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2.1) Tipologia d’impresa nel settore: Forma giuridica, settori d’attività e i costi da sostenere.

Alla vista di quanto presentato in prima parte di questo testo, possiamo dire che ci sono alcune similitudini tra il sistema imprenditoriale della Francia e quello dell’Italia. In effetti, si nota un peso prevalente delle imprese di piccola dimensione pure in Francia. Però con una presenza più rilevante in Italia. Nelle altre dimensioni di impresa, la Francia presenta più unità ad esempio con 175 grandi imprese francesi contro 83 italiane. Ma l’Italia presenta più imprese nel macro-settore delle Costruzioni, sono 584 446 imprese italiane (di tutte le dimensioni combinate) nel 2011, contro 497 193 imprese francesi alla fine del 2011.

Fig. 26 Ripartizione di imprese francesi e italiane nel settore delle costruzioni in funzione della classe di addetti. Fonte: Elaborazione su dati recuperati dall'Istat e l'INSEE.

Al contrario dell’Italia, il numero di imprese nel settore francese è in continua crescita, anche dopo il 2008, c’è stato un tasso di crescita del +1,9% tra il 2011 e il 2012, e del +18,5% dal 2008. In Italia, la riduzione è stata del -8,0% di imprese del macro- settore dal 2008. Per quanto riguarda la ripartizione dei lavoratori per classe di addetti delle imprese, in Francia è ripartito relativamente in modo omogeneo, al

0.00%   10.00%   20.00%   30.00%   40.00%   50.00%   60.00%   70.00%   80.00%   90.00%   100.00%   0-­‐9  addetti   10-­‐49  

addetti   50-­‐249  addetti   250  addetti  e  più  

Francia   Italia  

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comunque l’importante quota del sotto-settore delle costruzioni nel macro-settore delle Costruzioni, sia in Francia che in Italia, sul fatturato. Infatti, nei due paesi ha lo stesso peso, circa il 55% del fatturato complessivo del settore economico (Fig.29). Però con una forza produttrice ben diversa con importanza variabile nel processo edilizio nei singoli scenari, come presentato in prima parte di questo testo. Di seguito andiamo ad approfondire queste particolarità italiane e francesi.

Fig. 27. Ripartizione degli addetti francesi in funzione della classe di addetti delle imprese del macro-settore nel 2010. Fonte: Elaborazione da dati rilevati dal Pôle Emploi-Unistatis

Fig. 28. Ripartizione degli addetti italiani in funzione della classe di addetti delle imprese del macro-settore nel 2011. Fonte: Elaborazione da dati rilevati dall’Istat.

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Fig. 29. Produzione totale 2011 dei settori francesi e italiani del macro-settore delle costruzioni, in percentuale. Nota: (*) Per i settori con molteplici destinazioni finali è presente unicamente la stima della quota (SC) destinata al

sistema delle costruzioni. Fonte: Il rapporto 2012 di federcostruzioni ed elaborazione da dati rilevati dall’INSEE, Unicem, FFTB e SESSI.

2.1.1) Forma giuridica e settori d’attività delle imprese

Prima di tutto bisogna distinguere le tipologie di lavoratori: le stesse tipologie che ritroviamo nei due paesi in considerazione sono, i lavoratori dipendenti, indipendenti e temporanei. In Francia, le proporzioni, considerando solo i sotto-settori delle costruzioni e della progettazione, sono: 76% di dipendenti, 21% di indipendenti e 2% di temporanei nel 2012 secondo l’INSEE e l’Union Nationale des Professions Libérales (UNAPL). Invece, in Italia, considerando tutto il macro-settore, c’è il 59% di lavoratori dipendenti, il 40% di indipendenti e poco temporanei, dal censimento

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1,9 per società di persone, 0,7 per società di capitale e 0,4 per cooperativa. In Francia, il lavoratore indipendente si registra principalmente, per quanto riguarda la forma giuridica, in impresa individuale / libero professionista o società. Di seguito, andiamo a presentare le forme giuridiche nei due paesi e così vedere se ci sono similitudini.

a) Francia

Il concetto di forma giuridica è sensibilmente diverso da quello italiano. In effetti, come andiamo a presentare, ce ne sono poche forme:

