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Metodologia

La presente ricerca mira a verificare se e come il quadro regolativo vigente del lavoro autonomo e professionale, costituito dalla legge 4 gennaio 2013, n. 4, dalla legge 22 maggio 2017, n. 81 e dalla legge sull’equo compenso, sia o no conforme ai principi contenuti nella Costituzione di tutela del lavoro in tutte le sue forme e applicazioni, verificando anche un possibile ruolo degli strumenti della rappresentanza collettiva dei lavoratori autonomi e in particolare dei liberi professionisti, per rispondere efficacemente alle diffuse istanze di tutela.

Mediante l’analisi della letteratura di riferimento è stato possibile verificare il carattere trasversale e specialistico della complessa e variegata letteratura in tema di lavoro autonomo e professionale. Sono presenti nel panorama dottrinale, contributi di diritto civile, diritto commerciale, diritto pubblico, diritto dell’Unione Europea e diritto del mercato e della concorrenza (in particolare per quanto riguarda le professioni intellettuali). In numero inferiore sono, invece, i contribuiti di diritto del lavoro, se non con riferimento al profilo del lavoro autonomo cd. parasubordinato id est collaborazioni coordinate e continuative ex art 409 n. 3 c.p.c. modificate dalla legge 81/2017 e delle collaborazioni organizzate dal committente ex art. 2 d.lgs. 81/2015, che per ragioni di ampiezza e importanza dell’argomento meritano una trattazione sistematica separata e pertanto non rientrano nell’oggetto della presente ricerca.

Altre informazioni, invece, sono state ottenute mediante un’analisi di fonti documentali primarie ovvero lo studio di documenti ufficiali che hanno potuto offrire informazioni “di prima mano” su provvedimenti legislativi analizzati nella presente ricerca. Non è poi mancata l’analisi di fonti giuridiche primarie e della giurisprudenza costituzionale, ordinaria e amministrativa, quali le recenti disposizioni normative della Legge 14 gennaio 2013, n. 4 e del Jobs Act del lavoro autonomo o delle sentenze della Corte di Cassazione, Corte Costituzionale e Consiglio di Stato.

Infine, al fine di verificare un possibile ruolo della rappresentanza collettiva in materia di tutela del lavoro autonomo e professionale, si è proceduto, grazie all’esperienza di internship all’interno di Confprofessioni, organizzazione di

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rappresentanza dei liberi professionisti, ad individuare quegli strumenti (negoziali e collettivi) per ampliare le tutele in capo ai liberi professionisti, datori di lavoro e non.

Piano di lavoro

La ricerca è strutturata in quattro capitoli.

Il capitolo I è dedicato alla posizione del problema che intende formulare la principale domanda di ricerca del presente lavoro partendo dall’assunto che il lavoro autonomo e professionale è ricompreso tra le forme di lavoro tutelate nella nostra Carta Costituzionale.

Il capitolo II è dedicato alla legge 4 gennaio 2013, n. 4. in materia di professioni non regolamentate. Si è proceduto in primo luogo ad analizzare l’iter di approvazione della legge, utilizzando i principali documenti governativi pubblicati sui siti istituzionali della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, al fine comprendere la ratio giuridica e politica della legge 4/2013. Sono state oggetto di analisi anche le posizioni espresse da alcune categorie di professionisti destinatari della normativa (antropologi, bibliotecari e counselor), attraverso la ricognizione di articoli di stampo scientifico da questi pubblicati, e le principali posizioni delle organizzazioni di rappresentanza dei professionisti, dei lavoratori, dei consumatori e delle istituzioni interpellate, attraverso audizioni formali e informali, svolte nella X Commissione permanente del Senato della Repubblica durante l’esame in sede referente del disegno di legge n. 3270 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi”.

Questa ricognizione ha l’obbiettivo di comprendere in modo oggettivo la visione complessiva della legge 4/2013 in materia di regolazione e riconoscimento di quel settore delle libere professioni intellettuali non organizzate in albi, ordini o collegi.

Particolarmente utile, a questo fine, considerata la modesta letteratura scientifica pubblicata sul tema, è stata la lettura e la ricostruzione operata dal Consiglio di Stato, massimo organo della giustizia amministrativa, in una recente sentenza del gennaio 2019.

