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STUDI CRITIC

Nel documento L'"Oceano" di Alessandro Tassoni (pagine 45-52)

Si è ritenuto utile fornire, in questa sezione, un breve approfondimento bibliografico circa gli studi critici effettuati intorno ad Alessandro Tassoni ed alla sua opera. Lo scopo di questo ragguaglio è quello, da un lato, di dotare il lettore di un importante strumento di ricerca, consistente in un repertorio di materiale librario indispensabile per chiunque voglia affacciarsi agli studi di ambito tassoniano, dall‟altro quello di rendere nota la maggior parte delle fonti indirette di questo lavoro di tesi, per non dimenticare i fondamenti dei contributi forniti dalla filologia contemporanea.

Può essere interessante a questo punto citare l‟osservazione introduttiva di Pietro Puliatti, uno dei maggiori studiosi di Tassoni, nella premessa al suo volume Bibliografia di Alessandro Tassoni, in merito al panorama critico fino a quel momento:

«Pur contando una lunga tradizione che risale alla metà del secolo XVIII, la situazione bibliografica del Tassoni non può certo considerarsi tra le più felici per la parzialità, provvisorietà o incompletezza dei contributi, nei quali peraltro solerzia filologica e dilettantismo, spirito di ricerca e disinvoltura si trovano a grandi linee alternati»81.

Le sue parole vogliono non solo sottolineare la grave situazione di arretratezza degli studi in ambito tassoniano ma anche dimostrare la volontà di compiere degli sforzi di ricerca più approfonditi, coerenti e completi.

La storiografia seicentesca si occupa di Tassoni prettamente e quasi esclusivamente dal punto di vista letterario. Sarà solo a partire dal Settecento che la critica, pur riprendendo le linee tracciate dagli studi

81 Pietro Puliatti, Bibliografia di Alessandro Tassoni. Edizioni, vol. I, Firenze, Sansoni, 1969, p. 7.

45 del secolo precedente, si avvierà verso una visione più complessa ed aperta dell‟opera tassoniana. Come primo passo infatti, rispetto alla negatività con la quale venivano avvertiti nel Seicento l‟anticonformismo e l‟eclettismo di Tassoni, nel Settecento almeno si inizia a riconoscere al nostro autore, in chiave più positiva, quel ruolo di innovatore e di introduttore di un distacco verso la tradizione, sia dal punto di vista dello scrittore che da quello del teorico di poesia. Il primo vero e proprio approccio critico allo studio di Tassoni e della sua opera, anche se limitato solo alla Secchia rapita, fu quello «di Gianandrea Barotti, il noto poligrafo erudito ed esegeta ferrarese (1701-1772),»82 che nelle due edizioni modenesi del 1744, oltre a

restituire il testo revisionato e completo di un catalogo molto accurato ed attendibile delle stampe precedenti, compilò anche un‟ampia introduzione sulla storia redazionale, cioè delle origini e della stesura, del poema.

Di dimensioni e orizzonti cronologici più vasti è invece, «se non altro perché considera tutte le opere e abbraccia il periodo 1608-1784»83, il

lavoro di Girolamo Tiraboschi, altro studioso di storia e critico italiano. Questi nella Biblioteca modenese nel 1784 correda la sua biografia di Tassoni con un censimento sistematico delle edizioni tassoniane dei secoli XVII e XVIII, individuandone una quantità considerevole. Il tutto, però, a puro scopo di catalogazione del repertorio perché l‟autore non arriva mai al livello più approfondito della descrizione delle caratteristiche testuali e grafiche delle opere. Questi sono i contributi più notevoli per quanto riguarda il Settecento. Durante l‟Ottocento invece, nonostante il moltiplicarsi di edizioni tassoniane, si registra un generale disinteresse per l‟argomento, tanto che bisognerà attendere il lasso di tempo tra la

82 Puliatti, Edizioni, cit., p. 7. 83 Puliatti, Edizioni, cit., p. 7.

46 fine dell‟Ottocento e l‟inizio del Novecento per vedere una ripresa del dibattito su queste tematiche. «È, infatti, nel clima della cultura positivistico-erudita fin siècle e nell‟ambito degli interessi regionali o provinciali ad essa legati – culto di memorie patrie ed esumazione archeologica delle glorie locali – che, dopo quelli di Giuseppe Campori»84, letterato e politico italiano (1821-1887), maturano gli

studi di personalità di spicco quali il Saggio di una bibliografia

ragionata delle opere di Alessandro Tassoni, edito da Giorgio Rossi a

Bologna nel 1908 e sempre lo stesso anno la cospicua Nota

bibliografica sulle Filippiche di Vincenzo Biagi. «Il Saggio del Rossi

costituisce senza dubbio il più considerevole contributo di bibliografia tassoniana sia per l‟accuratezza della disamina con larga notizia sui contenuti, sia per le dimensioni dell‟inchiesta»85. Tuttavia, discutibili

sono i mezzi strumentali d‟indagine e l‟accettabilità metodologica, che risentono dei canoni del genere letterario e delle divisioni delle scienze ottocenteschi; senza contare l‟incompletezza delle informazioni e la parzialità dei risultati forniti, di cui è stato promesso invano un approfondimento mai arrivato. La Nota del Biagi invece, pur nella limitatezza della sua ricerca dimostra uno schema ben ragionato che però, rispetto al lavoro del Rossi, si colloca su una prospettiva più «storico-letteraria e filologico-testuale»86 che bibliografica.