- Persona morale (persona giuridica): è intesa come un complesso organizzato di persone e di beni ai quali l’ordinamento giuridico attribuisce la capacità giuridica facendone così un soggetto di diritto. Ci sono due tipi di persona giuridica, pubblica e privata, a seconda da quale diritto sono disciplinate. Quella pubblica, rappresentata dallo Stato e gli enti locali, ha uno scopo a interesse generale. Quello privato, è rappresentata dalle società e associazioni;

- Société de capitaux (società di capitali): è una forma giuridica definita dall’oggetto, dai suoi membri e mezzi messi in comune, in cui il patrimonio della società è ben separato da quello dei soci. In questo caso si parla di “Société à risque limité” (Società a responsabilità limitata) dove si trovano le SARL (Società a responsabilità limitata), SA (Società anonima, equivalente alle società di capitali italiane. In Francia può anche avere la forma di una società cooperativa) e SAS (Société par actions simplifiée: società mista che si avvicina alla società di capitali e alla società di persona). La SAS è caratterizzata da una grande libertà data ai soci, nel senso che il funzionamento interno della società è definito dalla volontà dei soci e non dalla legge; ed è quella più diffusa nei grandi gruppi multinazionali e dalle medie imprese comprate da questi ultimi. C’è una variante della SAS, che è la SASU (Société par actions simplifiée unipersonelle) è una società di tipo SAS, però con un unico socio. Questa situazione può risultare dal raggruppamento delle azioni dei soci in un socio “unico”. Questo modello presenta il vantaggio di facilitare il successivo sviluppo dell’impresa grazie alla libertà di cessione delle azioni e la libertà di organizzazione del funzionamento. Ha le stesse caratteristiche della società di capitali con una separazione tra il patrimonio del socio “unico” e quello della società. C’è anche una variante simile per il modello SARL, l’EURL (Entreprise unipersonnelle à responsabilité limitée), dove c’è un unico socio. Per finire si trova anche la forma SEL (Société d’exercice libéral), che consente ai liberi professionisti di lavorare sotto la forma di società di capitali;

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- Société de personnes Società di persone): è un'altra forma giuridica societaria dove il patrimonio della società non è proprio separato da quello dei soci. In questo caso si parla di “société a risque illimité” (Società a responsabilità illimitata) dove si trova la SNC (Société en nom collectif, gestita da una persona giuridica, non è tanta diffusa per causa del successo delle SARL e SA). È simile alla società a nome collettivo italiano. È la forma giuridica scelta dalle imprese a gestione familiare, oppure dai gruppi di società che vogliono formare una holding. C’è un minimo di due soci che possono essere sia persone fisiche sia giuridiche, e un limite massimo di 50 dipendenti. Si trovano anche sotto questa forma giuridica, le società collettive, tra cui la più famosa è la SCI (Société Civile immobilière: società civile che ha per oggetto l’immobiliare); la SCP (Société civile professionnelle: società costituita unicamente di liberi professionisti); e la SEP (Société en participation). Questa ultima è una sottocategoria di società di persone in cui si raggruppano al minimo due persone fisiche o giuridiche, senza dichiararlo a nessuna amministrazione salvo all’Ufficio fiscale, per realizzare un progetto comune, provare e proseguire con una forma giuridica superiore come la SARL. Però nulla vieta di conservare la forma SEP. Non è previsto che una SEP abbia degli addetti, essendo non registrata a nessuna amministrazione per essere nota da un terzo;

- Société cooperative (Società cooperativa): è una forma giuridica in cui si trova la SCOP (Société coopérative et participative). Una forma dove i soci sono in maggioranza i dipendenti che sono responsabili del buon funzionamento della società. Non c’è un’opposizione tra gli interessi dei soci e quelli dei dipendenti come nelle altre forme giuridiche societarie. Essendo una società collettiva, serve che ci siano almeno due soci co-imprenditori che gestiscono lo strumento di produzione collettivo in modo democratico. La SCIC (Société coopérative d’intérêt collectif), a differenza della precedente, all’interno di una SCIC serve obbligatoriamente tre categorie di soci (i dipendenti, beneficiari, persone fisiche o giuridiche che contribuiscono con altri mezzi alla cooperativa). Però una cosa importante è che queste società collettive, sono società di capitali, devono essere sia SARL, sia SA a capitale variabile;

- Association (associazione): In Francia, l’associazione è vista come una forma giuridica per imprese associative;

- Entreprise individuelle (impresa individuale): una forma molto diffusa nel tessuto imprenditoriale francese in tutti i settori economici, l’85% delle imprese francesi sono sotto questa forma giuridica. È proprietà e sotto la

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francese, considera un’impresa artigiana, tutta persona fisica e/o giuridica che impieghi al massimo 10 addetti, ed esercita un’attività di produzione, di trasformazione, di riparazione o una prestazione di servizio. L’attività artigiana può anche essere esercitata in impresa individuale, e a quel momento il dirigente è una persona fisica ed è considerata come un lavoratore indipendente. Però si sta vedendo una propensione degli artigiani a lavorare sotto la forma societaria!

