Attività didattiche
6 Supporto nei casi di violenza di genere Temi e risultati di apprendimento
Temi Obiettivi di apprendimento
Conoscenze Abilità Atteggiamenti
Introduzione in merito al quadro normativo vigente a livello
Elenca le principali norme e disposizioni vigenti a livello nazionale che delineano le condizioni di lavoro per i professionisti che si occupano di sostenere le donne migranti vittime di violenza di genere
Riepilogare le procedure da seguire per denunciare gli episodi
Individuare i servizi di supporto alle vittime nei rispettivi paesi
Applicare le normative per denunciare i casi di violenza di genere
Linee guida sui servizi di supporto da erogare per i casi di violenza di genere
Un approccio incentrato sulle sopravvissute
Un approccio fondato sui diritti
Un approccio in linea con le esigenze della comunità
Un approccio sistemico
Riassumere i principi fondamentali su cui devono basarsi i servizi di supporto alle vittime nei casi di violenza di genere.
Illustrare le linee guida sulla tutela della salute mentale delle sopravvissute a violenza di genere, fornendo un supporto psico-sociale
Analizzare gli approcci adottati da individui e organizzazioni verso le vittime di violenza di genere
Applicare le linee guida per fornire un supporto adeguato alle vittime di violenza di genere
Valutare e modificare gli approcci esistenti al fine di applicare i principi individuati e offrire un servizio migliore alle donne vittime di violenza di genere.
Essere
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Un approccio volto a tutelare la salute mentale fornendo un supporto psico-sociale
Interventi nei casi di violenza di genere
Procedure da seguire per denunciare gli episodi di violenza di genere
Creare uno spazio sicuro
Ruoli di diverse figure
impegnate a fornire dei servizi di supporto alle vittime di violenza di genere
Essere in grado di segnalare dei casi ai professionisti che si occupano di determinati problemi
Supervisione e monitoraggio del personale
Descrivere le disposizioni legislative che regolano le procedure per la denuncia dei casi di violenza di genere
Elencare le caratteristiche di uno spazio sicuro per le vittime di violenza di genere
Illustrare i rischi corsi dai professionisti che lavorano sui casi e con le vittime di violenza di genere.
Decidere in quali casi è necessario denunciare le violenze/gli abusi subiti
Creare uno spazio sicuro per le vittime di violenza di genere
Valutare il tipo di struttura cui la vittima può fare riferimento e creare dei contatti al suo interno
Applicare delle misure per prevenire il burnout
Essere pronti a collaborare
Collaborare con le consulenti culturali
Ruolo delle consulenti culturali
Linee guida per lavorare con le consulenti culturali
Fornire alle donne migranti gli strumenti necessari per divenire consulenti culturali
Illustrare le principali caratteristiche del ruolo delle consulenti culturali
Elencare le linee guida per collaborare con le
consulenti culturali.
Ideare dei processi di supporto che tengano conto del valore aggiunto apportato dalle consulenti culturali
Programmare delle attività di sensibilizzazione in collaborazione con le consulenti culturali
Fare uso del programma di formazione per fornire alle donne migranti gli strumenti necessari per divenire consulenti culturali.
Essere
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Attività didattiche
6.1 Principi essenziali per i servizi di supporto alle vittime nei casi di violenza di genere
OBIETTIVI:individuare le principali sfide affrontate dalle vittime di violenza di genere bisognose di aiuto e sostegno; elencare i principi chiave di ciascun approccio (incentrato sulle esigenze delle sopravvissute, incentrato sui loro diritti, sulle specificità della comunità, sistemico p volto a tutelare la salute mentale fornendo un supporto di tipo psico-sociale ); elencare similitudini e differenze e analizzare i vantaggi di ciascun approccio in modo da combinarli insieme al fine di ottenere dei migliori risultati.
