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I. Studi ed osservazioni precedenti sull’area a NO di Misurina
La fig.3 riassume, in maniera schematica e prescinden-do dalle coperture, i lineamenti geologici dell’area di Misurina, descritti nella Carta geologica delle Tre Venezie (F° Pieve di Cadore, 1940), nel lavoro di ROSSI in LEONARDIet al. (1967) e di CASATIet al. (1982). Soltanto in quest’ultimo lavoro, la Dolomia Cassiana e quella di Dürrenstein vengono tra loro distinte. Nella stessa figura, inoltre, sono riassuntivamente indicate le dislocazioni riportate nei lavori precedenti e nello schema tettonico ela-borato da CAPUTO(1997). La fig. 3 evidenzia anche la faglia di Forcella Alta, un elemento strutturale dell’
“Ansiei Trust System” che delimita, a Nord ed a Sud, l’a-rea del Col delle Saline.
La posizione stratigrafica delle serie cassiane qui pre-senti non è mai stata presa seriamente in esame limitando-si ad una loro attribuzione generica al Carnico inferiore.
Solo JANOFSKE(1992), nel suo studio sui “nannofossili cal-carei” triassici, descrisse e datò la sezione visibile in un taglio di versante alla testata dello skilift Misurina-Lago
Fig. 3 - Schema dei principali lineamenti geologici dell’area Misurina – m.te Piana.
Fig. 4 - Il torrente Rimbianco come appariva nel 1996; la valle-cola sulla sinistra orografica del torrente fu oggetto di intense ricerche paleontologiche negli ultimi decenni del secolo scorso.
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Fig. 5 - La successione litologica affiorante sul lato a monte del nuovo tracciato dello skilift Misurina – lago d’Antorno. a: veduta comple-ta; b: parte mediana: MS3 e MS4 indicano le due associazioni a Scolecodonti; c: colonna stratigrafica indicativa dei campioni studiati.
d’Antorno, all’inizio della strada Misurina-m.te Piana, alla quota di 1830 metri circa. Si tratta di un’alternanza di stra-ti argilloso-marnosi e calcareo-marnosi, pendenstra-ti debol-mente verso NE. Nella parte bassa della sezione JANOFSKE
(1992) segnalò microcrinoidi, scleriti di oloturie, “nanno-fossili calcarei” e un esemplare di Sirenotrachyceras cfr.
furcatum, ammonite segnalato nelle biozone ad Aon ed Aonoides. JANOFSKE(1992) attribuì la sezione alla biozona ad Aon.
Anche se le macrofaune cassiane dell’area di Misurina sono state esaminate fin dalla fine dell’ Ottocento (OGILVIE
1893, VOLZ1894 e 1897, BITTNER1895) l’importanza, la varietà e la ricchezza di queste tanatocenosi è risultata evi-dente solo grazie alle ricerche di Rinaldo Zardini.
Materiale raccolto a Misurina da lui e dai suoi collaborato-ri fu studiato da LEONARDI(1943), DIECI et al.(1968), FÜRSICH& WENDT(1977) e KIER(1977). Lo stesso Zardini illustrò numerose specie di questa località negli splendidi atlanti degli Echinodermi (1973), dei Gasteropodi (1978) e dei Bivalvi (1981) della Formazione di S. Cassiano affio-rante nei dintorni di Cortina d’ Ampezzo. Gli studi di Zardini stimolarono anche altri naturalisti ad occuparsi di queste faune. In questa seconda fase di ricerca vanno inse-rite le pubblicazioni di BIZZARINI& BRAGA(1981), KIER
(1984) e BIZZARINI& GNOLI(1991). Abbiamo così oggi un quadro sistematico ampio per i Molluschi e gli Echinodermi, più sintetico per Poriferi, Celenterati, Briozoi e Brachiopodi. Questi fossili provengono quasi esclusivamente da spezzoni di serie o “località di raccolta”
scoperte o valorizzate dalle ricerche di Zardini. Fra esse ebbe grande interesse la vallecola di un piccolo rivo tribu-tario del torrente Rimbianco posta sul lato sinistro della strada asfaltata che sale alle Tre Cime, in corrispondenza del casello di pedaggio, a quota 1800 circa (fig. 2 e 4). In essa Zardini raccolse parte della ricca e diversificata fauna
illustrata nei suoi atlanti, comprendente numerosissime specie di Gasteropodi, Bivalvi, Brachiopodi, Echinodermi, Poriferi e Celenterati. Il contenuto faunistico di questo gia-cimento fu correlato dall’autore ampezzano con quello presente nei prati dell’Alpe di Specie. Sempre alla con-fluenza fra il rivo che scende dal casello di pedaggio ed il torrente Rimbianco si osservano numerosi “massi erratici”.
Essi furono citati da OGILVIE(1893), raccolti da Zardini e studiati da FÜRSICH& WENDT(1977), WENDT& FÜRSICH
(1980). Come Ogilvie, anche i successivi autori misero in evidenza la somiglianza del contenuto faunistico fra gli erratici di Rimbianco e quelli dell’ Alpe di Specie.
La valle di Rimbianco si presenta oggi come una vasta zona caratterizzata da depositi morenici e copertura collu-viale. Sulla sinistra orografica del torrente Rimbianco si rinvengono blocchi erratici di origine bioermale costruiti prevalentemente da esacoralli; alcuni sicuramente qui tra-sportati da movimenti fluvio-glacciali. Nell’area prativo-paludosa alla sinistra del torrente e risalendo il piccolo affluente che l’attraversa, si incontrano spesso frammenti litologici di bioareniti mal cernite. Queste presentano pic-cole associazioni bioermali a Esacoralli e Poriferi, inglo-bate nella matrice insieme a più rari Molluschi e a fre-quentissimi Pragsoconulus robustus Oberhauser. Nel detrito non è difficile rinvenire una fauna associabile a questi depositi. L’esame litologico e faunistico indicano un ambiente bioermale, o almeno un ambiente sedimentario, più simile a quello dell’Alpe di Stolla che dell’ Alpe di Specie. Anche tralasciando le differenze litologiche con quest’ultima località, appare significativa la assenza a Rimbianco, come all’Alpe di Stolla, dei bioermi a Precorynella e Sestrostomella robusta Zittel, comuni inve-ce all’Alpe di Specie. Nel complesso la fauna delle calca-reniti di Rimbianco fa ipotizzare un ambiente sedimentario a idrodinamismo maggiore dove probabilmente sono stati Tab. 1 - Contenuto micropaleontologico dei campioni indicati in figura 5c.
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trasportati e sedimentati insieme elementi faunistici prove-nienti da più biocenosi distinte.
La mancanza di una pur minima serie litologica, l’attività fluvio-glaciale e di erosione recente, che hanno mescolato caoticamente elementi di diversa provenienza, non permetto-no un esame della successione delle facies e del rapporto delle calcareniti con gli altri elementi litologici qui presenti.