L’analisi incrociata della letteratura scientifica, degli atti e dei documenti normativi, governativi, istituzionali, giudiziari pubblicati è importante per evidenziare

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i limiti e le potenzialità della legge 4/2013 con riferimento alla tutela e alla promozione del lavoro autonomo e in particolare delle libere professioni.

Il capitolo III ha l’obbiettivo di analizzare l’attuale regolazione del lavoro autonomo e professionale con riferimento a due dei principali interventi legislativi in materia degli ultimi anni: la legge 22 maggio 2017, n. 81 e la legge sull’equo compenso per le prestazioni professionali. Si evidenzia che i primi commenti alla legge 81/2017, utilizzano in modo diffuso un metodo ricognitivo e di analisi di dettaglio delle disposizioni ivi contenute.

L’intento perseguito nel capitolo III è quello di individuare i profili innovativi e le criticità delle leggi in discorso, attraverso anche l’utilizzo delle opere di commento e dei contributi (saggi e monografie) pubblicati a partire dalla data di pubblicazione della legge 81/2017. A differenza del capitolo II dedicato alla rassegna dei principali documenti e atti governativi e non, aventi ad oggetto l’analisi della legge 4/2013, in mancanza di una consistente dottrina lavoristica in materia, nel capitolo III si evidenzia, invece, una maggiore attenzione da parte della letteratura giuslavoristica a trattare il tema della tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale. La legge 81/2017 presenta, infatti, profili inediti di tutela riguardanti il welfare, la previdenza e le tutele nel mercato del lavoro autonomo e professionale.

Nella sezione finale del capitolo III, trova spazio la legge sull’equo compenso per le prestazioni professionali. La tipologia di saggi e commenti al testo della legge sull’equo compenso è di stampo prettamente civilistico, pertanto si arricchirà nel corpo della tesi contribuendo a verificare lo stato di avanzamento dell’attuazione regionale della legge sull’equo compenso. Quest’ultimo profilo di indagine è svolto attraverso una ricognizione e analisi delle leggi regionali approvate o in corso di approvazione a seguito della entrata in vigore della legge sull’equo compenso per le prestazioni professionali.

La parte della presente ricerca dedicata all’apporto originale è costituita dal capitolo IV. Al fine di verificare un possibile ruolo della rappresentanza collettiva in materia di tutela del lavoro autonomo e professionale, grazie all’esperienza di internship all’interno di Confprofessioni, organizzazione di rappresentanza dei liberi professionisti, nell’individuare quegli strumenti della contrattazione collettiva (in

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particolare la bilateralità del settore) idonei ad ampliare le tutele in capo ai liberi professionisti, datori di lavoro e non.

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CAPITOLO II

IL MODELLO EUROPEO DI REGOLAZIONE DELLE NUOVE PROFESSIONI: LA LEGGE 14 GENNAIO 2013, N. 4

Sommario: Sezione I: La disciplina delle professioni non regolamentate – 1.1. Premessa - 1.2.

Definizione e caratteri della professione non regolamentata – 1.3. Il quadro normativo europeo - 1.4. La prospettazione di un sistema duale e il cd. “nuovo approccio” – Sezione II: La legge 14 gennaio 2013, n. 4 recante “Disposizioni per le professioni non organizzate” – 2.1. L’iter di approvazione della legge 4/2013 – 2.2. La ratio (e visione) della legge 4/2013 – 2.3. La tutela degli utenti è la ratio della legge 4/2013 secondo il Consiglio di Stato - Sezione III: Le prospettive dei destinatari della legge 4/2013 - 3.1 Premessa – 3.2. Alcune professioni non regolamentate – 3.2.1. Antropologi – 3.2.2. Bibliotecari – 3.2.3. Counselor – 3.3. Rappresentanti delle professioni, dei lavoratori e delle istituzioni - 3.3.1.

Confprofessioni – 3.3.2. Colap – 3.3.3. Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro – 3.3.4. Uni – 3.3.5. Accredia - 3.3.6. Associazioni sindacali