DESCRIZIONE:Da’ a ciascuno dei sei gruppi un foglio di colore diverso con su scritto:
celeste: esperienze delle sopravvissute (comportamenti, sentimenti e racconto del percorso compiuto per ottenere supporto);
arancione: approccio incentrato sulle sopravvissute (procedure seguite, principali obiettivi, misure e attori coinvolti);
grigio: approccio incentrato sui diritti procedure seguite, principali obiettivi, misure e attori coinvolti);
giallo: approccio incentrato sulla comunità (procedure seguite, principali obiettivi, misure e attori coinvolti);
verde: approccio sistemico (procedure seguite, principali obiettivi, misure e attori coinvolti);
viola: approccio volto a tutelare la salute mentale fornendo un supporto di tipo psico-sociale (procedure seguite, principali obiettivi, misure e attori coinvolti);
Ciascun gruppo taglierà il numero di passi ritenuti necessari per descrivere il percorso seguito per ciascun approccio. È possibile inserire degli altri criteri di analisi in base al livello di professionalità del gruppo.
Una volta mappato l’approccio, invita i partecipanti a riunirsi. Ciascun gruppo dovrà presentare il proprio percorso passo dopo passo. È possibile porre le seguenti domande per stimolare il dibattito:
Questo tipo di approccio potrebbe cambiare a seconda della forma di violenza di genere? In che modo?
In che modo tale procedura andrebbe modificata nel caso in cui la donna vittima di violenza avesse dei figli?
In che modo tale procedura andrebbe modificata nel caso in cui la donna non fosse economicamente indipendente?
In che modo tale procedura andrebbe modificata nel caso in cui la donna appartenesse a una minoranza etnica?
In che modo tale procedura andrebbe modificata nel caso in cui la donna non parlasse o capisse la lingua del Paese ospitante?
In che modo tale procedura andrebbe modificata nel caso in cui la sopravvissuta non avesse ancora compito 18 anni?
Quali elementi caratterizzano la comunicazione interna?
In che modo andrebbero migliorate le varie procedure?
Riporta sulla flip chart le procedure elencate nel corso della discussione (come dovrebbero comportarsi le vittime e cosa ci si aspetta dai servizi di supporto). Continua a porre domande e a mappare le
procedure fino a quando non riesci a creare un quadro completo. Al termine della discussione, riassumi
32 le principali conclusioni e rifletti insieme ai partecipanti sui vantaggi rappresentati da un approccio combinato.
TIPO DI ATTIVITÀ:attività di gruppo DURATA:60 minuti
SPAZI &MATERIALI: Un’aula luminosa e spaziosa, fogli di carta di 6 colori diversi, scotch, forbici e penne, computer e proiettore, macchina fotografica.
RISULTATI DI APPRENDIMENTO: Al termine dell’attività i partecipanti dovrebbero essere in grado di riassumere le linee guida per i professionisti nei casi di violenza di genere, analizzare gli approcci utilizzati utilizzare, applicare i principi individuati ai servizi di supporto nei casi di violenza di genere e modificare gli approcci esistenti all’interno delle organizzazioni. Saranno in grado di illustrare le linee guida per fornire un supporto di tipo psico-sociale volto a tutelare la salute mentale delle donne vittime di violenza di genere. In più, daranno prova del loro desiderio di applicare degli approcci che rispettino l’interesse delle vittime.
FONTE:APCdP, ispirata alle attività proposte da Restless Development per la Sierra Leone, 2013-2014 (https://restlessdevelopment.org/resources?type=22968)
6.2 Creare uno spazio sicuro
OBIETTIVI:Analizzare le caratteristiche che contraddistinguono uno spazio sicuro per le donne che sono vittime di violenza di genere.
DESCRIZIONE: Crea dei piccolo gruppi di partecipanti che discutano degli elementi che contraddistinguono un ambiante sicuro. Ciascun gruppo dovrà analizzare diversi fattori fisici (aspetto, materiali, risorse, temperature dell’aria, ecc.) e umani (empatia degli operatori, distanza fra i professionisti e le vittime di violenza di genere, ecc.). Poni in evidenza aspetti culturali, storici, spirituali e immateriali di cui tenere conto. Al termine dell’attività ciascun gruppo presenterà il proprio contributo e le principali conclusioni che saranno utili nel corso delle attività successive.
