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Spazio protetto

Le fasi dell’intervento (CBM, Milano)

− incontri con il servizio inviante/richiedente/di riferimento (stabilire una collaborazione e una condivisione di comuni obiettivi: chi fa che cosa come e perché);

− presentazione del caso e impostazione dell’intervento con l’équipe multidisciplinare;

− colloqui di conoscenza/ambientamento con il figlio e con i genitori

I colloqui di ambientamento sono per:

− il figlio (uno o più colloqui a seconda dei casi e dell’età)

− il/i genitore/i incontrante/i

− il genitore o l’adulto che accompagna

• Individuazione di una sede idonea

• Avvio degli incontri

• Assestamento degli incontri

• Verifica (in équipe e in particolare con il figlio) ed eventuale riprogettazione dell’intervento

• Eventuale ri-modulazione dell’intervento

• Restituzione finale ai genitori e al bambino; eventuale dimissione

Quando uno Spazio Protetto è Protettivo? (CBM, Milano)

Quando Rassicura e Contiene: aiuta a dare un SIGNIFICATO chiaro a messaggi e comportamenti dei genitori. A collocare gli eventi e le responsabilità in modo chiaro, a ridefinire i “confini” della relazione.

Quando Legittima: favorisce nel figlio l’espressione del pensiero, delle emozioni ed esigenze.

Quando Ripara: aiuta a vedere i possibili cambiamenti, a costruire un’immagine diversa dei genitori, a “sperimentare” modalità di relazione differenti.

Quando Restituisce: aiuta il figlio a “fare i conti” con quei genitori, con le loro risorse e limiti

SCHEMA AREE DI OSSERVAZIONE DELLA RELAZIONE GENITORI/FIGLI IN SPAZIO PROTETTO

GENITORE

COME SI PRESENTA

− condizioni fisiche, psichiche ed emotive (stati di ansia, inibizione, alterazione, ecc.)

− rispetto del setting (ritardo, puntualità, in anticipo) PIANO RELAZIONALE

− manifestazione dell’affetto con modalità: eccessive/adesive, invasive, assente, seduttiva/

manipolativa, passiva;

− non rispetto dei tempi e dello spazio del bambino (confini fisici, relazionali ed emotivi) INTERAZIONE NEL DIALOGO

ascolta il bambino, lo interrompe, lo svaluta, non risponde alle domande del bambino, è evitante o manipolativo rispetto alle domande del bambino, strumentale nel senso che utilizza il bambino per avere informazioni sull’altro genitore o sugli altri adulti di riferimento (es. famiglia affidataria, operatori, educatori o altri parenti), svaluta, denigra l’altro genitore o gli altri adulti di riferimento

PIANO DELLE ATTIVITÀ INTRAPRESE

− il genitore propone o no attività (es. giochi, disegni, ecc.)

− il genitore è in grado di seguire il bambino nelle attività, tende a denigrarlo/prevaricarlo, è propositivo o passivo

− il genitore porta o no oggetti (giochi, libri, abiti, alimenti, foto, ecc.) esagerati in quantità o qualitativamente inadeguati all’età del bambino

CONCLUSIONE DELL’INCONTRO

− il genitore fatica a separarsi dal figlio, tende a prolungare i tempi di conclusione, oppone resistenza

− il genitore anticipa il momento del distacco.

FIGLIO

COME SI PRESENTA E DA CHI VIENE ACCOMPAGNATO

− condizioni fisiche ed emotive (agitato, sorridente, piange, stanco, preoccupato, triste…)

− rispetto del setting (ritardo, puntualità, in anticipo).

PIANO RELAZIONALE

− manifestazione dell’affetto (modalità adesive, assente, seduttivo/manipolativo, di rifiuto/

oppositivo, passivo/accondiscendente)

− manifestazione dell’aggressività (sul piano verbale, comportamentale, fisico) INTERAZIONE NEL DIALOGO

ascolta il genitore ed interagisce con lui attivamente nel dialogo, interrompe il genitore, manifestazione di fastidio, rifiuto a rispondere alle domande del genitore, il bambino introduce sempre argomentazioni di dialogo

PIANO DELLE ATTIVITÀ INTRAPRESE

− il bambino propone, organizza attività o meno al genitore (giochi, disegni, altro)

− il bambino accoglie o meno le attività proposte dal genitore e sue reazioni

− il bambino porta doni al genitore e sue reazioni ai doni portati dal genitore CONCLUSIONE DELL’INCONTRO

Il bambino fatica a separarsi dal genitore, tende a prolungare i tempi, oppone resistenza o anticipa il momento del distacco

L’OPERATORE ED IL CONTESTO ISTITUZIONALE

a) come si pone il bambino/il genitore rispetto all’operatore (tende a rivolgersi spesso con lo sguardo, fisicamente o dialoga prevalentemente con l’operatore, svaluta l’operatore, lo invischia sia verbalmente che non)

b) come si pone il bambino/genitore rispetto all’ambiente ed al contesto (tende a controllare l’ambiente, modalità di distribuzione e spostamento nello spazio, denigrazione o svalutazione del contesto spaziale)

