mente inviati a tutti i punti di vendita della zona.

- Ruolo centrale di riferimento: da qui partirà una rete ben organizzata nella gestione delle quattro funzioni urbane, gli spazi produttivi saranno il punto di riferimento per la fornitura di negozi di alimentari e farmacie mentre gli spazi emergenziali lavoreranno in sinergia con le strutture sanitarie esistenti. - Necessità di spazi flessibili: realizzaz- zione di ambienti che potranno essere riutilizzati per ospitare altre funzioni al termine della pandemia.

Flessibilità degli spazi interni Connessione diretta con

il confine dell’area

Punto centrale nell’area

Fig - Schemi: caratteris- tiche della struttura

5

L’ArChITETTurA

Documenti correlati