TIPO DI ATTIVITÀ:attività di gruppo DURATA:15 minuti
SPAZI &MATERIALI: Un’aula luminosa e spaziosa; flip chart e pennarelli di colori diversi, fogli e matite, computer con pacchetto Office.
33 6.3 Principi alla base dei servizi di supporto rivolte alle vittime di violenza di genere
OBIETTIVI:Riflettere in maniera critica sulle componenti essenziali al fine di proporre delle procedure basate su presupposti culturali, giuridici e metodologici fondati, facendo in modo che i partecipanti siano in grado di applicare le proprie conoscenze a misure inerenti alle procedure da seguire per denunciare gli abusi, per mettere le vittime in contatto con figure professionali che possano prendersi cura delle loro esigenze specifiche, descrivere i ruoli dei vari attori che operano per fornire dei servizi di supporto.
DESCRIZIONE:Suddividi i partecipanti in tre gruppi che si occupino di uno dei seguenti aspetti (procedure da seguire per denunciare gli abusi; per mettere le vittime in contatto con figure professionali che possano prendersi cura delle loro esigenze specifiche; descrivere i ruoli dei vari attori che operano per fornire dei servizi di supporto). Dovranno condurre una ricercar su ciascun tema al fine di individuare buone pratiche esistenti. Presenteranno il loro lavoro al resto del gruppo arricchito dai contributi dei partecipanti sottolineando le principali norme vigenti a livello nazionale ed internazionale e ponendo in evidenza gli elementi comuni.
Grazie al loro lavoro sarà possibile ideare una dichiarazione sui principi che devono essere alla base dei servizi di supporto rivolti alle vittime di violenza di genere che potrà essere inviata ai decisori politici.
TIPO DI ATTIVITÀ:attività di gruppo DURATA:30 minuti
SPAZI &MATERIALI: Un’aula luminosa e spaziosa; flip chart e pennarelli di colori diversi, fogli e matite, computer, normative vigenti a livello europeo (esempi – brevi documenti – scelte dai facilitatori).
RISULTATI DI APPRENDIMENTO:
● Descrivere le disposizioni legislative che regolano le procedure per la denuncia dei casi di violenza di genere
● Definire i ruoli dei diversi professionisti che si occupano di fornire i servizi di supporto alle donne vittime di violenza di genere.
● Decidere in quali casi è necessario condividere informazioni o denunciare casi di violenza di genere
● Valutare il tipo di struttura cui la vittima può fare riferimento e creare dei contatti al suo interno
● Essere pronti/e a collaborare
● Essere pronti/e a collaborare con gli altri
FONTE:contributo originale di APCDP; normative e disposizioni vigenti a livello nazionale ed europeo
34 6.4 Conoscere punti deboli e punti di forza
OBIETTIVI:individuare punti di forza e punti deboli al fine di prevenire eventuali reazioni negative da parte del personale.
DESCRIZIONE: Descrivi i principi dell’analisi SWOT e chiedi ai partecipanti di condurne una su loro stessi.
Apri il modello word dell’analisi SWOT e invita ciascun partecipante a scrivere il proprio contributo per ciascuna voce. Al termine di questa fase, invita il gruppo a fornire delle indicazioni volte a ridurre le minacce e migliorare i punti deboli servendosi dei punti di forza e delle opportunità individuate. È importante individuare almeno 4 soluzioni (prevenire il burnout con sessioni di osservazioni, servizi di rilassamento, l’attività fisica, facendo delle pause nel corso della giornata).
TIPO DI ATTIVITÀ:attività individuale e di gruppo.
