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Struttura ed evoluzione grafica del carattere 樂

1.8. Musica e gioia: origini ed etimologia del carattere 樂

1.8.2. Struttura ed evoluzione grafica del carattere 樂

Stando a quanto riportato nello Shuowen jiezi 說文解字32, il carattere 樂 sarebbe la “denominazione collettiva delle Cinque Note e degli Otto Timbri” (wusheng bayin zongming 五 聲 八 音 總 名 )33 e deriverebbe dalla stilizzazione grafica di un grosso tamburo (gu 鼓) e di due tamburi più piccoli (pi 鼙/鞞), con l’aggiunta del radicale mu 木 nella parte inferiore ad indicare l’utilizzo di un supporto in legno (ju 虡). La maggior parte delle definizioni fornite dallo stesso Shuowen jiezi è stata elaborata in assenza di documenti paleografici antichi, di conseguenza esse sono spesso inesatte e inattendibili in quanto frutto di intuizioni fantasiose degli studiosi dell’epoca. E la parte superiore del

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Dizionario di epoca Han contenente più di 10000 caratteri compilato da Xu Shen 许慎 nel II sec. d.C. 33 Le Cinque Note, wusheng 五声, fanno riferimento alle note che compongono la scala pentatonica, alla base del linguaggio musicale della Cina antica, ovvero gong 宫, shang 商, jiao 角, zhi 徵 e yu 羽. Gli Otto Timbri, bayin 八音, invece, fanno riferimento ai principali materiali utilizzati per la costruzione degli strumenti musicali: metallo, pietra, terracotta, pelle, seta, legno, zucca e bambù.

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carattere 樂 è la conferma di quanto appena detto: nessuna delle parti che compongono la parte superiore del carattere è graficamente compatibile con la stilizzazione di uno strumento a percussione, per questo la sua rappresentazione grafica è del tutto incompatibile con quanto appena detto. Con tutta probabilità, tale definizione del carattere 樂 è stata ispirata da un passo dello Yuelun 乐论 (Trattato sulla Musica) del Xunzi 荀子: stando alla definizione fornita da Xunzi, il tamburo veniva considerato come “il principe degli strumenti musicali” grazie alle sue caratteristiche intrinseche di imponenza e maestosità. Seppur inattendibile, la definizione fornita dallo Shuowen jiezi restò in auge per tutto il periodo imperiale, e soltanto dopo il ritrovamento degli archivi di epoca Shang a Yinxu (nell’odierna provincia dello Henan) nel 1899 e alla decifrazione delle iscrizioni su ossa oracolari rinvenute in loco tale definizione è stata sottoposta a rielaborazioni. Come, per esempio, l’ipotesi formulata nel 1927 da Luo Zhenyu, che venne accolta da molti studiosi: secondo tale ipotesi, in origine, il carattere 樂 avrebbe rappresentato uno strumento a corde simile a un salterio (qinse 琴瑟), accostando ai lati le grafie di ‘legno’ e ‘seta’, alle quali, in seguito, venne misteriosamente aggiunto un altro elemento al centro (白), oggetto di dibattito per molto tempo. Secondo lo stesso Luo Zhenyu, tale aggiunta tra le due grafie indicanti ‘legno’ e ‘seta’ andrebbe a rappresentare uno strumento usato per l’accordatura (tiaoxian zhi qi 調 弦之器), oppure starebbe ad indicare un plettro (bo 撥) utilizzato per suonare tale strumento a corde. Secondo altri specialisti, questa misteriosa aggiunta rappresenterebbe invece un pollice colto nell’atto di pizzicare le corde, oppure una campana (che viene identificata con una campana o campanella suzu 鈴 utilizzata dagli sciamani per accogliere e congedare gli spiriti). Stando ad un’altra ipotesi abbastanza condivisa, il carattere 樂 altro non sarebbe che la rappresentazione di un complicato strumento musicale composto da un tamburo al centro affiancato da campane su entrambi i lati e fissato su un supporto ligneo.

Tutte queste ipotesi riguardanti la musica sono state successivamente rigettate da Wang Xiantang, il quale ha identificato il carattere 樂 come grafia ancestrale del carattere luo 絡, ‘filare la seta’ (grafia che stando a quanto proposto da Wang Xiantang sarebbe stata successivamente presa in prestito su basi fonetiche per indicare ‘musica’ e ‘gioia’), in quanto ha notato nelle varianti grafiche antiche la raffigurazione di un albero con filamenti di bavella di seta (simian 絲綿) avvolti attorno al tronco e ai rami. Lo stesso autore ha poi proposto di interpretare il misterioso elemento centrale come un

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terzo bozzolo di seta, sulla base della grafia utilizzata in un sigillo risalente al Periodo degli Stati Combattenti (475-221 a.C.).

Un’altra ipotesi di derivazione botanica, invece, è stata proposta da due studiosi giapponesi, Mizukami Shizuo e Katō Jōken: secondo i due autori, il carattere 樂 deriverebbe dalla raffigurazione dell’albero li 櫟 (GSR 1125i: gliok/liek), il quale sta ad indicare un tipo di quercia con foglie seghettate diffuso nel nord della Cina. L’accostamento seta-legno non alluderebbe quindi ad uno strumento musicale, bensì ad un albero che forniva il nutrimento per i bachi da seta, a cui in seguito sarebbe poi stato aggiunto l’elemento bai 白 ad indicarne la varietà alba.

Sebbene la metà superiore del carattere sia stata e sia tuttora oggetto di studi perché oggettivamente più misteriosa e complicata, anche la parte inferiore ha sollevato non poche perplessità. In alcune varianti, l’elemento ‘albero/ legno’ sottostante presenta delle deformazioni che lo fanno assomigliare al radicale ‘fuoco’ (huo 火 ), di conseguenza qualcuno ha pensato di interpretare tali varianti come grafie ancestrali del carattere shuo 爍/鑠 (‘fondere il metallo’). Tale opinione sembra però priva di un qualsiasi fondamento, in quanto laddove compaiono tali varianti non vi è alcuna implicazione metallurgica, e tali varianti alludono esclusivamente al fare musica. Di conseguenza, si ritiene quindi di imputare queste difformità grafiche a vezzi calligrafici degli incisori.

Nessuna delle ipotesi sopra citate e formulate dagli specialisti ha, però, ottenuto un’approvazione unanime e tutt’ora non c’è una spiegazione univoca. Ciò di cui gli specialisti sono certi è il fatto che il carattere 樂, nella sua forma più arcaica, fu senza alcun dubbio costruito sovrapponendo i pittogrammi indicanti ‘legno’ e ‘seta’, ma il loro accostamento poteva originariamente alludere tanto a uno strumento musicale a corde quanto ad un albero utilizzato per la bachicoltura. Se da una parte, l’esistenza durante il periodo Shang di strumenti musicali simili al qin 琴 non ha ancora trovato riscontri sul piano archeologico, dall’altra le pratiche della bachicoltura e della tessitura della seta sono state provate in modo abbastanza sicuro, ed è quindi lecito pensare che il toponimo alludesse alla presenza in loco di coltivazioni di alberi finalizzati all’allevamento dei bachi da seta. Considerando quindi la duplice valenza del carattere, tra il X e il IX sec. a.C. si decise di riutilizzarlo per indicare la musica, aggiungendo un nuovo elemento distintivo, bai, che non è ancora possibile identificare con precisione, ma che con tutta probabilità non avesse nulla a che fare con i tamburi.

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