In Francia, per una migliore riconoscenza del lavoro indipendente, nel 2009, è stata creata e inserita nella Loi de la modernisation de l’économie, il regime dell’auto-

entrepreneur (auto-imprenditore), che rappresenta la metà delle creazioni di imprese

da allora (Istat). È sostanzialmente visto come un’impresa individuale di micro dimensioni (limite massimo di 32600 € per il fatturato per le attività di prestazione di servizi). Presenta alcuni vantaggi fiscali, mettendo a male le imprese artigiane di fronte a una certa concorrenza.

b) Italia

Le forme giuridiche in Italia sono:

- Impresa individuale: Il soggetto giuridico è una persona fisica che risponde con i propri beni delle eventuali mancanze dell'impresa. Non c’è un’autonomia finanziaria patrimoniale dell’impresa dall’imprenditore. Sono simili a questa tipologia, le imprese familiari e coniugali. È una delle forme scelte delle micro e piccole imprese;

- Società di persone: caratterizzate da un’autonomia patrimoniale imperfetta perché il patrimonio della società non è perfettamente distinto da quello dei soci. È una forma collettiva d’impresa. Si ritrovano in questo gruppo le società semplice (S.s.), società in nome collettivo (S.n.c.) e le società in accomandita semplice (s.a.s.). È una delle forme scelte per le imprese di piccola, ma soprattutto di media dimensione;

- Società di capitale: un’altra forma di gestione collettiva, qua l’impresa ha un’autonomia patrimoniale perfetta, perché il patrimonio della società è distinto da quello dei soci. Nel gruppo si trovano le società a responsabilità limitata (S.r.l.), le società per azioni (S.p.a) e le società in accomandita per azioni (S.a.p.a). È la forma adatta alle imprese di media, ma soprattutto di grande dimensione;

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- Società cooperative: altra forma collettiva di gestione, il cui scopo è di fornire agli stessi soci, in modo mutualistico, quei beni o servizi per il conseguimento delle attività della cooperativa. Il numero minimo di soci è limitato a nove soci, ma a tre se la cooperativa adotta le regole della S.r.l. o se i soci sono delle persone fisiche;

- Impresa artigiana: è un particolare tipo d’impresa, che si qualifica per essere esercitata da una persona fisica, l’artigiano, il quale svolge personalmente e prevalentemente il proprio lavoro, anche di tipo manuale, nell’ambito del processo produttivo dell’impresa assumendone la piena responsabilità. La persona fisica deve essere dotata di competenze tecnico-professionali. Tale impresa deve avere come scopo prevalente quello di produrre beni, con l’esclusione di quelli di tipo agricolo, o di fornire servizi, con l’esclusione di quelli di tipo commerciale. L’impresa artigiana può essere oltre all’impresa individuale, un’impresa collettiva, purché assuma la forma di società di persone o della società cooperativa e l’apporto dei soci sia prevalentemente in termini di lavoro personale nell’ambito del processo produttivo. È soggetta ha una limitazione di dipendenti secondo l’ambito di attività: per l’impresa edile il limite dimensionale è da 10 a 14 dipendenti e da 18 a 22 dipendenti per l’impresa che non lavora in serie, ad esempio attività di servizi tecnici per le costruzioni (non le attività protette e non protette come architetto, ingegnere e consulenti…).