DURATA:15 minuti
SPAZI &MATERIALI: Un’aula luminosa e spaziosa; flip chart e pennarelli di colori diversi, fogli e matite, computer e tablet con accesso a internet.
RISULTATI DI APPRENDIMENTO:
Illustrare i rischi corsi dai professionisti che lavorano con vittime di violenza di genere
Servirsi di strategie di prevenzione del burnout
Essere pronti/e a mostrare il proprio spirito di squadra
FONTE:contributo originale di APCDP; normative e disposizioni vigenti a livello nazionale ed europeo
35 6.5 Cultural…che?
OBIETTIVI:Presentare e riflettere sulla figura della consulente culturale e il suo ruolo in diversi contesti.
DESCRIZIONE:
Fase 1 (minuti): Presenta il progetto BASE e la figura della consulente culturale
Fase 2 (30-60 minuti): Forma dei piccolo gruppi che si siedano intorno al tavolo. Uno dei partecipanti sarà il responsabile del tavolo, mentre gli altri potranno cambiare posto. Tutti i tavoli sono coperti da un enorme foglio di carta su cui è riportato il tema di discussione. I partecipanti dovranno discutere del tema prendendo appunti di ogni tipo (parole chiave, domande, idee) sul foglio di carta. L’obiettivo non è quello di creare uno schema ordinato, ma di scambiarsi idee ed opinioni. È possibile servirsi di simboli e immagini.
Temi per i tavoli di discussione (in base al numero di partecipanti e all’andamento del corso):
Consulenti culturali o …. (quale definizione si adatterebbe meglio alla realtà locale?)
Cose da fare …. (che tipo di attività dovrebbe svolgere una consulente culturale nel campo della prevenzione e dei servizi di supporto alle vittime di violenza di genere?)
Cose da evitare …. (che tipo di attività dovrebbe NON svolgere una consulente culturale nel campo della prevenzione e dei servizi di supporto alle vittime di violenza di genere?))
Formazione delle consulenti culturali (che cosa dovrebbero fare le consulenti culturali al fine di poter svolgere al meglio il proprio ruolo?)
Idee di progetto (in che modo la tua organizzazione potrebbe sfruttare al meglio il contributo delle consulenti culturali?)
Esperienze a confronto (hai mai lavorato con delle persone appartenenti al gruppo target?
Condividi la tua esperienza!)
Fase 3 (10-30 minuti): Dopo 10 minuti i partecipanti cambieranno tavolo ed il referente riassumerà le conclusioni alle quali è giunto il gruppo precedente, mentre i partecipanti dovranno condividere i principali punti affrontati in precedenza. A questo punto, potranno cominciare una nuova discussione. Il processo termina quando tutti i gruppi avranno trattato tutti gli argomenti di discussione previsti.
Fase 4: A questo punto, appenderai i fogli di carta che ricoprivano i tavoli e farai una sintesi dei principali temi affrontati nel corso della discussione, rispondendo alle seguenti domande:
Qual è l’esito della discussione?
Quali altre domande sono scaturite dalla discussione?
Quali schemi ricorrono? Che cosa indicano?
Fase 5: l’attività può dirsi conclusa al termine della fase 4. Tuttavia, alcuni dei risultati di questa attività possono anche essere utilizzati per riflettere in maniera più profonda e sviluppare delle idee concrete che possano essere messe in pratica in futuro. In tal caso, suggeriamo di raccogliere le idee dei partecipanti e individuare delle tematiche comuni di cui discutere seguendo la medesima modalità. Di seguito presentiamo alcuni di questi temi:
Attività che possono essere svolte dalle consulenti culturali
Idee progettuali
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Bisogni formativi delle consulenti culturali.
Per riassumere le idee dei partecipanti analizza insieme a loro i vari fogli prodotti e cerca di raggiungere una conclusione in merito agli argomenti da affrontare.