SE IN SPAZIO PROTETTO SONO PRESENTI ENTRAMBI I GENITORI:

È necessario specificare alcuni elementi di osservazione, ponendo in rilievo:

le relazioni tra i due genitori:

- modalità concordanti, discordanti, congrue e non rispetto alle modalità relazionali con il figlio (sia a livello fisico che nel dialogo e nelle attività)

il piano relazionale bambino/genitori:

− analogia o discrepanza del bambino nei confronti dei genitori (tendenza a privilegiare il rapporto con uno dei due genitori sia a livello affettivo che nel dialogo che nelle attività) SE IN SPAZIO PROTETTO SONO PRESENTI I FRATELLI DEL BAMBINO:

È necessario specificare il piano relazionale tra i fratelli e tra i genitori e i vari fratelli in rapporto al figlio.

CHIARIRE LE REGOLE PER LO SVOLGIMENTO DEGLI INCONTRI PROTETTI: UN ESEMPIO Con questa lettera il ……….le/vi dà il benvenuto presso la propria sede. Il nostro servizio si occupa di garantire il diritto di visita ed il mantenimento delle relazioni genitori-figli in alcuni momenti della vita familiare che possono essere particolarmente critici o di difficoltà. Il nostro scopo è quello di garantire un clima relazionale sereno e la protezione dei genitori e del figlio/i che vi partecipano.

Il desiderio che ci accomuna è che l’esito degli incontri sia positivo e affinché ciò possa essere possibile le/vi chiediamo di condividere e rispettare alcune regole fondamentali, onde evitare l’interruzione dell’incontro:

Per la sicurezza del figlio e per la sua serenità durante gli incontri non si può:

1. Portare oggetti pericolosi.

2. Aver assunto o assumere alcolici o sostanze stupefacenti.

3. Assumere comportamenti aggressivi e violenti: è importante né dire né fare cose che possano allarmare o preoccupare il figlio (alzare la voce, picchiare i bambino o gli adulti, fare giochi violenti, …).

4. Dire parolacce.

5. Parlare nell’orecchio.

6. Portare nella stanza persone anche parenti o familiari senza essere preventivamente autorizzati dal servizio sociale.

7. Chiedere al figlio informazioni sull’altro genitore o chiedere di passare informazioni all’altro genitore.

8. Far parlare al cellulare il figlio con qualcuno senza averlo chiesto preventivamente all’operatore.

9. Fare foto o filmati senza la necessaria autorizzazione del servizio sociale.

Si chiede inoltre di rispettare gli orari e gli spazi messi a disposizione dal servizio, nonché il personale presente.

Durante gli incontri si può:

1. Portare al figlio regali, giochi e cibo concordando preventivamente con l’operatore.

2. Chiedere di uscire dalla stanza per qualche minuto per fumare/andare in bagno.

Firma per presa visione Raccomandazioni

− Per lo svolgimento degli incontri è necessario che vi siano momenti introduttivi e di conoscenza che prevedano il coinvolgimento degli adulti, del figlio e degli operatori coinvolti.

Nelle fasi preliminari è necessario definire e condividere le finalità e le modalità secondo le quali avverranno gli incontri. Nel far questo è indispensabile tenere in considerazione, oltre che le disposizioni dell’Autorità giudiziaria, anche il ritmo di vita del figlio, le sue richieste e i suoi vissuti, le richieste e le aspettative degli adulti, le disponibilità effettive di risorse, tempi e spazi che il servizio e la sua organizzazione possono offrire.

− L’avvio degli incontri: i colloqui di ambientamento con il bambino e con i genitori e la costruzione del contesto protettivo dovranno essere programmati tenendo in considerazione tutti gli elementi raccolti.

− Occorre prestare particolare attenzione ai tempi (la durata dei singoli incontri e dell’intero percorso) che devono tener conto delle esigenze psico-evolutive del figlio prevedendo un inizio, uno svolgimento e una conclusione.

− Il luogo degli incontri viene definito a partire dalle finalità e dal mandato conferito al servizio sociale: gli incontri possono svolgersi presso spazi adibiti all’interno dello stesso servizio oppure spazi esterni, al domicilio oppure ancora spazi pubblici; possono inoltre essere videoregistrati oppure svolti con un operatore posto dietro a uno specchio unidirezionale.

− Regole degli incontri: le regole devono essere chiare, condivise e possibilmente scritte, prevedendo anche la possibilità di interruzione degli incontri nei casi in cui si verifichino situazioni non tutelanti per il minore.

− Restituzione dell’andamento degli incontri: si ritiene importante prevedere momenti di restituzione con valenza propedeutica per il percorso di valutazione della recuperabilità genitoriale. È importante altresì prevedere momenti di restituzione calendarizzata in cui chiarire il proseguimento del percorso e gli esiti valutativi.