Il libero professionista o lavoratore autonomo (Freelance) in Italia non è considerato come forma giuridica. Qui l’oggetto del lavoro deriva da una prestazione d’opera intellettuale o manuale, al contrario delle precedenti forme giuridiche, dove deriva da un contratto d’opera. Per fare ciò, in Italia serve essere in possesso di una partita IVA, e a volte l’iscrizione all’Ordine della professione. Questa persona fisica compie un’opera o un servizio con lavoro prevalentemente proprio e senza vincoli di subordinazione dal committente, però con un “obbligo di risultato” verso questo. Dopo questa presentazione delle principali forme giuridiche dell’impresa italiane, si può intuire che la forma di gestione individuale, più in particolare quella familiare, è più diffusa (60-70%) nelle imprese di medio-piccola dimensione che in quelle di grande dimensione. Si vede la prevalenza delle imprese familiari nelle Costruzioni, e un importante peso delle imprese medio-piccole (Fig.30). Tale caratteristica si riflette del resto in un’organizzazione aziendale nella quale la gestione manageriale, ossia da manager interni o esterni, caratterizza il 40% delle grandi imprese dei settori industriali dell’economia italiana; più in particolare il 5% delle imprese nel macro-

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Fig. 30. Imprese familiari e non familiari, per classe di addetti e macro-settore (2011) in Italia. Fonte: Rapporto annuale 2013 Istat.

Fig. 31. Imprese a gestione manageriale per classe di addetti e macro-settore (2011) in Italia. Fonte: Rapporto annuale 2013 Istat.

Relativo al secondo trimestre 2012, nel comparto delle Costruzioni, il 64,2% delle imprese registrate presso le Camere di Commercio sono artigiane, ossia 557 588 imprese artigiane. È una presenza prevalente nel macro-settore rispetto agli altri macro-settori economici. Le micro e piccole imprese presenti in questo sotto-settore, si evidenziano per la loro specialità nelle attività ausiliarie e preliminari (complementari) alla costruzione, come la tinteggiatura e la posa in opera, la demolizione e la sistemazione del terreno, il montaggio (e noleggio) di ponteggi, la costruzione e impermeabilizzazione di tetti, installazione di opere prefabbricate…

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(Fig.32). Si vede una concentrazione nei lavori di struttura portante (muratore) e di completamento dell’edificio e una presenza debole nel settore dell’ingegneria civile.

Fig. 32. Composizione e dinamica dell'artigianato italiano nelle Costruzioni per classe di attività nel 2° trimestre 2012. Distribuzione percentuale. Fonte: Elaborazione da dati presi dal Rapporto ANAEPA-Confartigianato.

Questa forte presenza delle imprese artigiane viene a confermare il peso prevalente delle micro e piccole imprese (0-20 addetti) nel macro-settore. Concentrandoci sui sotto-settori delle costruzioni (edilizia e ingegneria civile) e delle attività di architettura, di ingegneria e di consulenza tecnica, dai dati della Camera di Commercio (Movimprese), nel 2012. Il 63,9% delle imprese di costruzioni sono

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artigiane secondo la natura giuridica, c’è un prevalente utilizzo della forma di impresa individuale (84,4%) e poca prevalenza della forma di società di capitale (3,8%); questo è anche dovuto al limite basso di numero di dipendenti in un’impresa artigiana (Fig.33).

Fig. 33. Distribuzione percentuale delle imprese artigiane italiane in funzione della forma giuridica, nel 2012. Fonte: Elaborazione da dati Movimprese (Infocamere) della Camera di Commercio italiana.

La distribuzione delle imprese di artigiane in funzione della natura giuridica rispetto al totale delle imprese dei sotto-settori delle costruzioni e delle attività di progettazione e consulenza tecnica è tale che la distribuzione interna all’ambito artigiano: il 9,9% delle società di capitale è artigiana, il 55% delle società di persone e l’88,7% delle imprese individuali sono artigiane; visto il peso delle imprese artigiane (62,2%) nel 2012 in questi due sotto-settori.

Nel sotto-settore delle costruzioni, il 60% delle imprese sono individuali e il resto delle imprese è di forma societaria (il 22,9% di società di capitale e il 12,6% di società di persone). All’interno di questo gruppo di società ci sono imprese di media e grande dimensione, di lavori generali di costruzione di edifici (il 72% delle società sono di capitale e il 28% di persone) e in lavori di costruzioni di ingegneria civile (il 77% delle società sono di capitale e il 23% delle società di persone). Alcune grandi imprese del settore hanno acquistato rami di altre imprese di dimensione a volte simile alla loro. Ad esempio, l’impresa Salini Costruttori S.p.A., ha acquistato l’8,1% di Impregilo S.p.A. nel 2010. 0%   10%   20%   30%   40%   50%   60%   70%   80%   90%   100%  

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Fig. 34. Numero di imprese del sotto-settore costruzioni in funzione della forma giuridica (Italia). Fonte: Elaborazione su dati Movimprese 2012.

