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Strategie per lo sviluppo economico locale

7. Eventi culturali e sviluppo economico

7.1. Alcune considerazioni teoriche

7.1.3. Strategie per lo sviluppo economico locale

Quando siamo di fronte a città che, come nel caso di Lucca, si posizionano in ambito turistico come città di turismo culturale, è necessario, per ottenere i migliori risultati, elaborare e condividere una vera e propria strategia complessiva, capace di coinvolgere tutti gli eventi che vengono organizzati.

Per prima cosa è opportuno che ci sia la capacità di valorizzare lo stock del patrimonio culturale di una città: le operazioni urbanistiche di recupero di edifici storici dismessi sono indispensabili per realizzare “contenitori” qualificati destinati a ospitare molteplici iniziative, tra le quali gli eventi culturali (Richards, 1992). Queste iniziative, però, richiedono tempi di e risorse finanziarie consistenti, altre a processi di concertazione decisionale tra soggetti pubblici e possessori privati di tali immobili. Il complessivo patrimonio culturale della città nelle sue diverse forme è importante tanto quanto l’offerta di eventi ai fini dell’attrazione del turismo culturale.

Inoltre, nelle sue diverse articolazioni, la comunità urbana deve essere in grado di generare, elaborare e selezionare idee progettuali in termini di eventi culturali, poiché il coinvolgimento della comunità ospitante è fondamentale, in quanto accresce la probabilità di successo delle iniziative. La volontà collettiva di realizzare eventi culturali può stimolare e assecondare, ad esempio, la realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche, come zone espositive e recupero di edifici dismessi, che possono diventare nel tempo fattori di attrattività turistica. Non solo, le risorse culturali e imprenditoriali locali, coordinandosi tra di loro e messe a sistema, rafforzano l’attrattività complessiva dell’evento culturale e le sue possibili ricadute nel sistema economico locale. Nel caso in analisi, dopo un rapporto tendenzialmente problematico durante le prime edizioni tra l’organizzazione del Lucca Summer Festival e i commercianti della città, questi, negli ultimi anni, si sono più volte schierati in difesa della manifestazione, affermando che «negli ultimi quindici anni se questa città è cresciuta nell’ interesse turistico si deve anche al Summer Festival.

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Nell’ultima edizione più del 75% degli spettatori sono venuti dall’estero21, muovendo un

flusso turistico non da poco. Gli artisti che in questi anni sono passati dalla nostra città sono stati di livello mondiale: Eagles, David Bowie, Elton John, Roger Waters, Battiato, Guccini, Bob Dylan e tanti altri. Siamo così sicuri che chiunque possa essere in grado di offrire una scelta così ampia e qualificata? Crediamo di no. Facciamo attenzione, certe manifestazioni non si improvvisano, ci vogliono anni per farle crescere, ma basta poco per distruggerle. […] Non sono molte le cose che funzionano in questa città, lasciamo in pace quelle che ci hanno portato sui gradini più alti della notorietà».22

Più in generale, si tratta di creare un vero e proprio portafoglio degli eventi culturali realizzati sul territorio. Realizzare una serie di iniziative che possono diventare veri e propri strumenti di marketing territoriale nel momento in cui contribuiscono ad attrarre turisti, sponsor privati e professionalità specializzate in queste attività, oltre che a diffondere e migliorare l’immagine dell’area che le ospita, protraendone nel tempo gli effetti positivi (Ferrari, 2002).

Non solo, gli eventi culturali, in molti casi, costituiscono un vero e proprio servizio addizionale a favore anche della stessa popolazione residente. Gli investimenti in cultura presentano, infatti, una doppia valenza positiva, a favore sia dei turisti che dei residenti, essendo fruibili da entrambi.

Il terzo punto fondamentale, dopo la valorizzazione del patrimonio urbano e il coinvolgimento della comunità, riguarda il monitoraggio dei flussi turistici attivati dai diversi eventi culturali che sono attratti nel contesto urbano. La corretta conoscenza delle caratteristiche dei turisti culturali, consente di evidenziare il loro impatto sui consumi di

21 Senza fonte. L’edizione oggetto di analisi (2015) ha presentato un forte carattere internazionale, ma la presenza degli stranieri registrata è stata pari a circa il 25%. Si ritiene pertanto il dato non corrispondente alla realtà.