TIPO DI ATTIVITÀ:attività di gruppo basata sui risultati del “Knowledge Café”
DURATA:flessibile in base al tempo a disposizione - 40-100 minuti SPAZI &MATERIALI: grandi fogli di carta, pennarelli, puntine da disegno.
RISULTATI DI APPRENDIMENTO:
Conoscere le principali caratteristiche delle consulenti culturali
Mettere a punto delle linee guida per collaborare con le consulenti culturali
FONTE:Qualitools Handbook, https://qualitools.at/content/files/handbook/handbook_en.pdf, (12.09.2019), adattata da abif
6.6 Viaggi nel tempo
OBIETTIVI:Elaborare delle idee sul rapporto di collaborazione con le consulenti culturali. L’ideazione di scenari futuri permetterà loro di non lasciarsi frenare dagli ostacoli presenti al momento. e
DESCRIZIONE:
Fase 1 (10 minuti): Invita i partecipanti a fare un viaggio nel tempo chiudendo gli occhi, concentrandosi sul proprio respiro e rispondendo alle seguenti domande:
È il 2030 e la figura della consulente culturale è essenziale nel campo dei servizi di supporto offerti alle vittime di violenza di genere. Qual è il loro ruolo?
oppure:
È il 2030 e lavori insieme a una consulente culturale al fine di promuovere delle iniziative di sensibilizzazione. Di che tipo di attività di tratta?
Fase 2 (20 min.): Al termine dell’attività – invita i partecipanti a condividere lo scenario che hanno creato. Prendi nota delle loro indicazioni e crea un disegno. Tali visioni possono costituire la base del loro futuro lavoro.
TIPO DI ATTIVITÀ:attività individuale e di gruppo DURATA:30 minuti
SPAZI &MATERIALI: carta e puntine da disegno RISULTATI DI APPRENDIMENTO:
Creare delle procedure che sfruttino le conoscenze delle consulenti culturali
Mettere a punto delle attività di sensibilizzazione in collaborazione con le consulenti culturali.
FONTE:Handbuch Lokaler Dialog für WorkshopleiterInnen, https://www.strukturierter-dialog.at/wp-content/uploads/2014/11/Handbuch-Lokaler-Dialog1.pdf, (11 settembre 2019), adattato da abif
37 6.7 Il mercato delle attività
OBIETTIVI:Familiarizzare con le attività previste dal corso di formazione per consulenti culturali. I partecipanti rifletteranno sulle attività più adatte da inserire o da modificare in un corso rivolto alle consulenti culturali che si svolge in un determinato contesto.
DESCRIZIONE:questa attività si basa sul corso di formazione per consulenti culturali previsto dal progetto BASE. Pertanto, ti invitiamo a introdurre il progetto nel caso in cui non lo abbia già fatto, in modo da informare i partecipanti in merito agli obiettivi, la struttura dei moduli e le varie attività.
Fase 1: Nell’aula vi sono delle bacheche destinate a ciascun modulo del curriculum. Ciascuna bacheca è contrassegnata dal titolo del modulo mentre sotto sono poste le descrizioni delle attività. Le bacheche non sono altro che le bancarelle del mercato delle attività.
Fase 2 (5min): I partecipanti sono invitati a guardare fra le varie bancarelle del mercato delle attività.
Ciascuno di loro avrà dei post-it su cui appuntare le proprie opinioni in merito agli esercizi proposte.
Potranno riflettere sui seguenti aspetti:
Pericoli/preoccupazioni
Opportunità/punti di forza
Interesse suscitato
Conoscenza del metodo
I partecipanti prenderanno nota delle proprie riflessioni sui post-it e li attaccheranno sull’attività corrispondente. I post-it hanno una doppia funzione: ricordare ai partecipanti le loro osservazioni nel corso della discussione e fornire spunti ai compagni nel corso dell'attività.
Fase 3 (30 min.): I partecipanti avranno 30 minuti per guardare e riflettere sulle attività da soli o in piccolo gruppi di discussione. IN ALTERNATIVA: è possibile formare dei piccolo gruppi che passino in rassegna le bacheche e discutano insieme (15 minuti).
