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CAPITOLO 3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

3.4 INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELL'AREA DI STUDIO

3.4.1 STRATIGRAFIA DELL'AREA DI STUDIO

Lo studio stratigrafico dei depositi che caratterizzano l'intera Pianura Padana è stato ampiamente documentato nel passato recente attraverso gli studi di sismica a riflessione condotti dall'AGIP, finalizzati inizialmente alla ricerca degli idrocarburi. Negli anni '90, l'avvio della cartografia geologica a scala 1:50000 (Progetto CARG), ha permesso di accrescere enormemente le conoscenze nell'ambito della stratigrafia del quaternario della Pianura Padana. Tali studi, basati sull'interpretazione dei profili sismici integrati da dati profondi di pozzo (Amorosi et al., 1999; 2004; Regione Emilia Romagna e ENI-AGIP, 1998; Amorosi e Farina, 1995; Ori, 1993; Dalla et al., 1992; Dondi e D'Andrea, 1986), mostrano come al di sotto della pianura padana siano presenti le pieghe del fronte sepolto dell'Appennino, e come lo spessore complessivo delle unità del Quaternario sia compreso tra i 1000 e i 1500 m.

L'evoluzione sedimentaria plio-quaternaria del bacino padano registra una generale tendenza "regressiva", identificata al margine appenninico da Ricci Lucchi et al. (1982), da depositi marini di ambiente progressivamente meno profondo fino a depositi continentali. Il riconoscimento di una chiara superficie di inconformità di significato regionale da parte di questi autori, ha consentito il primo inquadramento stratigrafico sequenziale della successione quaternaria affiorante al margine appenninico, portando all'identificazione di due cicli sedimentari principali, uno marino (Qm) e uno continentale (Qc)(Fig. 3.5).

Nel 1998 la superficie di discontinuità che separa i cicli Qm e Qc è stata identificata da Regione Emilia-Romagna e ENI-AGIP anche nel sottosuolo della Pianura Padana, in corrispondenza del limite tra il Supersintema del Quaternario Marino (corrispondente al ciclo Qm di Ricci Lucchi et al, 1982) e il sovrastante Supersintema Emiliano- Romagnolo (equivalente al ciclo Qc).

Discontinuità minori all'interno di queste due unità sono state segnalate da Marabini et al. (1987, 1995), Farebegoli e Onorevoli (1991), Di Dio et al. (1997), Farabegoli et al. (1997), Amorosi et al. (1998a, b) e Regione Emilia-Romagna e ENI-AGIP (1998), nel sottosuolo della Pianura Padana, portando alla distinzione di sequenze deposizionali, di rango inferiore, all'interno dei due cicli sedimentari Qm e Qc.

Il Supersintema Emiliano-Romagnolo è stato suddiviso in una Sintema Emiliano- Romagnolo Inferiore e in un Sintema Emiliano-Romagnolo Superiore.

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Figura 3.5 - Schema stratigrafico e suddivisione stratigrafico-sequenziale dei depositi plio-quaternari del bacino padano (modificato da Regione Emila-Romagna e ENI-AGIP, 1998 e Amorosi et al.,1999a).

All'interno di quest'ultimo sono presenti unità di rango inferiore, chiamate Subsintemi, che registrano la ciclicità elementare glacio-eustatica di quarto ordine (alternanza di depositi marini e continentali).

I terreni affioranti dell'area di studio, sono tutti di età olocenica, e sono riferibili alla parte sommitale del Subsintema più recente (Subsintema di Ravenna) del Sintema Emiliano-Romagnolo Superiore, corrispondente ai sedimenti accumulatesi durante l'episodio trasgressivo post 18 ka e costituito da depositi alluvionali, deltizi, litorali e marini organizzati in successioni cicliche di alcune decine di metri di spessore (Amorosi e Farina, 1995; Regione Emilia-Romagna e ENI-AGIP, 1998).

Il Subsintema di Ravenna (AES8) comprende sabbie, argille e limi di ambiente alluvionale, deltizio e litorale organizzati in corpi lenticolari, nastriformi, di spessore plurimetrico; esso ha uno spessore compreso tra i 20 e i 28,5 metri ed è datato, su base radiometrica, all'Olocene (8.790 + 90 anni B.P.- Attuale).

Nella parte sommitale del Subsintema di Ravenna viene distinta un'altra unità sintemica di rango inferiore, che viene chiamata Unità di Modena (AES8a), definita al margine appenninico padano e costituita anch'essa da sabbie, argille limi di ambiente

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alluvionale e detizio-litorale, organizzati in corpi lenticolari, nastriformi, tabulari e cuneiformi, di spessore plurimetrico.

Il limite inferiore dell'Unità di Modena è datato al periodo post-romano e segna l'instaurarsi di una importante fase di cambiamento climatico che, tra il IV e il VI secolo d.C., determinò un importante incremento di piovosità, con conseguente modifica della rete idrografica e alluvionamento di gran parte della pianura (Veggiani, 1994). In tale periodo si è avuto un incremento del tasso di sedimentazione, con distruzione e seppellimento degli elementi infrastrutturali della colonizzazione e della bonifica romana. Il limite inferiore dell'Unità di Modena nel Ravennate corrisponde quindi al piano topografico sepolto di età romana, caratterizzato dalla presenza di reperti archeologici di età romana o più antichi. Lo spessore dell'Unità di Modena è compreso tra 0 e 5,5 metri.

Tabella 3.4 - Quadro sinottico delle unità stratigrafico-deposizionali distinte all'interno del Subsintema di Ravenna e loro relazione con le unità cartograte nel Foglio Ravenna (Foglio 223).(Note illustrative della carta geologica d'Italia alla scala 1:50.000, Regione Emilia Romagna).

CODICE LITOFACIES ASSOCIAZIONE DI FACIES

(UNITÁ CARTOGRAFICA) DEPOSIZIONALE ELEMENTO DEPOSIZIONALE SISTEMA A1 argille di piana inondabile piana inondabile

piana alluvionale sistema alluvionale A2 limi e sabbie di argine

canale, argine e rotta A3 sabbie di canale fluviale

A4 sabbie di ventaglio di rotta D sabbie e limi di canale

distributore canale distributore, argine e rotta piana deltizia

sistema deltizio- litorale P1 argille di palude salmastra

area interdistributrice,

retrocordone piana deltizia piana di sabbia P2 torbe di palude salmastra

L1 argille lagunari L2 sabbie e argille lagunari S1 sabbie di spiaggia sommersa

inferiore

cordone litorale fronte deltizia piana di sabbia S2 sabbie di spiaggia sommersa

superiore S3 sabbie e limi di spiaggia

emersa M1 argille e sabbie di

transizione spiaggia-

piattaforma prodelta e transizione alla piattaforma prodelta e transizione alla piattaforma M2 argille e sabbia di prodelta

B1 limi e argille di laguna/baia

retrobarriera (non affiorante)

complesso barriera/laguna B2 argille e torbe di laguna e

baia

B3 argille di palude di acqua dolce

T1 lag conchigliare barriera trasgressiva (non affiorante) T2 sabbie limose marine

fossilifere

L'architettura deposizionale del Subsintema di Ravenna è stata recentemente descritta in dettaglio da Amorosi et al. (1999b) che, sulla base dell'analisi dei sondaggi a carotaggio continuo eseguiti nell'ambito del Progetto CARG, hanno distinto all'interno di questa unità otto differenti associazioni di facies, suddivise a loro volta in 18

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litofacies. Nella tabella 3.4 vengono riportati gli schemi deposizionali del suddetto Subsintema.