22www.confcommercio.lu.it – Documento del 9 gennaio 2013 sottoscritto da Vittorio Melecchi (Presidente Provinciale Federmoda Confcommercio), Giovanni Martini (Presidente Commissione Centro Storico Confcommercio), Pietro Bonino (Presidente Provinciale Federalberghi Confcommercio), Federico Lanza (Presidente Consorzio Centro Commerciale città di Lucca), Samuele Cosentino (Componente Commissione Centro Storico e Consorzio Commerciale Città di Lucca)

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beni e servizi e, quindi, di calcolare le esternalità, positive o negative, che l’evento culturale genera all’interno del contesto urbano.

Il monitoraggio rigoroso di questi flussi è fondamentale anche per la stessa politica pubblica di finanziamento agli eventi culturali, che altrimenti rischia di operare in condizioni di opacità informativa e valutativa, con tutte le distorsioni di allocazione di risorse finanziarie che ne conseguono. La consapevolezza del profilo di questo tipo di turista consente inoltre di riorientare ed indirizzare le policy regionali del turismo, modificando intenzionalmente i flussi consolidati di turisti. Gli eventi culturali, in pratica, possono essere uno strumento importante per la policy in quanto permettono di influenzare la struttura media del turismo regionale e possono contribuire, almeno in parte, ad una possibile strategia di de- stagionalizzazione dei flussi turistici.

È necessario, inoltre, stimolare la formazione di una imprenditorialità endogena per l’organizzazione, la gestione e la valorizzazione degli eventi culturali. Si tratta di competenze funzionali alla buona riuscita di queste iniziative, oltreché allo sviluppo economico locale. Per questo motivo è opportuno effettuare investimenti in specifici percorsi formativi al fine di strutturare competenze strettamente culturali, relazionali, economiche, gestionali e organizzative.

Fondamentale è anche l’attivazione di processi di rinnovamento e di qualificazione dell’imprenditorialità nel campo del commercio, delle arti e dell’artigianato, coerentemente con gli eventi culturali, soprattutto quelli ricorrenti. L’evento culturale, per massimizzare le conseguenze positive sul territorio, necessita di un tessuto economico urbano capace di dare risposte positive alle aspettative e ai bisogni dei turisti culturali stessi, ad esempio in termini di shopping e di altri servizi ricreativi (Thimothy & Boyd, 2003). Per questo motivo la partecipazione degli imprenditori o delle associazioni di categoria imprenditoriale settorialmente pertinenti costituiscono leve importanti per la valorizzazione degli eventi culturali, sia sul piano dell’immagine urbana che delle ricadute economiche immediate.

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Infine, gli eventi culturali possono fare da traino allo sviluppo economico locale nel momento in cui, sul territorio, si strutturano vere e proprie filiere manifatturiere, artigianali e di servizio coerenti con l’esigenza di approvvigionamento di beni e servizi da parte del soggetto organizzatore. L’evento culturale può diventare un vero e proprio moltiplicatore economico dello sviluppo locale se si attiva un’imprenditorialità endogena a monte. Può, dunque, essere opportuna una vera e propria policy pubblica regionale per lo start up e l’irrobustimento di imprese specializzate in queste filiere, in quanto «the size of the multiplier effects will be determined by the extend to which the economy can retain the additional event-related expenditure in the local economy and prevent it from flowing out on imported goods and services» (Carlsen, 2004).

In conclusione, le caratteristiche sopra indicate23 costituiscono alcuni degli aspetti

fondamentali alla base della formazione e dello sviluppo dei cosiddetti distretti culturali (Santagata, 2004; Valentino, 2003; Sacco, et al., 2008). Il turismo culturale favorisce infatti, in modo diffuso e a livello locale, tante piccole attività ristorative e artigianali che soddisfano la domanda di turisti culturali, oltre ad altre imprese che operano nella filiera di approvvigionamento dei beni e servizi a favore dell’ente organizzatore dell’evento. Per questo motivo, è molto importante il ruolo di puller che gli investimenti in cultura rivestono ai fini della realizzazione di cluster di imprese e di reti relazionali tra imprese e istituzioni.

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