Fase 4 (20 min.): al termine di questa fase, i partecipanti hanno l’opportunità di condividere i loro pensieri col resto del gruppo. Serviti dei seguenti spunti di discussione:
Quali sono le vostre impressioni sull’attività?
Pensate di potervi servire di alcune di queste attività per lavorare con le consulenti culturali?
Quali aspetti potrebbero risultare problematici e meriterebbero di essere adattati?
In base all’andamento della discussione, ti suggeriamo di suddividere i post-it per tematiche. La discussione finale può avere una durata che varia fra i 10 e i 20 minuti in base al tempo a disposizione.
TIPO DI ATTIVITÀ:attività individuale e discussione DURATA:30-55 minuti
SPAZI &MATERIALI: bacheche, puntine da disegno, post-it, descrizioni delle attività.
RISULTATI DI APPRENDIMENTO:
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Servirsi del corso di formazione per consulenti culturali al fine di fornire alle donne migranti gli strumenti necessari per svolgere questo ruolo.
FONTE:Handbuch Lokaler Dialog für WorkshopleiterInnen, https://www.strukturierter-dialog.at/wp-content/uploads/2014/11/Handbuch-Lokaler-Dialog1.pdf, (11 settembre 2019), adattato da abif
6.8 Silent floor discussion
OBIETTIVI:permettere ai partecipanti di condividere conoscenze in merito alla legislazione vigente a livello nazionale e ai servizi a disposizione delle vittime di violenza di genere. Inoltre, i partecipanti sono invitati a riflettere sui fatti raccolti.
DESCRIZIONE:
Fase 1: Il dialogo “silenzioso” è un metodo che consente di condividere informazioni senza parlare. Nel corso della prima fase, dovrai preparare dei poster per ogni quesito o tema. Dovrai porre questi fogli direttamente su dei tavoli o sul pavimento per la silent floor discussion. Di seguito presentiamo alcuni temi e spunti di discussioni:
Principali normative in materia di violenza di genere (quali aspetti sono importanti per il tuo lavoro? Quali sono i punti deboli o i gap in ambito legislativo?)
Procedure per la denuncia degli episodi di violenza di genere (chi o in quali casi è obbligato a denunciare? Oltre agli obblighi legali, quali sono i principi guida per quanto attiene alla denuncia dei casi di violenza di genere?)
Servizi di supporto disponibili a livello locale (quali sono e che tipo di supporto offrono?
Che tipo di supporto dovrebbero offrire?)
Suggerimento: ricorda ai partecipanti che non è necessario che ricordino gli articoli, ma che scrivano le implicazioni che tali disposizioni hanno sul loro lavoro.
Fase 2: Nella seconda fase chiedi ai partecipanti di muoversi liberamente, leggere i temi e le domande, quindi scrivere o disegnare sui poster le informazioni in loro possesso e proporre ulteriori associazioni di idee in poco tempo. Appendi i poster in modo che i partecipanti abbiano la possibilità di andare in giro e leggere i risultati.
Fase 3: (ALTERNATIVA) in base al tempo a disposizione è possibile condurre un’analisi più approfondita di ciascun tema ponendo ai partecipanti le seguenti domande:
Notate delle contraddizioni?
Quali elementi costituiscono delle novità?
Quali altre domande sono scaturite dalla discussione?
Fase 4 (Alternativa): in base al livello di conoscenza dei partecipanti, potrebbe essere necessario fornire delle informazioni aggiuntive mediante delle schede informative o una presentazione da preparare prima dell’inizio del laboratorio.
Fase 5: l’attività può dirsi conclusa al termine della fase 4. Tuttavia, alcuni dei risultati di questa attività
Fase 5: l’attività può dirsi conclusa al termine della fase 4. Tuttavia, alcuni dei risultati di questa attività