Nel sotto-settore italiano delle attività di architettura, di ingegneria e di consulenza tecnica, i principali servizi proposti dalle imprese sono di ingegneria pura (circa il 64,1% della produzione nel 2012), ossia servizi di pianificazione, progettazione, direzione lavori e collaudi ai servizi integrati di ingegneria. E quelli di “turn key”, cioè “chiavi in mano”, un servizio che consiste nell’assunzione della responsabilità globale di tutte le complesse operazioni connesse alla realizzazione di opere e impianti, e l’impresa assume il ruolo da general contractor.

Fig. 35. Produzione associati OICE per tipologia di prodotto / servizio in milioni di euro. Fonte: Rilevazione 2013 dell'OICE.

I settori d’attività principali delle imprese associate all’OICE (Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica), sono costituiti dal settore dei trasporti (il 28,5% della produzione), quello dell’edilizia (il

0   100000   200000   300000   400000   500000   600000   700000   800000   900000   società  di  

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imprese di costruzione il 5,5%, alle società di ingegneria pura il 2,2%, alle società di engineering e contracting l'1,1% e ad altri privati il 51,9%.

Per quanto riguarda la distribuzione del mercato per dimensione aziendale, le piccole imprese (meno di 50 addetti) acquistano il 27,7% dei contratti indirizzati alle imprese del sotto-settore, e realizzano il 27,3% della produzione degli associati all’OICE.

Fig. 36. Produzione associati OICE per dimensione aziendale in milioni di euro. Fonte: Rilevazione 2013 OICE.

Alcuni associati sono organizzati in forma di società per azioni (22,7%), anche con migliaia di dipendenti, altri in forma di società cooperative (7%) e di società a responsabilità limitata (70,3%): studi professionali, associazioni di liberi professionisti, società di professionisti. Dai dati del Movimprese, il 65% delle imprese del settore sono società di capitali, il 19% sono società di persone e il 9% sono imprese individuali. Di seguito è riportato un grafico che mostra la prevalenza di imprese a carattere manageriale nel sotto-settore delle attività di progettazione architettonica e ingegneristica, e consulenza tecnica.

Fig. 37. Numero di imprese del sotto-settore Architettura, ingegneria e Consulenza in funzione della forma giuridica e paragone con l'impresa artigiana (Italia). Fonte: Elaborazione da dati Movimprese 2012.

0   4000   8000   12000   16000   20000   24000   28000   società  di  

capitale   Società  di  persone   Individuale   artigiana  Impresa   imprese  del  Totale   settore  

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Nel 2011, in Francia, il 40% delle imprese artigiane, ossia 430 000 imprese artigiane, lavorano nel macro-settore delle Costruzioni francese, in altre parole l’86,4% delle imprese nel macro-settore. Dalle statistiche dell’INSEE, la maggioranza delle imprese artigiane sono senza dipendenti (circa il 62,4%) e il 49,2% sono imprese individuali. Per quanto riguarda la forma giuridica prevalente nelle imprese artigiane, considerando tutti settori economici è quindi quella della persona fisica al 53,4%, la SARL al 43,5% e la SA allo 0,4%. E nel macro-settore delle Costruzioni le proporzioni sono 50% di persone fisiche, 49% di SARL e 1% di SA.

Nel comparto dell’edilizia (Bâtiment), le imprese artigiane rappresentano il 98% delle imprese e producono il 63% del fatturato secondo il report “Les chiffres clés 2013”, emesso dal CAPEB (Confédération de l’Artisanat et des Petites Entreprises du

Bâtiment) nel 2013, che vede l’Artigianato del “Bâtiment” come la prima impresa di

Francia! C’è una certa incomprensione con il fatto che alcune imprese artigiane hanno più di 20 addetti, e poi altre imprese che hanno meno di 20 addetti però non considerate in questa categoria: gli auto-imprenditori che sono stati l’11,52% delle imprese artigiane nell’edilizia (Fig.38).

Fig. 38. Composizione delle imprese artigiane francesi in funzione della classe di addetti. Fonte: "Les Chiffres clés 2013" - CAPEB.

Questa categoria d’impresa (artigiana), è costituita da imprese che possono essere specializzate sia nel “gros œuvre” (Lavori sulla struttura portante o l’ossatura dell’edificio), sia nel “second œuvre” (Lavori di completamento e finitura dell’edificio) (Fig.39). Sono i lavori sulle strutture portanti dell’edificio che producono più fatturato

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