Qualche anno più tardi, nel 1913, il saggio Bibliografia della Secchia

rapita di Alessandro Tassoni di Augusto Boselli, avrebbe dovuto, a

detta di Giuseppe Fumagalli, colmare in parte le lacune e le incertezze lasciate dal pur diligente lavoro del professor Rossi. Tuttavia, neanche questo tentativo riuscì a risolvere il problema e a districare l‟aggrovigliata situazione. «Lungi, anzi, dal costituire testo definitivo, l‟economia del lavoro denuncia compromettenti limiti nella insufficienza delle elaborazioni tecniche, nella disparità di metodo,

84 Puliatti, Edizioni, cit., p. 8. 85 Puliatti, Edizioni, cit., p. 8. 86 Puliatti, Edizioni, cit., p. 8.

47 nell‟approssimativa indicazione dei contenuti, nella lacunosa descrizione delle caratteristiche grafiche, nella carenza dei dati comparatistici, nella mancata conoscenza diretta di rilevante quantità del materiale»87.

Infine, oltre i contributi contenuti nei repertori generali, è da annoverare la Bibliografia tassoniana di Giorgio Boccolari, Modena 1960. Si tratta di un saggio che si rivolge principalmente alla critica e che costituisce più che altro un primo orientamento bibliografico degli studi pubblicati su Tassoni e sulla sua opera dalla sua morte in poi. Nel testo è chiara l‟intenzione dell‟autore di spingere gli esperti del settore a rivolgersi nelle loro ricerche verso una personalità che non era stata ancora adeguatamente studiata.

«L‟assestamento storiograficamente più importante nella cultura del Novecento è, dunque, la prospettazione della personalità del Tassoni in quanto poeta che riceve, semmai, sussidi e illuminazioni dalle angolazioni minori: il critico, appunto, il politico e il pensatore»88.

Tanto che, nonostante i passi avanti fatti in secoli di studi, Tassoni si connota ancora principalmente come il poeta cantore della Secchia

rapita e inventore del genere eroicomico; e non come la figura

eclettica ed estremamente complessa e controversa che ha rappresentato nel Seicento per i suoi contemporanei.

Così Pietro Puliatti, a partire dalla fine degli anni Sessanta del Novecento, con i suoi accurati e preziosi studi in merito all‟esegesi tassoniana, ha cercato di restituire integrità ed unità alle innumerevoli sfaccettature della personalità di Alessandro Tassoni, che finalmente grazie ai suoi contributi prende rilievo all‟interno della letteratura italiana come il personaggio che realmente è stato e non

87 Puliatti, Edizioni, cit., p. 8.

48 più con l‟immagine tipizzata che secoli di ricerche per lo più superficiali gli avevano affibbiato.

Anche altri studiosi, quelli che si trovano elencati nella bibliografia presente alla fine di questo lavoro di tesi, hanno fornito un utile e prezioso apporto alle ricerche in ambito tassoniano. Tuttavia i loro contributi trattano soprattutto settori limitati ed aspetti circoscritti dell‟opera di Alessandro Tassoni, lasciando a Pietro Puliatti l‟autorità in merito alla resa più coerente ed approfondita delle molteplici sfaccettature della complessa personalità tassoniana.

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CAPITOLO 2: OCEANO

INTRODUZIONE

Il testo qui proposto si basa su quello collazionato e diligentemente revisionato da Pietro Puliatti nella sua edizione Alessandro Tassoni,

La secchia rapita e scritti poetici, Modena, Panini, 1989, pp. 133-159.

È da sottolineare che la tradizione manoscritta dell‟Oceano è estremamente limitata, pur essendo sempre stata associata alla sorte del testo della Secchia rapita. Infatti ad oggi ci è pervenuto un unico testimone dell‟incompiuto poema eroico in questione (Firenze, Biblioteca Nazionale, Banco rari 303) ed anche della lettera prefatoria rimane un solo esemplare manoscritto (Bologna, Biblioteca dell‟Archiginnasio, A. 1915). Il percorso editoriale dell‟Oceano coincide con quello della Secchia rapita, a partire dall‟editio princeps del 1622. «Le stampe che comunque interessano in sede ecdotica sono quelle realizzate vivente l‟autore a Parigi, Roma, Milano e Venezia, le quali si limitano al primo canto dell‟incompiuto poema»1. La prima ottava del

secondo canto verrà aggiunta in seguito, nell‟edizione Scaglia del 1630, mentre l‟abbozzo della seconda ottava del secondo canto verrà inserita nell‟edizione modenese Soliani del 1743, a cura di Giorgio Barotti.

Si ripropone in questo capitolo il testo della lettera prefatoria Lettera

scritta ad un amico sopra la materia del mondo nuovo e del poema

incompiuto Oceano corredati per la prima volta da note esplicative e

50 di approfondimento. Si fa costantemente riferimento al Grande

dizionario della lingua italiana a cura di Salvatore Battaglia2. Altri

rimandi e riferimenti utili compaiono direttamente inseriti sotto forma di citazione nelle note stesse di questo capitolo, al fine di fornire al lettore un immediato indirizzo verso le opere complete, nelle quali trovare i veri e propri approfondimenti circa gli argomenti trattati nelle note.

2 Salvatore Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, Torino, Unione tipografico-editrice torinese, 1961-2002.

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LETTERA SCRITTA AD UN AMICO SOPRA LA MATERIA

Nel documento L'"Oceano" di Alessandro Tassoni (pagine 45-52)

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